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La figlia camgirl parte 7


di leius06
15.01.2023    |    3.762    |    0 9.0
"Arrivammo nei pressi di casa ma Sonia mi chiese di svoltare in una traversa senza uscita: “Cosi parliamo con calma e lontano da occhi indiscreti…”..."
Avevo qualche giorno per decidere se accettare la proposta di Sonia ma in realtà la mia scelta l’avevo già fatta. Lo sapevo io e lo sapeva anche mia figlia. Inviai online il bonifico richiesto, dopo qualche ora ricevetti il whatsapp di Sonia: “Grazie papino, volo prenotato! Ci vediamo al mio rientro. Ps: non pensarmi troppo…”.

La solita provocatrice. Per tutta la settimana non feci altro che immaginare come sarebbe stato avere mia figlia per casa. Vederla girare seminuda. Ma soprattutto: dove avrebbe dormito? Avevo una camera per gli ospiti ma la tentazione di farla stare nel letto insieme a me era forte. Fortissima.

Non vivevamo sotto lo stesso tetto da quando Sonia era una bambina. Non conoscevo bene le sue abitudini, i suoi gusti. L’unica cosa che sapevo è che era diventata una donna tremendamente bella e sexy senza che neanche me ne accorgessi.

Mia figlia tornò dal suo viaggio a Dubai a metà febbraio. Lasciai passare una settimana prima di contattarla per riscuotere il mio prestito: “Ciao, passi da me più tardi?”. Sonia mi chiese di raggiungerla in facoltà perché era senza motorino. Passai a prenderla intorno alle 17.30. Appena salì in auto l’abitacolo in pochi secondi si riempì del suo profumo. La guardai: era abbronzata, raggiante. Era sempre più bella.

“Grazie ancora papino” mi disse stampandomi un caloroso bacio sulla guancia.

Misi in moto dirigendomi verso casa della mia ex ma al primo semaforo rosso sentì la mano di Sonia posarsi sulla mia coscia e salire lentamente verso il pacco.

“Stai buona…sto guidando”.

“Tanto lo so che ti sono mancata…”.

Sonia, come sempre, non mi ascoltò e continuò a tenere la mano all’altezza del pacco massaggiando leggermente il mio cazzo già duro.

“Allora? Devo preparare le valigie?” mi chiese maliziosa.

Arrivammo nei pressi di casa ma Sonia mi chiese di svoltare in una traversa senza uscita: “Cosi parliamo con calma e lontano da occhi indiscreti…”.

Spensi l’auto. Mia figlia tolse la mano dal pacco. La fissai negli occhi e sentì improvvisamente un’irrefrenabile voglia di baciarla. Dovevo resistere, tanto avrei avuto una settimana tutta per me. Per noi.

“Quanti giorni ti servono per preparare le tue cose?” le chiesi.

“Se vuoi tra un paio di giorni mi trasferisco da te” rispose.

“Ok…va bene…” feci per riaccendere la macchina ma Sonia mi fermò.

“Aspetta…mica posso lasciarti tornare a casa così” disse allungando di nuovo la sua mano sul pacco. Sonia abbassò rapidamente la zip e tirò fuori il mio cazzo. Lo impugnava bene. Chissà quante seghe aveva fatto.

“Sonia, ti prego, non è il caso…” provai a resistere senza alcuna convinzione.

“Shhh, zitto e goditi la sega della tua piccolina….Mi dicono che ci so fare, sai? Tu che dici papino?” mi sussurrò all’orecchio mentre continuava a toccarmelo lentamente.

Ci guardammo negli occhi, Sonia a quel punto accelerò improvvisamente il ritmo. In pochi minuti mi portò sull’orlo dell’orgasmo.

“Sto venendo…” la avvisai.

Mia figlia si abbassò rapidamente tra le mie gambe e lo prese tra le labbra lasciando che scaricassi tutto il mio piacere nella sua bocca. Si rialzò solo dopo aver ingoiato anche l’ultima goccia della mia sborra.

“Ok, ora puoi riportarmi a casa” mi disse prima di accendere la luce interna all’abitacolo, abbassare lo specchietto e aggiustarsi il rossetto.

Mia figlia era proprio una troia. Non avrei saputo definirla in modo diverso. E la cosa mi faceva impazzire. Misi in moto, feci retromarcia e lasciai Sonia sotto casa della mia ex moglie.

Prima di scendere dall’auto Sonia si avvicinò di nuovo sussurrandomi all’orecchio: “Mi piace bere la tua sborra, ci vediamo presto papino”.

La guardai aprire il portone. Cosa mi aveva fatto quella ragazzina? Più cercavo di resisterle più finivo nella sua rete. Non sapevo dirle di no. Non ci riuscivo.
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