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In una notte di cinema... ecco la Via Lattea


di compagnoideale
31.10.2016    |    8.891    |    9 9.5
"Ritraggo la mano e la porto al naso..."
Un “beep” inonda l’abitacolo e la sbarra si alza come a darmi il benvenuto in autostrada. Niente traffico in città e poche auto mi appaiono sul rettilineo diviso a metà da una linea a singhiozzo regolare, lo sguardo lo percorre tutto fino alla curva successiva. Attendo il momento adatto, prima gli specchietti laterali, poi quello retrovisore, prendo il cellulare ed apro l’app, cerco il nome e scrivo - Tutto ok? -, tasto invio ed aspetto che i due flag compaiono. Messaggio inviato e ricevuto. Appoggio il cellulare sul vano del cruscotto e ripongo la mano sul volante a far compagnia all’altra. Continua ad essere scorrevole il labile flusso d’auto. Questa volta, nonostante il mio cronico ritardo, riuscirò ad arrivare in tempo. Alzo lievemente il piede destro dall’acceleratore facendo leva sul tallone. Non voglio arrivare troppo presto, l’attesa si affronta meglio impegnato alla guida che fermo ed aspettare. Un suono familiare. Giunto un messaggio. Spero siano loro, - Si, siamo in autostrada -, quattro lettere ed invio - idem - e nell’attimo esatto che il messaggio si libera nell’aria mi giunge una foto, la guardo velocemente per poi ritornare ad osservare la strada. Poggio il pollice sopra e la foto conquista l’intero display. Wow... è lei... Seduta sul sedile di destra, girata a favore dello smartphone.

Metto la freccia e guadagno una piazzola di sosta, non mi accontento di uno sguardo fugace e poco attento. Metà corpo, le gambe protagoniste, l’una di fianco all’altra, la gonna lievemente alzata che concede la vista di un intimo bianco così come la maglietta di sopra. Ipotizzo un body. La mano poggiata sul fianco. E’ una mano curata, smalto scuro. Faccio un sospiro, le premesse ci son tutte e tutte giuste. Frizione e prima, freccia a sinistra e nuovamente sulla corsia verso la prossima curva. Devo rispondere - Wow, mi fai fare un incidente - . Mi rendo conto che non posso limitarmi a ciò e decido in un messaggio vocale: “Ciao... considerando che è meglio guidare ed evitare di fare incidenti, volevo dirti a voce di fare i complimenti alla tua ragazza perché è davvero molto intrigante. Ancora complimenti!”. Pochi secondi ed appare un - Grazie - seguito da un occhiolino. Presumo sia lei e le rispondo con l’invio di due fiori: uno singolo ed uno in mazzo. Guido e penso, penso e guido e mentre faccio entrambe le cose fantastico con la mente.

La mia uscita. Saluto l’autostrada e salgo sulla giostra della rotonda, un mezzo giro e nuovamente un rettilineo. Il tempo di avvertirli che ho lasciato l’autostrada ed entro nel parcheggio del cinema. Loro arriveranno tra cinque minuti. Parcheggio. Lancio l’ultima caramella alla menta in bocca con la lingua a far da pista d’atterraggio. Controllo che tutto ciò che devo portare è nelle mie tasche. Un altro suono familiare: sono arrivati. Gli scrivo di avviarsi in biglietteria e comprare i biglietti per la sala che avevamo concordato e di avvertirmi una volta avuti, per poi fare lo stesso anch’io a distanza di qualche minuto per evitare di entrare assieme. Esco dall’auto, la chiudo. Stringo il bavero del giubbino e... Passa una prima coppia, la lei è in jeans, non sono loro. Eccone una seconda, lei in gonna ma con calze, neanche loro... e questo gioco mi diverte e stuzzica. Ad un tratto vedo passare un trench grigio, una minigonna nera con una maglietta bianca... Sono loro, non ho alcun dubbio. Li seguo con lo sguardo e li vedo avvicinare alla biglietteria. Io mi tengo a debita distanza. Biglietti acquistati e mentre entrano in sala vedo lui digitare qualcosa sul suo cellulare e contemporaneamente il mio vibra - Siamo dentro -... . Con passo veloce mi avvicino al vetro della biglietteria e pronuncio il numero della sala, il nome del film e l’orario... “si, un solo biglietto”. Pongo il resto in tasca e tengo il biglietto ben stretto, chissà non vinca qualche premio... e sorrido...

