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Lui & Lei

La mia studentessa (Parte seconda)


di SweetSweetHolySlut90
23.02.2018    |    4.244    |    0 9.8
"Quando li riaprimmo il guardone non c'era più..."
uori adesso faceva frescolino. L'aria sapeva di terra. Le diedi un bacio stringendola a me, ma si divincolò quasi subito guardandomi con aria di sfida, con quell'espressione che me l'aveva fatta restare a mente in tutti questi giorni, con quel suo ghigno come se non ci fosse altra fica a giro per chilometri e chilometri. Sapeva di sesso, di sperma, di desiderio e l'avrei baciata ancora se non si fosse messa a fare le bizze e a divincolarsi da me. La gonna era un po' stropicciata e sollevata e s'intravedevano le calze rotte. -Beh adesso che vuoi fare? Mi fai scopare da qualche tuo amico, così almeno ti fai un giro. Mi andrebbe proprio un bel cazzo. - Disse.
Il suo gioco non lo riesco a capire, che sia farmi incazzare, negarmi, certo è ed era che me lo fece diventare subito duro, di nuovo. La cinsì e le feci sentire l'erezione appoggiandole il cazzo sul culo, mordendole la spalle sopra il tatuaggio. Sussultò. Il suo giochetto era respingere i miei baci, il mio baciarle la schiena, annusandola.

L'auto era vicina. Un parcheggio leggermente distante dalla sala dove avevo parcheggiato per lasciarmi il tempo necessario a pensare se andarci o meno. Un posto asfaltato con un paio di lampioni ed una siepe d'alloro ad abbracciarlo quasi tutto. Non riuscii a non alzarle la gonna e farle togliere le mutande che cominciai ad annusare mentre guardavo il suo culo. Immaginavo qualcun altro si godesse quello spettacolo e cazzo se la cosa mi eccitava, glielo dissi finendo per sentire come un brivido, ma forse l'ho immaginato. Non disse niente e inarcò il fondoschiena...Quel buco di culo. Mi chinai e ci passa la lingua su. L'auto non troppo distante stava diventando quasi un miraggio. Le nostre pause amplificavano l'attesa. Sentivo, per strano che possa apparire, ancora il calore del mio uccello dentro di lei di poco prima. Umida sulla mia lingua. Calda e dolce, sapeva di more. Vicino alla siepe c'era un pioppo, la spinsi quasi con troppa violenza verso il tronco che finì per abbracciare, e abbassandomi i pantaloni la penetrai, ma contrariamente a quel che si potrebbe pensare non fui altrettanto bruto, lasciai che la cappella si scoprisse pian piano nel suo calore, che la sua fica mi accogliesse e che il suo culo spingesse contro il mio addome. Uscii ed entrai ancora, e poi ancora. Con un occhio scrutavo la strada, voglioso che qualcuno arrivasse ma pure intimorito per certi versi, come d'altra parte è normale che fosse. Mentre le ero dentro continuavo ad annusarla, a sentire il suo odore di piacere. Uscii e le chiesi di spogliarsi completamente. Mi guardò come volesse dirmi che non lo avrebbe mai fatto, la guardai fissa negli occhi anche io mentre con una mano la sditalinavo, passarono alcuni attimi e cominciò a denudarsi con la solita aria di sfida che mi faceva tanto eccitare. Disse :-Ora sono tutta nuda, sai cosa faccio? Se passa qualcuno ti lascio qua a segarti e vado via con lui o loro. Così ti meni il tuo cazzetto-
Iniziai a leccarla ovunque, sotto le ascelle, sul collo, sulla schiena, iniziai a succhiare il suo clito proteso, il suo miele mi bagnava le labbra, e lei con un dito in bocca si godeva la scena. Così nuda andò verso l'auto passando accanto ad una giovane coppietta che rimase quasi interdetta, e si fiondò dietro col culo appena sollevato : -Adesso inculami, qua, avevo voglia di esser presa dietro da te-.
Non ci pensai su due volte e lasciando lo sportello aperto iniziai a passarle la lingua sul buchetto, poi mi sputai sulla cappella ed entrai piano piano godendomi tutto il caldo del suo culo stretto. Mugolava forte, non so quanto per il dolore/piacere quanto per attirare l'attenzione, le tenevo il collo con la mano sottraendole il respiro ed il controllo che suscitava comunque su di me e che aveva, suscitato dal primo momento. Scivolavo bene dentro di lei estraniato dai rumori e finii ancora una volta per non far caso al signore che si stava masturbando a qualche metro da noi. Glielo sussurrai baciandole l'orecchio, in uno dei rari casi in cui abbassava la guardia, e riuscii a baciarla in bocca assaporando tutto il buon sapore della sua lingua. Uscimmo dall'auto ed iniziò a spompinarmi in ginocchio mentre ero appoggiato alla portiera. Il mio cazzo scompariva completamente nella sua bocca uscendone fradicio e coperto di deliziosi fili di saliva. La feci mettere in piedi e l'abbracciai baciandola ancora, vincendo le sue resistenze, succiandole la lingua, sentendo il mio sapore nella sua bocca. Con l'uccello cominciai a stuzzicarle il clitoride, bagnandomi la cappella dei suoi umori, voglioso sì di venire con un suo splendido pompino, davanti al nostro amico segaiolo, ma pure desideroso di esserle ancora dentro. Così le entrai ancora dentro. Calda. Dolce. Ci guardammo e mi disse :- Senti adesso, stai fermo-
Iniziò a stringermi l'uccello con la fica. Uscii da lei, la spinsi a terra, e le infilai di nuovo l'uccello in bocca esplodendo. Bevve tutto, poi si alzò e ci baciammo ancora, questa volta ad occhi chiusi. Quando li riaprimmo il guardone non c'era più. Le dissi:- Questa volta me lo dici come ti chiami?-
Mi guardo con quegli occhietti stuzzicanti e mi rispose : - Giada-
Sapevo che non era il suo nome, ma non glielo dissi, aggiunsi solo:- Ti riporto all'auto?-
Vestita, mi guardò, mi diede tre baci da teenager sulle guance e disse solo che non importava, lasciandomi un po' di stucco, un po' ebete, infatuato ancora un po' di più.. .
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