Racconti Erotici > Gay & Bisex > Sesso in ostello
Gay & Bisex

Sesso in ostello


di ale-luca74
15.05.2017    |    24.769    |    6 8.6
"Mentre mi masturbo Tommy mi chiede se posso riabbracciarlo..."
Sono le 4 e 40 del mattino.

Dalla botola posizionata sopra il mio letto si intravvedono già i primi colori della tipica alba precoce del Nord Europa.

Un alzabandiera incontenibile e tanta, tanta voglia di prendermi il pisello in mano e masturbarlo.

Mi trovo in vacanza a Edimburgo, non molto distante dalla stazione ferroviaria Waverley, a due passi dalla Edimburgh old Town, dalla Princes Street e quindi dal Castello.

L’ostello in cui mi trovo non è esattamente una reggia e neppure quello che può esser definito un hotel, ma tant’è. Quando sei giovane ed hai pochi soldi in tasca non conta dove dormi ma dove ti diverti.
Per non perdermi il weekend di divertimenti, sono arrivato in città in treno da Londra un giovedì pomeriggio. Nelle intenzioni, un weekend di sesso, magari perché no, anche nei locali gay.

Deposito lo zaino in ostello e via di corsa nella vicina Princes Street, la strada dello shopping di Edimburgo, una pinta di ottima birra Oatmeal Stout di Samuel che, durante l’intero soggiorno Scozzese ho bevuto tanto quanto un dromedario.

Rientro in ostello dopo aver consumato per strada una ricca porzione di pollo fritto impanato e squisitissime patatine novelle dell’immancabile KFC, ovvero Kentucky Fried Chicken che a Londra, ho appena scoperto, è presente in ogni quartiere e vende del pollo fritto panato da leccarsi le dita!

Entro in punta di piedi nella hall dell’ostello. L’occhio cade subito su di un ragazzotto universitario, non più alto di 1 metro e 70/72, sulla ventina, sorriso smagliante, capelli biondi, rasati sulla nuca e sopra le orecchie con un taglio asimmetrico da hypster, ma più sbarazzino e non impomatato e spiovente verso sinistra e in avanti con una sorta di ciuffone che gli conferisce un aspetto trasandato ma al tempo stesso curato e poi una barbetta bionda che lo rende ancor più irresistibile, anche perché leggermente abbronzato e non bianco latte ma, l’aggettivo più adeguato per descriverlo sarebbe: segabile o anche spompinabile.

Lo fisso per qualche istante, squadrandolo da testa a piedi, pregando letteralmente tra me e me, che possa esser sistemato in un letto non troppo distante dal mio. Per non destar sospetti sul mio mal celato interesse nei suoi confronti, poso lo sguardo sul tavolone sul cui centro sono poggiati alcuni giochi da tavolo ed una infinita serie di tazze da te.

Emma mi vede, mi sorride, mi viene incontro dandomi il benvenuto e chiedendomi da dove arrivo e quanto tempo mi fermerò in ostello. Rispondo che sono italiano e che non so ancora quanto rimarrò. Mi fermerò tanto quanto basta per visitare tutta la città e se riuscirò a fare amicizia, finché mi divertirò. La mia vacanza durerà ancora altre due settimane perciò devo decidere se rimanere in città o spostarmi altrove.

Emma è davvero gentilissima. Come apprende che sono italiano le si illuminano gli occhi. Aveva creduto fossi stato spagnolo e questo non la entusiasmava particolarmente. Aver invece appreso che sono italiano la rende radiosa e sorridente, e se ne esce subito con un paio di parole in un italiano stentato che mi lasciano a bocca aperta: “cazzo, figa, tette, culo”. E tutti giù a ridere a crepapelle e a ripetere con lei le stesse parole.

Emma è una universitaria e, come tutti gli altri ospiti dell’ostello, ha scelto questa struttura perché una delle più economiche in città. Conosce tutti gli universitari presenti nella hall e me li presenta.

Il primo è James, un ragazzotto un po’ tracagnotto dai lineamenti tipicamente scozzesi, pieno di efelidi ma che trasuda simpatia da tutti i pori. Caruccio. Merita un 7 nonostante il sovrappeso, ma non mi ispira sesso.
Edward mi dà la mano come farebbe un vero rapper. Veste in stile hip-hop. Bei lineamenti, certamente segabile e meritevole di un bel 9 ma troppo rapper per esser avvicinabile. I veri rapper, si sa, non sono per nulla affatto gay-friendly.

Durante la mia vacanza Britannica sono ancora nella fase della mia vita in cui sono ancora convintamente etero ma inizio ad avere le prime curiosità sessuali alternative, la cui sperimentazione non intendo procrastinare oltre.

Emma mi prende per un braccio e mi avvicina quindi a Thomas.
Il dolce e tenero Thomas mi porge il cinque e, anche lui in un italiano un po’ stentato, mi dice: Ciao Amico! E poi aggiunge un “Bravo” che non c’entra nulla, ma che gli inglesi usano come il prezzemolo per darsi un tono di cultura e che pronunciano alla francese con l’accento sulla o finale facendolo suonare “Bravò”.

Non saprei dire se Thomas abbia potuto scorgere il miele che trasudava dai miei occhi, ma davvero era difficile distogliere lo sguardo da quel bel viso che suscitava tenerezza e simpatia.

Emma finì le presentazioni poi mi chiese se gradissi una tazza di caffè.

Normalmente non bevo mai caffè non decaffeinato, perché la caffeina mi rende nervoso ed un po’ tachicardico ma, l’averlo visto preparare con caffè solubile e soprattutto all’americana, quindi molto molto lungo, mi aveva spinto ad accettarne una tazza ricolma fino all’orlo.

L’ho sorseggiato più che volentieri incalzato a raccontare di me e dell’Italia, ed una ulteriore tazza ho bevuto più tardi tentando di tener testa ai madre lingua inglesi col gioco dello scarabeo.
Nonostante le mie buone intenzioni, finito di bere l’ultima tazza di caffè americano, attorno alle 22:30 ho lasciato la hall perché stanco ed assonnato e mi sono diretto in camerata. 11 letti a castello disposti su di 6 file. A me è stato assegnato il letto numero 4, ovvero seconda fila in alto lato porta. Attaccato al mio letto, quasi fosse un letto matrimoniale a castello, il primo letto della fila numero 3. Non c’è neppure un separatore. Anzi, c’è, ma la parete in legno separa soltanto i letti di basso, non quelli di sopra.

A quell’ora sono in pochi ad esser già a letto. Nell’ultima fila in alto un universitario ha ancora la luce sul letto accesa e si attarda a leggere un libro. Casco dal sonno e dalla stanchezza perciò mi addormento immediatamente.

Mi sveglio di soprassalto mentre sono disteso sul fianco sinistro col cuore appoggiato al materasso. La camerata è buia ma non così cupa perché, dalle botole sopra ai letti entra il chiaro riverbero delle luci gialle del centro cittadino.

Mi par di sentire il letto che si muove. Il cuore mi batte a mille perciò intuisco subito che la caffeina ha iniziato a fare il suo effetto, ma a dar l’impressione che il letto si stia muovendo non è soltanto il materasso che amplifica il battito cardiaco. Il letto si muove davvero leggermente. Apro gli occhi e vedo una mano che velocemente va su e giù lungo un pisellone duro con una leggerissima curvatura a banana. Lenzuolo e coperta sono abbassati fin sulle cosce. Tra il lenzuolo ed i testicoli un boxer bianco completamente abbassato. Sopra un addome piatto e apparentemente senza peli ma, da quella posizione non riesco a vedere più su e quindi a chi appartiene quel bel corpicino ben tornito, ma soprattutto quel bel pisellone così duro da sembrare già pronto ad esplodere.

Cercando di non far rumore, perciò spostando il viso millimetricamente, scopro che il mio vicino di letto intento a masturbarsi è lui: Thomas!

