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Lui & Lei

Lo studio medico


di Tinny
13.08.2021    |    25.319    |    15 9.8
"Senza lasciare che la dottoressa dica qualcosa, tiro giù la zip del vestito, lasciandolo cadere sul pavimento, mi sfilo le mutandine e prendo il tubetto..."
Mi chiamo Elisa ho 42 anni e vivo in un piccolo paesino della provincia di Torino. Abito da sola in centro paese in un piccolo appartamento. Quello che vi sto per raccontare è successo la settimana scorsa cioè la prima settimana di Agosto.
Generalmente ho sempre la pressione un po’ bassa, ma con questo caldo la pressione è ancora più bassa del solito. Mi sento uno straccio, se mi alzo velocemente mi gira tutta la testa, l’altro giorno stavo per svenire.
Per questo motivo oggi mi sono decisa di andare dalla dottoressa per farmi visitare.
Dopo aver fatto una bella doccia rinfrescante, indosso un perizoma bianco e un vestito blu intero con la zip sul davanti . Non ho messo il reggiseno semplicemente perché non avevo voglia di metterlo. In quel momento non avevo secondi fini.
L’orario dell’ambulatorio medico è dalle 8:30 alle 10:30. Io arrivo per le 10, da casa mia ci saranno 400 metri di distanza, infatti vado a piedi. Nella sala d’attesa ci sono solo due signore. Mi siedo e aspetto il mio turno ascoltando un po’ di musica con le cuffie.
Dopo mezz’ora, mi rendo conto che erano arrivate due persone, un signore anziano e un ragazzo.
Il ragazzo lo conosco di vista, ha un’anno in più di me, ma non ci siamo mai parlati. Essendo un piccolo paesino ci conosciamo un po’ tutti. Quando andavamo alle medie, mi ricordo che era considerato uno “ sfigato" , era molto timido ed esteticamente non era molto bello. Se mi ricordo bene si chiama Stefano.
Finalmente tocca a me, è arrivato il mio turno. Mi alzo ed entro nello studio medico.
La dottoressa mi accoglie come sempre con un sorriso e mi dice di sedermi.
È il mio medico di famiglia da ormai 20 anni. Lei si chiama Laura ha 53 anni, ma ne dimostra molti di meno. Da donna devo dire che ha un bel fisico. Poi con quei capelli rossi, un po’ di lentiggini sul viso, occhiali e camice bianco devo dire che è molto sexy.
In ogni caso, questa cosa non mi turba perché anche se sono al momento sola, mi piace senza ombra di dubbio un bel pene dentro la mia vagina.
Ma ritorniamo a noi, la visita inizia come sempre, con le solite domande di rito. Gli spiego il motivo per cui sono lì.
La dottoressa dopo aver scritto qualcosa al computer, mi dice di andare a sedermi sul lettino, che mi avrebbe misurato la pressione. Prende lo stetoscopio e lo strumento per misurare la pressione.
Come mi aspettavo, la pressione è bassa, anzi mi dice che era un miracolo se ero ancora in piedi.
Ritornate alla scrivania mi prescrive delle pastiglie per la pressione e degli integratori. Mi consegna le ricette che ha stampato e le metto nella borsa. Ringraziandola ci salutiamo ed esco dallo studio.
Lanciando uno sguardo nella sala d’attesa vedo che erano sempre presenti due persone, il signore che si stava alzando dalla sedia e Stefano.
Da persona educata li saluto e mi incammino verso le scale.
Uscita mi dirigo verso la farmacia del paese che è a due passi, per prendere le medicine.
Entrata lancio un’imprecazione perché ho 4 persone davanti. La farmacista la conosco bene, in quanto è la mia vicina di casa. Ormai sono lì e aspetto che arrivi il mio turno.
Quando tocca a me , tiro fuori le ricette dalla borsa e le porgo alla farmacista.
Vedo nella faccia della farmacista un espressione perplessa, infatti dopo pochi secondi mi chiede se le medicine sono mie, perché il nome riportato sulle ricette non è il mio. Vi lascio immaginare le parole che mi sono uscite, sicuramente non si addicono ad una ragazza.
Per non fare pasticci la farmacista mi consiglia di ritornare dalla dottoressa per rifare le ricette.
Con un po’ di incazzatura addosso, ritorno nello studio medico. Nella sala d’attesa non cè più nessuno, anche perché si sono fatte le 11 passate. Sperando che la dottoressa ci sia ancora busso alla porta.
Per fortuna cè ancora, perché mi risponde “un attimo".
Mi apre la porta, però tenendola socchiusa, giusto per infilare la sua testa.
Gli faccio vedere le ricette, dicendogli che ha sbagliato il mio nome, mettendo quello di un’altra paziente. Dopo essersi scusata almeno 5 volte, mi dice che provvederà immediatamente a correggerle. Detto questo chiude la porta, ma mettendola solo incontro.
Io aspetto lì davanti alla porta. Dopo qualche secondo, la porta a causa della corrente d’aria, si apre leggermente, tanto basta per vedere lo specchio sopra il lavandino che viene usato dalla dottoressa per lavarsi le mani.
Non ci posso credere, quello che i miei occhi vedono. Un brivido mi percorre lungo la schiena. Vedo Stefano completamente nudo davanti al lettino con le mani incrociate che sta molto probabilmente aspettando di essere visitato, e che io ho interrotto quando ho bussato.
Sbirciando ancora vedo anche la dottoressa seduta alla scrivania che scrive al computer. Logicamente però le mie attenzioni sono sul pene di Stefano, che a dirla tutta mi sembra anche messo bene come dimensioni anche se è moscio.
Sento il mio corpo che si sta eccitando, vorrei entrare, prenderlo in mano e perché no, farmi una bella scopata, visto che sono ormai 12 mesi senza vedere un cazzo vero. La mia vita sessuale è costituita solo più dalla masturbazione.
Certamente non posso entrare così. In ogni caso tutto sta per svanire perché vedo la dottoressa che si alza per prendere le ricette che ha stampato e portarmele.
Arrivata alla porta come prima infila solo la testa e mi sporge le nuove ricette, chiedendomi nuovamente scusa per il disguido.
Io allungo la mano per prenderle, ed è in quel momento che mi viene un’idea. Faccio finta di svenire, buttandomi in avanti, in modo che con una mano spalanco la porta e con l'altra mi aggrappo al camice della dottoressa, che non aspettando questa mia mossa, per non cadere indietreggia di un passo. Poi in modo da non farmi male lascio la presa accasciandomi per terra.
Mi ritrovo praticamente a terra con la pancia in giù, per ¾ dentro lo studio, ho solo i piedi fuori dalla porta.
È fatta, sia la dottoressa che Stefano si avvicinano per prestarmi soccorso. Mi girano con la pancia in su e mi trascinano quanto basta per essere completamente dentro lo studio. Ma la cosa più importante è che la porta viene chiusa. Siamo solo noi tre dentro lo studio.
Ho fatto finta di aver avuto un mancamento, in modo da essere cosciente e poter gestire la scena. Chiedo infatti subito scusa, dicendo che avevo la testa che mi girava e mi sembrava che la terra mancasse sotto i piedi.
La dottoressa mi dice di stare tranquilla e di non muovermi e rivolgendosi verso Stefano gli dice di tenermi la testa un po’ sollevata.
Stefano si posiziona di fianco a me, molto delicatamente mi solleva la testa, si avvicina ancora un po’ e la appoggia sulle sue gambe. Nel frattempo vedo la dottoressa prendere nuovamente lo stetoscopio e lo strumento per misurare la pressione. Giro lo sguardo verso Stefano, il suo pene è a circa 10 centimetri dalla mia bocca. Se volessi potrei anche prenderlo in bocca, ma purtroppo non posso.
La dottoressa si inginocchia dall'altra parte rispetto a Stefano. Con un movimento deciso mi apre la zip del mio vestito fino all' ombelico ed aprendolo mostro le mie due belle tettine. Come vi avevo detto non avevo messo il reggiseno. Porto una seconda abbondante, mi sono rifatta il seno due anni fa, e devo dire che sono contenta di come è venuto bello sodo e tondeggiante.
Con lo stetoscopio appoggiato sotto il mio seno mi prende il battito cardiaco, poi come prima mi misura la pressione. Con la coda dell’occhio riguardo Stefano e vedo che il suo pene è quasi in erezione. Il mio seno ha fatto il suo effetto. Le cose stanno andando come volevo se non di più.
