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Coniugi maturi - 2: Le scale


di tjrouge
24.05.2023    |    3.037    |    17 10.0
"Nell'androne ci aspettava l'ascensore, ma lei disse subito: "meglio le scale"..."
"Piero, noi siamo venuti in taxi, e tu?"
"Ho l'auto nel parcheggio sotterraneo qui vicino, venite".
Anna ci prese allegramente sotto braccio tutti e due e ci avviamo verso il parcheggio.
"Anna, lo sai che sei fantastica? Non hai idea da quanto tempo sognavo di incontrare una donna come te, con la tua allegria, la tua voglia di vivere..."
"E la mia troiaggine, dillo!" aggiunse con voce scoppiettante di allegria e malizia.
"Si certo, una buona dose di troiaggine è indispensabile per divertirsi. E, come il buon vino, rallegra la vita"
"E tu sei un buongustaio, vero? "
"Beh, diciamo che ho sempre cercato di godermi la vita il più possibile".
Anna mi stringeva il braccio con molta intensità, mandandomi un messaggio neanche tanto sotterraneo. L'antipasto di poco prima, al cinema, mi aveva decisamente messo sotto pressione, e non vedevo l'ora di gustare le altre portate.
Quando arrivammo alla mia macchina Sandro salì dietro, lasciando cavallerescamente il posto davanti alla sua compagna.
Anna mi disse l'indirizzo, per altro non molto distante da casa mia. In meno di mezz'ora saremmo arrivati.
Il ricordo della sua figa nuda e bagnata era talmente intenso che la mia mano si insinuò subito fra le sue cosce, cercando la fonte del piacere.
Diobono, era ancora bagnata! Ma questa donna non le ha lette le statistiche sulla secchezza vaginale in età avanzata?
Allargò le gambe con spontaneità, con allegria.
Sandro, per non sentirsi solo nel sedile posteriore, si sporse un po' in avanti e cominciò a pastrugnarle le grandi poppe, mettendole a nudo. Ero un po' preoccupato, lo confesso. Non è propriamente normale guidare per Corso Buenos Aires, a Milano, con seduta accanto una donna con le (grandi) tette al vento! Ci mancava solo che, come una ragazzina, si mettesse ad urlare canzoni sporgendosi fuori dal finestrino. In piazza Lima si affiancò a noi un furgone delle consegne. L'autista, probabilmente sudamericano, dall'alto del furgone godeva di un'ottima vista. Scoppiò a ridere divertito vedendo Anna con la mia mano fra le gambe e il marito che la pastrugnava da dietro. Con il suo italiano approssimativo urlò "ve sierve al tercer hombre?"
Anna, che non si tirava certo indietro, rispose ridendo "la próxima vez, seguro!"
Per ben sfruttare il tempo della strada Anna decise bene di aprirmi i pantaloni e di dare una bella svegliata ai miei ormoni, che per altro non chiedevano di meglio. E, forse per nascondersi alla vista di automobilisti e motociclisti, o forse perchè troia fino al midollo, si chinò su di me e cominciò a succhiarmi e leccarmi come se da quella attività ne andasse della sua vita.
Fui costretto a fermarla: "Tesoro, non vorrai farmi sparare qui la mia cartuccia! Non credere che ce ne sia una riserva infinita!".
"Ah, sei una sagoma - disse con la sua inesauribile allegria - meno male che siamo arrivati".
Quello che mi piaceva di quella donna, fra le mille altre cose, era l'allegria, la spontaneità, e lo spirito di complicità che riusciva a far nascere intorno a se.
Scese dalla macchina nascondendo nel cappotto le sue splendide poppe, ma io lo sapevo che erano li, pronte a saltare fuori. Nell'androne ci aspettava l'ascensore, ma lei disse subito: "meglio le scale". Fece strada, passandoci davanti, regalandoci la vista da dietro delle sue splendide terga. La gonna al ginocchio era della misura giusta per dire e non dire, per nascondere e mostrare. E lei ne approfittava magistralmente, conscia del fatto che i miei occhi, e quelli di Sandro suo marito, godevano nel risalire lungo le calze di seta scura, dai tacchi alti ai polpacci, alle cosce e infine al bordo più scuro su cui si aggancia il reggicalze.