Cazzooooo! E adesso che faccio?

Vorrei allungare la mano. La tentazione è fortissima. La allungo verso il cazzo di Thomas oppure verso il mio? No, no, meglio rimanere immobile. Decido di attendere la sborrata che non tarda ad arrivare.
Sento il respiro di Thomas che si fa più affannoso. Respira a bocca chiusa. Respira rumorosamente col naso e non si cura di poter esser sentito perché la camerata è avvolta nel buio e nella quiete della piena notte. Mentre la mano va su e giù con più rapidità intuisco che la sborrata è in arrivo perché ora respira affannosamente a bocca aperta. Nonostante il buio, riesco a veder benissimo il primo schizzo atterrare sul suo collo, un secondo finisce su di un capezzolo, un terzo sul plesso solare ed un quarto sull’ombelico mentre l’ultimo resta intrappolato tra le dita che ancora avvolgono un cazzo completamente scappellato con una cappella scura e ben lucida di sperma.

Thomas si pulisce alla bene meglio con la T-shirt, solleva il lenzuolo e la copertina e si mette a dormire sul fianco destro, quindi rivolto verso di me. Io sono ancora immobile di ghiaccio. Anzi, sono così eccitato che credo di esser prossimo ad un ipotetico infarto, anche se so che l’effetto tachicardia è solo passeggero.
Quello che non è passeggero è l’effetto sega di Thomas ma soprattutto, sono le pulsazioni del mio cazzo in tiro ed intrappolato nello slip.

Decido di attendere che Thomas si addormenti poi, quando sento il suo respiro più regolare lo imito e mi masturbo osservandolo ed azzardando una leggera toccatina poggiando la mano sui suoi capelli.
Trascorro gran parte della notte con gli occhi sbarrati e con il pensiero fisso alla sega cui ho assistito, iniziando a far progetti su cosa fare nei prossimi giorni. Devo assolutamente agire!

Mi sveglio che è quasi mezzogiorno. Quando apro gli occhi nella camerata non c’è nessuno. Sono ancora in tiro. In realtà credo di aver avuto il cazzo in tiro tutta la notte perché fin oltre l’alba ho dormi-vegliato aprendo continuamente gli occhi osservando Thomas nel sonno.

Nel Nord Europa l’alba si realizza molto prima rispetto all’Italia. Sono le 4 e 40.

Un alzabandiera incontenibile e tanta, tanta voglia di prendermi il pisello in mano e riprendere a masturbarlo.

‘Fanculo caffè! Fanculo Thomas!

“Per colpa tua sono ancora sveglio e non riesco a togliere la mano dal cazzo in tiro!”
Stavolta però azzardo.

Mi avvicino silenziosamente a Thomas che ora dorme profondamente in posizione supina. Sono così vicino a lui che potrei quasi sconfinare sul suo materasso. Durante la notte, avendo provato caldo, Thomas aveva abbassato la coperta fino ai piedi mentre ora dormiva con il petto e la pancia completamente scoperti ed il lenzuolo che lo copriva dalla vita in giù lasciando trasparire un alzabandiera notturno.

Allungo la mano, abbasso leggermente il lenzuolo fin sulle cosce ed eccolo il suo boxer gonfio di un massivo “Morning Glory”. Inizio a masturbarmi furiosamente indeciso sul da farsi. Vorrei tentare di abbassargli il boxer e masturbarlo ma la paura di rovinare un futuro approccio più dolce mi fa desistere dall’intento, ma non dall’appoggiare la mano sul suo cazzo in tiro masturbandomi stringendolo dolcemente attraverso il tessuto.
Quando arrivo nella hall non c’è quasi nessuno. Giusto un paio di olandesi ed alcune spagnole che sono ancora intenti a far colazione con biscotti McVities Digestive al cioccolato e caffè lungo americano.

Dannato caffè americano!

