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I COINQUILINI - 3


di Pool11
23.07.2022    |    3.853    |    3 9.2
"E, devo dire, la cosa un po' mi dispiaceva..."
Dopo l'umiliazione di essermi fatto scopare da un ragazzo brutto e sfigato come saldo del conto della sua cena, Lorenzo si era fatto stranamente un po' in disparte. Non veniva più spesso come prima a prelevarmi dalla mia stanza per montarmi a suo piacimento. E, devo dire, la cosa un po' mi dispiaceva. Ormai ero chiaramente asservito a lui e al suo volere. Forse si era reso conto di aver esagerato e voleva lasciarmi un po' in pace. Fatto sta che le mie giornate passavano tranquille, fra lavoro e amici. Avevo comunque ormai preso l'abitudine di essere sempre ben pulito internamente, reminiscenza dei miei aguzzini.
Fatto sta che le cose filavano tranquillamente in casa.
Fino a quando....

Un pomeriggio, sul tardi, Riccardo mi manda un WhatsApp, chiedendomi di portargli un documento che aveva lasciato a casa e che doveva presentare al lavoro. È assistente di un professore universitario e lavora in un ateneo non molto distante da casa. Mi chiedo perché non lo abbia chiesto alla sua fidanzata, ma accetto. Recupero i fascicoli da camera sua e mi avvio a piedi verso l'università.
Gli mando un WhatsApp quando sono in prossimità e lo trovo ad aspettarmi all'ingresso. È molto gentile e sorridente, non è da lui.
'Oh grazie mille, ero davvero nella merda!'
'Tranquillo, nessun problema.'
'Ti ho disturbato? Avevi programmi?'
'No ma va ero appena tornato dal lavoro.'
È davvero gentile e mi parla normalmente, non sembra quello che mi scopava selvaggiamente fino a qualche settimana fa e si faceva fare un pompino con ingoio praticamente ogni mattina prima di uscire.
'Dai fatti offrire un caffè, almeno.'
'Ma va, Riky, tranquillo, non è necessario!'
'Va be' allora almeno ti faccio vedere l'università. Il laboratorio nuovo di anatomia è spaziale!'
'Okay dai, una cosa veloce però: non voglio disturbare e voglio fare una bella doccia'
Ci avviamo al piano interrato, in giro non c'è quasi nessuno, visto che è quasi ora di cena, ormai.
'Guarda che figata!'
Il laboratorio è nuovo di zecca: tutte le attrezzature pulite in ordine e un grande lastra di acciaio a mo' di tavolo operatorio. Un forte profumo di detersivo.
'Sì, bello davvero!' Ho risposto fingendo più entusiasmo del dovuto.
'Aspetta, il bello arriva adesso... Entrate!'

Dalla porta, entrano 5 ragazzi. Molto giovani, massimo sui 18/19 anni. Mi guardano come fossi il loro pasto. Inizio ad allarmarmi.
Entrato l'ultimo, Riccardo chiude la porta a chiave, si fa strada fra di loro e si mette di fianco a me: 'Loro sono le future matricole, sono venute a fare un giro per decidere se iscriversi qua.'
'Questa è la troia delle foto che vi ho fatto vedere, quelle con il rider. Vi ricordo le regole: niente urla o schiamazzi, niente botte, niente di troppo estremo, non dimenticate che è merce mia. Non esistono turni, ma vi assicuro che ce n'è per tutti. Avete 20 minuti a partire da ora.'
Nemmeno il tempo di realizzare, che me li trovo tutti e 5 addosso: mi toccano ovunque senza ritegno e mi strappano i vestiti di dosso: sembra che non facciano sesso da secoli, a giudicare dalla loro furia complice, anche, il poco tempo. Ho paura, ma sono anche eccitatissimo.
Mi palpano, stringono e strattonano. Uno riesce a infilarmi la lingua in bocca, un altro mi lecca il collo, due succhiano i capezzoli e l'ultimo si fionda con la lingua a leccarmi il culo. Si danno il cambio senza sosta ma mi fanno male. Urlo e Riccardo si incazza: 'Porca puttana, ho detto piano! Segaioli del cazzo, ma sapete scopare le troie o no?? Devo farvi vedere??' I 5 cannibali si quietano, Riccardo li spinge via e mi mette di peso a pancia in su sulla lastra di acciaio.
'Allora, voi due: uno a destra e uno a sinistra. Prendetele le caviglie e tenetele le gambe aperte. Voi due fate lo stesso con le braccia! La voglio aperta a x.' E così fanno.
Riccardo è davanti a me, si apre solo la lampo dei pantaloni, nemmeno vale la pensa di spogliarsi per me.
'Si bagna un po' la punta del cazzo, si punta la figa e poi si fa un po' avanti e indietro, solo la punta. Dentro e fuori per farla ammorbidire.' Riccardo è un maestro nel sesso e già mi sta facendo godere. La lezione funziona.
'Quando la sentite bella morbida, entrate con tutto il cazzo, inesorabile, fino alla radice' E così fa, lasciandomi senza respiro. 'E poi fate avanti e indietro, capito? Questa spiegazione non ve la faccio pagare, adesso però muovetevi!'

