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Lui & Lei

INCONTRI.it LIVE


di biancolepo
29.06.2010    |    7.037    |    2 6.9
"“Avevate di meglio da fare questa sera? L’ha portata in posto di amici in cui può bere qualcosa e scambiare sensazioni..."
INCONTRI.it LIVE

Navigando sull’unico sito di incontri a cui faccio visita, fui attratto da una finestrella lampeggiante la quale pubblicizzava una evento dal vivo per tutti gli iscritti.
Una manifestazione “live” per le coppie certificate e non, le quali avrebbero potuto esibirsi su un palco in un vero strip tease, con tanto di immagini sul grande schermo delle loro fotografie pubblicate in contemporanea alla performance dal vivo. L’organizzazione avrebbe provveduto ad inviare tramite mail le informazioni sul luogo, città e parola identificativa.
Anche ai singoli davano opportunità di parteciparvi, a patto che per l’occasione venissero accompagnati. Inoltre avrebbero dovuto mostrare un pizzico di scaltrezza, dando prova di curiosità e partecipazione scoprendo le informazioni relative all’incontro.
La pubblicità recitava in questo modo :

Gentili iscritti, è con grande piacere bla bla bla.. notando un numero sempre più alto di ..bla bla bla abbiamo deciso di dedicarvi una serata tutta per voi.
Completamente gratuita grazie agli sponsor .. bla bla bla.. organizzato in una GRANDE CITTA’ DEL NORD… nel, e con un’IMPORTANTE SFORZO AL FEMMINILE, regaleremo alle coppie iscritte la possibilità di mostrarvi in tutto il vostro spirito libertino o semplicemente conoscere centinaia di persone dal vivo che condividono le vostre stesse passioni.
E possibile che qualcuno dica “IO LI NON VENGO” magari proprio nello stesso dialetto, ma…. superate le inibizioni e lasciatevi trasportare in qualcosa di veramente unico. Il tutto si svolgerà in un IRONICO TEATRO, con la massima privacy e discrezione. Poche semplici regole per il rispetto di tutti.

-Venite fiduciosi e curiosi
-Impossibile accedere per i singoli se non accomp.
-Abbiate sempre rispetto per le volontà altrui
-Sicurezza e privacy saranno garantite
-Al interno ci si dovrà attenere alle regole
-Non è possibile partecipare per i non iscritti
-Zotici o grossolani saranno rigorosamente respinti
-Inappagabile il risultato, rispettando le regole
-Oltraggioso/immorale, vocaboli sconosciuti per noi

Cosa aspettate allora ! UN PAIO D’ORE PRIMA CHE STREGHE E FANTASMI INFESTINO LE STRADE, vi aspettiamo per la serata più trasgressiva che abbiate mai provato.
P-S A tutte le coppie iscritte inoltreremo..bla..bla..bla.. per gli iscritti singoli, invece, contattateci e valuteremo ! Vi aspettiamo

Lo stampai e lo riposi sbadatamente nella tasca dei pantaloni. Qualche settimana dopo seduto comodamente sul divano mi accorsi dell’opuscolo lasciato in giro e raccontai tutto a mia moglie. La vidi uscire dalla doccia in tutto il suo splendore, completamente nuda, si affacciò in salotto mentre spalmava ancora il suo olio dopo bagno. Mi eccita ancora molto vederla persino quando si toglie i vistiti e fa bella mostra il suo splendido culo, impreziosito da microscopici perizoma. Con una faccia decisamente stupita mi guardò senza dire nulla. La rassicurai dicendogli che non c’erano i riferimenti per i singoli ed essendo iscritto come tale poteva stare moderatamente tranquilla, comunque non l’avrei coinvolta in una delle mie funamboliche fantasie.
Ero però curioso e intrigato di capire dove si svolgesse l’appuntamento e pensavo sarebbe stato stimolante indovinarlo.
Un paio d’ore prima … di streghe e fantasmi, significava presumibilmente le dieci, visto che banalmente si identifica sempre la mezzanotte.
E se questo era un indizio dovevano esserlo tutte le cose scritte allo stesso modo. La curiosità cominciò a prendere anche la mia compagna la quale, ancora senza veli, mi raggiunse sul divano per immergersi lei stessa nel rompicapo. Ci guardammo e ci interrogammo sul riferimento importante sforzo. Quale città potesse avere nel nome o nel suo significato qualcosa che riconducesse a quel aggettivo, e ancora, perché inserire al femminile, doveva essere sicuramente un altro indizio.
Torino, Genova, Milano, Verona, Bologna e chissà quale altra. Decisi di restringere il gruppo troppo ampio per il termine grande città e proposi potesse essere Milano, per una retorica associazione di idee. Perché altrimenti sottolineare grande, sembrava una forzata contrapposizione alla grande città del centro, Roma o quella del sud, Napoli.
Allora aggiunsi: “e se lo facessero proprio a casa nostra” un sorrisetto si stagliò sul mio volto. Mia moglie da buona milanesotta mi rispose con un sorriso: “mi-là-vegni-no”. Per un attimo rimasi inebetito poi la guardai euforico e le dissi : “ma certo, proprio nello stesso dialetto…MI (io) - LA (quel luogo )- NO (non vengo). L’importante sforzo non era un nome mascherato, ma un chiaro riferimento alla dinastia principe del capoluogo Lombardo. Sforza…anzi esattamente al femminile GLI SFORZA.
Mi scoccò un bacio e mi poggiò una mano tra le gambe. “bravo il mio Langdon, sei proprio un gran porco, al pensiero ti stai già eccitando,…… comunque non mi ci porti la in mezzo”. Istintivamente le infilai in modo sinuoso la lingua tra le labbra, accarezzando i suoi seni. Le dissi che mancava l’ultimo tassello di quello stimolante mosaico. Allora lei con lo stesso metodo, guardò attentamente la stampata, rigirandola in vario modo, unì verticalmente le prime lettere delle regole scritte in grassetto e cominciò a sillabare…..
“Venite ….Impossibile… Abbiate...”
Il risultato dava chiaramente la parola… VIA, e con una mano ancora poggiato sul cazzo, mi disse “VIA SANZIO, semplice no ?”
La spinsi delicatamente all’indietro fino a farla adagiare su pina al divano, cominciai ad accarezzare quel corpo nudo sotto di me, partendo dalle caviglie fino ad arrivare alle cosce profumate ancora leggermente unte del massaggio precedente, succhiai avidamente i suoi capezzoli, turgidi e bramosi di attenzione mentre con le dita le sfiorai il pelo. Emise un gemito, ci baciammo appassionatamente per qualche secondo, poi mi disse che non aveva finito di prepararsi, per la serata con amici organizzata da tempo, e di resistere ancora per qualche ora. Mi ricordò inoltre che mancava il luogo preciso dove si sarebbe svolto l’evento.
La vidi alzarsi e tornare sinuosa verso il bagno così come era venuta, mentre lasciava arrovellarmi sull’ultimo vero interrogativo, mi gustai in contemplazione l’allontanarsi di quelle splendide chiappe che avevano eretto prima, e abbandonato poi, il mio sconsolato membro nei pantaloni.
Presi il portatile e lo poggiai sulle ginocchia, ironico teatro, era questo che inserì nel motore di ricerca insieme a via Sanzio, certo che sarebbe venuto fuori qualcosa di interessante. Con mia sorpresa però nessun teatro esisteva in quella via. Riprovai, magari poteva trattarsi di qualcosa che un tempo fosse teatro e adesso adibito a qualcos’altro, tipo i locali estrapolati da chiese sconsacrate di cui tutte le grandi città annoverano nelle loro guide ai divertimenti. Ma nulla di significativo a parte qualche negozio e pizzeria, dove ovviamente sarebbe stato impossibile organizzare una cosa simile. Cosa avrebbe potuto rappresentare un teatro ironico.
Che stupido pensai poco dopo! L’unica cosa davvero significativa che apparve sul monitor e che non aveva suscitato istintivamente la mia attenzione ! Un cinema ! Un vecchio cinema, uno di quelli con ancora davanti il palchetto di legno come una volta. Su cui i partecipanti avrebbero potuto esibirsi e sentirsi come delle stelle sul palcoscenico. Non come i multi sala di oggi a forma di anfiteatro che arrivano con le sedute fino a quasi sfiorare il telo . Il cinema che giocava a fare il teatro. Più che ironico dal momento che si trattava di un vecchio cinema a luci rosse, quasi in disuso. Le esibizioni live avrebbero trasformato temporaneamente quel fatiscente edificio a santuario dell’erotismo. Ero contento, avevo vinto la mia piccola sfida.
Tutto qui…, no di certo. Andai sul sito d’incontri come per testimoniare il mio successo e con aria baldanzosa immisi il mio nick, inviai negli appositi spazi le risposte relative a città, indirizzo, luogo e ora, come a dire: “so dove lo fate, non vengo, ma so dove lo fate”.
Subito dopo sentì il suono avvisarmi di una nuova ricezione. Aprì la mail e mi accorsi che il sistema aveva provveduto in modo automatico ad una risposta, con tanto di congratulazioni e parola d’ordine… DUCA., con la solita raccomandazione: non sarei potuto entrare se non accompagnato. Sorpreso ma soddisfatto per l’epilogo spensi il pc senza dire più nulla.,
La giornata proseguì tranquilla, quasi dimenticandoci di ciò che avevamo scoperto in precedenza, con l’atmosfera leggera e rilassata che pervade solitamente il fine settimana, a differenza dei frenetici ritmi feriali. Dopo qualche ora però, con l’avvicinarsi della sera, ricevemmo la telefonata di amici che annullavano l’appuntamento causa troppe defezioni del gruppo. Mia moglie un po’imbronciata per l’accaduto prese a bofonchiare qualcosa, minimizzai e gli dissi in modo spontaneo:
“Dai non importa, è quasi ora di cena, usciamo, aperitivo, mangiamo qualcosa veloce e poi nel localino in zona fiera che ti piace tanto”.
Non ci pensò poi molto, mi disse che si sarebbe messa un velo di trucco e potevamo partire.
Poco dopo, pronta, con la borsetta in mano la sentii esortarmi: “Allora, andiamo! Al diavolo gli altri, solo tu ed io e il programmino alternativo”.
Belli e raggianti ci infilammo in macchina. Mentre mi dirigevo in zona la guardai seduta sul sedile di fianco, semplicemente affascinante nella sua abbronzatura naturale, nonostante avesse indossato soltanto un morbido vestito colorato che le arrivava al polpaccio, e lasciava scoperte le caviglie nelle sue fascinose chanel, più che adatto alla semplice serata.
La gradevole temperatura non dava spazio a preziosismi particolari. Mi deliziai nell’intravedere la coscia nuda adagiarsi correttamente sul sedile, prima che la gonna tornasse nella posizione originale. Con il viso che le era tornato decisamente solare e rilassato, arrivammo in zona, ci dirigemmo verso un wine bar e tra una chiacchera e l’altra, mangiando e bevendo, ci godemmo pienamente la serata fin lì passata. Decidemmo poi che era ormai il momento di cambiare posto, ripreso il nostro crossover per dirigersi verso il locale prescelto, mi resi conto che l’ironico teatro era più vicino di quanto pensassi, un’occhiata all’orologio e mi accorsi che erano passate da poco le dieci.
Con un ghigno sarcastico le dissi che avrei dovuto controllare una cosa, senza specificare oltre. Al momento non fece caso l’affermazione, quando però imboccai la strada in questione, la vidi aguzzare l’occhio verso la targa di marmo per leggerne la dicitura.
“Siamo in via Raffello Sanzio - mi ringhio contro sorridendo - Sei un bastardo!"
E poi non abbiamo l’abbigliamento adatto, si affrettò ad aggiungere in modo smorfioso”. Risi e le dissi:“stai benissimo così come sei.
Tranquilla - mi affrettai ad aggiungere - voglio solo accertarmi di aver risolto correttamente il rebus, daremo solo un’occhiatina…… non sei curiosa anche tu?".
A quel punto notammo diverse macchinone parcheggiate davanti al civico. Rallentai, fino ad accostare, per carpire più particolari possibili. Diverse coppie si accingevano ad entrare, soffermandosi qualche secondo davanti alla porta, per poi scomparire al di là di un pesante tendone di raso rosso. Una sventola bionda, accompagnata da un anziano signore elegantissimo ci passò proprio davanti al cofano avviandosi verso l’entrata. Fu ovvia la mia esclamazione, che trovò consenso anche sul viso divertito di mia moglie. Parcheggiammo in zona, al massimo avremmo fatto volentieri due passi, approfittando del piacevole clima quasi estivo. Sempre più vicini notammo anche persone più normali, con auto decisamente meno elitarie, dirigersi verso l’entrata, almeno non vi erano differenze sociali, pensammo.
Eretto proprio dinnanzi dalla porta d’ingresso, un grosso ragazzone di colore in smoking, accoglieva i partecipanti, con un piccolo portatile in mano, Al suo fianco una bellissima ragazza dai tratti orientali, molto alta, elegante, con un lungo abito rosso stranamente accollatissimo. Quasi davanti ormai, vidi chiaramente l’uomo sulla porta riferire qualcosa agli ospiti, consegnarli una bustina di plastica e invitarli a seguire la stangona, la quale con un sorriso scostò il tendone e fece cenno alla coppia di passare oltre. Voltandosi diede bella mostra di quello che sembrava molto più inerente alla frizzante serata. Una scollatura posteriore azzardatissima che lasciava scoperta tutta la schiena, talmente ampia da far vedere non solo lateralmente parte del seno, ma persino una porzione del culo, con uno spacco vertiginoso che saliva dal basso fino a lasciare intravedere l’interno coscia, collegati tra loro da un piccolissimo lembo di tessuto.
Perso in quella visione feci solo in tempo a scorgere, all’interno, un’altra hostess vestita allo stesso modo scambiare convenevoli con persone sorridenti, poi la tenda tornò ad abbassarsi e l’uomo si rivolse a me dicendo:
“Il suo nick, signore”
"No, no….. solo curiosità” feci cenno di lasciar stare, senza accorgermi ero finito proprio sull’uscio.
“Allora non può stare qui, le chiedo gentilmente di allontanarsi lasciando libero il passaggio” mi disse in perfetto italiano.
Mi voltai e mi resi conto che avevo lasciato mia moglie qualche metro più indietro, che mi scrutava in modo interrogativo. Guardai un po’ infastidito il ragazzone, nonostante la giustificata risposta, ed allora un po’per sfida un po’ per gioco gli comunicai il mio nick. Il ragazzo rimase sorpreso dal mio cambio repentino e una volta digitato il nome sul computer, cambiò espressione, in modo cordiale mi chiese la parola d’ordine. Sentì la stretta al braccio di mia moglie, che nel frattempo mi aveva raggiunto “Che stai combinando”.
“Nulla - le dissi sorridendo - Non sei curiosa di sapere cosa hai contribuito a scoprire”.
Nel frattempo ci raggiunse la ragazza in rosso, mi rivolsi nuovamente verso di loro e dissi: “Duca” con aria un po’ spaccona.
L’uomo rispose “Duca e… Duchessa, prego signori accomodatevi e buona serata” porgendoci una nuova bustina, identica a quella offerta poco prima. Solo in quel momento mi accorsi si trattava di minuscole mascherine nere, da indossare prima di accedere alla sala.
La stangona fece nuovamente l’unica cosa per cui era stata probabilmente pagata, con un grosso sorriso scostò la tenda e ci invitò ad entrare. A quel punto la curiosità era indescrivibile, guardai mia moglie che scosse il capo e mi fece cenno di no. Sorridente le chiesi se era davvero sicura e nonostante scorsi negli occhi lo stesso interesse rispettai la sua decisione. Non vedendoci entrare ancora titubanti sull’uscio, qualcuno all’interno cominciò a chiedersi che problema ci fosse. Ci raggiunse il clone della stangona, con lo stesso vestito mozzafiato. Questa dai lineamenti caucasici non sfigurava affatto di fronte alla collega. Il viso delle due cominciava a passare dal cordiale allo stupito. Il ragazzone sulla porta chiese a nuovi ospiti sopraggiunti dietro di noi di attendere qualche secondo,quando ci invitò nuovamente a proseguire. Un po’d’imbarazzo per quella situazione cominciava a solcare le facce di tutti i presenti. Finalmente ci girammo per andarcene, ma sentimmo un’altra voce femminile diversa da quelle precedenti, italiana e decisamente più matura, chiedere spiegazioni agli operatori. Doveva avere all’incirca una cinquantina d’anni, molto curata e affascinate. Avanzando decisa su tacchi alti, tajer bianco candido con i capelli neri che stagliavano in netto contrasto col vestito. Dopo essersi accertata della situazione con l’addetto alle password si rivolse a noi prediligendo come interlocutrice mia moglie, forse accortasi delle sue titubanze.
