Gay & Bisex

PRIDE - 3


di Marcus95
22.06.2023    |    8.498    |    15 10.0
"«Hanno rubato la tua verginità?» Chiede piano sedendosi sullo sgabello accanto..."
Capitolo 3: Cruising



Dopo quella serata, Dylan è ancora nei miei pensieri. Come si fa a farsi sfuggire l’immagine di quel bel cazzone di colore che anche da moscio è enorme? Inoltre, lui stesso l’ha definito “bazooka”. Chi mai chiamerebbe il proprio pisello in quel modo se non una persona che lo ha davvero grande e ne è anche molto consapevole? Ho scritto un po’ di volte a Dylan dopo quella bellissima serata ma ha già capito le mie intenzioni ed essendo il migliore amico di mio fratello non vuole fare passi affrettati, così mi ha chiamato.

«Teo, sei una persona stupenda ma non voglio quel tipo di rapporto tra di noi. Se ti serve una guida io ci sono. Ti ho mostrato il cazzo solo per stuzzicarti non perché voglio fare sesso con te o avere una storia con te. Sei un ragazzo molto carino ma tra noi non può funzionare» aveva detto Dylan al telefono.

Non è molto su cui aggrapparsi ma non ho molta speranza. Allora gli avevo chiesto dei consigli. Su quello si era mostrato molto gentile e disponibile. Gli avevo chiesto quali sono i bar migliori, dove conoscere gente, la vita gay della città. Lui si era mostrato pronto a darmi tutte le info possibili, anche accorgimenti su cosa non fare e come comportarsi. Una guida completa. Io però volevo sapere di più. Dietro a tutti quei bei palazzi della città, un luogo di perdizione?

«Cruising. È quello che cerchi davvero? Se posso darti un consiglio, il migliore della città è il Bad Dog. Locale molto ampio, frequentato da tanta gente e sono tutti lì con uno scopo soltanto: scopare ed essere scopati. Nessun commento da aggiungere. Prova a guardare sul loro sito e vedere tutte le serate che hanno. C’è una serata particolare, molto particolare che potrebbe fare al caso tuo: Naked. Ultimo consiglio che ti posso dare, porta i preservativi o chiedili quando entri. Ti serviranno. Per tutto io ci sono».


Quella conversazione con Dylan aveva portato anche a qualcosa di buono. Avevo perso ogni speranza di poter finire a letto con lui ma mi aveva aperto gli occhi verso qualcosa di nuovo, non solo sui bar o sulla vita gay ma anche a questo cruising. Ne avevo sentito parlare sui porno ma mai avrei immaginato ci fosse un posto così nella realtà. Corro a prendere il mio computer e digito in fretta e furia “Bad Dog locale cruising”. Con mia sorpresa vedo che è già il primo della lista che esce. Il sito è molto semplice con uno sfondo nero e una scritta al neon. Mi dirigo verso le serate e vedo che c’è una serata Naked in mezzo alla settimana. Devo andarci! Guardo le info e dice che devo fare una sorta di tessera che posso fare anche sul luogo. E, cosa che non mi aveva detto Dylan, è un posto per soli uomini, vedrò solo cazzi! Deve essere tipo il Paradiso questo posto.


Il gran giorno è arrivato. Dico a mio fratello che esco col mio amico e che lo porto in un bar consigliato proprio da Dylan, quindi può fare sogni tranquilli. Non fa molte domande perché si fida di Dylan e se gli dico che quel posto l’ha consigliato lui, allora non c’è motivo di fare domande. In realtà salto sulla prima metropolitana che arriva e mi dirigo vicino al locale. La fermata e il locale sono vicinissimi. Perfetto direi. Posso dire di avere una caga pazzesca ma al tempo stesso sono eccitato. Seguo il percorso sulla mappa del cellulare e arrivo davanti al locale. Nessuna insegna. Solo una porta nera con su scritto “Bad Dog”.

Ci siamo. Un bel respiro. Inspiro ed espiro. Le mie mani vanno sulla maniglia della porta e spingo. Nulla. Spingo di nuovo ma nulla. Tiro ma ancora nulla. Merda, forse oggi è chiuso. Guardo sul sito ma vedo che c’è scritto aperto. Busso ma nessuno mi risponde. Continuo a spingere la porta ma non c’è verso di farla aprire. Una fregatura.