Il primo prende il posto di Riccardo: è un moretto molto basso e magrolino, il classico nerd. Appoggia il cazzo ed entra subito. Mi fa un po' male, ma sopportabile. Tutto dentro, chiude gli occhi e fa un sorriso come a dire 'finalmente'. Mi afferra le cosce e inizia a pompare sempre più forte. Gli altri lo incitano: 'Vai così: dai, cazzo, apri in due la troia!' Non dura molto e mi viene dentro con un enorme carico di sperma.
E' il turno del secondo: grasso e davvero brutto, già stempiato e con la barbetta. Il suo cazzo è davvero piccolo e quasi non lo sento. Nemmeno quando mi viene dentro.
Ma è il terzo che mi ha fatto vedere le stelle: biondino, brufolo e muscolosetto, il classico arrogante figlio di papà, quelli che odio di più.
'Dai bella troia, che adesso ti metto incinta. Vedi quanta sborra ti caccio nella figa!'
Un cazzo enorme: almeno 24 cm e un diametro che mi ha sventrato. E' entrato senza ritegno ed è durato tantissimo. Non provavo più dolore, ma solo piacere. Il tizio sapeva veramente scopare. I colpi erano inesorabili e infiniti e lui mi insultava e si vantava con gli altri, che intanto mi ciucciavano i piedi e i capezzoli.
Riccardo era in disparte, che guardava il cellulare.
I colpi si fanno sempre più forti fino a quando mi si pianta dentro e urla fortissimo. Sento schizzi di sborra interminabili dentro di me. Lui mi guarda trionfante, esce di colpo e mi dà una sculacciata 'Bella troia'.
Sono sfinito, ma ne mancano ancora due....
Il quarto è un rosso brufoloso e con gli occhiali. Fa per leccarmi il culo, ma si ritrae subito con un balzo portandosi la mano alla bocca. 'Che schifo, c'è la sborra che cola!' E me la sputa addosso, fra le risate degli altri.
Mi afferra per le cosce e appoggia il suo cazzo. Inizia a entrare e me lo pianta tutto dentro. Io respiro forte e sento una vertigine partire dalla testa. Il ragazzino mi scopa con ferocia fissandomi negli occhi. 'Godi, troia, dai. Prendi tutto 'sto cazzo.' Dura parecchio anche lui, poi lo tira fuori e mi sborra addosso. Lo ricaccia dentro mentre gli altri mi spalmano lo sperma sulla pancia.
E' il turno dell'ultimo. Riccardo avverte 'Avete ancora 6 minuti'. Il tipo non perde tempo: deve essere di origini indiane, dalla carnagione, ma parla italiano. 'Allora hai 6 minuti di cazzo tutto per te, puttana!' Mi entra dentro e resta fermo piantato fino in fondo, contrae il cazzo per farmi sentire le contrazioni, ride nel farlo. Inizia il suo su e giù, ormai gli altri non mi tengono più fermo, non ce n'è bisogno. Il suo cazzo si fa strada senza problemi dentro di me e lui si gode tutta la scopata senza fretta. Il biondino torna alla ribalta, mi afferra la testa e mi infila il suo cazzo in bocca 'Tieni, troia, dai che voglio sborrarti in bocca.' e così fa, scaricandomi tanti schizzi fin nello stomaco. Contemporaneamente, anche l'altro mi viene nel culo trionfante. Esce e si riveste.

Arriva Riccardo, mi osserva dall'alto in basso, sdraiato, aperto e con sborra ovunque. Sorride minaccioso, mi aveva fatto battere sul serio.
Si rivolge ai 5 stalloni: 'Okay, affare fatto, allora? Iscrivetevi qui e ne avrete quanto ne volete, con lo sconto studenti interni. Adesso fuori dai coglioni, uscite dalla porta sul retro vicino alla caffetteria, l'inserviente vi sta aspettando.'
Se ne vanno ridacchiando e io resto da solo con il mio pappone.
'Non pensavi davvero che, dopo le foto con il rider, non facessi nulla? Ti abbiamo fatto diventare una troia, quindi ci voglio guadagnare anch'io. Sei merce mia.'
'Vaffanculo! Fottiti!' Urlo io.
'Veramente quella che è stata fottuta sei tu!' Dice sghignazzando.
'Adesso pulisci tutto, io me ne vado. Quando esci vai in caffetteria e fatti aprire la porta dall'inserviente. Ovvio, devi farti aprire pure tu. Ha fatto il palo tutto questo tempo.'
Non riesco a credere alle mie orecchie.
'Riccardo, veramente, basta.'
'Basta un cazzo, troia. Basta lo dico io quando decido io. Sbrigati!'
E prima di andarsene: 'L'inserviente ha pagato per un pompino. Nulla di più, niente culo. Se vuole scoparti dimmelo, che domani mi paga la differenza. La tua tariffa è 2 € pompino, 5 il culo! AHAHAHAHAH!'
E se ne va, mi lascia lì da solo, devo sistemare tutto, rivestirmi, trovare l'uscita e affrontare anche questo inserviente. Non è finita.
- CONTINUA -
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