Ma non bastava. A metà della rampa di scale Anna si fermò e si piegò ulteriormente in avanti, appoggiando le mani agli scalini davanti a se, e mettendo bene in evidenza la parte posteriore delle gambe, su su fino al culo.
Sussurò "scopami", non so bene se riferito a me o a Sandro. Io esitai un attimo, vagamente intimidito dalla situazione poco ortodossa. Ma Sandro, decisamente abituato alle fantasie della moglie, fu lesto a calarsi la zip e ad estrarre il suo attrezzo già pronto a fare il suo dovere. La penetrò bene, con forza, strappandole un gemito soffocato. Io rimasi un attimo a guardare perché, si, mi piace anche guardare. Ma lei non si sarebbe accontentata di un guardone e disse, stavolta a me, "vieni qui, ti voglio succhiare". E subito il mio cazzo, felice, fu avvolto dalle sue labbra e coccolato dalla sua lingua. Nel frattempo la luce automatica delle scale si spense, e restammo al buio, appena violato dalla luce dei lampioni della strada che entrava dai finestroni delle scale. Tutto era silenzio, si sentiva solo qualche rara auto passare per strada e i rumori liquidi del cazzo di Sandro nella figa di Anna, e della sua bocca sul mio cazzo.
Di colpo il rumore di una porta che si apriva irrigidì le nostre posizioni. Veniva da uno dei piani più alti, qualcuno usciva di casa. Sandro si fermò, un attimo, in attesa degli eventi, mentre Anna, vorace, non rinunciava ad occuparsi del mio cazzo. Subito si accese la luce delle scale e si chiuse la porta dell'ascensore, che cominciò a salire. Grazie al cielo il tizio aveva deciso di non usare le scale, ma eravamo comunque all'erta. Sandro continuava a pompare, ma piano, mentre Anna continuava a succhiarmi, tenendo saldamente le sue mani sulle mie chiappe, per impedirmi di muovermi. L'ascensore salì al piano, udimmo il rumore delle porte che si aprivano e si richiudevano, e poi l'ascensore cominciò a scendere. E se si fosse fermato, per qualsiasi motivo, al primo piano? Il tizio, uscendo, avrebbe visto tre tizi intenti a fare allegramente sesso sulle scale. E in quel caso cosa avrebbe improvvisato, il nostro allegro troione? Probabilmente l'avrebbe coinvolto, uomo o donna che fosse. E invece no, l'ascensore scese a pian terreno. Sentimmo il tizio (il rumore non era di scarpe da donna) uscire dall'ascensore e andare verso il portone. Li, in quel momento, se si fosse voltato a guardare verso l'alto ci avrebbe visti nel pieno della nostra piacevole attività. Ma Sandro si era fermato, per non fare rumore, e Anna mi succhiava inesorabile, ma silenziosamente.
Restammo soli, Anna si raddrizzò, Sandro rimise a posto l'arnese, lo stesso feci io. Seguimmo Anna al primo piano, silenziosamente. Lei aprì la porta di casa, e......

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Vedo che al momento la prima puntata ha avuto un discreto successo "di pubblico e di critica". Se dovesse piacervi anche questa seconda puntata, proverò a mettere insieme anche la terza.
Gradirei, ovviamente, ricevere messaggi, pubblici o privati che siano. Messaggi con critiche, apprezzamenti, idee e, perché no, magari anche qualche proposta. Gradisco soprattutto le coppie mature, che parlano la mia stessa lingua. Le coppie giovani, conprensibilmente, parlano la lingua della fretta, delle instancabili prestazioni, dei grossi calibri instancabili.
Anna, Sandro, vi aspetto con piacere.
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