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Gay & Bisex

Ripensando ad Amin, fantastica cavalcata


di birbantotto
18.04.2024    |    5.551    |    11 9.3
"Amin lo teneva stretto per i fianchi e appena Antonio si fermò, da sotto iniziò a martellarlo mentre lo baciava in bocca..."
Antonio aveva sempre voglia di trasgredire. I suoi anni, già oltre i 50, non lo fermavano, anzi se si fosse saputo delle sue continue azioni sessuali sarebbe stato definito un ninfomane.

Il cazzo era sempre nella sua testa ed il suo ventre pulsava di desiderio.

Leggeva guardava cercava sempre alla ricerca di occasioni per dare sfogo alla sua voglia. Bar e luoghi di cruising, siti di incontri ma anche compagni di viaggio: c’era sempre una occasione per cercare sesso omosessuale.

Certe mattine si svegliava con un calore che si propagava dalla zona anale fino ai capezzoli. Era assalito dalla brama di essere a contatto con un maschio dominante che lo possedesse con virilità, riempiendolo e sbattendolo senza sosta.

Quei giorni si alzava dal letto ubriaco dalla voglia di cazzo e raggiungeva il luogo di lavoro non pensando ad altro.

Per resistere alle sue pulsioni, di cui non capiva la provenienza, si forzava di pensare a cose tristi che lo tenessero occupato o di lavorare a questioni cosi complicate che doveva per forza smettere di pensare al sesso.
Ma in un angolo della mente, diciamo in termini informatici in background, la sua testa pensava a come crearsi l’occasione giusta prima di sera.

Quel pomeriggio decise di recarsi verso l’imbrunire in una nota zona di cruising. Aveva già fatto qualche bell’incontro e sperava di scaricare la sua voglia, come quando aveva incontrato Amin, tunisino ben dotato che cercava rapido sesso occasionale.
Mentre guidava si ricordò che si erano incrociati e appartati rapidamente. Amin lo avvicinò e lo bacio in bocca con passione. Fu un bacio bellissimo, Amin aveva la lingua calda e morbida, delicata ma sensuale. Le mani di entrambi perlustravano il corpo dell’altro..
L’eccitazione era a mille ed i cazzi in tiro e per Antonio fu facile convincerlo a seguirlo.

Nel tragitto verso casa avevano parlato. All’epoca Antonio aveva appena compito trent’anni e con pochissima esperienza omosessuale.
Amin era un uomo di quaranta anni, di fisico asciutto con un pelo duro e fitto su tutto il corpo. Era simpatico parlava bene italiano ed era in quella zona in trasferta per lavoro. Abitava in Nord Italia e aveva famiglia, moglie e figli che gli mancavano.
Ma era anche gay e gli piaceva fare sesso omosessuale. Anche lui aveva iniziato da ragazzo ma, per fortuna di Antonio la sua indole era dominare. era chiaro che aveva molta esperienza; disse che gli piaceva sentire i ragazzi farsi deboli tra le sue braccia, affondare la sua verga dura nei lori culi spanati e sentire i loro gridolini porcelli.

“Ti porterò all’estasi come solo un maschio arabo sa fare. Ti scoperò come una femmina e godrai come una femmina. Godrai di culo senza toccarti, te lo prometto”. così gli aveva detto e la promessa fu mantenuta.
Dopo averlo coinvolto in un 69 che Antonio definì spaziale lo sodomizzo con forza e decisione rendendolo un fuscello sotto di lui. Una delle scopate più belle della sua vita.

Ma questo ricordo meritava qualcosa di più di un fugace pensiero.
Antonio accostò l’auto per ripensare ad Amin che sopra di lui lo penetrava in bocca e lo scopava fino in gola. Ancora sentiva le grosse palle dell’arabo sopra la sua faccia mentre l’asta lo riempiva tutto.
Il pensiero dei conati meravigliosi derivati dalla presenza estranea in gola lo eccitarono ancora e i ricordi riaffiorarono prepotentemente.

