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Discesa agli Inferi


di Membro VIP di Annunci69.it IlMarchese
08.12.2021    |    5.832    |    2 8.8
"Mi feci dare il numero e mi accordai con la ragazza..."
Sono sempre stato una persona perversa, fin da quando ne ho memoria.
Anche se ho sperimentato il sesso abbastanza tardi considerando l'età che avevo: vent'anni. Persi la verginità con la mia prima trombamica, beh, si niente di impegnativo o pornografico. Ma fu salutare.
Fino a quel momento, avevo goduto del sesso solo tramite la visione altrui dell'atto, osservando le coppie nelle macchine, leggendo tutto quello che potevo nei libri adibiti al testo.
La prima penetrazione fu meravigliosa. Ambrosia pura. A scriverlo mi saliva la bocca ed il cuore batte.
Ero giovane, ma non ingenuo.

Passano gli anni, e vengo casualmente a sapere che un gruppo di amici non stretti ha conosciuto una ragazza ninfomane provenire da Siena. Aveva una casa per le vacanze in una città vicino alla mia.
Beh, a sentire il loro incontro fu epocale, volevo replicare. Mi feci dare il numero e mi accordai con la ragazza. Per goduria delle mie secrete perversioni, portai con me altri due amici.
Sarebbe stata la prima volta per tutti e tre in una gangbang.
Vedete, essendo un sociopatico, non provavo nessun tipo di ansia o remora, cosa che non si poteva dire dei miei due amici; erano terribilmente in ansia e credevano che non ce l'avrebbero fatta a farselo venire duro davanti agli altri.
Comprensibile, non erano squisitamente dotati come me. Avevo il cazzo più grosso tra noi. Ma era una gag che tutti i miei amici mi facevano notare, delle dimensioni del mio pisello.
Comunque, raggiungemmo il punto di incontro con la ragazza. Dalla foto del cell, vedemmo che era davvero lei! Cazzo, si era presentata davvero! Stava succedendo davvero! Allora a breve noi..
Ero davanti, accanto all'amico che guidava. Dietro, la ragazza si era messa vicina a quello più timido dei tre. Mentre cercavo un posto per nascondersi e sbatterla a sangue come si meritava, si sentì una cerniera torare giù e un lungo mugolio sommesso.

La ragazza glielo aveva preso in bocca fino alle palle.
Il mio amico alla guidava rideva fino alle lacrime, non ci poteva credere.
Io fui colto da un fuoco interiore che non sapevo spiegarmi, osservavo la scena con un avido interesse: il cazzo del mio amico gonfiarsi, le labbra di lei che si battevano sulla sua cappella, gli occhi di lei che lo fissavano.
Il mio amico mentre guidava, iniziò a masturbarsi. Il pompino si fece rumoroso, viscerale, sembrava che dovesse farlo come per sopravvivere.
I miei occhi scintillavano, le dissi di mettersi a pecora mentre glielo succhiava e iniziai a farle un ditalino.
Era bagnata fradicia. La ragazza stava godendo di brutto.
Proprio mentre lui stava per venire, trovammo un posto in una pineta fuori dalla citta. Ci addentrammo al suo interno, il tempo di capire dove eravamo e lei si mise in ginocchio.

Ci abbassammo i pantaloni in silenzio. Eravamo carichi di testosterone.
Il mio cazzo era già duro, i miei due amici arrossirono quando lo videro, era evidente che era più grosso. Molto, molto più del loro.
Sembrò notarlo anche la ragazza... che fu il primo che prese in gola fino alle palle. Provò a prendermi anche quelle, ma non di riuscì perché non ce la faceva a chiudere le labbra..

Mugolio, occhi al cielo, lacrime da parte di lei che gli faceva male da quanto era grosso, quelli dei miei amici le riempirono il culo e la bocca di sperma. Sborra, lingue ricolme di liquido bianco, lei che chiamava i cazzi "i miei ciucci"....
I miei amici l'avevano riempita di sperma, su qualsiasi parte del corpo: seno, labbra, fica, culo, ventre, occhi e capelli. Mancavo solo io, io che avevo sempre avuto dei problemi nel venire, in quanto riuscivo a farlo solo con un movimento del corpo, strusciandomi alla ragazza. Era un trucco che avevo imparato da piccolo, non sono mai venuto per un pompino o per qualsiasi tipo di rapporto sessuale. Il mio intento era controllare ossessivamente il momento ESATTO in cui far esplodere il mio cazzo, volevo ottenere così l'arma definitiva.
Quella con la ragazza fu la prima occasione di testare il tutto.
Lei si posizionò davanti a me, in ginocchio, con la bocca aperta e la lingua a penzoloni. Io ero in piedi, davanti a lei. Il mio cazzone le stava per entrare in gola, lei non fece forza e come se volesse respirare, lo prese tutto in gola. Ancora. Per l'ultima volta. Iniziò a ciucciare come se fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto, i miei occhi neri diventarono sempre più dominanti e perversi, i capezzoli del suo bellissimo seno toccava le mie gambe, erano morbidi.
Il respiro si fece via via più assente mentre potevo percepire i miei amici accanto a me iniziare nuovamente a masturbarsi. Con un tremito, iniziai a capire che stavo per perdere il controllo. Cosi, anticipai il mio furore, le infilai il cazzo ancora più in gola, iniziò a lacrimare per via della grandezza e mi guardò come per chiedere pietà, non la ascoltai. Continuai. Con uno scatto di violenza, le tolsi il cazzo di bocca e la baciai con passione, non mi importava se lo aveva succhiato agli altri, volevi che si sentisse mia. I nostri sguardi si incrociarono, il riflesso del baratro nero in cui eravamo precipitati si specchiò nello sguardo dell'altro. Lei lo comprese, diventammo schiava e padrone. Definitivamente.
Si avvicinò al mio orecchio.

"Marchiami", mi disse sussurrando. "Sarò tua per sempre."
"Lo so." Le risposi dopo una lunga pausa.

La girai e la penetrai nel culo. La sodomizzai. Iniziò a godere di brutto, urlava e piangeva. I miei amici rimasero basiti, loro non si erano permessi di aprirla in quel modo nel culo, nel delirio che me seguì la ragazza urlò che nessuno l'aveva mai presa in quel modo e che era la prima volta in assoluto che provava nel culo. Sorridendo, le tirai i capelli con forza e finì venendole dentro. Come un fiume. Come un mare d'acqua che dopo tanto dolore riesce a distruggere la diga che lo tratteneva. La ragazza sentì il getto caldo del mio sperma riempirla, strinse le gambe e con esso il cazzo ancora più in profondità, capiì che non voleva perdersene neanche una goccia.
Ci fu un ultimo grido, poi cadde a terra stremata.

In sintesi, la aprimmo come un cocomero. A fine giornata la riaccompagnammo a caso, ancora lurida di sperma e di odore di cazzo.
Guardai con una nota di sadismo, la ragazza sarebbe rimasta un mese in quel comune prima di tornare a Siena.

Ci eravamo accordati, l'avremmo rivista...

Ma fu niente in confronto a come mi trasformai.
Da ragazzo comune diventai il Marchese, un affascinante personaggio devoto alla perdizione ed alla lussuria. Avrei maciullato donne... e ragazzi nel mio cammino diretto nell'ottenere la goccia di lussuria definitiva.
Devoto al potere, devoto alle tenebre, devoto agli orgasmi che avrei procurato e ricevuto.

La discesa agli Inferi era appena cominciata.
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