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LO SPERMA (parte terza IL CAZZO DI MIO FIGLIO)


di leius06
26.03.2019    |    38.392    |    3 9.7
"Adesso però anche mio figlio non riusciva a nascondere il desiderio sessuale che provava verso di me e a confermarmelo fu lui stesso..."
Dopo quel pomeriggio di shopping tutto era cambiato tra me e Luca tranne una cosa: la mia fortissima voglia del suo cazzo. Adesso però anche mio figlio non riusciva a nascondere il desiderio sessuale che provava verso di me e a confermarmelo fu lui stesso. Seppure non ancora direttamente.

Le tracce di sborra che prima trovavo ogni mattina nei suoi boxer gettati a terra ai piedi del suo letto adesso erano iniziate a comparire sempre più evidenti sulle mie scarpe (le prime furono quelle che indossavo durante il pomeriggio di shopping insieme) e sul mio intimo.

Più di una volta quando aprivo il cassetto trovavo larghe macchie dal colore e dall'odore inequivocabili. Era sperma. Lo sperma versato dal cazzo di mio figlio, il cazzo che desideravo più di qualsiasi altra cosa da mesi, per me.

Luca non resisteva più. Il mio giovane uomo aveva bisogno di sfogarsi e lo faceva usando il mio intimo. Ma voleva di più. Lo voleva da me. E anche io volevo di più. Lo volevo da lui.

Una sera quindi decisi che era arrivato il momento di fare capire a mio figlio che la mamma sapeva. Luca era a cena con amici, suo padre come sempre sarebbe rientrato molto tardi per lavoro (o almeno così diceva lui) e io mi dedicai liberamente a una lunghissima seduta di autoerotismo inzuppando col mio piacere un paio di slip, che poi lasciai in bella vista sul letto di mio figlio. Aspettai il suo rientro e appena si chiuse in camera mi appostai dietro la porta: Luca notò subito i miei slip neri sulle coperte.

Lo vidi sbiancare. Pensai di avere esagerato. Pensai che era troppo. Pensai di non essere una buona madre. Ma tutti questi pensieri durarono solo pochi secondi. Il tempo che mio figlio si sdraiasse sul letto, prendesse i miei slip ancora umidi, se li mettesse sul volto, tirasse fuori il suo cazzo già durissimo e iniziasse una sega breve ma intensa che terminò con una lunga sborrata sullo stesso paio di slip che indossavo qualche ora prima.

I nostri fluidi si erano finalmente uniti su quel sottile pezzo di stoffa. Lo sperma di mio figlio era entrato a contatto con gli umori di sua madre. Dopo aver visto il cazzo di Luca schizzare nei miei slip corsi in camera, chiusi la porta alle mie spalle e venni di nuovo. Un altro lunghissimo orgasmo sconvolse il mio corpo e la mia anima.

Mi addormentai sfinita dal piacere e quando mi svegliai era piena notte. Mio marito era sdraiato accanto a me ma il mio primo pensiero era mio figlio. Il mio unico uomo. Pensai a cosa sarebbe successo l'indomani. Pensai a cosa provava Luca nel sapere che io sapevo. Pensai a come sarebbe proseguito il nostro rapporto. Perché sul fatto che sarebbe proseguito non avevo più nessun dubbio. Mio figlio mi voleva, io volevo lui. Dovevamo solo trovare il modo.

La mattina dopo trovai un biglietto sul tavolo della cucina. Lo presi e le mani mi tremavano. La calligrafia era riconoscibilissima: Cosa vuoi da me, mamma?

Mio figlio mi aveva spiazzato, un'altra volta. Luca non ci pensava nemmeno a uscire allo scoperto. Non aveva alcuna intenzione di rendermi la vita facile. Luca aveva capito quanto lo desideravo e intendeva comandare il gioco.

Ero perfettamente consapevole che il vortice in cui stavo per entrare era molto pericoloso ma la voglia del cazzo di mio figlio era più forte di tutto. Della morale, dell'etica, perfino del rispetto di me stessa. Presi carta e penna: Voglio tutto!

Sapevo di rischiare tanto: il mio ruolo di madre, il mio ruolo di moglie. Sapevo di rompere qualsiasi tipo di convenzione sociale ma per mio figlio, per il suo cazzo, ero disposta a ogni cosa.

Lasciai il biglietto sotto il cuscino di Luca e aspettai il suo rientro. A pranzo incrociammo più volte i nostri sguardi senza che nessuno dei due riuscisse a dire una parola, ma sotto la tutta notai la sua erezione e tra le gambe ero completamente bagnata. A fine pasto Luca uscì dalla tasca un altro biglietto, lo mise sulla tovaglia e mi guardò. Come un uomo guarda la sua donna. Come un maschio guarda la sua femmina.

"Sfilati gli slip e mettili sul tavolo", aveva scritto mio figlio. Ero imbarazzatissima, certo. Ma l'eccitazione vinceva su tutto e decisi di accontentarlo. Luca non mi staccava gli occhi di dosso. Io allargai leggermente le gambe, lo guardai e mi sfilai gli slip nel modo più sensuale che conoscevo. Poi li lascia lì, a sua disposizione.

Luca li prese in mano velocemente e li avvicinò prima al suo naso, poi alla sua bocca. Mio figlio stava leccando il sapore della mia figa a pochi centimetri da me. Era troppo, venni. Mentre Luca si allontanava con i miei slip in mano verso la sua camera.

Mio figlio tornò cinque minuti dopo. Cinque minuti in cui pensai di tutto ma in cui volevo sempre e solo una cosa: il suo cazzo. In mano teneva ancora gli slip che mi ero sfilata davanti a lui e un altro biglietto. Posò entrambi sul tavolo. Stavolta non esitai un secondo e lessi subito il suo nuovo messaggio: "Ora rimettili".

Incrociai per un attimo il suo sguardo e nei suoi occhi lessi tutto quello che non avevo mai visto in un uomo mentre mi guardava: desiderio, passione, voglia, eccitazione, trasgressione.

Quando presi in mano quel paio di slip e me li infilai lentamente sapevo bene cosa stavo facendo. Quando sentì l'umido tra le cosce sapevo bene che stavolta insieme ai miei umori a bagnare la mia figa bollente era anche il suo sperma. Lo sperma di mio figlio.

Luca mi guardò indossare gli slip pieni del suo seme e tornò in camera. Mio figlio per quel giorno era soddisfatto, ma io no. Io non vedevo l'ora di sapere cosa aveva in serbo per me. Non vedevo l'ora di capire quali limiti mi avrebbe fatto superare ma sapevo già che sarebbe accaduto.


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