Quel 69 con il suo maschio sopra che contemporaneamente lo scopava in bocca e gli leccava il cazzo lo faceva fatto andare fuori di testa. Quelle natiche dure li ad un passo dai suoi occhi erano superlative e le aveva accarezzate con voglia.
In un attimo si era ritrovato a capra mentre Amin lo slinguava sull’ano e gli mordeva i glutei. Il primo sculaccione lo sorprese, il secondo dritto sul buco gli fece sentire una scritta elettrica e spinse ile natiche verso l’amico che capì e proseguì. ora lo batteva con una cinghia che solcava l’ano e Antonio si godeva ogni istante di quella sottomissione. Amin gli si mise di fronte e lo penetrò ancora in bocca. Quando si mise dietro di lui lo sentì sputare sul suo culo mentre le dita lo aprivano.
Il suo buchetto fu lavorato con due dita lubrificandolo più che poteva e ad ogni movimento Antonio rispondeva muovendo il bacino per agevolarlo.
Ad Amin piaceva quel culo e si fermò anche per leccarlo avidamente.
poi finalmente si avvicinò al suo sottomesso segandosi il cazzo e battendolo forte sul buco.
“Sei pronto per il primo arabo della tua vita?”
Per Anto stava per arrivare il momento in cui sarebbe stato posseduto da quel maschio arabo fantastico.
Sentì la cappella premere sul buchetto che allora era ancora ben stretto (oggi dopo tante avventure è una tana sicura per cazzi di tutti i generi) e le pareti dell’ano si aprirono.

Sentì l’asta dura e calda che piano piano si faceva strada dentro di lui. Inarcò la schiena e strinse il buchetto per sentire ancora meglio l’uomo che lo possedeva. Trattenne il respiro in attesa di sentire che il suo amico giungesse a fine corsa. Quando senti il pube di Amin appoggiato ai suoi glutei si rese conto che la lunga mazza era entrata tutta con minore fatica di quello che temeva.

Un paio di sculacciate poderose furono il segnale dell’inizio della cavalcata. Da quel momento Amin lo martellò senza pietà incubandolo con velocità diverse.
In un raro momento di relativa calma si voltò a guardarlo in faccia. Gli occhi di Amin esprimevano mascolinità e forza. Neri infuocati ci si poteva leggere la bramosia e la bestialità. Quelli di Antonio, posseduto con forza erano persi, acquosi, abbandonati al piacere femmineo che stava provando.

Il cazzo duro di Amin piantato in culo a pecorina era un marchio che avrebbe ricordato a lungo.
Amin si appoggio sui talloni portando Antonio sopra di se che si trovò seduto sul suo cazzo. Lo trapanò da sotto mentre gli infilava le mani in bocca o gli strizzava le tette.
Antonio era indolenzito. Non aveva mai preso la nerchia in culo così a lungo, ma non era ancora finita. Nessuno dei due aveva ancora sbarrato.

Amin gli tolse il cazzo dal buco e chiese al suo amante di sdraiarsi supino.
Una volta steso Amin gli salì sopra gli spostò leggermente la schiena in alto ed in un colpo lo infilò stando in posizione “missionaria”.
Iniziò una scopata stupefacente cos’ intensa veloce che Antonio si aggrappò al suo sodomizzatore tenendolo stretto tra le braccia mentre le gambe erano sbalzate quasi senza vita sotto i poderosi colpi dell’altro.
Poi Amin rallentò “Stringi le gambe intorno a me” gli disse.
Gli affondi divennero lenti e lunghi. In quella posizione Antonio provò una sensazione incredibile, la sua prostata era colpita ogni volta. Antonio emanava urletti come una donna, si dimenava come tremando. Le scosse che provava sarebbero stati indimenticabili ed alla fine venne urlando e sbarrando senza toccarsi.
Amin non aveva finito, ma Antonio lo fece uscire con suo dispiacere.
Si sdraio e chiese ad Antonio di dedicarsi alla sua asta con la bocca. Con il culo in fiamme e senza forze lo fece per ripagare l’amico delle intense sensazioni provate. Partì dai grossi coglioni dell’uomo, leccò il cazzo a lungo, lo ingoiò fino alla radice, lo insalivò ancora e ancora. Quel palo di carne era per lui meraviglioso e si impegnava con passione ma non veniva. Piano piano però Antonio si riprese e ammaliato dal grosso cazzo si decise a ricominciare la scopata e rapidamente si sedette sopra di lui e si impalò. Stavolta fu lui a muoversi velocemente e con grande desiderio nonostante il buco fosse dolorante.
Amin lo teneva stretto per i fianchi e appena Antonio si fermò, da sotto iniziò a martellarlo mentre lo baciava in bocca.
Fu una ultima fantastica cavalcata!
Poco prima di venire si levò da sotto e in piedi sborrò una mare di sperma sulla faccia del ragazzo. Antonio aveva perso la testa e accolse la cappella in bocca pulendo e leccandola fino all’uscita dell’ultima goccia.

Erano esausti al termine, questo si ricordava adesso Antonio in macchina appartato mentre stava facendosi una meravigliosa sega ripensando ad Amin.
La ricerca di un occasionale avventura l’avrebbe fatta più tardi o forse un altro giorno.

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