“Buona sera, duca e duchessa. Qualcosa non è di vostro gradimento?". Cercai di spiegare, ma m’interruppe in modo cordiale, quasi avesse capito la situazione, si rivolse nuovamente alla mia lei: "Permettetemi di presentarmi, mi chiamano dottoressa e sono l’organizzatrice dell’evento. Posso rassicurarvi che tutto è stato studiato nei minimi dettagli, sia per il piacere sia per la privacy. Per qualsiasi dubbio o informazione vi prego comunque di entrare così da non discuterne davanti alla porta…… non è educato per un padrone di casa” aggiunse sorridendo.
Mia moglie più rassicurata da quella inaspettata presenza si lasciò guidare oltre il tendone. All’interno ci trovammo in un atrio, agghindato da drappi carminio, decisamente meno curati rispetto a quello di raso scarlatto esterno. Nonostante l’impegno nel ringiovanimento, l’ambiente si presentava consunto e molto vissuto, lasciando trasparire tutti gli anni che quel vecchio cinema porno si portava sulle spalle.
Come avevo già avuto modo di sbirciare all’arrivo, diverse figure maschili e femminili si stavo intrattenendo in lunghe smancerie. La donna ci accompagnò verso il lato destro della porta a cui si accedeva alla sala, anche questa nascosta da un telo coprente. Ci fermammo davanti a quello che sembrava un piccolo banco bar improvvisato. Dall’altra parte invece la stessa nicchia era stata adibita a guardaroba. Ci avvicinammo al bancone e la donna ci porse due martini bianco con giaccio. Dopo essersene servita un altro per lei ci disse in modo cordiale, ma quasi professionale: "Spero siano di vostro gradimento…… allora, come posso fugare ogni dubbio".
Questa volta fu mia moglie a risponderle: "Veramente mio marito mi ha fatto…… diciamo una sorpresa inaspettata".
“Ha fatto bene”, aggiunse la donna. “Avevate di meglio da fare questa sera? L’ha portata in posto di amici in cui può bere qualcosa e scambiare sensazioni. Se ne avesse abbastanza, oppure non trovasse piacevole la compagnia,……uscire come se nulla fosse. Al contrario se scoprisse invece che la serata risulta più piacevole di quanto pensasse, lasciarsi andare e godersi fino in fondo questa esperienza! Sempre nel pieno rispetto delle proprie decisioni”
“Per ora stiamo anche bevendo gratis” aggiunsi ridacchiando!
“Certo, sarà così per tutta la sera. Entrate e rendetevi conto di ciò che vi aspetta, a voi la scelta. E poi…… dopo essere riusciti a scoprire l’indirizzo, non avete curiosità di sapere cosa si cela al di là della soglia. Sono contenta inoltre di avere una bella coppia come voi tra i nostri ospiti e che un iscritto singolo condivida con sua moglie questa avventura, non tutti fanno lo stesso". Come a sottolineare l’attenzione che veniva riposta a tutti gli intervenuti
L’espressione di mia moglie era tornata decisamente rilassata e incuriosita, quella presenza fu importante per il proseguo della serata. Nel frattempo vedemmo arrivare diverse coppie, che dopo essere state ricevute dalle sventole in rosso e aver indossato le mascherine ci sfilavano davanti accedendo oltre l’altro telo che divideva dall’ingresso in sala. Sentii chiaramente parole d’ordine e contro parole di alcune di queste, come Re e Regina, Conte e Contessa ecc.. ecc…, il sistema dava in automatico un titolo nobiliare allegandolo di volta in volta al proprio nick, così da poter aver in sala molti Duchi e Duchesse o Principi e Principesse, senza poter dare però possibilità di imbucarsi a nessuno che non fosse registrato per l’evento. Inoltre scorsi a quattro angoli della sala altrettanti ragazzoni in smoking con tanto di auricolare che in modo discreto tenevano la sala sotto controllo.
Nel frattempo mia moglie si rivolse alla donna: “Uhm !! Dottoressa… di sicuro lei è molto rassicurante e convincente e il contesto è indiscutibilmente… stuzzicante. A volte solo storici pregiudizi impediscono quantomeno un’apertura alla curiosità di ciò che non si conosce,…… però con tutta sincerità non siamo abituati a tutto ciò, un conto e fantasticare, un conto è trovarsi nel bel mezzo della fantasia. Lei è abilissima a vivere tutto questo con assoluta professionalità e disinvoltura.
“Mia cara amica” le rispose “oltre che una donna affascinante mi sembra una persona poco impressionabile sull’argomento e credo faccia solo quello che decide autonomamente, senza imposizioni da parte di nessuno. Non penso abbia problemi a veder un film di Brass al cinema con suo marito. Consideri che stasera il film diventa spettacolo teatrale. Dove finiscono le inibizioni e iniziano le vostre voglie sarete solo voi a deciderlo. Per quel che riguarda me, faccio tutto questo per puro piacere, almeno quanto lo desiderano tutte le persone che sono intervenute. Ogni volta è un batticuore sempre nuovo, se non ci crede si accerti lei stessa”.
Posammo tutti i bicchieri sul banco e a quel punto la donna allungo una mano fino a prendere quella di mia moglie, e dopo essersi scostata con l’altra un lembo della giacca, scoprendo un bel seno completamente nudo, ce l’appoggiò sopra.
La mia compagna rimase sorpresa da quella mossa e proprio per quel motivo non oppose resistenza seguendola in modo passivo. Affascinato dalla situazione vidi la donna avvicinarsi all’orecchio di mia moglie, cingerle i fianchi e sussurrargli ”Peccato non si esibisca, potrebbe dare molto alla serata”. la vicinanza fu tale che la sua bocca dall’orecchiò volse verso il basso, tracciandole una delicata linea fino alla base del collo.
Stavolta la sensazione invase a pieno i sensi di mia moglie, la vidi chiudere gli occhi e istintivamente con un movimento incontrollato, stringere il seno massaggiandolo dolcemente. Nonostante fosse la prima volta che si trovasse in una situazione del genere con una donna, era esplicita tutta la sua partecipazione inaspettata. Poi la Dottoressa si scostò, scambiando con mia moglie un’ultima occhiata piena di complicità. Ricomponendosi si rivolse ad entrambe invitandoci ad oltrepassare il tendone indossando le mascherine.
“All’interno troverete il nostro jolly per qualsiasi richiesta abbiate bisogno……Divertitevi.”
La presi sotto braccio e ci avviammo oltre la soglia, cercai di guardarla negli occhi, ma tenne volutamente lo sguardo basso e sorridendo imbarazzata mi disse: “Non dire una parola” evitando il mio sguardo.
L’abbracciai ridacchiando e oltrepassammo il tendone indossando le mascherine. Ci trovammo di fronte ad una vecchia sala cinematografica. Nonostante le luci tenui notai subito il palchetto sotto lo schermo su cui si sarebbero esibite le coppie. Molte persone erano intente a cercare posto, altre scambiavano commenti divertite. Sembrava fossimo ad una festa di carnevale, se si fossero esclusi gli abiti succinti di alcune partecipanti. Notai degli strani rivestimenti elasticizzati di coloro rosso vivo, ricoprire le vecchie poltrone, quasi come guaine usa e getta. Intravidi inoltre la sicurezza intenta a camuffarsi il più possibile, nonostante questo si poteva avvertiva chiaramente la loro presenza. Cercammo di orientarci tra brusio e via vai di intervenuti, quando notammo una figura al quanto singolare venirci incontro quasi saltellando.
Stentavo a crederci! Quando la dottoressa ci disse che in sala avremmo potuto rivolgerci al jolly, non mi aspettavo certo di vedere un personaggio sorridente vestito per metà rosso e per metà verde, con cappello a tre punte e tanto di sonagli all’estremità.
“Buonaseeeeeeera, si apprestò a chiederci, Voi Siiiiiiiiete ?
Un attimo di smarrimento. Alla faccia della privacy pensai. Riflettei un istante e poi risposi titubante…… ”DUCA e DUCHESSA ?” in modo interrogativo
“Siiiiii perfetto, un altro Duca e un’altra Duchessa…… Esibizionistiiiiii ?
“Come prego!” risposi perplesso.
“Dicevo esibizionistiiiiii, cioè vi esibite anche voi?” ridendo fragorosamente.
“Ah no, ……Sssst Sssst solo curiosi…” gli dissi scherzosamente in tono sommesso.
“Ahhhh, curioso di un duca, accomodatevi pure dove volete ma lasciate le prime tre file alle coppie di PALCO, che accedono per esibirsi. Si raccomandò in modo divertito e cordiale.
Capì però il nostro lieve disagio e si affrettò a guardarsi in giro. Ci indicò una fila defilata, con pochissimi occupanti, oltre ad una coppia notai poco più in là un signore distinto di mezza età, completamente solo.
In realtà avevo già notato al nostro arrivo diversi intervenuti non accompagnati, pensando alle mogli in toilet intente a sistemarsi prima delle performance, non avevo dato troppo peso alla cosa, ma questa volta mi fu chiaro che l’uomo era indiscutibilmente solo nonostante l’insistenza su cui l’organizzazione si era espressa. Feci cenno al giullare che capì subito e sottovoce mi disse: “Gli sponsor! ” alzando le spalle in tono impotente.
Le luci si fecero ancora più fievoli ed una voce negli altoparlanti, che riconobbimo in quella della dottoressa, annunciò l’inizio della serata. Ci affrettammo a prendere posto, qualche poltrone distante dalla coppia. La dottoressa dopo convenevoli e ringraziamenti chiamò la prima ospite sul palco.
In ordine alfabetico, le partecipanti si sarebbero alternate per un tempo identico, atto a farle sfoggiare tutta la loro sensualità in uno striptease, sole o accompagnate dal proprio marito/compagno, con cinquanta immagini da loro inviate, che si alternavano sul grande telo bianco alle loro spalle, per dare ulteriore stimolo.
Angelica75, annunciò la voce, e subito si sentì un forte applauso accompagnato da alcuni fischi d’apprezzamento. Vedemmo salire una giovane donna molto eccentrica, vestita si fa per dire, da una sorta di morbida tuta rossa, con grandi buchi modello Gruviera. Capelli raccolti in una lunga coda e grandi occhiali da sole. Salutò la platea, come una grande diva di altri tempi, e cominciò subito a ballare con movimenti provocanti ed esaustivi. Nonostante cominciasse a spogliarsi solo dopo qualche minuto l’atmosfera si surriscaldò da subito, perché le immagini che l’accompagnavano la ritraevano già intenta a spompinare e farsi impalare da un paio di cazzi.
