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Gay & Bisex

Vita di coppia 26


di FRANK_1987
09.01.2020    |    3.579    |    2 6.3
"Il cazzo di Geremia preme contro il mio ventre..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena ETERO, continuando a leggere troverete una scena GAY

Il nipote acquisito

CAPITOLO 26

C’e’ troppa folla questa sera al locale. Informo Mario che mi assento un attimo per andare a prendere una boccata d’aria. Uscendo, altre persone sono in fila per poter entrare. Credo che lì dentro sia stato ormai superato il limite di capienza massima, spero che non succeda nulla di grave. Mi guardo intorno e mi poggio ad un muro con la schiena e il piede sinistro. Prendo una sigaretta dal pacchetto che ho nella tasca posteriore destra e comincio a fumare. E’ una tiepida giornata di Aprile, nel cielo non ci sono nuvole e la luna piena illumina la notte come se fosse il sole. Delle ragazze molto carine escono dal locale ridendo come delle pazze. Una di loro ha in testa il velo di un abito nuziale. Non so come mai abbiano scelto proprio quel locale gay per festeggiare l’addio al nubilato ma poco me ne frega. Continuo a fumare la mia sigaretta e le vedo confabulare. Una di loro mi guarda mentre parla con le sue amiche. Dopo un po’, quella con il velo in testa, mi si avvicina.
“Ciao, scusa se ti disturbo”
“Cosa c’e’?”, le chiedo continuando a fumare
“La mia ragazza vuole farmi un regalo prima di sposarci”, ecco spiegato il motivo della scelta di celebrare questa ricorrenza proprio in quel locale “lì dentro non c’e’ nessuno che possa farmi questo regalo, vorresti farmelo tu?”, mi chiede toccandosi maliziosamente il seno
“Di che regalo si tratta?”
“Di scopare con un uomo proprio alla festa del nostro addio al nubilato. Lì dentro sono tutti gay e nessuno mi filava ma tu sembri quello adatto”
“Anche io sono gay”, le rispondo lasciandola di stucco “forse sono più gay di tutti quei ragazzi messi insieme. Mi sa che hai scelto la persona sbagliata”, continuo
“Non importa”, mi fa lei ritornando seria “buona serata”, mi dice “niente da fare, ragazze”, comunica alle amiche
“Cosa ha detto?”, le chiede una
“E’ un maledetto frocio anche lui”
“Che cazzo, dovevamo scegliere un altro locale”, fa la fidanzata della ragazza “solo perché siamo lebische dovevamo venire qui?”
“Ehi, tu sei lesbica, a me piace anche il cazzo”, la corregge colei che cercava di sedurmi “e dire che me lo sarei fatta molto volentieri. Avete visto che bonazzo che era?”
“Si, e doveva avere anche un bel bazooka. Avete notato come gli scoppiava la patta con il piede poggiato contro un muro”, risponde la seconda amica
Dentro di me scatta la solita trasgressione che mi porta ad avere un’erezione pensando ad una donna ma non voglio darla vinta a quelle bulle e decido di darmi un contegno, ricordandomi che sono nato gay che devo continuare ad esserlo come lo ero precedentemente alla mia prima scopata con una ragazza. Getto la sigaretta che urta contro un muro e mi avvicino all’entrata del locale quando la ragazza con il velo si gira e fa finta di cadermi addosso baciandomi.
“Ehi, ma che fai?”, le grido contro
“Scusa non volevo”, mi fa lei mettendomi una mano sul cazzo che io le levo malevolmente “avevamo ragione, ha davvero un bazooka”
“Allora non e’ gay se si eccita con le donne”, fa la fidanzata
“Sono gay al 100% ma ho fatto sesso altre volte con le ragazze”, le spiego
“Ed io non sono abbastanza attraente per scoparmi?”, mi dice la ragazza velata mettendomi le mani intorno al collo
“Lasciami stare per favore”, urlo
“Sei un porco”
“Tutto bene?”, chiede il buttafuori avvicinandosi “ti sta molestando?”, le domanda
“Non le sto facendo niente, e’ la mia fidanzata ed e’ un po’ ubriaca, tutto qua”, gli mento perché non sa del mio essere gay avendo iniziato a lavorare da poco, non avendomi visto prima d’ora
“E’ la verità?”
“Si, e’ la verità”, risponde la ragazza che domani si sposerà facendo allontanare il buttafuori
Io la guardo con lussuria e poi le metto una mano intorno al collo e la bacio. La fidanzata della ragazza e le due amiche schiamazzano come delle oche giulive. Limonando raggiungiamo lo stesso punto dove stavo fumando. La sbatto contro il muro e la mano intorno al collo scende lungo il seno. E’ piccolo e florido con i capezzoli turgidi dall’eccitazione. Lei mi mette una mano sui pantaloni constatando quanto sia duro il mio cazzo che in questo momento e’ tutto tranne quello di un omosessuale. La ragazza si abbassa, mi sbottona i pantaloni, mi fa girare di lato e mi succhia il cazzo dopo avermi scostato i boxer. Le altre rimangono affascinate dalla mia minchia. Persino la fidanzata lesbica, che nel vestire sembra un maschiaccio, pare abbia cambiato in un attimo il suo orientamento sessuale. Mentre la ragazza con il velo succhia la mia nerchia, io le metto una mano sulla testa guidando la sua bocca lungo tutta la mia asta. Poi la sputa via e si fa porgere dall’amica un preservativo che aveva dentro la borsetta. Me lo fa indossare e mi lecca il cazzo foderato in assenza di un lubrificante. Si alza, si solleva la gonna abbassandosi le mutandine fino alle ginocchia e poi si poggia con le mani al muro. Io mi avvicino a lei e per un attimo tentenno ma poi le sono dentro, nella calda vagina. Pompo il mio cazzo nel suo buco prendendola per i fianchi mentre la spingo contro il muro e per un attimo non le sbatto contro la testa facendole male. Le sue amiche guardano mentre si toccano attraverso pantaloni e gonne mentre la sua fidanzata si inginocchia sotto di lei e le lecca la fica. Ogni tanto da qualche lucidata anche al mio cazzo. Non so se sia il primo che lecca in vita sua ma la cosa le piace perché ci prova parecchie volte anche senza fingere di leccare la patata alla sua futura mogliettina finendo poi per leccarmi il pene. La ragazza mi fa uscire dalla sua vagina e penso che voglia farmi venire ma poi gira la mano all’indietro impugnandomi l’uccello e lo poggia sulla sua porta posteriore. Ho scopato i culi alle trans cosa sarà mai scopare anche quello di una ragazza? Le entro dentro e spingo sembra di più. Abituato al culo largo del mio fidanzato e a tutti quelli che mi trombo, forzo un po’ la mano ma capisco subito che non e’ molto abituata a fare sesso anale e per farla rilassare, inizio a stimolarle i capezzoli e anche a strizzarglieli un po’. Questo fa tranquillizzare la ragazza e altri, ma pochi, centimetri della mia minchia entrano nel suo culo. La fidanzata si alza e le prende la testa tra le mani ricordandole che questo e’ l’ultimo cazzo che la scoperà. Proprio quello di un gay hanno scelto, quasi come a sancire che fanno tutto dentro la nostra cerchia di persone senza trovarne altri. Mi sfilo dal suo culo, tolgo il preservativo e le sborro sulle natiche. Lei si trastulla la patata e schizza un piccolo getto di umori che sbatte violentemente sull’asfalto infangandomi le scarpe nuove comprate il giorno prima e le do uno schiaffo sul culo.
“Wow, e’ stato bellissimo, e’ stato diverso”, esclama la ragazza
“Perché lui e’ diverso”, fa la fidanzata
“No, non lo e’”, le risponde “credimi, amico mio, se scopi così con una ragazza, non sei affatto gay. Non, non lo sei per niente”, continua a ripetermi dandosi una sistemata
“Minchia, mi sarei fatta sbattere anche io così”, dice un’amica
“Con un cazzo del genere e’ normale arrivare all’orgasmo”, le fa eco l’altra amica mentre tutte e quattro se ne vanno via
Io mi ricompongo ed entro nel locale. Raggiungo Mario il quale nota subito che c’e’ qualcosa che non va in me ma io cerco di minimizzare mentendo anche sul perché avevo fatto tardi dicendogli di aver trovato mio padre e la sua fidanzata che volevano entrare ma che poi avevano rifiutato per la troppo gente presente. Non posso certo dirgli che la ragazza che mi sono appena scopato e’ riuscita a far emergere dentro di me un sospetto. Lui non cambierebbe niente, mi amerebbe per quello che sono, ma io mi amerei guardandomi allo specchio? E’ vero che non sono gay? E’ vero che per me scopare una ragazza non e’ soltanto una trasgressione ma un’attrazione, la stessa che prova un eterosessuale? Non avevo questi dubbi da quando ero appena maggiorenne. Da quando incontrai, in questo stesso locale, una donna di colore che mi aveva offerto di passare la serata con lei e il marito brutto ma io rifiutai. Eppure prima di questa ragazza mi sono fatto anche quella prostituta dell’autogrill ma lei non era riuscita a portarmi fino a questo punto. Mi sento attratto dai ragazzi ma se stessi diventando bisessuale? Niente contro per carità, ma non voglio dargliela vinta, non voglio che mi scombussoli la vita arrivando a rinnegare il mio vero orientamento sessuale, quello che avevo già mentre stavo nella pancia della mamma. Torniamo a casa e andiamo a dormire. Va beh, dormire e’ una parola grossa perché mi giro e rigiro nel letto chiudendo gli occhi solo ad intervalli di un’ora anche meno. Nel frattempo che i miei dubbi passino da soli, la sorella maggiore di Mario si trasferisce a casa dei suoi genitori perché la sua deve essere ridipinta. Naturalmente porta con se tutta la sua famiglia: il marito e i tre figli. La più grande, Elena, ha 19anni. La madre l’ha avuta a soli 14anni quando con l’attuale marito ha messo in pratica la classica fuitina. La ragazza ha un fisico da modella, un culo che parla e delle tette della terza misura che gridano “stringetemi nelle vostre mani”. Il più piccolo, Ludovico, ha 8anni e tra loro c’e’ Geremia, un 16enne dai capelli e occhi castani e un fisico tonico e asciutto. Il quarto giorno della settimana di permanenza in un’altra casa, io e il mio fidanzato veniamo invitati a pranzare con tutto il resto della famiglia. Più tardi, andiamo a fare un tuffo in piscina approfittando del bel sole di una giornata primaverile di Maggio. Elena ha un costume a due pezzi che mette in mostra le sue graziose forme mentre Geremia sfoggia il suo fisico magrolino indossando un boxer nero. Anche io e Mario siamo spogliati e ci gettiamo nell’acqua leggermente calda. Quando io esco sgrullandomi la testa, noto che Geremia mi sta guardando e mi strizzo il pacco davanti a lui andando via mentre il ragazzo gira la testa dall’altra parte. Il giorno dopo, mentre faccio le pulizie e Mario e’ al lavoro, dal balcone vede il mio nipotino acquisito fare jogging.
“Geremia”, grido facendolo fermare
“Ciao Giulio”
“Come va?”
“Bene grazie, sto facendo un po’ di corsa per tenermi in forma”
“Non ne hai bisogno”, gli dico cercando di accattivarlo
“Grazie”, mi risponde lui timidamente
“Ti va di salire a bere qualcosa di fresco?”, gli chiedo sperando di farlo salire in casa, ma anche se mi aspettavo una sua risposta negativa, lui accetta l’invito
Entra in casa e gli preparo un’amarena. La beve a piccoli sorsi mentre le goccioline di sudore cadono dalla sua fronte e lui se le asciuga con un fazzoletto. Mi viene voglia di baciarlo ma resisto. Forse lui ha accettato l’invito a bere qualcosa di fresco solamente per fare questo e basta e non per scopare. Finita la bibita, si alza e si guarda intorno. E’ visibilmente imbarazzato e poi stranamente va verso il corridoio. Spia dentro al bagno e poi entra nella camera da letto.
“Geremia, esci da qui per favore”
“E perché mai? Che letto peccaminoso”, fa lui sedendosi sul materasso e accarezzandolo “chissà quante volte tu e lo zio l’avete consumato in questi anni”
“Beh, si in effetti…”
“Vediamo se resiste ancora o no”
Il ragazzo inizia a saltellare sul letto. Lo fa per un paio di volte ma poi cade a pecorina. Il sedere fasciato nel pantaloncino da ciclista mi fa notare il suo slip infilato nelle chiappette, allora mi avvicino prepotentemente e gli metto le mani sul culo.
“Che fai?”
“Scusa, non volevo”
“Che scemo che sei. Se devi toccarmi, farlo mentre io possa vederti”, mi dice mettendomi le mani intorno al collo e baciandomi.
Limoniamo mentre lui e’ inginocchiato sul materasso ed io sono ancora in piedi. Poi lui si stende, io mi levo la maglietta e mi posiziono su di lui con le mani poggiate sulla coperta. Geremia mi accarezza i bicipiti gonfi e tesi e poi mi abbasso su di lui ricominciando a baciarlo. Lo spoglio dei suoi indumenti leccandogli ogni lembo di pelle fino a raggiungere il suo meraviglioso cazzo di 18cm. Glielo succhio mentre lo masturbo contemporaneamente e lui mi accarezza le braccia. Me lo ficco tutto in gola e poi lo sputo fuori insieme alla saliva che raccolgo per lubrificargli ancora la mazza. Smettendo di dedicarmi solo a lui, mi sollevo leggermente privandomi del mio pantaloncino e dei miei boxer. Geremia rimane incantato del mio cazzo e mi sdraio al suo posto scambiandoci i ruoli. Adesso e’ lui che mi sta succhiando la minchia. Credo che non sia la prima volta che lo fa ma e’ comunque leggermente impacciato perché si limita a succhiare solamente senza masturbarlo o leccarlo. D’altronde non importa, basta che anche il mio uccello riceva le adeguate attenzioni. Si siede su di me mettendosi il mio cazzo tra le natiche e lecca i miei pettorali lievemente villosi. Le papille gustative del 16enne sul mio corpo mi danno una sensazione di proibito, la stessa che ho provato quando ho scopato Pietro prima che diventasse maggiorenne. Geremia si alza e si stende su di me al contrario formando un 69. Le mie mani allargano le sue chiappe trovandole inviolate mentre le sue agguantano il mio cazzo
“Sono felice che tu sia la mia prima volta”, mi confessa
“Non l’hai mai fatto?”, gli chiedo leccandogli la rosellina ancora chiusa
“No, aspettavo quello giusto”
“E sono io?”
“Se avessi saputo che avevi un cazzo del genere, ti avrei dato il culo anche prima invece di aspettare”, mi dice Geremia
“Ne sei sicuro?”
“Si, sono sicuro”
“Allora sbrighiamoci prima che ritorni tuo zio”
Geremia si alza inginocchiandosi sul letto mentre io prendo un preservativo e del lubrificante. Preparato il cazzo, faccio per alzarmi ma il ragazzo mi ferma per le braccia, si mette cavalcioni su di me e lentamente si fa entrare il mio pene nel culo a smorzacandela.
“Ahi che male”
“Hai scelto una posizione brusca per farti scopare la prima volta”
“Non importa, fottimi”
“Sei davvero una troietta come tuo zio”
“Lo spero proprio”
Geremia si stende sul mio corpo, mette le sue mani sotto la mia schiena e mi abbraccia per il collo. Io gli posiziono i miei arti sulle sue spalle, sollevo le gambe poggiando i piedi sul materasso e inizio a spingere il mio poderoso cazzone dentro il suo povero culo non più vergine. Il ragazzo geme di dolore ma a me piace sentire questi suoi lamenti e vedere quanta passione invece emanano i suoi occhi al contrario della sua bocca. Si solleva leggermente facendo entrare altri centimetri della mia minchia nel suo ano. Ormai e’ rotto quindi non servono a niente tutte quelle attenzioni da osservare per non provare sofferenza. Toccandomi il petto, Geremia muove il suo bacino contro il mio cazzo mentre io l’afferro per le chiappe spingendo inesorabilmente tutta la mia verga nel suo retto da 16enne. E’ il secondo minorenne che mi scopo ma non posso di certo dirlo a Mario. Non posso comunicargli di aver fatto sesso con suo nipote figuriamoci se gli racconto anche di averlo sverginato. Il cazzo di Geremia preme contro il mio ventre. Le sue palle sono schiacciate e per questo motivo la sua asta e’ più impennata del solito. Io mi sputo su una mano e gliela sego. Ora sia i suoi occhi che la sua bocca si sono sincronizzati. Non diffondono più differenti suoni di dolore e piacere ma solo gemiti di godimento all’unisono. Lui si abbassa su di me baciandomi appassionatamente come se fosse un amante navigato.
“Scopami, zietto, scopami”
“Che culo accogliente che hai”
“E tu che cazzo grande”
“Ti piace?”
“Da matti, mi fa impazzire”
Il ragazzo cavalca ancora il mio pene e mi bacia. Si solleva mentre io tengo i miei piedi poggiati sulla coperta e le ginocchia alzate. Lui saltella allegramente sulla mia minchia e io lo tengo fermo per i fianchi accarezzandogli le spalle e il torso. Ha le braccia girate un po’ all’indietro e posso notare le sue costole per quanto il fisico sia mingherlino. Mi eccita vedermi allo specchio in questo momento. L’immagine riflette un omone grande e leggermente peloso che scopa un ragazzino. Geremia tocca la mia minchia che esce ed entra dal suo culo e poi mi mostra un dito che ha una leggera venatura rossastra dovuta al sangue uscito dal suo buchetto quando il mio pene gli e’ entrato dentro. Mi tolgo dal suo culo e lo faccio sdraiare a pancia in giù sul materasso. Il preservativo macchiato di sangue mi fa impressione e lo tolgo. Anche intorno alla sua rosellina c’e’ qualche traccia ematica e per questa la pulisco con un fazzolettino. Gli lecco il culo mentre lui fa delle smorfie di dolore. La mia saliva salata gli provoca sofferenza alle piccole lesioni anali causategli da me, per questo motivo smetto immediatamente. Ma non ho nessuna intenzione di smettere di scoparlo, per questo, prendo un altro preservativo e lo indosso. Mi sdraio sulla sua schiena puntandogli la nerchia sull’ano e lo penetro. Le chiappe un po’ più chiuse rispetto a prima, sentono la pressione della mia carne e fanno aprire la bocca a Geremia ma io gliela chiudo con un bacio.
“Ti faccio male così?”
“Si”
“Vuoi che smetta?”
“No”
“Che tesoro che sei”, gli dico continuando a baciarlo
Scopo Geremia aggrappandomi alla spalliera del letto non curante delle leggere urla che diffonde nella stanza per colpa, o grazie, alla mia minchia che entra nelle sue carni ancora strette. D’altronde deve abituarsi, se vuole continuare a farsi scopare da me oppure se ha intenzione di incontrare altri uomini, deve per forza resistere al dolore e assecondare le nostre fantasie. La mia in questo momento e’ quella di scopare a più non posso il suo delizioso culetto cercando di allargarlo il più possibile per godere bene sia io ma soprattutto lui. Lo faccio girare supino riprendendo a scoparlo e baciarlo contemporaneamente. Lui si sega e viene sul suo addome. La morsa che ha al posto del buco strizzando le chiappe durante la sborrata, mi costringe a smettere di scoparlo e sborrargli sul ventre per poi prendere con le dita le nostre sborre mescolate e fargliele leccare baciandolo teneramente. Mi piace sentirmi chiamare zio ma non c’e’ tempo per le smancerie. Resta solo quello per ripulirsi e Geremia e’ costretto a tornare a casa sua perché tra poco Mario tornerà dal suo turno al ristorante. Infatti, dopo dieci minuti e’ già in cucina. Penso tra me e me che non possa sospettare nulla di quanto successo in sua assenza, ho anche lavato le coperte sporche di sudori, sperma e un po’ di sangue. Il mio fidanzato va a cambiarsi ed io, avendo la coda di paglia, lo seguo cercando di capire se intuisce qualcosa. Sembra tutto a posto mi sbaglio.
“Che cos’e’ questo?”, mi chiede Mario
“Un polsino”
“Si, lo so che cos’e’, volevo dire che ci fa qui?”
“E’ mio”, gli dico mentendo
“Non e’ vero, non e’ tuo. E’ di Geremia”
“Ma che cosa dici?”
“L’ha comprato una settimana fa ed io ero presente”, mi rivela
“Va bene e’ suo e allora?”
“E allora? Ha 16anni, Giulio”
“Ma perché ti arrabbi così tanto? Perché hai scoperto di avere un nipote frocio o perché volevi sverginarlo prima tu?”, Mario diventa una furia e mi da un pugno sul labbro facendomi sanguinare
“Mi fa rabbia che tu sia diventato come tuo nonno Ugo! Uno che si approfitta dei ragazzini”
“Io non sono così, va bene? Lui lo voleva e anche io. E poi non parlare così di mio nonno”
“Questa sera dormirai sul divano”
“Dai non fare così”
“Giulio, e’ mio nipote. Ed e’ anche tuo. Come hai potuto fare una cosa del genere?”
“Mi dispiace va bene ma ormai e’ successo. Geremia era contento di perdere la verginità con me e tu devi essere felice sapendo che tuo nipote e’ contento”
“Non ci riesco. Prendi il tuo cuscino e vattene in salotto”
L’ho fatta veramente grossa anche questa volta. Prendo il mio guanciale e lo getto sul divano. Poi mi cambio per andare a lavorare. Quando torno, sento il profumo del cibo cucinato da Mario ma soltanto un piatto e’ sporco nel lavandino e il mio non e’ stato neanche conservato nel frigo come fa normalmente. Senza cena, vado a dormire. Mi spacco la schiena sul divano ma e’ il prezzo da pagare per aver spaccato il culo a suo nipote. Il mattino dopo mi sveglio perché, di proposito, fa rumore con le stoviglie. Non ci parliamo, ma non voglio continuare questa insulsa lite per una cosa che potrebbe non accadere più. Quando torno dal bagno, gli chiedo scusa abbracciandolo per i fianchi convincendolo che e’ stato meglio per Geremia aver perso la verginità delicatamente con me e non con una persona magari più grande che non avrebbe usato cortesia. Convinto di tutto ciò, Mario ritorna a parlarmi ma quando incontriamo il nipote, negli occhi del mio fidanzato osservo una luce diversa, non di rabbia ma di lussuria.

FINE CAPITOLO 26

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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