Vorrei uscire. Lo stomaco bussa e, dopo tanto pollo fritto di KFC, per quanto ottimo, vorrei tanto potermi mangiare un profumatissimo piatto di penne all’arrabbiata al vicino Cosmo Restaurant Edimburgh. Ormai è quasi l’una. A breve Thomas dovrebbe rientrare dall’Università, decido così di aspettare, vedere se torna ed invitarlo a pranzo con me.

Thomas accetta di buon grado l’invito. Per renderlo più appetibile gli propongo un equo scambio. Lui mi fa da guida turistica ed io gli offro il pranzo in un ristorante italiano. Al Cosmo ce ne sono almeno 7. Decido di portarlo al Taste of Italy. Dopo pranzo approfittiamo della bellissima e calda giornata di sole per fare una gita all’Holyrood Park salendo fin sull’Arthur’s Seat, una montagnetta panoramica da cui si può vedere tutta Edimburgo.

La scusa è che dal rosso monte vulcanico si possono fare foto panoramiche bellissime. In realtà Thomas ha scelto quel posto appartato e lontano dal caos cittadino perché ha voglia di parlare o chissà? Forse ha altri scopi!

Sulla vetta del Seat ci togliamo la Shirt e ci stendiamo sull’erba. Rivederlo a torso nudo mi fa partire l’ennesima erezione selvaggia. Credo che Thomas se ne accorga perché mentre sono disteso supino, mentre lui sta seduto a fianco a me, colgo il suo sguardo puntato sulla patta gonfia del mio bermuda.
Certamente non è gay. Il mio radar non si accende. Potrebbe però esser un po’ curioso. Di certo è davvero la persona di cui ti potresti innamorare, sia per la bellezza fisica che per la bellezza interiore. E’ dolce. Affabile, disponibile, estroverso, radioso e pure simpatico. Fa continue battute ed è molto attento a farle in maniera comprensibile pure ad un italiano che, come me parla discretamente bene l’inglese ma a cui sfuggono ancora diverse parole.

Gli chiedo com’è possibile che un bel ragazzo, simpatico e disponibile come lui sia single e non abbia la ragazza. Lui mi dice di avere un brutto rapporto con la maggior parte delle ragazze. Dice che gli piacciono, che vorrebbe poter farsi presto una famiglia ma che, quelle conosciute fino ad ora erano state tutte troppo superficiali oppure troppo ossessive. Non era riuscito a trovarne ancora una che rispondesse alle sue aspettative.

Gli domando quindi se è gay o bisex o se per caso non stia maturando l’idea di sperimentare qualcosa con qualche ragazzo per decidere se il suo esser così esigente non nasconda in realtà una maggior propensione ed attitudine verso il sesso omosessuale.

Senza imbarazzo alcuno mi dice di aver provato ad avere alcuni vaghi approcci sessuali con un compagno di campus ma di non aver desiderato approfondire oltre perché indeciso sul da farsi ma soprattutto perché spaventato dall’idea che l’amico potesse innamorarsi di lui che, si diceva pronto a giocare ma non ad avere una relazione gaia. L’uso comunque di espressioni quali “non saprei”, “forse”, “chissà” lasciava certamente margine per l’immaginazione.

Colta la palla al balzo, gli dico che mi trovo pure io nella sua stessa situazione. Ho una tromba-amica che scopo regolarmente, ma sento di provare curiosità nei confronti di alcuni maschi pur senza desiderare alcun tipo di relazione.

Chiacchieriamo a lungo distesi sull’erba. A fine pomeriggio il cielo si annuvola rapidamente, ed improvviso arriva il freddo. Ci rivestiamo e ci incamminiamo verso l’ostello ma Thomas mi propone di rientrare in città facendo un giro più lungo passando attraverso Calton Hill nel Regent’s Park. Altro bel punto panoramico sulla parte di città che dà sul porto. Mentre attraversiamo il parco, Thomas continua a parlare di sesso. Mi chiede se ho mai assistito a sesso all’aperto in un cruising. Gli dico che in Italia non ho mai frequentato cruising ufficiali. Che ho assistito a sesso all’aperto di coppie esibizioniste e di aver persino già partecipato a giochi di sesso con un paio di coppie.

Thomas è curioso. Vuol saperne di più. Le sue domande sono tutte focalizzate su cosa ho fatto con gli uomini della coppia, se ci ho fatto sesso o se mi sono fatto scopare da qualcuno di loro.
Mentre gli racconto i miei giochi lui mi dice di essersi eccitato a tal punto da desiderare masturbarsi e mi domanda se mi disturba osservarlo mentre lo fa, perché forse l’esibizionismo piace pure a lui. Decido di dirgli che la sera prima l’ho già visto masturbarsi a letto.

Really? Mi hai visto masturbarmi e non hai fatto nulla? Non ti è venuta voglia pure a te di masturbarti? Ti è piaciuto guardarmi?

E me lo domandi pure? Lo sai Thomas che mi sono masturbato per ben 3 volte durante la notte? Thomas scoppia a ridere e mi dice: “credevo che voi italiani foste più hot, più intraprendenti e più porci”. Beh se mi lanci il guanto di sfida allora sfida sia!

Tra i monumenti di Calton Hill e la strada sottostante c’è un fitto boschetto che ben si adatta per incontri di sesso mordi e fuggi. Non è un vero e proprio cruising ma molti giovani lo utilizzano con questo scopo. Ci appartiamo in una zona abbastanza riparata e poggiando il cazzo in tiro sul sedere di Thomas, da dietro, inizio a sbottonargli i bermuda liberandogli il pisellone dal boxer e cominciando a masturbarlo molto lentamente. Thomas riprende con il respiro affannoso a naso chiuso, già sperimentato durante la notte precedente. Mi chiede di guardarglielo mentre lo masturbo e di aumentare la velocità. “Go faster! Make it cum!
Mentre lo masturbo mi sbottono pure io i bermuda liberando anche il mio cazzo in tiro. Vorrei poter abbassarli entrambi ma per la sicurezza è meglio tenerli su, li abbasso tanto quanto basta per poter premere il mio cazzo durissimo in mezzo alle due chiappe sode. Appena gli sono ben contro sento il famigliare respiro affannoso a bocca aperta ed intuisco che sta per venire. Lo cingo in un forte abbraccio con la mano libera mentre mi godo la piacevolissima sborrata ben conscio che, in quel momento, era assai più eccitante l’abbraccio che non il masturbarmi.

Mentre mi masturbo Tommy mi chiede se posso riabbracciarlo. Lo faccio più che volentieri mentre con la mano libera affretto la sega perché la sborrata è imminente.

Vorrei continuare ad abbracciarlo per il resto della serata ma Tom, con enorme ed inaspettata freddezza mi dice di non montarmi la testa che quanto è successo non dovrà diventare la norma.

Tento un approccio simpatico e gli dico: “ok, tranquillo, non diventerà la norma. Non desidero iniziare una relazione con te, però sappi che durante la notte di luna piena non rispondo più di me stesso, perciò è bene che tu dorma con lenzuolo e coperta ben rimboccati se non vorrai correre pericoli”. Thomas sorrise sportivamente dicendomi: “sei proprio sicuro di poterci riuscire?” “Beh Tom, sappi che la notte passata hai già rischiato grosso… C’è mancato poco che ti masturbassi mentre dormivi”. “Oh my God. Really? Beh vedremo stanotte che accadrà”.

La serata fu davvero piacevole. Cena insieme, con un Chili Kebab che in Italia nessuno oserebbe mangiare tant’era piccante e poi rientro in ostello e successiva serata insieme ad Emma, James ed Edward a bere birra in strada di fronte al pub. Alle 23 la campanella ci avvisa che è ora di uscire e che non si serve più da bere. Rientro in ostello completamente sbronzo. 5 Pinte di birra scura vanno giù che è una bellezza ma tornano pure immediatamente su alla testa!

Salutata Emma ci ritiriamo in camera. Pisciata comune negli orinatoi e risate a crepapelle perché i 2 litri e mezzo di birra credo di averli pisciati tutti insieme in quell’istante. La mia pioggia dorata non finiva più e James non finiva più di ridere osservandomi ancora pisciare.