La dottoressa quando ha finito di visitarmi, mi dice che non è così bassa, anzi è normale, ma molto probabilmente ho avuto calo improvviso della pressione. Io vorrei dirle che è ovvio che non è bassa, ho il cuore a mille e super eccitata dalla situazione che sono riuscita a creare.
Mi chiede se me la sento di alzarmi, io annuisco.
Entrambi mi aiutano ad alzarmi, e mi accompagnano verso il lettino. La dottoressa mi dice di sdraiarmi, intanto lei avrebbe portato un bicchiere d’acqua e zucchero.
Mentre salgo sul lettino, senza farmi notare tiro giù completamente la zip del vestino. Mi metto a pancia in su in posizione semi seduta. Cercando di tenere il vestito il più possibile aperto.
Ho le tette bene in vista, con i capezzoli belli turgidi per quanto sono eccitata ed in più si possono vedere anche le mie mutandine. Se lo sapevo mi mettevo un paio di mutandine semitrasparenti.
Ma poco importa perché Stefano non smette di fissarmi, e il suo pene ormai è in piena erezione. Con le mani cerca di coprirsi. Un po’ mi fa pena, perché penso che stia esplodendo.
La dottoressa, arriva con il bicchiere di acqua e zucchero. Lo bevo e la ringrazio chiedendo nuovamente scusa per il trambusto che ho creato.
La dottoressa ridendo ci dice che in tutta la sua carriera, non gli era mai capitato di avere nel suo studio due pazienti che non si conoscono nudi.
Ritornata seria, dice che è lei che dovrebbe chiedere scusa, perché purtroppo non ha un separé in questo studio e rivolgendosi a Stefano gli dice che se preferisce può rivestirsi e continuare la visita più tardi.
Stefano che è rimasto per tutto il tempo a circa mezzo metro da me, ridendo dice che ormai quello si doveva vedere se visto, e che se voleva poteva continuare la sua visita.
Fu così che scoprì che Stefano era lì, perché gli erano uscite delle emorroidi.
La dottoressa fece piegare in avanti Stefano, e si posizionò di fianco a lui. Gli divaricò le chiappe per controllare il suo retto. Io mi stavo godendo la scena, vedevo perfettamente il suo ano perché erano rimasti a mezzo metro da me.
Finita la visita, la dottoressa disse a Stefano che poteva rivestirsi e ritornata alla sua scrivania si mise a scrivere al computer per stampare le ricette.
Io nel frattempo guardavo Stefano che si rivestiva e ammiravo con un po’ di rammarico per non essere riuscita a prendergli in mano il suo pene.
La dottoressa si alzò dalla scrivania, porse a Stefano le ricette e rivolgendosi verso di me, mi chiese come stavo.
Mi resi conto che continuavo a essere praticamente nuda sul lettino con gli occhi di Stefano e della dottoressa rivolti verso di me.
Risposi che adesso stavo meglio, scesi dal lettino e tirai su la zip del vestito.
La dottoressa mi disse che non se la sentiva di lasciarmi andare a casa da sola e si offrì di accompagnarmi, tanto ormai l’orario delle visite era terminato.
Usciamo tutti e tre dallo studio, saluto Stefano ringraziandolo per l'aiuto e chiedendo scusa per la situazione imbarazzante che si era creata.
Stefano rispose che non era successo nulla, l’importante che ora stavo bene, inoltre si offrì pure lui di accompagnarmi, dicendo che fare due passi non gli avrebbe fatto sicuramente male.
Ci incamminiamo verso casa mia, passando davanti alla farmacia. Fù la dottoressa che mi disse che forse era meglio fare una tappa in farmacia per prendere le pastiglie, in modo da prenderne subito una appena arrivata a casa.
Stefano da gentiluomo, si offrì di andare lui a prenderle, così se volevo potevo sedermi sulla panchina poco più avanti.
Dopo circa 5 minuti era già fuori dalla farmacia. Aveva due sacchetti, pensai che in uno vi erano le sue medicine.
Dopo poco eravamo sotto casa mia, Stefano mi porse la busta con le medicine. Mi resi conto solo ora che non gli avevo dato i soldi, che le aveva pagate lui.
Rivolgendomi sia alla dottoressa che a Stefano, li invitai a salire per offrirgli un caffè e pagare le medicine a Stefano.
Entrambi accettarono, saliamo al secondo piano dove si trova il mio appartamento. Entrati li feci accomodare. Con la moka preparai i caffè, li misi su un vassoio e raggiunsi i mie ospiti nel salotto.
