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Lui & Lei

Nel Nome del Piacere (capitolo 3)


di Candido1967
23.06.2017    |    2.712    |    0 8.8
"Dopo anni di castità ho avvertito impellente il bisogno di un contatto fisico, il desiderio della carne e dei godimenti sessuali..."
Cosa succede a un uomo quando tutto il suo mondo di valori viene travolto ed, insieme ad esso, i suoi beni più preziosi? E se quest’uomo è un uomo di fede profonda, come sopporterà questa prova? Dubiterà di sé, di Dio e della propria fede o della propria famiglia fondata su questa fede? O tenterà di allontanare il diavolo che lo ha tentato ed il male che scandalosamente è entrato nella sua vita quotidiana e che sta travolgendo anche il rapporto puro e profondo che ha con sua moglie non macchiato da simili sozzerie? In questa tempesta che gli sconvolge la vita deve fare i conti con il suo tradimento a Dio prima ancora che alla propria sposa per approdare dolorosamente ad una decisione: scegliere fra la fede ed un vincolo matrimoniale fondato su questa od il peccato ed una relazione segreta e scandalosa fondata invece su questi altri sudici pilasti? Questo nell’animo di Alessandro si manifestò in modo ormai incontenibile nei giorni che seguirono quel pomeriggio di bizzarrie sessuali. E questa sua lacerazione, che comunque strisciava fin da quando aveva iniziato la relazione con me, gli provocò uno strappo nell’anima che lo gettò in uno stato di frustrazione e di profonda angoscia. Tutto questo mi raccontò nei messaggi e nelle telefonate che seguirono quel pomeriggio. Ed io, per la prima volta, temetti di perderlo. Mi sentii disperata. Una situazione del tutto nuova per me che avevo sempre lasciato tutti i miei precedenti amanti e non ero mai stata lasciata! Dopo alcuni mesi di conoscenza, Alessandro lo avevo messo in cima a tutti i miei amanti e realizzai che per me non era solo sesso. Per la prima volta in vita mia sperimentavo una cosa che non avrei mai pensato di provare: un innamoramento.
Decisi di ricostruire con pazienza e con quanta più serenità possibile quello che avevo mandato in frantumi in un solo pomeriggio. Dovevo da un lato riconquistare la fiducia di Alessandro, dall’altro scandagliare i miei sentimenti e dare un nome preciso a ciò che provavo per lui. Anzitutto sospesi le relazioni che simultaneamente stavo portando avanti con gli altri due uomini in quel periodo. Ma poiché, a differenza di Alessandro, restare casta a lungo non mi era impossibile, conobbi su di un sito di incontri Federica ed inizia con lei una relazione lesbo che mi permetteva di trovare un po’ di sollievo durante i lunghi periodi di assenza fisica di Alessandro. Dopo molti messaggi ed ore di conversazione al telefono riuscii a fargli accettare il mio invito a rivederci a casa mia, vincendo le sue ultime perplessità. Si presentò, bello come sempre e vestito di scuro come sempre, con un libro per me sottobraccio. Si trattava del “Manuale dei Confessori” un testo del 1824 scritto da un vescovo e teologo francese Monsignor Jean Baptiste Bouvier. Mi disse “Vorrei tu lo leggessi, Lorenza. Rispecchia la concezione sul sesso che io e mia moglie abbiamo e come la intende la Chiesa Cattolica”. Presi il libro e lo sfogliai frettolosamente: “Certo Alessandro, lo farò. Ma visto che tu hai scelto un testo che ti rappresentasse nella tua visione della sfera sessuale allora vorrei farti leggere anch’io un libro che rappresenta la mia concezione del sesso e della vita erotica”. Andai verso la mia libreria dove ho una nutrita sezione dedicata all’erotismo. Fin da quando studiavo farmacia in parallelo ai testi di medicina o di chimica e biologia che dovevo studiare per superare gli esami, mi dilettavo con la lettura di classici dell’erotismo. Mio padre ci teneva molto che mi laureassi ed in tempi brevi per potermi avere accanto a se nella farmacia di famiglia che un giorno, quando lui sarebbe andato in pensione, mi avrebbe lasciato. Perciò tali letture, all’epoca, dovevo tenerle nascoste in quanto mio padre riteneva sconvenienti e una distrazione per i miei studi. Ma ora che vivo sola ormai da qualche anno posso tenere orgogliosa bene in vista tutta questa sezione della mia libreria di cui ne vado fiera. Scelsi per Alessandro “Il Delta di Venere” di Anais Nin in quanto i racconti contenuti in quel libro, pur se a volte eccessivi, rispecchiano la mia concezione libera e gioiosa del sesso. Per il resto del pomeriggio si parlò uno accanto l’altro anche se io avevo una voglia terribile di scoparmelo essendo ormai passate tre settimane da quell’ultimo pomeriggio di bizzarrie. Ci si limitò a qualche bacio ed a qualche sfregamento sopra i vestiti delle nostre parti più sensibili. Non volevo forzare la mano con Alessandro: lo sentivo ancora molto perplesso e dubbioso sul nostro rapporto come si era sviluppato fino a quel giorno di tre settimane fa.