Per fortuna, sia James che Edward dormivano in ultima fila in basso perciò sia io che Tom ci svestimmo incuranti di avere il cazzo palesemente e vistosamente in tiro. Spente le luci Tom si coricò dandomi la schiena. Tentai di addormentarmi, ma la gran quantità di alcool circolante in corpo e l’adrenalina della vicinanza con Tom mi teneva ancora una volta sveglio.

Allungai una mano verso il letto di Tom ed infilato la mano sotto la coperta, tutt’altro che rimboccata, notai che si era messo a dormire completamente nudo, anche senza il boxer. Poggiai una mano sul suo tondo sedere carezzandolo dolcemente quindi, senza troppe resistenze, Tom si girò supino col cazzo già in tiro. Si avvicinò a me e mi sussurrò in un orecchio di seguirlo in bagno. Gli bisbigliai che preferivo restare a letto, anche perché James o Edward avrebbero potuto esser ancora svegli ed insospettirsi.

Il problema non era mio ma di Tommy che lì ci doveva rimanere ancora almeno altri 2 mesi fino a fine corso.

Confermò che era meglio restare a letto. Nel frattempo, constatato che nella camerata non doveva rientrare più nessuno, iniziai a masturbarlo dolcemente, poi mi avvicinai a lui e gli accarezzai dapprima il petto e poi l’ombelico, il ventre, il pube, le gambe, il perineo, le palle e nuovamente il cazzo sempre più duro e pulsante di desiderio di sborrare. Tom riprese a respirare affannosamente. Quello era il segno distintivo della sua eccitazione.

Prima che potesse eiaculare mi abbassai e poggiai le labbra sulla sua grossa cappella, completamente scoperta pur non essendo circonciso. In quel preciso istante Tom sobbalzò di piacere sul letto. Non avevo mai fatto un pompino prima di allora e non avevo davvero ben idea di come fare per non addentarlo.

Ci provai grossolanamente e la mia inesperienza si notò dai numerosi sobbalzi sul letto che Tom fece ogni qualvolta i denti toccarono la sensibilissima cappella piena di sangue rovente. Per non fargli troppo male decisi di poggiare le labbra sulla cappella masturbandolo con la mano, nel frattempo presi la sua di mano e la poggiai sul mio cazzo in tiro invitandolo a masturbarmi. Appena iniziò ad andare su e giù venne, e la quantità di latte caldo che mi inondò la faccia e la bocca credo fosse stata ancor maggiore di quella vista uscire la notte prima ed il pomeriggio. Stavolta Tom si lasciò finalmente andare completamente tanto da farmi venire con la sua stessa mano.

Vederlo masturbarmi era ancor più eccitante che l’atto masturbatorio in sé. Non riuscivo ancora a credere che quel dolce Thomas adocchiato nella hall il giorno prima mi stava sparando una furiosa sega e stava per farmi venire. La mia sborrata fu all’altezza della precedente pisciata. Sborrai persino più di Tom e gli schizzi finirono sia sulla mia che sulla sua faccia, avendola poggiata contro al mio collo.

Per quanto cercavamo di fare il minor rumore possibile, comunque ben mimetizzato tra il russare vario, Tom non riuscì a fare a meno di sussurrarmi nell’orecchio che una simile sborrata non l’aveva ancora mai vista.
Al mattino, al solito mi svegliai tardissimo, avendo trascorso la gran parte della notte in preda all’adrenalina che non si era placata neppure dopo la venuta lasciandomi in uno stato di veglia o dormi-veglia continuo. Dormi-vegliai tutta la notte il più possibile vicino a Tom con la mano poggiata sul suo petto o sul suo inguine o del tutto sul suo pisello che repentinamente tornava duro appena accarezzavo la sua cappella scoperta, pur essendo lui in pieno sonno.