Mi appresto ad entrare in sala, favorisco il ticket all’ ‘omino’ che lo strappa ed un nuovo messaggio - ultima fila -. Apro la porta e l’oscurità della sala mi inonda. C’è gente, molta ancora in piedi alla ricerca del suo posto, ma la sala è molto grande e son concentrati nella fascia centrale. Comincio a salire le scale, alzo lo sguardo e vedo lui scendere, ci sfioriamo le spalle. Vorrei fermarlo ma evito. Continuo a salire. Lei è seduta in ultima fila. Non c’è nessuno, solo lei.

Non voglio creare nessuna tensione, è sola e preferisco sedermi distante qualche posto alla sua sinistra. Il buio della sala non mi concede di vedere bene il viso ma solo la chioma dei capelli, la maglietta bianca e quelle gambe che ho già conosciuto poco prima. E’ intenta a leggere e scrivere sul cellulare, chissà cosa. Aspetto e guardo la sala. Nessuno troppo vicino da essere un problema per il nostro gioco. Son contento. Lui arriva armato di pop-corn e birra, sale i gradini. Mi vede. Mi sorride e fa cenno di potermi avvicinare mentre entra nello spazio della fila dei sediolini. Gli faccio cenno di si con la testa. La supera e si siede alla destra di lei. Voglio aspettare l’inizio del film per avvicinarmi, quando tutti avran trovare il loro posto definitivo. Vedo lui sussurrarle qualcosa all’orecchio. Presumo le stia dicendo di me. Lei si gira ma il volto è ancora nascosto. Ritorna a girarsi verso il suo uomo, accavalla le gambe e si muove a far alzare la gonna. Le gambe riflettono la luce dei faretti e si vedono bene. Lo sguardo le percorre tutte, dalla caviglia alla parte bassa del fondoschiena. Mentre aspetto avvolto in queste fantastiche visioni realizzo di non essermi tolto la cintura in auto. Se è vero che in questi incontri nulla è scontato, è altrettanto giusto prevenire ogni eventuale inconveniente. Vuoi mettere la gioia nel sentire il tintinnio rumoroso di una cintura mossa da un braccio che attira l’attenzione di tutti? No, non posso osare. La sfilo dai pantaloni, passante dopo passante, e la ripongo nella tasca del giubbino. Le luci di cortesia nella sala si spengono affievolendosi pian piano.

Sta per iniziare il film. Ecco le prime scene. Mi alzo. Mi siedo e saluto. Loro fanno altrettanto ma lei non si gira. Noto che i faretti della scala alla mia sinistra illuminano troppo. Prendo il giubbino e lo distendo al centro di due scalini per coprire e zittire quella luce poco discreta e troppo invadente. Accavallo la gamba destra e poggio la mia mano sul ginocchio. Aspetto. Allungo lievemente un dito come ponte tra me e lei, ma al contatto della pelle la sua gamba si ritrae. Ritorno nella mia posizione ed attendo. Lui comincia a carezzarle la gamba destra, quasi con avidità. E sale velocemente verso l’incrocio delle gambe che si allargano a favorire la salita. La sua gamba tocca la mia. Delicatamente la sfioro con un dito, poi con due... poggio la mano sulla parte alta del suo ginocchio e salgo un po’. Che bella sensazione. Una pelle liscia e piacevole al tatto come del velluto. Ricca di crema. Ho voglia di capire. Ritraggo la mano e la porto al naso. Non riesco a definire il profumo. So che lo è ma non riesco a percepire di cosa e mi basta questo per capire che lei si è ben preparata al gioco. Ripongo la mano. La stringo lievemente per apprezzarne la sua consistenza, il suo essere liscia e respirarne l’odore attraverso i polpastrelli. Chiudo gli occhi e salgo lentamente.

La mano di lui è lì sulla vulva a stuzzicarne le labbra. Avverto che comincia a muoversi sempre più forte. La mia sale ancor di più. Arriva dove finisce la gamba e si ferma. Allontano il mignolo dall’anulare per esplorare ciò che avrei trovato. La vulva è depilata, ma non di oggi. Avverto una piccola ricrescita dei peli e questo mi eccita ancora di più perché so che sto sfiorando quella spazio di pelle proibita, quel triangolo delle Bermuda ove affondano e si smarriscono tutte le nostre voglie di trasgressione, complicità, erotismo. Lui allontana la mano e comincia a baciarla, la mia sostituisce la sua con delicatezza. E’ bellissima, riesco a vederla disegnandola nella mente. Mi avvicino di più, lei si gira e mi regala un sorriso disarmante. Adesso le vedo il volto e gli occhi. Le labbra ben delineate e larghe per il sorriso, ma sorrideva anche il suo sguardo, profondo e malizioso. Un gran bel volto, una gran bella donna. E mentre ci scambiavamo sguardi e sorrisi le sue mani si poggiano sui nostri peni. Lui lo tira subito fuori. Io aspetto che sia lei e non passa molto. Capisco che è il momento.

Lei mi abbassa la cerniera mentre io libero il bottone dall’asola. E’ fuori. Avverto la mano che lo cinge e comincia quel fantastico movimento dal basso verso l’alto e viceversa. Continuo a carezzarle la fica mentre lei regala carezze ai nostri cazzi. Lui le libera il seno destro. Non ha reggiseno e a custodirlo una striscia di body non aderente, ma leggermente poggiata. Un seno fantastico, molto più bello qui che nelle foto dell’annuncio. Appare turgido nonostante riesca a vederlo poco perché coperto da una mano che lo fa proprio. Sento che comincia ad ansimare. Si scambiano uno sguardo tra loro e con decisione lei abbandona lui, fa un mezzo giro su se stessa e si abbassa su di me. E’ tutto in bocca! E’ veloce... profonda... calda... lunga... e brava, molto brava. Sento la lingua che mi esplora, la gola che si scontra con il mio glande e le sue labbra che lo bagnano tutto intorno. E le mani che salutano i miei testicoli stringendoli e carezzandoli ad intermittenza. Oddio... Il fiato comincia ad esser corto. La mano destra si appoggia sul sedere, le alzo la gonna e comincio a carezzarlo e stringerlo. E’ puro marmo. Guardo lui che mi risponde con un sorriso, e gli dico muovendo solo le labbra e senza far uscire alcun suono che è brava, molto brava. Ed il suo sorriso si allarga ancor di più. Non smette e non rallenta. Per un attimo comincio a preoccuparmi che possa schizzare, è troppo brava. Ma la coincidenza vuole che proprio in quel momento alza la testa e si rimette a posto.

Tocca a me col seno, voglio conoscerlo meglio. Libero quello sinistro e mi avvicino tenendolo fermo con la mano. E’ perfetto: grande, tondo, sodo ed ha un capezzolo stupendo. L’areola bella marcata, di colore scuro. Noto che si sta eccitando perché il capezzolo è diventato duro e dritto e la corona intorno comincia a render visibili diversi puntini a mo’ di stelle: una vera e propria Via Lattea. Voglio assaporare. Abbasso la testa e comincio a leccare tutto intono al capezzolo ed il capezzolo stesso. Lo sento diventare sempre più turgido e lungo nella mia bocca. Sento lei che parla e mi sussurra “succhia”. E lo faccio mentre lo tengo fermo con la mano sinistra che stringo delicatamente per esplorarne anche la sua base. Alzo la testa assaporandone ancora il sapore che è rimasto sulle mie labbra... “sei bellissima!”, ed un suo sorriso mi inonda per poi farlo scomparire con la sua lingua che esce e disegna due mezze lune mentre bagna le labbra.. Le sue gambe sono spalancate. Dico a lui di guardare bene intorno e mi abbasso lì...

Comincio a baciarla, a percepirne i sapori e gli odori. La mia lingua si fa strada tra labbra grandi e piccole per poi soffermarsi sul clitoride... lo stuzzico mentre con un dito la penetro lentamente. Faccio piccoli movimenti e pressioni sul punto G, e la punta della lingua schiaffeggia il clitoride. Sento che ansima e noto che mi schiaccia sempre più il bacino verso la bocca. Con la mano destra le tocco le natiche, vorrei arrivare all’ano con il dito ma non ci riesco, si muove troppo. Aumenta il suo respiro ed il suo ansimare. Temo sia troppo... Alzo lo testa e guardandola negli occhi, sorridendo le faccio segno di far silenzio... sorridiamo tutti e tre e riprendo a giocare tra le sue gambe come un bambino assapora e gioca con lo zucchero filato. Ho la sua mano sul collo e sulla nuca... Adesso ne avverto anche gli umori ed il sapore mi inebria. Mi seggo al mio posto, prendo aria e riconquisto il respiro. Lei si gira e mi dice che non riesce a non gridare ed è colpa nostra perché l’abbiamo portata in un cinema normale e non in uno porno. Adesso tocca a lui, si baciano, si carezzano, si cercano. Poi lei mi chiede “Cosa ne dici di andare in auto? Non ce la faccio più”. Senza pensarci su le rispondo di no, che è presto e che dobbiamo ancora giocare un po’... comincio a carezzarle nuovamente gambe, seno, fica, culo... è tutta un lago ed un ansimare. Lei riconquista vogliosa il mio pene e poi rivuole sentirmi tra le gambe... E’ un profondo lago con la forza di un fiume in piena. Si avvicina all’orecchio e mi sussurra: “sei bravissimo, hai l’arte!” E ride, ride ancora ed ancora... Ed avverto che è bellissimo giocare in questo modo, con serenità, spensieratezza...

Le luci in sala si accendono senza preavviso, è finito il primo tempo. Ci coglie di sorpresa e ci sistemiamo velocemente con un piccolo sussulto in gola. Aspettiamo che sia nuovamente buio e ricominciamo a regalarci emozioni ma... “andiamo via?” e come poter dire di no a due occhi che ti guardano così. Annuisco. Esco per primo e mi fermo nel parcheggio sulla strada verso le auto, qualche minuto ed arrivano anche loro. Mi chiedono se conosco un posto in zona ove fermarci, rispondo di si e che sarebbe opportuno, se non fosse un problema, parcheggiare la mia auto per poi salire nella loro perché avremmo potuto trovare altri singoli che vedendo due auto affiancate si sarebbero catapultati come mosche. Acconsentono e si avviano verso la loro auto per poi seguirmi. “Ti va di venire con me?”, lei si gira e dal volto capisco non immaginava un simile invito: “No, grazie”. Peccato, penso, e mi dirigo verso la mia auto. Mi seguono, e dopo dieci minuti parcheggio e salgo in auto con loro.

Avverto che c’è sintonia perché si parla di tutto con semplicità come ci conoscessimo da tempo ed è un vero piacere. Fungo da navigatore e do indicazioni. Arrivati sul posto c’è una volante dei carabinieri. Oddio... temo possa saltare tutto! Mai vista una sola volante, manco di passaggio, tutte le volte che sono stato in quel posto... Proprio stasera, quanta sfortuna. Loro sembrano più tranquilli di me, non si perdono d’animo. Giriamo per una decina di minuti e questo ci consente di conoscerci meglio. Ritorniamo e... l’auto è ancora lì. Ci rassegniamo a trovare un altro posto. Avevo un ricordo vago di una stradina che mi aveva indicato un'altra coppia. Ci arriviamo e sembra che vada bene.

Si spegne il motore e solo la musica dell’autoradio rompe il silenzio della notte, benché a bassa voce. Lui scende e si siede dietro con me. Sposta il suo sediolino tutto in avanti. “Devo venire anche io?” e ci regala l’ennesimo sorriso... Salta dietro attraverso i sediolini e si siede in mezzo a noi. Ed anche il suo sediolino viene spinto in avanti. “Rifacciamo come al cinema?” e mentre lo dice allarga le gambe. Lui le tira fuori subito i seni ed io rimango un po’ a guardare questa bellissima donna: viso stupendo e provocante, seno impressionante, fica ancora bagnata, lì davanti ai miei occhi, spalancata per accoglierci e gambe affusolate e per nulla stanche di ricevere baci e carezze. Lei comincia ad ansimare, ci dividiamo i seni nelle nostre bocche e le gambe, la carezziamo sempre con maggior forza e le mani a turno affondano la sua fica... Ansima ed aumenta il suo strillo di piacere che diventa continuo e costante... D’un tratto si alza con il busto e dice “Voglio il mio cazzo” e senza aspettare risposta si mette a pecora con la faccia sul mio ed il culo offerto al suo uomo che poggia le ginocchia sul sediolino e le mani sui fianchi.

Il mio cazzo è nuovamente tutto dentro... ed il suo è dentro lei. Lo percepisco da un urlo più forte del solito. Non lascia il mio cazzo ed assapora con generosità e voglia, e le fa smorzare in gola tutti i gridolini che non riescono a liberarsi ma si sentono ugualmente. Che scena bellissima. Allungo la mano e libero definitivamente i seni dal body... li vedo andare avanti ed indietro a ritmo con le spinte e le botte che il suo uomo le infligge. Allungo la mano ed allargo le dita. E sul mio palmo il capezzolo va avanti ed indietro, è duro come un chiodo. Il pistillo del fiore del piacere... Questa volta non resisto, è troppo brava. “Posso arrivarti in bocca?”, mi risponde lui “Si che puoi, è il regalo che ti fa perché sei stato bravissimo con la tua bocca sulla sua fica. Mai nessuno le è arrivato in bocca, ma tu puoi ed ingoierà tutto”. Non passano molti secondi che inondo ogni angolo della sua bocca. Lei non diminuisce il ritmo e continua avida di succhiare ed ingoiare il tutto. A questa scena i colpi di anca aumentano ed è difficile tenere fermo il corpo di lei che davanti ai miei occhi va avanti e indietro con grande velocità. Non smetto di schizzare e non una goccia esce dalla bocca...

Si gira e si mette in ginocchio davanti al ragazzo. Vuole assaporare anche il suo. Si inginocchia a gambe aperte con la fica calda e tutta spalancata. Sale e scende sull’asta con la lingua, labbra e tutta la bocca. Io le carezzo fica e clitoride ed avverto ancora i gridolini di piacere. Vuole cazzo, tanto cazzo e si mette nuovamente a pecora... Lo prende dentro e riprende in bocca il mio. Ed ancora per diversi minuti dentro e fuori, su e giù... Con la collana che, come un pendolo, scansiona i colpi ed il tempo.

“Voglio arrivarti in bocca!”. Si rimette nuovamente in ginocchio e riprende il suo cazzo in bocca. Tutto. Ed allora sega, pompino, pompino e sega fin quando arriva lo schizzo che le innaffia tutta la faccia, bocca, capelli ed occhi.

Siamo appagati, piacevolmente appagati. Lei ritorna al suo posto e si ricompone. E continuiamo a parlare di noi e delle reciproche esperienze. Ci conosciamo meglio ed il tempo corre. Si è fatto tardi e domani è un giorno infrasettimanale. Di corsa alla mia auto, un saluto sincero e scendo. Salgo in auto contento. Non sempre si incontrano persone speciali e, soprattutto, non sempre si incontrano Donne con la “D” maiuscola..
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