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La mia studentessa (Parte prima)


di SweetSweetHolySlut90
23.02.2018    |    10.144    |    1 9.4
"C'era poco movimento in sala e le musiche coprivano i suoi risucchi, e i miei mugolii..."
vevo ancora qualche gancio nell'università e così decisi di cercare di risalire alla fugace, quanto disarmante, studentessa per poterla avere ancora. Di certo non era un momento della mia vita in cui mi mancavano le avventure, o le storie di sesso, ma quell'assurda, quanto irreale scopata nell'aula informatica, perchè di questo si era trattato, mi aveva lasciato bramoso di lei. Sapevo che non era e non poteva esser così, ma mi piaceva illudermi che fosse frutto dell'alchimia, del desiderio dell'uno per l'altra e non solo l'ennesima prova di “coraggio” di lei con uno sconosciuto, o l'ennesimo orgasmo viziato dal rischio di esser scoperta. Dopo un paio di settimane una mail dal mio amico, nonché spesso collaboratore free lance nei servizi fotografici, mi diede qualche dritta in più su di lei, tipo dove abitasse, l'età, ed un po' di pettegolezzi o poco più. Un paio di volte andai persino al bar dove lavorava fingendo di esser lì per puro caso, ma entrambi i giorni non era di turno e così, vuoi per un po' di insano orgoglio di abbassarmi a farle la posta, vuoi per lavoro, vuoi per altre ragazze, finii per lasciarla perdere. Passò un altro mese circa. Era un giovedì un po' scazzato, poca voglia di andare a boxare, ancor meno di andare a letto, nessuna amichetta pronta all'uso, per di più senza neppure troppa fame. Al cinema davano un cartone di Hayao Miyazaki. Sala semi vuota, un paio di ragazzetti sotto lo schermo, una ragazza a metà fila e qualche gruppetto di ragazzine. Era già iniziato da due minuti, perciò mi misi in fondo alla sala. A fine primo tempo la ragazza si alzò, senza voltarsi e immediatamente mi sembrò di riconoscere il tatuaggio. Mi alzai e la segui verso i bagni.

Due minuti dentro ed eccola fuori. Una gonna morbida, una t-shirt ed un giubbotto molto maschile, tipo quelli da fan del football americano. Non so se restò più stupita lei o più sorpreso io, ma le fui in un attimo addosso, spingendola verso la parete dei bagni, e baciandola sul collo. Sembrava quasi inerme, inebetita, poi le passai la mano sotto la gonna e la sentii sussultare. Disse solo: Seguimi in sala- e mi carezzò l'uccello duro. Il mio posto, piuttosto isolato era ancora là, libero. Appena a sedere le allargai le cosce e cominciai a stuzzicarle il clitoride spostandoti di lato le mutandine ed abbassandole le calze. Avevo una voglia matta del suo sapore, mi chinai e iniziai a passarci la lingua su. Mi piaceva il suo odore di umori e pipì, mi piaceva e lo volevo da molto. Poi presi e le strappai le calze, mentre avevo tirato fuori il cazzo, gonfio e voglioso. La giornata stava prendendo una piega inaspettata. Davanti si godevano il film. Segandomi le spinsi la bocca sull'uccello, quasi con rabbia, infilandoglielo, forte, tutto in gola, facendola sussultare e tossire. Sentivo la saliva scivolarmi lungo la mia erezione, bagnarmi le palle, vedevo fili di saliva uscirle dalla bocca, e più i suoi occhi sembravano lacrimare, più la sua gola si lasciava scopare. La spinsi quasi a terra e sollevai le cosce, spingendo i pantaloni sulle caviglie. Da brava porca, iniziò a leccare ancora meglio, poi passò alle mie palle. Sentivo il suo naso strofinarmi il buco del culo, il suo caldo respiro. La indirizzai verso il mio buchetto e senza farselo ripetere iniziò a stuzzicarmelo come se avesse fatto quello da tutta una vita. C'era poco movimento in sala e le musiche coprivano i suoi risucchi, e i miei mugolii. Sarei stato un'intera serata a farmi leccare dalla mia sconosciuta bella studentessa, ma sapevo anche che il film stava per andare verso la fine. La sollevai e la feci sedere sul mio cazzo fradicio di saliva, calda la sua fica me lo avvolse ancora una volta. Per destare pochi sospetti si muoveva piano piano, facendomi godere la spinta, facendomi gongolare di piacere. Il fruscio delle sue calze, la gonna sollevata, il suo collo sotto la mia lingua vogliosa. Sentii, troppo tardi un seggiolino muoversi, si era seduto accanto a noi un signore sulla sessantina. Feci per farla alzare, ma lui mi fermò la mano : Per favore, non smettete, se arriva qualcuno vi copro io almeno, ed intanto mi godo la scena.- disse. Sentii immediatamente come se lei avesse avuto un orgasmo. Continuai col signore che si massaggiava l'uccello da sopra i pantaloni, le morsi un orecchio e le sussurrai : Ti piacerebbe toccarglielo?- disse solo : -Ti prego, siii, ti prego- e venne. Un attimo dopo, era di nuovo in ginocchio fra le sedute, e succhiandomi l'uccello fradicio stava massaggiando l'uccello del nostro ospite. La cosa da un lato mi faceva eccitare da morire, dall'altro mi rendeva un po' geloso e così fra un affondo e l'altro le sbattevo il cazzo in faccia come per punirla, poi però finivo per baciarla e sentire ancora il mio sapore mischiato al suo ed alla sua saliva. Il massaggio divenne ben presto una sega, e così mi riprese voglia e mentre lei lo masturbava leccandosi la mano, quasi di nascosto da me, appoggiai ancora il mio cazzo alle sue labbra e la penetrai da dietro. Tenendola per i fianchi le affondavo l'uccello, e piano piano si allungo fra due sedute e nel buio della sala mi sdraiai sopra di lei per quanto possibile. La sua testa adesso era sulle cosce del sessantenne, la sua bocca a sfiorargli le palle, la sua mano sulle sue tette. Poi non so. Come quasi in quei film dove tutto va secondo la mano del regista, uscii per schizzarle addosso finendo per colpirla in faccia e sul cazzo del signore, che sborrò a sua volta nel giro di pochi attimi. Coperta della nostra sborra iniziò a leccarsi le labbra. Mi alzai, rivestendomi. Il signore senza dire nulla andò via e restammo lì a guardarci io e lei. Dissi solo : -Seguimi andiamo a finire la nostra scopata in un posto qua vicino-. Questa volta non scappò..... .
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