Molto stimolante, pensammo io e mi a moglie, mentre gustavamo divertiti e un po’imbarazzati lo spettacolo dalla partenza sprint. Intorno a noi percepimmo la frenesia e l’eccitazione scaturire da ogni parte della sala. Ci accorgemmo che proprio la lei della coppia seduta poco più in là si diede un bel da fare nell’attirare attenzione. Con gesti ampi e coreografici, fece in modo che la gonna salisse sopra la coscia, e gettando occhiate che di furtive avevano ben poco, invitò il suo compagno ad accarezzarla. Una volta carpito gli sguardi, non solo i nostri , si aprì la evanescente camicetta mostrando due piccoli seni con dei capezzoli molto pronunciati. Sentimmo un applauso e ci accorgemmo di esserci persi parte della performance della prima ospite. La voce negli altoparlanti annunciò l’entrata in scena di “Benemerita”, ma sinceramente lo spettacolo che avevamo a qualche metro di distanza stava completamente catalizzando l’attenzione, nostra e quella di altri spettatori vicino. Una rapida occhiata in sala per scorgere diverse coppie nello stesso scambio d’effusioni. La vicina di poltrona, che sembrava non avere nemmeno trent’anni, dopo essersi fatta sondare tutto il corpo dal compagno, decisamente più maturo rispetto a lei, cominciò ad armeggiargli sui pantaloni adagiandosi sopra, e nonostante dalla nostra posizione potessimo vedere solo il culo ormai completamente svelato dalla morbida gonna risalita sui fianchi, capimmo chiaramente che l’aveva preso in bocca. I movimenti dei suoi folti capelli ricci non lasciavano dubbi. Sullo schermo intanto continuavano ad alternarsi immagini di scopate della seconda
“esibizionista” come le definiva il giullare, e la cosa cominciò sensibilmente a insinuarsi anche dentro di noi. Sentì le mani di mia moglie sulle mie gambe salire fino all’inguine, istintivamente ricambiai accarezzandole le cosce.
Nel frattempo sopraggiunsero due uomini, uno nella fila dietro di noi, l’altro dopo aver gustato la visione della giovane per un po’, percorse tutta la fila dal lato opposto al nostro, passando davanti al distinto signore prima e al marito poi, che sembrava fomentasse questa nuova alternativa. Lo sconosciuto si sedette alla sua destra, ad un paio di poltrone da mia moglie, che sentì bloccarsi e irrigidirsi per l’inaspettato arrivo, ma senza far caso a noi si accucciò subito a leccargli tra le gambe dopo che la donna aveva sfilato le mutandine, e aprendosi la cerniera cominciò lentamente a menarselo.
La rassicurai stringendola a me, sporgendomi inoltre il più possibile oltre la sua figura per far ben notare la mia presenza protettrice. L’altro da dietro le strizzava le tette in modo febbrile. La ragazza, su esortazione del marito, si sfilò il suo cazzo dalla bocca e voltandosi cominciò a succhiare quello dietro, che nel frattempo aveva aperto i pantaloni. L’eccitazione superò l’irrigidimento e noi tornammo ad accarezzarci godendoci lo spettacolino. Sentimmo diversi mugolii provenire da ogni parte della sala, mogli intente a spompinare e farsi scopare da mariti o sconosciuti, tutto sembrava una grande mistura di odori e mescolanza di corpi. Nella penombra ci sembrò di scorgere donne in piedi sulle poltroncine cercare le posizioni più disparate per godere a pieno di quegli istanti.
Mia moglie dopo avermi baciato in modo impetuoso mi disse con un filo di voce e un sorriso malizioso: “Alla fine mi ci hai portato…… porco” e mordendosi le labbra mi abbassò la zip dei jeans infilando la mano all’interno.
La passione si era impadronita di lei, nonostante avesse sempre ricusato la possibilità di trovarsi realmente in queste situazioni, era palese il suo coinvolgimento almeno quanto quello simulato da soli in camera da letto.
E la cosa sorprendente e che ne era consapevolmente conscia anche lei.
Lo spettacolo sul palco continuava imperterrito anche se aveva decisamente perso d’interesse, considerando quello che ognuno aveva a disposizione a pochi metri in qualsiasi direzione guardasse. Qualche audace ospite per l’esibizione, forse proprio per recuperare attenzione, si spinse addirittura a spompinare ed eseguire pratiche sessuali sul palco, subito però ripresa dal giullare di sala che con l’aiuto della sicurezza, che cercavano di riportare un certo contegno, almeno in apparenza. Lo stesso valeva per le coppie sedute in platea invitandole a comportamenti meno espliciti.
Forse proprio questo motivo indusse la giovane vicina di poltrona ad alzarsi e farsi seguire in bagno dal marito e dai i due ammiratori. I tre ci passarono davanti, mentre quello nella fila dietro si affrettò ad uscire dalla sua estremità. La donna quasi in trance afrodisiaca nell’oltrepassarci si tirò su la leggera gonna, come se per passare volesse guadagnare spazio inesistente, visto lo spessore pressoché nullo dell’indumento, lasciandoci però alla vista di un folto pelo riccio. La mia compagna ricomponendosi sfilò la mano dall’interno dei miei pantaloni. Ardente com’ero avrei voluto tuffarmici col viso in quella fica di passaggio, ma mi limitai a sorridere a mia moglie, che gradì a sua volta la visione. Poi fu la volta del marito che ricompostosi quasi si scusò per il disagio recato, infine fu la volta dell’uomo, poco più che trentenne che non si preoccupò di sistemarsi, sfilando con il cazzone eretto davanti al viso di mia moglie. Anzi nel passare fece ondeggiare l’asta divertito a pochi centimetri dal suo viso. Imperterrita non si mosse e ostentò sicurezza, l’uomo cambiò espressione quando incrociò il mio sguardo privo di autorizzazione. Ci passò oltre frettolosamente raggiungendo il resto della comitiva che nel frattempo era già uscita all’estremità. Guardai mia moglie e la vidi prendermi in giro mordendosi le labbra, stavolta fu lei che si sarebbe avventata su quella cappella invitante in quella situazione inedita alle nostre abitudini.
Seguimmo i quattro con lo sguardo e ci sorprendemmo perché la giovane non tentò nemmeno di arrivare in bagno, presa dall’enfasi scostò una della grosse tende un po’logore poste ai lati della sala e ci si appiattì dietro. Allungò le mani su i due estimatori e cominciò a masturbarli famelicamente. Il marito poco più in là riprese a masturbarsi estasiato dal vedere la moglie al centro dell’attenzione dei due estranei, era evidentemente questo il suo vero piacere. La donna si abbassò a novanta gradi e prese in bocca uno dei cazzi, l’altro invitato dal compagno e dalla posizione di sua moglie si accostò dietro e la penetrò ardentemente.
Lo spettacolo dalla nostra angolazione veniva interrotta saltuariamente dalla pesante tenda spinta dai partecipanti da una parte e dall’altra, nel vano tentativo di coprirsi,. Quello scenario unito a tutta le altre della serata, spinse nuovamente mia moglie a cercarmi la verga. Stavolta lo tirò fuori dai pantaloni per masturbarmi al meglio. Risposi a quel gesto sollevandogli il vestito e scostandole il perizoma, dove trovai la fica fradicia di umori, presumo anche per l’inedita situazione di poco prima, quel tozzo membro a pochi centimetri dalla sua bocca.
Sopraggiunse il giullare che tentò d’interrompere la performance dei quattro troppo esplicita per sala, ma dopo aver ottenuto solo attenzione da parte degl’uomini dovette fare i conti la donna, che in pieno nirvana si gettò anche sul suo sesso. Spaesato ma compiaciuto, attese qualche secondo, per tornare nelle sue facoltà sfilandosi di lato e invitando il gruppo a raggiungere quantomeno il bagno.
Ormai la sala traboccava di mugolii e eiaculazioni che riecheggiavano in lontananza persino sopra la ritmica musica tribale di sottofondo. Il gruppo si allontanò verso le toilet.
Il gioco delle parti tra gli intervenuti era quasi totale. Nel gustarmi quella magnifica sega ampliata dalla ridondante atmosfera da baccanale, mi accorsi che il distinto signore (lo sponsor) dopo esser stato vicinissimo allo spettacolo della giovane dalla parte opposta alla nostra, se lo stava menando ancora vestito, guardando stavolta nella nostra direzione. Nel nostro piccolo con i sessi all’aria, eravamo orma parte di quella erotica giostra, consci anche noi di dare un po’di spettacolo per chi non fosse impegnato in altro. In fondo alla fila, alla sua sinistra c’erano un paio di coppie che si scambiavano effusioni e qualche poltrona dietro di noi una donna letteralmente presa in una gang. Ma l’uomo sembrava adesso proprio preso da mia moglie. Non so se lei si accorse, aveva gli occhi chiusi per assaporare al massimo il piacere che le stavo dando, pian piano vidi l’uomo contorcersi per oltrepassare una alla volta i divisori delle poltrone, continuando a toccarsi. Con fare circospetto superò una ad una tutte le sedute fino ad accomodarsi proprio alla sinistra di mia moglie. Furtivamente accostò il ginocchio per cercare un contatto con la coscia.
Ovviamente mia moglie avvertendo la vicinanza si irrigidì, arrestando qualsiasi movimento.
La mia reazione fu identica, incapace di decidere tra gelosia o eccitazione, una morsa incomprensibile mi attanagliava. Provai fastidio per quella timida irruzione nel nostro intimo, ma allo steso tempo sentì accendersi una passione mai provata. Attesi una sua decisione per come sarei dovuto intervenire.
Pochi istanti dopo, la mia compagna, riprese ad accarezzarmi scostando però la coscia dal contatto. L’uomo recepì e tirandoselo fuori dai pantaloni continuò solitario a masturbarsi, gustandosi il nostro panorama ravvicinato.
Continuammo a vicendevolmente nel darci piacere ed avvertì che la situazione aveva decisamente surriscaldato anche lei, che mi toccava con foga diversa.
Ad un tratto si materializzò una voce di donna alle nostre spalle, in quella coltre soffusa di emozioni ci misi qualche istante a capire chi fosse.
Sentì pervadere un nuovo fremito d’inquietudine nel corpo mia moglie. Quando entrambe vedemmo una figura bianca abbassarsi verso di noi, capimmo!
La dottoressa ci raggiunse e con il suo fare calmo e rilassante prese ad accarezzarci ambedue sulla guancia, bisbigliando poi nell’orecchio della mia femmina: “Vedo che vi state divertendo……” e passandosi la lingua sulle labbra aggiunse: “godetevi tutto, fino all’ultima goccia, in fondo meglio vivere di rimorsi o di rimpianti?”
Stavolta non si limitò a sfiorargli il collo come all’entrata, ma glielo baciò ardentemente. Alzò un braccio e infilò anche una mano tra la scollatura del vestito, massaggiandole i seni delicatamente. Le due donne rimasero così per qualche istante dopodichè l’organizzatrice ci salutò accarezzandoci nuovamente, scomparendo alle nostre spalle così com’era venuta.
L’effetto fu devastante, l’estasi aveva preso il sopravvento, caduti ormai gli ultimi freni inibitori mi baciò appassionatamente, si voltò guardando avida il suo spettatore che aveva guastato anche l’inaspettato siparietto, tornò a fronteggiare il mio sguardo e mi sussurrò:
“Mi volevi troia?”
Non feci in tempo a rispondere che la vidi prendere in mano il cazzo del distinto signore.
Una dea! Quella visione era semplicemente straordinaria. Una delle mie fantasie perverse si era finalmente materializzata. Sempre a chiedermi come mi sarei sentito realmente in quella situazione, mi stupì nel constatare quando stavo godendo nel sentirmi cornuto.