Nei giorni successivi inizia la lettura del testo datomi da Alessandro. Era un trattato sul sesto comandamento ed un elenco di divieti in campo sessuale. Ogni piacere era da quel Monsignore ritenuto un vizio immondo da evitare per non incorrere in peccato e nella tentazione che ci allontana da Nostro Signore. Veniva esaltata la castità e la sola forma di sesso consentita era quella fra coniugi per procreare. Naturalmente erano condannati e considerati gravi peccati l’adulterio, l’incesto, la sodomia. Ma quel che più mi lasciò esterrefatta è che anche pensieri lussuriosi od i baci fossero considerati da quell’illuminato teologo gravi peccati da condannare e confessare senza esitazione. Ed ancora, giudicava come colpa il “peccato dei toccamenti” (mi feci una risata, dunque anche l’ultimo incontro che avevo avuto con Alessandro e che io avevo ritenuto del tutto casto, era stato ampiamente peccaminoso: adulterio pensieri libidinosi – almeno da parte mia -, baci e toccamenti in un colpo solo!) “Peccato degli sguardi sensuali” “peccato dell’abbigliamento femminile” ed ancora “dei linguaggi osceni”, “il peccato dei libri erotici” “il peccato delle danze, dei balli e dei musicisti”, “il peccato degli spettacoli”. Insomma tutto vietato; ogni piacere era considerato lussurioso e quindi da evitare o, se posto in atto, da confessare e da mettervi rimedio per evitare che si ripetesse. Si concludeva con un lungo capitolo sul sesso vietato fra marito e moglie elencando anche le posizioni proibite (che naturalmente erano tutte quelle che io prediligevo!); leggendolo capii perché Alessandro mi parlò di castità e di mancanza di rapporti con la sua sposa ormai da anni. Ma com’era possibile rinunciare ad ogni piacere terreno in nome di una fede, che io reputavo profondamente sbagliata? Non vedevo l’ora di poter discutere con Alessandro della mia lettura e di sapere da lui le impressioni tratte da “Il Delta di Venere”. Ci incontrammo nuovamente nel mio appartamento dopo un paio di settimane. Esordii “Ma chi l’ha scritto questo testo, un estremista islamico?”. “No” mi rispose “è opera di un Monsignore Cattolico del diciannovesimo secolo”. Lo sapevo, la mia era solo una battuta provocatoria! “Ed ancora oggi la Chiesa ha un atteggiamento di totale chiusura verso il piacere sessuale e sostiene le posizioni estremiste riportate su questo libro scritto quasi 200 anni fa?” Alessandro mi guardò, poi con fare pacato mi rispose “In gran parte sì. Ora la Chiesa Cattolica è un po’ più tollerante su alcune questioni ed ha posizioni di apertura verso i divorziati o l’aborto. Ma molte questioni legate al sesso sono rimaste ferme alla posizione di Monsignor Bouvier”. Lo guardai incredula e stupita: “E tu Alessandro, condividi le posizioni di questo Monsignore bigotto?”. Sospirò “io essendo credente dovrei condividere le posizioni espresse dalla Chiesa sul sesso. Ma come sai, non sono stato poi così bravo nel rispettare i precetti della mia religione. Dopo anni di castità ho avvertito impellente il bisogno di un contatto fisico, il desiderio della carne e dei godimenti sessuali. Per questo ho aperto il profilo sul social network, non sapendo bene neppure io dove mi avrebbe portato. Mi ha condotto fino a te che mi hai fatto conoscere l’Inferno e fatto sperimentare quanto di più peccaminoso potessi concepire”. “E tua moglie?” ribattei. Mi rispose: “Lei è molto più brava di me: crede fermamente in ciò che hai letto e lo applica alla lettera. Io ho tradito lei, che ho scelto come mia sposa, ed i comandamenti posti alla base della nostra unione. Per questo sono confuso e combattuto. Per questo da un lato vorrei fuggire da te e non rivederti mai più per non incorrere ancora in peccato e, dall’altro, sento l’irrefrenabile bisogno di averti ancora stretta a me, di sentire la tua pelle in contatto con la mia e la tua bocca sulla mia” A quelle parole non feci più domande. Saltai addosso ad Alessandro e cominciai a baciarlo “Pecca amore mio; poi potrai confessarti ed il tuo Signore ti perdonerà. Invece tua moglie non saprà!” Facemmo l’amore sul divano del soggiorno. Ero innamorata persa di Alessandro il cattolico peccatore.
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