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Gay & Bisex

ADOLESCENZA 4 - GIGLIOLA


di Membro VIP di Annunci69.it chupar
16.02.2023    |    5.402    |    4 9.9
"Si inginocchiò, massaggiandomi le palle e prendendolo in bocca..."
Da quando facevo sesso con Gianni non riuscivo più a mostrare indifferenza quando, a scuola, si facevano battute a sfondo erotico o ci si spogliava per l’ora di scienze motorie. I miei compagni mi eccitavano, ma essenzialmente quelli che dimostravano più dei loro anni. La mia bocca era sempre più assetata e il mio culo a dir poco palpitante.
Quello che mi faceva veramente impazzire era, comunque, il mio docente di scienze motorie che, come molti ex sportivi di professione, non aveva alcuna inibizione nel mostrarsi e nel fare la doccia con noi. All’epoca mi sembrava grandissimo, ma in realtà non doveva avere più di quarantacinque anni o giù di lì. Fatto sta che aveva un culo marmoreo e, ogni volta che si piegava per tirare giù tuta e mutande mi esaltavo nel vedere quelle chiappe pelosette che si aprivano, mostrando un bosco scuro che coronava l’ano e i testicoli penzolanti. Poi si girava e, agitandoselo dopo la stretta delle mutande, lasciava cadere un bel cazzo barzotto e semi scapocchiato prima di chiudersi in doccia.
Quante seghe mi facevo!
Non nascondo che, a volte, quando Gianni veniva in me, sognavo potesse essere lui. Di viso non era bellissimo: naso pronunciato, occhi piccoli e stretti e ampia stempiatura. Ma il corpo, una scultura viva e ricoperta di peluria latina nei punti giusti. Si diceva tradisse la moglie con una alunna dell’ultimo anno, gran figa, gran troia!
Gigliola, arrivata a scuola si toglieva l’intimo e, indossando sempre gonne piuttosto corte, ad ogni movimento o accavallamento la sua figa spuntava in un intrigante vedo-non vedo. Con mia somma invidia, aveva sbocchinato nei cessi metà di quelli dell’ultimo anno e, secondo me, anche un paio di bidelli in cambio di ritardi sottaciuti. Pompini, grandi pompini, ma nessuno pare avesse conquistato la sua fighetta! Era amica della mia ragazza, obiettivamente molto meno carina, ed era da lei che avevo avuto conferma di certe dicerie. Preso dal desiderio, mi ero finto anche un po’ incazzato, dicendo che ero timoroso che certe brutte compagnie potessero portarla su cattive strade, fino a farmi tradire. Fingendomi offeso, riuscii a sapere dove si incontrava con il docente e, ovviamente mi appostai con la complicità di Gianni. Per un momento mi saltò l’idea di fargli sedurre la ragazza, ma poi pensai sarebbe stato inutile, visto che il prof era inequivocabilmente etero.
Gigliola si presentò al parcheggio antistante la scuola vestita in modo provocante: un vestitino rosa, cortissimo, che lasciava intravedere i seni alti e turgidi. Ai piedi calzava delle elegantissime scarpe col tacco, probabilmente di sua madre.
Il professore arrivò puntualissimo, guardando l’orologio. Avevano giusto il tempo della messa del figlio che, lì vicino, si preparava per la prima comunione.
Il tipo era paonazzo dall’eccitazione, tanto che superati i soliti convenevoli, Gigliola salì in auto, mantenendo quel suo sguardo malizioso. Incazzato, geloso ed eccitato, mi sistemai dietro a un muretto notando che la ragazza gli stava offrendo una generosa palpata al membro attraverso i pantaloni. Gianni si posizionò alle mia spalle, facendomi sentire la sua eccitazione. Gigliola sbottonò la camicia al suo amante, gli leccò i pettorali, poi l’addome, il pube e infine imboccò il cazzone, dedicandogli un bel pompino.
Gianni mi calò i jeans e cominciò a giocare con la punta del suo uccello e il mio sfintere: Cazzo! Dovevamo solo guardare!
- E guarda! Chi cazzo ti sta dicendo niente?
- Porco di quel porco che non sei altro.
- Sembri una femmina che fa finta di non volerlo e invece c’ha i calori nella figa. Impara dall’amica tua!
Gigliola andava su e giù, curandosi di farlo godere in tutti i modi possibili attraverso la lingua e la saliva. Il professore non mi sembrò convinto di voler godere con quel trattamento, che chissà quante volte la ragazza gli aveva riservato.
Gianni mi sussurrò: Allargati!
Mi afferrai le natiche e le allargai il più possibile - Gia’, fai piano - mentre l’uomo diceva qualcosa all’orecchio della ragazza. Poi tirò fuori dal cruscotto una corda, nulla di che, ma adeguata a legarle i polsi di Gigliola dietro la schiena. Gigliola apparve divertita dal gioco, tanto che gli regalò un prolungato bacio con tanto di lingua. L’uomo la girò supina, le alzò la gonna e si tuffò tra le sue cosce profumate. Quindi aveva preso dell’olio, si cosparse il cazzo e appoggiò la cappella, generando una reazione in Gigliola: No, che fai?
Il prof sembrò spazientito: Non sono un ragazzino, ho bisogno di fottere!
- Lo sai che ti amo, ma non me la sento ancora?
- Mi ami veramente? Allora…
Innervosito dissi: Ma se la mette incinta?
- Ma che cazzo dici? Sai che diceva mia nonna? Cazzo in culo non fa figli, ma broda per conigli!
Non so come potesse aver capito ciò che il prof stava per fare. Forse tra porci ci si capisce. Fatto sta che il docente forzò un po’ sull’ano: Allora fidati, te lo metto solo dietro. Non ti farò male!
Io, convinto che Gianni intanto stesse verificando l’arrivo o meno di qualcuno, sentivo crescere sempre più il membro tra gambe. Se solo avessi potuto usare le mani, mi sarei masturbato davanti a quella scena e sarei andato a sborrare sullo sportello dell’auto. Ma non avrei potuto comunque farlo visto che stavo sentendo Gianni entrare, bello, lungo, grosso e insalivato.
Il professore la sovrastò e il fatto che fosse un’occasione potenzialmente unica, accese forse anche eccessivamente la sua libido. Annaspava, grugniva e sbuffava. Inculava Gigliola con forza, in profondità, procurandosi e procurandole piacere. Lei ansimava, urlava, chiedeva di smettere, mentre io supplicavo il mio Gianni di farmelo sentire sempre di più. Godevo, mi sentivo tutto rotto, ma il piacere superava tutti i dolori. Gianni guardava la scena e mi pompava il culo. Non dava segni di cedimento, il professore non era da meno.
Le campane suonarono. Rischiavamo di farci vedere dai genitori che sarebbero andati a prendere i figli a breve.
- Esci, cazzo. Smettiamo. La messa è finita!
- Non la messa in culo! Ironizzò Gianni.
Il professore aveva preso il pieno controllo e, avendo ottenuto ciò che desiderava, decise di portare a termine l’atto. Aumentò il ritmo conducendo al limite il suo piacere.
Gianni ansimò: Porca troia, sto per sparare!
- E spara cazzo! Spara!
Sembrò sborrare esattamente nello stesso momento del prof. Immaginai che Gigliola stesse sentendo il mio stesso calore dentro di sé, perché l’uomo le era venuto dentro, svuotandosi completamente.
Soddisfatto, Gianni uscì col cazzo ancora duro che gocciolava di sperma. Avrei voluto leccarglielo, ma rapidamente si sistemò - Sei stato molto bravo amore. Dobbiamo farlo di nuovo. - lasciandomi solo e senza parole.
Gigliola scese dall’auto cercando di sistemarsi. Anche io feci lo stesso, ma alzandomi un po’ forse mi posi a favore di luce del lampione. Si spostò velocemente verso di me. Cercai inutilmente di nascondermi.
- Ti è piaciuto lo spettacolo?
Finita la frase, liberò il mio cazzo che balzò fuori ancora eccitato.
Si inginocchiò, massaggiandomi le palle e prendendolo in bocca. Ci misi pochissimo prima di arrendermi ad un enorme orgasmo e schizzarle sulla lingua. Ripulito tutto, mi dedicò un’ultima occhiata prima di salutarmi: Stronzo segaiolo!
In controluce notai le sue cosce gocciolanti di sperma che le fuoriusciva dal culo in maniera sensuale, mentre si allontanava.
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