Il giorno dopo mi portò al porto. Ci andammo a piedi, poi al rientro dal bellissimo Leith Walk tornammo a distenderci sull’erba del Calton Hill. Parlammo continuamente per l’intero pomeriggio tant’è che quella fu la vacanza più bella ed eccitante, ma anche la più istruttiva della mia vita. Rientrammo in ostello attorno alle 18.

L’ora del Pub!
Gli ospiti dell’ostello erano tutti davanti al Pub posto vicino all’ostello stesso e ci attendevano con la pinta di Pale Ale in mano. Tom disse di aspettarci perché la lunga camminata richiedeva una doccia ed un cambio di abito e, ti lascio immaginare cosa accadde sotto la doccia.

L’idea era di fare una cosa velocissima. Lavarci e correre al pub a raggiungere gli altri ma, una volta nudi, ad entrambi partì la solita immancabile erezione. Ci abbracciammo ed iniziammo a strofinarci i corpi bagnati, cazzo contro cazzo, le mani sulle chiappe l’uno dell’altro spingendoci sempre più forti l’uno contro l’altro.
A Tom piaceva esser abbracciato ed io adoravo farlo. Mentre l’acqua scorreva su di noi mi abbassai e finalmente riuscii a fargli un vero pompino degno dell’arte. Mi sborrò in bocca dopo pochissimi secondi e, senza ingoiare lo sperma, avvicinai la bocca alla sua e gli riversai la sborra sulle sue labbra. Tom sembrava in preda ad una estasi di piacere. Leccò la sua stessa sborra e poi mi leccò le labbra quindi, abbracciandolo forte gli infilai la lingua in bocca ed iniziammo a limonare furiosamente. Labbra contro labbra, con le lingue che si cercavano imitando poi un pompino fatto alla lingua. Quando fu il turno di Tom che imitò un pompino alla mia lingua, mentre con la mano mi segava furiosamente, venni nuovamente ma stavolta sborrai dritto sul suo corpo raggiungendo nuovamente il suo collo e persino le labbra pur essendo in piedi.

Più tardi, al Pub, Tom mi confessò sottovoce che avrebbe desiderato poter esser stato abbracciato da me, lì davanti a tutti, se solo ne avesse avuto il coraggio e che il desiderio di esser nuovamente abbracciato non lo aveva abbandonato un solo istante da quando lo abbiam fatto sotto la doccia.

Furono giorni davvero molto eccitanti. Fu una vacanza davvero da ricordare. Fu LA vacanza!

Al mattino dormivo fin tardi. Al pomeriggio io e Tommy scarpinavamo in largo e in lungo a piedi per Edimburgo poi il colpo di fortuna. Rebecca, grande amica-confidente e compagna di scuola di Tom, si offrì di darci le chiavi del suo monolocale ai Meadows vicino all’università. In quel periodo era sfitto così ce lo prestò per i soli pomeriggi, a patto di non sporcare nulla e rigovernare prima di uscire.

La vacanza ovviamente la terminai ad Edimburgo e non a Londra. Trascorremmo tutti i pomeriggi dei dieci giorni ancora a disposizione, nudi sul letto chiacchierando abbracciati, limonando di tanto in tanto e masturbandoci o meglio ancora sperimentando un improbabile 69 che giorno dopo giorno divenne più aggraziato ed eccitante.

A nessuno dei due venne però mai in mente di passare allo step successivo della penetrazione.

Dopo il mio rientro in Italia continuammo a sentirci abbastanza regolarmente via email o via skype poi terminata l’università Tom partì per la vacanza in Francia. Lì conobbe un altro ragazzo di cui stavolta si innamorò perdutamente accettando la sua omosessualità e diradando sempre più i contatti fino a non sentirci più.

Quella fu la mia prima ed ultima vacanza omosessuale della mia vita.
Dopo quell’esperienza alternativa tornai tra le gambe amiche dalla mia tromba-amica e le goliardie dei miei amici etero. Non rinnego nulla di quella vacanza e di quell’esperienza ma oggi per me è acqua passata.



Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Sesso in ostello :

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni