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IL PULMAN


di prendo
04.03.2013    |    30.308    |    6 8.9
"Sentivo stringere e rilasciare la natica da una mano a me sconosciuta..."
Odiavo gli autobus, li odiavo per la calca, lo stare tutti ammassati gli uni sugli altri, il pericolo di non poter scendere alla fermata prescelta e anche per il vociare generico di tutti i passeggeri presenti; dico odiavo in quanto mi sono ricreduto. Infatti un giorno mentre ero calcato dentro l'autobus che mi avrebbe portato al lavoro, sento una mano premere con decisione sulla mia natica destra. Sentivo stringere e rilasciare la natica da una mano a me sconosciuta. Mille pensieri mi invasero, cercai con gli occhi di capire di chi potesse essere quella mano finchè non ebbi la sicurezza di ciò che vidi; una signora, sulla trentina, mi sorrideva ed ammiccava. Incredulo feci il gesto di spostarmi per evitare che altri si accorgessero di quanto accadeva ma lei, la signora che chiamerò Ivana, si mise dietro di me e cominciò a strusciarsi contro il mio sedere mentre una mano si avvicinava alla patta dei pantaloni. La sorpresa era enorme ma anche il mio arnese ne subì le conseguenze. Cominciò a crescere e man mano che Ivana lo accarezzava lui si ergeva sempre di più. Arrivammo ad una fermata e senz'altro aggiungere scese velocemente dall'autobus lasciandomi in uno stato di eccitazione, di meraviglia e di stupore che mi si trascinò per tutta la giornata.
L'indomani arrivari alla fermata del pulman nella speranza di rivedere, anzi risentire le mani di Ivana, ma non capitò nulla. Pensai che era stato soltanto un caso e mi dedicai al lavoro per tutto il giorno. Alla fine della giornata mi avviai alla solita fermata per ritornare a casa ma nel frattempo si mette a piovere copiosamente. Figuratevi se avevo l'ombrello, quindi tutto inzuppato mi arresto per attendere il bus; pochi minuti dopo una macchina con una coppia a bordo si ferma e dal finestrino Ivana mi fa cenno di salire dietro. Pochi secondi di smarrimento che svaniscono avvolti dal suo sorriso rassicurante, salgo e ringrazio loro del passaggio.
Mentre il marito di Ivana, che chiamerò Claudio, percorre le strade ormai buie della città, Ivana sgancia la cintura di sicurezza e viene a farmi compagnia nel sedile posteriore. Non parla ma allunga le mani verso i miei jeans e con decisione abbassa la cerniera sgancia il bottone e introduce una mano dentro gli slip. Non ci posso credere! Comincia a menarmelo mentre parla con Claudio, suo marito, raccontandogli dettagliatamente quello che stava facendo. Pochi minuti e me lo prende in bocca, lo succhia, lo bacia, lo lecca. Eccitato al massimo non reagisco, non effettuo neanche un moviemento, niente. Fermo ed impetrito dall'eccitazione e dallo stupore. Ivana continua senza fretta, anzi ogni tanto si ferma per commentare con suo marito la situazione. Dopo un pò mi rendo conto che Claudio rallenta e ferma la macchina in una via buia. "Siamo arrivati" pensavo ed invece mi sbagliavo.
Claudio scende dal posto di guida, Ivana scende dal sedile posteriore, si abbracciano, si baciano, si toccano per qualche minuto, le loro lingue si intrecciano, le loro mani accarezzano i rispettivi corpi eccitati come me che ero rimasto con i jeans abbassati nel sedile posteriore. Alla vista delle loro effusioni, comincio a segarmi lentamente godendomi lo spettacolo. Alcuni minuti dopo un'ulteriore sorpresa! Ivana si mette al volante e Claudio si accomoda vicino a me, Ivana parte e guida lentamente per le strade della città mentre Claudio si avvicina al mio membro e comincia a succhiarlo, a leccarlo. Stavo impazzendo, mai successa una cosa simile e anzicchè ammosciarsi lui diventava più duro. Claudio mentre mi spompinava raccontava a sua moglie le sensazioni, le impressioni. Ancora un pò e sarei esploso in un orgasmo mai avuto, ma Claudio lo capì e fece fermare Ivana in un vicolo buio. Scese e ci raggiunse anche lei, entrambi si misero a pomparmi con vigore, erano molto affiatati, la mano di lei lo avvicinava alla bocca di lui e viceversa. Ero al settimo cielo, pronto ad esplodere; lo capirono e aumentarono la velocità, la pressione, il ritmo e ... venni, fu un getto potente e copioso che vollero raccogliere nelle loro bocche mentre le lingue si contorcevano e si incrociavano. Bevvero tutto alternandosi e continuarono a giocare per qualche minuto sull'asta che rimase dura dalla forte eccitazione ed alla fine mi baciarono sulla bocca entrambi dandomi un secondo appuntamento, mi invitaro a scendere e, dopoo essermi rivestito, mentre mi accinsi ad andar via Ivana mi consegnò un bigliettino con il loro numero di telefono, lo lessi e salutai allontanandomi sotto la pioggia; solo dopo mi accorsi che ero a 20 metri da casa mia.
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