Sorpreso ma estremamente compiaciuto l’uomo si fece più ardito fino ad accarezzargli le cosce. Adesso gli fu concesso anche questo piacere, così si sentì autorizzato a spingersi sempre più in alto. Rendendomi conto che ormai il gioco l’aveva coinvolta pienamente, tolsi la mia mano per evitare scomodi sovraffolamenti tra le cosce. Con la testa all’indietro e la schiena inarcata, godeva ansimando di quella mano diversa e sconosciuta che esplorava la sua intimità. L’uomo insinuò sempre più in profondità le sue dita nodose, mentre lasciava che la mano della mia donna scorresse cadenzata sul suo cazzo. La sentii godere a lungo in quella posizione e senza lasciare la presa sull’uomo si chinò su di me, sentendo la meravigliosa sensazione della cappella avvolta dalla sua voluttuosa bocca. Dolce, vorace, ritmica, adesso ero quasi sul punto di scoppiare troppa l’eccitazione del momento. Quando si accorse del mio respiro affannoso per il raggiungimento dell’apice si bloccò, tirandosi su. Le labbra ora vicino al mio orecchio sentirono delicatamente la punta della lingua darmi nuova trepidazione, dopodiché sospirò: “Vienimi dentro e goditi lo spettacolo.”
La vidi alzarsi porgendomi il culo. Si accoccolò sui braccioli delle poltrone, tra il fruscio delle guaine in plastica. Posta a novanta gradi mi incitò nuovamente: “Guardami e scopami” Rimasi estasiato nel vederla prendermi il cazzo in mano e dirigerlo tra la fica ormai colma di umori e di orgasmi già provati. Stavolta la bocca era rivolta a quell’uomo maturo mai visto prima che già si era deliziato dei piaceri che mia moglie in modo manuale gli aveva regalato. Sorrise un solo istante nel vedere la sua faccia ancora una volta sorpresa per una conclusione che fino a pochi minuti prima non si sarebbe mai aspettato. Un gemito di compiacimento mi fece capire che la sua dolce bocca stava spompinado una cazzo diverso dal mio. Ormai conscio dei miei piaceri presi a scoparla come una furia. Stantuffai come un forsennato imponendole il ritmo per il pompino che stava facendo. Stavo fisicamente ardendo tra gelosia e piacere, tra il caldo della sala e il sudore della scopata. Ero al limite, gli dissi che non resistevo più e che stavo venendo.
La vidi voltarsi un momento, guardarmi e dirmi: “Godi……godi !” mentre spingeva i fianchi sempre più verso il mio bacino.
Poi tornò subito con la bocca ad avviluppare la cappella del vicino. Sborrai copiosamente dentro quella mistura di liquidi formatosi tra le sue grandi labbra. L’individuo non tardò nell’unirsi al gruppo orgasmico. Con intensi respiri mostrò anche la sua esplosione. Si sfilò quell’arnese dalla bocca puntandoglielo direttamente addosso. Così l’uomo si impregnò del suo stesso seme.
Appagata e soddisfatta la vidi guardarlo compiaciuta, e se preferì in qualche modo che non si fosse fatta venire in bocca da uno sconosciuto, mi contraddisse subito piacevolmente quando sorridendo con la punta della lingua gli ripulì il contorno del glande.
Non ebbi più forza per dire o fare nulla, troppe emozioni e coinvolgimenti inaspettati. Mi lasciai cadere sulla poltrona, feci solo in tempo a sentire: “Sono stata abbastanza troia amore?”
Poi tutto mi divenne oscurato. Buio! Non sentì più nulla. Cercai di riprendermi, capire! Riuscii finalmente a vedere qualcosa. La testa pulsò in modo convulso. Forte, dolorante. Piano piano cominciai a vedere qualcosa. Un soffitto. Bianco! Nulla che facesse intendere una sala cinematografica. Mi accorsi di essere disteso. Un letto, mia moglie alla mia sinistra completamente nuda. voltata sul lato opposto al mio, dava bella mostra la sua sinuosa schiena e il suo magnifico culo. Intontito scesi dal letto. Forse il troppo bere era l’artefice di quella stana situazione. Un salato temporale non mi dava intendere cosa fosse davvero successo alla fine della inconcepibile serata. Poi un lampo, mi precipitai per quanto il fisico me lo consentisse, in salotto cercando il volantino. Nulla sul tavolino, nulla nel porta riviste. Vedi comunque qualcosa che attirò la mia attenzione.
Un giornale. Un quotidiano! Cercai quasi meccanicamente sfogliando le pagine un articolo al suo interno.
Alla fine lo trovai!

Chiuso l’OPEN GALLERY. Durata poco l’attività del locale sorto dalle ceneri di un cinema a luci rosse è stato obbligato alla chiusura dopo che il comitato dei cittadini di zona si era più volte lamentata dei rumori molesti a notte inoltrata, nonché del parcheggio selvaggio che ogni sera……bla bla bla …..

Mi sedetti frastornato sul divano, non potendo fare a meno di sorridere per quel sogno dei miei più intimi desideri.
Lanciai le pagine sul tavolino desideroso di godermi ancora qualche ora di sonno vicino alla mia amata.
Cadde qualcosa dal giornale. Un volantino. Anzi una stampata. L’invito ad una festa. Confuso guardai meglio mentre continuai a dirigermi verso la camera da letto.
Un’incontro tra esibizionisti, stava scritto chiaramente! Guardai mia moglie assorta nel sonno.
Ancora più tramortito lo rigirai tra le mani, notando una frase scritta a penna sul retro.
Meglio vivere di rimorsi o di rimpianti?
Ma allora………..

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