«Devi citofonare» dice una voce da uomo dietro di me.

Con un salto mi volto e vedo un uomo muscolosissimo davanti a me. Capelli cortissimi, due cocchi marroni penetranti e un viso sagomato.

«Mi sa che ho sbagliato indirizzo. Provo a vedere più avanti» dico col cuore a mille.

«Stronzate. Sei qui per entrare al Bad Dog, ti si legge in faccia. Guarda» dice l’uomo sulla trentina d’anni spostandomi di lato.

Suona un campanello sul lato della porta e la porta dopo dieci secondi fa scattare la serratura. Con il braccio muscoloso spinge la porta e finalmente scorgo cosa c’è dentro. Mi fa passare e io entro prima di lui. Davanti a me c’è un giardino deserto. Ci sono tavoli, sdraio, sedie e palme ma non c’è anima viva. Io cammino piano e allora l’uomo mi sorpassa e mi porta alla seconda porta. Anche quella nera ma non c’è più bisogno di suonare. La porta si apre semplicemente tirando. Dentro c’è pochissimo spazio e c’è un bancone con un signore sulla quarantina che ci guarda.

«Ciao, io il solito. Lui è nuovo invece» dice il palestrato indicandomi.

In due secondi il palestrato prende qualcosa dalle mani dell’uomo e sparisce dietro a una tenda.

«Vieni avanti» dice il signore dietro al banco.

Io mi avvicino piano e con paura. Adesso le gambe mi tremano davvero. Il signore mi squadra per vedere che tipo di personaggio sono. Appena capisce che non sono lì per caso o per fare casini mi chiede alcuni dati per fare la tessera dei “giovani”. Ci vuole davvero poco tempo e il signore è molto cortese. Una volta finito mi da qualche indicazione su dove andare. Evita di dirmi che cosa devo fare però.

Con una chiave in mano mi dirigo dietro alla tenda e davanti a me c’è una scala grande. Non vedo molta gente, anzi è deserto. C’è il bar ma non c’è nessuno qui. Salgo le scale e mi avvio verso un corridoio. Su entrambi i lati vedo degli armadietti e delle panche. Rincontro il ragazzo sulla trentina palestrato che mi aveva aperto la porta. Trovo il mio numero e apro l’armadietto sperando forse di trovarci dentro qualcosa ma nulla. Mi fermo.

«Mai stato a un Naked?» Chiede il palestrato?

«No mai» rispondo timido.

«Giovanni. Esercito Italiano» dice a spalle grandi.

«Wow. Questo spiega la muscolatura» dico purtroppo ad alta voce.

Giovanni mi dice che mi devo spogliare completamente tenendo solo le scarpe. Faccio come mi ha detto ma nel frattempo non posso non notare che lui è già senza maglietta e che il suo fisico è davvero la fine del mondo. I suoi capelli neri e il suo petto liscio così prorompente sono una cosa incredibile da guardare. È così sexy che vorrei tanto baciarlo e farci altro ma mi fermo. Lui è la mia guida.

Quando mi tolgo le mutande lo faccio dando le spalle a Giovanni e lui ridacchia. Quando mi rigiro imbarazzato, lui allunga una mano e me lo prende in mano. Ho un sussulto ma spero lui non l’abbia visto. Lo tocca un po’ per poi lasciarlo andare.

«Non male amico. Vieni con me. Ti serve un tour» dice calmo prendendomi per mano come un bambino.

Usciamo dalla zone degli armadietti e davanti a noi il buio totale. Ci immergiamo in un labirinto scuro. Non conosco il percorso di tale labirinto ma il militare sì. Ci inoltriamo tra le strette vie. Incontro le prime persone. Sono sia in piedi che accovacciate lungo il percorso. Ogni tanto una mano sale sulle mie gambe e a volte non accorgendomene mi colgono di sorpresa tanto che faccio dei salti per lo spavento. Finito il labirinto c’è un corridoio che ha una piccola lucina. Non fa molto ma almeno per la prima volta riesco a distinguere le facce della gente che c’è lì dentro.

C’è gente di tutte le età, giovani, vecchi, palestrati, con la pancia, alti, bassi, affascianti, brutti… c’è di tutto ma davvero di tutto. Una cosa abbiamo in comune tra di noi. Siamo tutti nudi, tutti che non hanno paura di mostrare il proprio corpo.

Giovanni mi tira per una mano ed entriamo in una stanza. Prima di entrare nel buio vedo la scritta “Dark Room”. Dentro è buio come il labirinto ma l’acustica è molto diversa. Gemiti, gemiti e gemiti. “Sì ancora”, “lo voglio tutto dentro”, “che bel cazzone, fammi godere” e “sono la tua puttana, inculami”. Intravedo gente sdraiata con una, due, tre, quattro persone sopra che lo inculano, gli ficcano il pisello in bocca, gli sborrano sul corpo. Sposto lo sguardo e vedo una persona in ginocchio per terra e nove persone in cerchio con i cazzi in mano in erezione che aspettano il proprio turno per essere succhiati. Mi volto ancora e questa volta vedo tre ragazzi a modalità trenino che si inculano a vicenda.

Questo non è un paradiso come avevo detto prima, questo è un girone infernale.

Una mano mi accarezza tutto il petto arrivando fino al pube e poi al cazzo che senza essermene accorto era in erezione. La mano lo stringe e lo muove avanti e indietro.

«Segui il corridoio e troverai le stanze singole. Non hai più bisogno di me. Divertiti» dice piano la voce sensuale di Giovanni.

La mano sparisce e non sento più il suo corpo caldo e palestrato. Svanito. Mi volto e non c’è più il militare. Corro fuori dalla stanza ma vedo solo gente che non ho mai visto prima. Il militare mi ha insegnato tutto quello che dovevo sapere. Adesso tocca a me.

Ritorno nella stanza e sento delle mani accogliermi. Mi trascinano dentro, mi accarezzano. Si muovono sui miei capezzoli, sulle mie gambe, sulle palle tirandole e sul cazzo giocando col prepuzio. Attorno a me si crea del movimento. Tante mani e tante teste. Sento qualcosa di umido sul mio cazzo e vedo che c’è un uomo in ginocchio davanti a me che mi succhia il cazzo. Sento un dito entrarmi nel culo e vedo che è una seconda persona che mi sta esplorando il sedere. Una terza mi bacia con passione. Una quarta mi prende la mano e se la porta sul suo cazzone duro e bagnato. Io inizio a godere sonoramente e tutti aumentano il ritmo. Siamo una cosa sola. Siamo sei persone ma in quel momento è come se fossimo una sola. Una danza erotica infinita.

L’eccitazione mi annebbia la vista. Sento solo tanto piacere che mi permea tutto il corpo.

Un uomo grosso mi prende per il collo e mi fa mette in ginocchio. Davanti a me il suo cazzone col prepuzio abbassato. Con forza me lo mette in bocca. Lo succhio con passione ed eccitazione. Vicino a lui si mette una seconda persona. Il suo cazzo è molto più piccolo e stretto. Faccio a turno. Le persone aumentano e i cazzi da succhiare sono molti di più.

L’odore che permea la stanza è incredibile. Un odore di uomo, di sesso e di eccitazione. Neanche un set porno ha questo odore così particolare.

Un uomo mi afferra per la testa e mi ficca il suo cazzetto in gola fino a sborrare. Lo allontano e mi sposto. Mi alzo da terra e sento delle mani che mi spingono sul divanetto. Mi alza le gambe e sento la cappella sul mio culo. Io non voglio. Cerco di divincolarmi ma non ne vuole sapere. Mi tiene fermo e cerca di penetrarmi. Lo respingo ma lui insiste. Con un colpo secco gli tiro un calcio e scendo dal divanetto e scappo fuori dalla Dark Room. Ma che posto è questo?

Torno verso gli armadietti perché voglio tornare a casa. Quel posto di perdizione non fa per me. Mentre sto per aprire il mio armadietto mi ricordo del bar al piano terra. Non ho neanche bevuto un drink. Scendo con calma ma molto agitato e mi siedo su uno sgabello. La gente è tutta nuda e fa conversazione. Il barista mi chiede cosa voglio da bere e in poco tempo ho il mio drink in mano.

«Come sta andando?» Chiede una voce bassa dietro di me.

«Bene» dico appena vedo il militare. Il suo cazzo è bellissimo. Completamente depilato con una cappella enorme e delle palle penzolanti. È davvero molto sexy.

«Hanno rubato la tua verginità?» Chiede piano sedendosi sullo sgabello accanto.

«No. Ci hanno provato ma no» dico con quasi una lacrima.

«Non fare così. Qui sono tutti dei maiali di merda e l’unica cosa che vogliono fare è scopare. Poi tu non rendi le cose facili. Sei giovane, sei sexy. È chiaro che la gente ti salta addosso. Sei troppo giovane per questi posti» mi spiega.

Istintivamente lo abbraccio e lui si lascia abbracciare. Il suo corpo è sudato ma tonico.

«Dobbiamo vedere un’ultima parte» mi dice allungando la mano tenendola sospesa nel vuoto.

La afferro subito e mi riporta al primo piano. Il buio non mi fa vedere più nulla e i mie occhi ci impiegano un po’ ad adattarsi. Mi porta verso un corridoio che su affaccia su tante piccole stanzine. Il locale è enorme. Ci sono delle porte alcune aperte e altre chiuse. In quelle aperte vedo della gente che guarda dentro e quando passiamo vicino capisco il motivo. Dentro alle stanze c’è la gente che fa sesso e gli altri guardano da fuori toccandosi il pene. Noi procediamo verso il fondo del locale e troviamo una stanza libera. Entriamo e il militare chiude a chiave.

«Mai stato con un militare?» Chiede Giovanni.

«Mai» dico ridendo.

«Bene» dice con un ghigno.

Con una mano mi mette a quattro zampe e vedo il suo cazzo davanti la mia bocca. La sua cappella è enorme vista da così vicino. Lo prendo in bocca. È stupendo, ha un gusto buonissimo, sa davvero di uomo. Lo succhio tutto senza indugio. Mi scopa la bocca come un maestro. Ci sa davvero fare.

Tira fuori il cazzo dalla mia bocca e mi fa succhiare le sue palle. Sono senza peli e molto penzolanti. Ci gioco con la lingua. Sono belle morbide da sentire. Si muove lungo il mio corpo. Posizionandosi tra le mie gambe. Le tira su di fretta e la sua cappella è sul mio buco.

«Fai piano» dico con paura. Lui legge tutta la mia paura.

«Il sesso deve essere un piacere non una punizione» dice calmo.

Il suo volto si rilassa e sento che la sua cappella entra piano. Centimetro dopo centimetro. Ogni tanto si ferma per farmi respirare per poi prendere tutto il resto. In pochi minuti è dentro di me. Mi sento pieno, mi sento in paradiso adesso. Sento tutto il suo cazzo da militare dentro il mio buco e lo sento muovere. Va avanti e indietro molto lentamente. Continua e continua. Io gemo e il ritmo si fa più veloce. Lo sento sopra di me, dentro di me, ovunque. Godo. Vedo solo il suo volto da militare forzuto e muscoloso che mi sovrasta come una divinità. Mi fa suo mentre gemo ad alta voce. Probabilmente ci sentono gli altri fuori ma è una cosa intima tra me e lui.

«Oh sì» dico ad alta voce gemendo.

«Sei mio» dice con voce gutturale.

Mi scopa forte, sento ogni colpo. Mi sbatte col suo corpo e il suo cazzone. Vedo le stelle e sento al mia sborra schizzare lungo i nostri petti. Lui si eccita e spinge ancora di più riempiendomi il culo di sborra. Spinge tutto il suo cazzone dentro tanto che sento le sue palle sbattermi contro. Mi incita e geme anche lui. Sento la sua sborra dentro di me. Sento che pian piano esce dal mio sedere. Il suo volto è rilassato e contento. Se una persona si doveva prendere la mia verginità, quello doveva essere lui.

Mi abbraccia con ancora tutta la sborra addosso e ci andiamo a lavare. Ci rivestiamo e usciamo dal locale. Dietro di me si chiude la porta del Bad Dog. Giovanni il militare mi saluta con la mano e con due baci. Dice un “ciao” caloroso e sparisce dalla mia vista. Io rimango lì fermo a vedere la sua schiena forzuta andare via sapendo che non lo avrei mai più incontrato.
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