Parlammo delle solite cose, del tempo, che vi era poca gente in paese perché erano già partiti per le vacanze, ecc….
Prima di dimenticarmi ,tirai fuori il portafoglio e saldai il debito con Stefano per le medicine. Subito dopo guardai le le medicine che erano nel sacchetto.
La dottoressa mi disse di prenderne subito una. Così feci, ingoiando una pastiglia.
Anche Stefano tirò fuori le sue medicine. Si chiamava PREPARAZIONE H, era un tubetto di crema con un beccuccio sulla punta.
Stefano rivolgendosi alla dottoressa, gli chiede se aveva capito bene, cioè che quel beccuccio se lo doveva infilare su per il suo ano. La dottoressa con un sorrisino annuì.
Stefano assunse un aria di ansia/terrore dicendo che era troppo lungo, che dal suo culo non era mai entrato nulla. Pensava che era una pomata da spalmare. Chiese infine se non poteva pure lui prendere delle pastiglie.
La dottoressa gli spiegò che non doveva aver paura, che era una cosa banale.
Fu qui che la dottoressa mi stupì, perché disse a Stefano di tirarsi giù i pantaloni che gli avrebbe fatto vedere essendo la prima volta come fare.
Stefano anche se aveva un espressione non tanto convinta, obbedì e si tolse i pantaloni e le mutande.
Io ero in delirio, mai più pensavo una cosa del genere, poter rivedere Stefano nudo dopo neanche un’ora. Il suo pene era moscio, ed era lì in bella vista davanti a noi due.
L’eccitazione si riprese possesso del mio corpo, chiusi gli occhi e mi immaginai sopra di lui in un’smorza candela.
Riapri gli occhi quando Stefano disse che se era l’unica soluzione lo avrebbe fatto, ma era un po’ preoccupato.
Intervenni io dicendo che era una cazzata, che non avrebbe sentito nulla. Aggiunsi che adesso non la usavo più, ma l'anno scorso pure io avevo usato questa pomata per via delle emorroidi che mi erano venute.
La dottoressa aggiunse che basta solo farlo nel modo giusto e ascoltare appunto chi lo ha già usato. Rivolgendosi poi a me con un tono da cazziata, mi disse che non dovevo smettere di usarlo, che essendo un medicinale naturale ogni tanto avrei dovuto continuare ad usarlo.
Stefano ridendo mi disse: ecco brava usalo prima tu, così io intanto mi abituo alla cosa.
È l’occasione che stavo aspettando da questa mattina. Senza lasciare che la dottoressa dica qualcosa, tiro giù la zip del vestito, lasciandolo cadere sul pavimento, mi sfilo le mutandine e prendo il tubetto che era appoggiato sul tavolo.
Sì sono completamente nuda, mostrando anche la mia vagina non completamente depilata a Stefano.
Vedo Stefano che mi fissa, in faccia è diventato tutto rosso. L'effetto è che nel giro di pochi secondi il suo pene ritorna a sventolare in piena erezione.
Faccio per chinarmi in avanti per mostrare il mio buco del culo ai presenti e infilare il tubicino.
Ma vengo interrotta dalla dottoressa che si alza dalla sedia e incomincia a parlare . Io pensai subito che voleva dire che ero pazza e che la situazione era degenerata e di rivestirmi subito.
Invece disse di passargli il tubetto che così avrebbe spiegato a Stefano come fare.
Mi spiegai in avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo, divaricando leggermente le gambe.
La dottoressa incominciò a spiegare che per prima cosa doveva far uscire un po’ di crema e spalmarla lungo l'asta del beccuccio, in modo da lubrificarlo e agevolare l'inserimento nell'ano.
Poi si avvicinò a me e con una mano mi divaricò una chiappa, mostrando a Stefano che era dietro di me, il mio ano. Un aoereola più scura, che circonda il mio orefizio che al momento non era ancora stata violata da un pene si presentò agli occhi dei presenti. Lo so come è fatto perché una volta mi sono scattata una foto con il cellulare. Sono sicura che la dottoressa ha percepito che sono eccitata, perché sono tutta bagnata lì sotto.
In ogni caso la dottoressa continua la sua spiegazione, dicendo che poi deve appoggiare il beccuccio sull'ano e in modo delicato assecondando la conformità del retto introdurlo fino in fondo. Una volta arrivato in fondo premere il tubetto facendo uscire circa 2 centimetri di crema. Poi sempre delicatamente estrarre il beccuccio. Una volta estratto, con il dito prendere la crema che è uscita ,cercando di pulire il beccuccio, e poi spalmarla intorno all'ano praticando un leggero massaggio.
Che vi devo dire ero già eccitata, sentire entrare qualcosa dentro il mio culo più il massaggino intorno al mio ano, mi ha fatto quasi venire, ho dovuto trattenere a stento i gemiti di piacere.
Finito mi giro e guardo Stefano, aveva il cazzo in una erezione spaventosa e la sua faccia era quella di un bambino in un parco giochi.
Ora tocca a me divertirmi ,prendo il tubetto di crema che la dottoressa aveva appoggiato sul tavolo e rivolgendomi verso Stefano, gli dico in modo deciso come se fosse un ordine, adesso tocca te farlo, oppure te lo fai fare da me.
Con mia gioia la sua risposta è stata di farlo io che avevo più esperienza. Non aspettavo altro.
Faccio piegare Stefano in avanti e mi metto di fianco a lui, in modo che i nostri corpi nudi vengano a contatto. Procedo a fare quello che la dottoressa ha fatto a me, l’unica cosa che faccio in più è che alla fine quando gli massaggio l'ano con la crema in eccesso, con il pollice gli massaggio anche i testicoli.
Ogni tanto lanciavo uno sguardo verso la dottoressa e sono quasi sicura che anche lei si stava eccitando perché per ben due volte ho visto che si mordeva il labbro inferiore.
Finito di applicare la crema, Stefano si siede sul divano e io mi siedo di fianco a lui.
Volendo osare di più, allungo la mano e gli afferro il suo cazzo, e rivolgendomi alla dottoressa gli dico che sicuramente non gli deve prescrivere il Viagra, poiché è da ormai da più di un’ora che ha questo arnese in tiro e scoppiano tutti e tre in una risata.
La dottoressa dice che da un lato questa cosa è positiva, ma non va bene che un pene rimanga per lungo tempo in erezione, in quanto può causare una patologia che si chiama priapismo. Causando dolori e danni ai tessuti.
Mentre la dottoressa parlava io non mollavo la presa, continuavo a tenere nella mano il suo pene , anzi a dirla tutta ogni tanto mi muovevo su e giù.
Finita la spiegazione scientifica della dottoressa, io buttandola sul ridere gli dissi di andare in bagno e di masturbarsi, non vorrei che la giornata finisse con una corsa al pronto soccorso.
La dottoressa riprese a parlare dicendo che sicuramente la sua eccitazione era talmente alta che è inutile andare in bagno, in quanto con due movimenti risolve la cosa. Mentre diceva questo, aprì la sua borsa, tirò fuori dei fazzoletti di carta, si avvicinò mettendosi in ginocchio davanti a Stefano e gli sporse i fazzoletti.
Io guardai la dottoressa per essere sicura di aver capito bene e cercare una specie di approvazione per fargli una sega.
Incominciai a muovere la mia mano su e giù, Stefano allargò le gambe e si abbandonò alle mie cure. Come aveva preannunciato la dottoressa dopo 10 secondi netti Stefano venne con 4 schizzi, due finirono sulle gambe, uno sul mio braccio e uno sulla mano della dottoressa.
La dottoressa prese i fazzoletti e incominciò a rimuovere lo sperma dal mio braccio, poi sulle gambe di Stefano, ed infine gli prese il cazzo in mano che finalmente dava segni di cedimento e in modo accurato rimosse ogni traccia di sperma dal suo pene.
Io intanto ammiravo la scena e nella mia testa partorivo una nuovo pensiero. Ormai con Stefano era fatta, potevo scoparmelo quando volevo, ma adesso volevo vedere la dottoressa nuda, vedere l’espressione di Stefano e fare una scopata a tre.
Dovevo farmi venire un’idea e per guadagnare tempo, proposi di fermarsi a pranzo visto che si erano fatte le 13, di mangiare qualcosa insieme. Un’insalata o una caprese visto il caldo, accompagnato da un buon vino bianco.
Con mia somma felicità, entrambi accettarono. Bene ora mi devo studiare qualcosa per far spogliare la dottoressa.
………… voi avete un’idea?
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