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Lui & Lei

Il vestito sfilato e la mia cecità


di magicanotte
12.05.2017    |    2.398    |    24 9.7
"L'attesa è sempre piacevole quando c'è la possibilità di abbracciarsi, così - come capita - ci stringemmo l'uno all'altro senza pensare a nulla che non ci..."
So che accadrà in una giornta scelta tra tante e in luogo che ci vede passare in una delle poche giornate in cui respiriamo aria diversa.
Non so mai dove accadrà, non so le circostanze in cui ci presenteremo e la situazione che ci accoglierà.
Non so il momento in cui delle mani inizieranno a percorrermi e non so quanti e come esploreranno la mia pelle e il tempo che ci concederemo per dare spessore e forma alle attese.
Bendata senza esserlo, mi lascio guidare e mi concedo agli occhi di coloro che, in una qualunque altra giornata, mi sfiorerebbero appena passandomi accanto.
Il vestito è di quelli leggeri, semplice, senza scollature eccessive e capace di coprire le ginocchia.
L'aria fresca e lieve lo muove appena.
Si veste facile e si sfila ancor più facile, così che in estate è quello che preferisco indossare.
Sedendomi alla trattoria non ho avuto bisogno di prestare attenzione a cosa copriva o scopriva di me e ciò, anche se può far sorridere, mi rendeva libera dalla timidezza.
Siamo usciti dal locale e saliti in auto ci siamo fermati dopo qualche km. per fare qualche passo e dare modo all'aria di infilarsi tra il nostro corpo e i nostri vestiti.
Aveva parcheggiato in una radura a me sconosciuta e abbiamo iniziato a passeggiare lungo un sentiero che si incuneava fra gli alberi di un bosco.
Si parlava e, mentre lo facevamo, entrambi facilitavamo ad una parte del calore accumulato nei giorni precedenti di disperdersi nella notte e assieme alla gradazione alcoolica accumulata durante la cena.
Dopo tanto tempo, ci eravamo finalmente concessi di mangiare fuori casa ed ora era decisamente bello passeggiare mentre la luna andava ad accendersi.
Qualcun altro aveva avuto la nostra stessa idea perché dietro sentii chiaramente qualche voce sommessa e il rumore di passi lenti.
E' un prato adiacenete al sentiero quello che ci permise di appartarci per lasciar libero il passaggio e farci superare da quelli che consideravo degli inopportuni sconosciuti.
L'attesa è sempre piacevole quando c'è la possibilità di abbracciarsi, così - come capita - ci stringemmo l'uno all'altro senza pensare a nulla che non ci riguardasse direttamente.
Nel farlo apprezzai la scelta del vestito perchè attraverso le pieghe della stoffa, sentii chiaramente le mani di mio marito sul mio corpo.
Smisi di sentire il rumore degli altri passi e l'ultimo pensiero che ricordo distintamente della serata fu ancora per il mio vestito che, sfilandosi, mi aveva restituito una sensazione che non so descrivere, ma che con certezza non riprovavo da tempo.
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