Racconti Erotici > Gay & Bisex > In gita col prof di filosofia 3
Gay & Bisex

In gita col prof di filosofia 3


di Asseffect
23.04.2016    |    17.558    |    7 9.3
"Con una mano allora stringo le palle, per evitare che venga, e per un paio di volte ripeto il processo..."
Al ritorno dalla gita le cose tornano normali per la prima settimana. Il giovedì successivo il prof di filosofia mi fa sapere che si è accordato con l’altro professore per il venerdì pomeriggio, facendogli sapere che ci sarei stato probabilmente anch’io.

“Gli ho detto che sei solo attivo, ma che occasionalmente ti anche tu puoi fare un pompino”, mi dice alla fine delle lezioni quando la classe è vuota, “Questo è il mio indirizzo e il numero di cellulare privato” mi dice allungandomi un bigliettino “avvisami se riesci a venire”.

Il giorno stesso lo avviso che non ci sarebbero stati problemi, di partenza o per andar via, e alle 16 suono il campanello. Il prof abita in un palazzo fuori città, abbastanza comodo. Salite le scale e entrato in ingresso trovo lui e il prof di matematica che bevono un caffè, entrambi in mutande.

Mi saluta e mi chiede come va, preparando una tazzina di caffè, e dopo il prof di matematica mi rivolge la parola: “Ciao, mi ha detto P. di come vi siete divertiti la sera in gita. So che ti ha accennato al fatto che spesso ci troviamo e facciamo l’amore. Vedi, il fatto è che a me piace prenderlo un culo, ma da molto tempo ho voglia di darlo. P. è l’unico omosessuale che conosco, e avendo una famiglia e dei bambini piccoli non voglio arrischiarmi. Quando mi ha parlato di te però ho capito che forse ci sarebbe stata una possibilità, finalmente, di poter soddisfare il mio desiderio. Tu... Tu non hai problemi vero, col fatto che sono fuori forma…”

Ora, urge una descrizione: il prof era seduto sulla sedia, ed effettivamente non è proprio un uomo in forma… Era piuttosto rotondeggiante, non obeso, con due cosce grosse, e, i boxer non mentivano, un gran bel cazzo.

“Assolutamente prof, anzi, adoro gli uomini come lei. Come ho detto al prof C. sono bisessuale, e quando vedo un uomo col pancione non riesco a resistere.” “Haha, sono contento, grazie” mi dice, visibilmente sollevato, “avevo visto come mi guardavi ogni tanto a lezione, ma pensavo di interpretare male il tuo sguardo.”

“Bè, ti tocca lavorare oggi” dice C. rivolgendosi a me, “dovrai soddisfare sia me che T. Vedi, lui ha sempre sognato di prenderlo nel culo, e per di più prenderlo da uno studente so per esperienza personale che è stupendo, ma anch’io per la prima volta posso realizzare un mio desiderio… Oggi tutti e due mi scoperete, in contemporanea, per cui inizia a spogliarti, non resistiamo più dalla voglia!” esclama.

Ed in effetti vedo che lui ha già un accenno di erezione, ma è il prof di matematica che mi sorprende. Il cazzo ormai duro gli sta uscendo dai boxer, ed è qualcosa di impressionante. Lungo almeno una ventina di centimetri, non so quanto grosso di diametro, e con una cappella stupenda.

Mi avvicino a lui per primo, togliendomi felpa e maglietta. Mi abbraccia, sento il petto villoso contro il mio, lo bacio prima sulle labbra, e poi, solleticato dalla leggera barba e dai folti baffi, gli apro le labbra e gli infilo la lingua in bocca. Iniziamo per un po’ a limonare, mentre il prof di filosofia, spostatosi dietro di me mi toglie i jeans, e aiutatolo, mi lascia in mutande. Anche il mio cazzo inizia ormai ad essere duro.

“Spostiamoci in camera da letto che stiamo più comodi” dice P. facendo strada, e, slacciatomi da T. lo seguo in camera. Un letto matrimoniale con le coperte rosse occupa quasi tutta la stanza. Sul comodino c’è un dildo e un barattolo di vaselina. P. si siede su una poltroncina e ci incita a godere tra di noi:

“Ho goduto del cazzo di E. per una settimana, ora tocca a te” dice facendo l’occhiolino. “Come vuoi fare?” mi chiede T., non voglio forzarti.

Senza parlare prendo l’iniziativa: mi abbasso in ginocchio sul tappeto e gli abbasso le mutande: un cazzo enorme si drizza. Visto da questa prospettiva è ancora più invitante, mi ricorda qualche affresco greco sui satiri, noti per le dimensioni esagerate dei loro membri. Faccio sedere il prof sul letto, gli apro le gambe per aver comodo accesso a tutto quel ben di Dio, e comincio. Lecco le palle, e grazie al fatto che è totalmente depilato non faccio fatica a prenderle in bocca, se non per la dimensione. Fatto quello lecco l’asta in tutta la sua lunghezza, fino a quando non arrivo al prepuzio. Lo abbasso dolcemente scoprendo una cappella enorme, violacea, e pulsante. T. è in estasi, lo guardo, ed inizio un lento pompino. Mi entra in bocca e capisco come il culo del prof fosse così comodo. Inizio un dolce su e giù, cercando di prendere quanto più di quel cazzo posso.

T. mugola, e sento il pisello vibrare. Con una mano allora stringo le palle, per evitare che venga, e per un paio di volte ripeto il processo. Quando vedo che è al culmine del piacere inizio anche a masturbarlo, e in pochi istanti mi esplode in bocca. Non ho mai sentito in vita mia di un uomo che potesse venire così copiosamente. Sette, otto schizzi forti e pieni di sperma mi invadono la bocca. Sono di una dolcezza zuccherina, diversa da quella di P., e decido di ingoiare.

Il prof, nel frattempo, con quel cazzone enorme che pendeva si è sdraiato sul letto. “E la parte bella deve ancora venire” gli fa notare P. “Forza, prendigli il culo” mi dice. Mi alzo un attimo, gli pongo le ginocchia ai lati delle spalle, e inizio a scopargli la bocca. P. intanto si dedica al suo culo, iniziando ad inumidirlo bene con la lingua. Poco dopo si alza e mi metto al posto suo. Quel culone così grosso a bordo del letto non dice altro che “Inculami! Forza! Cos’aspetti!?!?”.

Gli prendo le gambe, le spalanco, e me le appoggio sulle spalle. Lo guardo negli occhi prima, e avvicino la cappella al suo culo, sono già scapellato a dovere. Inizio a spingere, dolcemente e lentamente, e sento il suo culo stringersi, poi allargarsi e cercare di adattarsi a quel corpo estraneo che lo sta invadendo. Continuo a spingere, finchè le mie palle non sbattono sul suo culo. L’ha preso tutto, si alza e mi dice di farlo sentire una donna.

Inizio quindi a pomparlo, e finalmente vengo in lui riempiendolo di sborra in un mugolio di godimento. Esco quindi con il cazzo e mi fa segno di metterglielo in bocca…

“Piaciuto?” chiede P. “Decisamente” gli risponde liberandosi, “Avevi ragione, è stupendo!” . “Ottimo, sono contento, ma non pensare che sia finita, tocca a me adesso….”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In gita col prof di filosofia 3:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni