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la dottoressa da napoli 5


di spanio220
02.10.2012    |    11.785    |    2 8.9
"La porta non era chiusa a chiave e riuscii ad aprirla per entrare..."
Passò così un po’ di tempo, intervallato da incontri sempre focosi, mi sembrava di essere tornato un ragazzo di vent’anni riuscendone a fare quattro per sera ogni volta che ci vedevamo. Ero dimagrito di circa 25 kili, ritrovando la forma perduta da quando mi ero sposato. Più dimagrivo e più le mie performances aumentavano, avevo raggiunto un controllo mentale tale che riuscivo a resistere anche un’ora senza venire e senza mai fermarmi, e questo si ripeteva più volte in una serata e almeno tre volte la settimana. La domenica doppia razione.
L’azienda dove lavoravamo mi aveva inviato in missione a Napoli per verificare alcuni malfunzionamenti e lei ne aveva profittato per tornare a trovare l’anziana madre, che poi tanto anziana non si rivelò lasciandoci a disposizione la sua casa affinché potessimo scopare come meglio credevamo senza essere disturbati. Inutile dire che in azienda ci rimasi il meno possibile e lavorai spesso assieme alla “dottoressa” a casa della madre. Scopammo in tutti i posti possibili, nella doccia che aveva un finestrino che dava direttamente sulle scale, sul tavolo di cucina, sul pianerottolo, in finestra guardando il mare, appena usciti dalla pizzeria di Fuorigrotta nella sua auto. Insomma furono giorni intensissimi dal punto vista sessuale, meno da quello lavorativo.
Quando tornammo a Roma avevamo trascorso un’intera settimana come fossimo stati marito e moglie, entrambi molto porcelli che non perdevano occasione per strofinarsi l’uno addosso all’altra. Una volta sulla funicolare lei mi sedeva in braccio avendomi già fatto diventare il cazzo duro come il marmo, quando un signore molto galante le offrì il suo posto a sedere e lei rispose “voglio sta’ ‘n braccio a isso”. Appena scesi entrammo nel migliore bar di Napoli, ordinammo due caffè e andammo al bagno. Inutile dire che quando uscimmo i caffè erano talmente freddi che erano diventati imbevibili, ma l’importante era che avevamo fatto sesso nel bagno del caffè di Piazza Plebiscito. Una piccola pozza di liquido segnava dove eravamo passati. Altre volte ci divertivamo a provocare degli ignari passanti, con lei che si alzava la gonna vuoi per assestarsi il reggicalze, una volta per togliere le mutandine dal culo, il tutto quando passava una sola persona che poteva ammirare quel ben di Dio. E mentre poi scopavamo pensavamo alle seghe che quello sconosciuto si stava tirando su quanto aveva visto.
Comunque dopo circa una settimana tornammo entrambi a Roma e visto che era la settimana di Pasqua diradammo un po’ i nostri incontri. Passate le festività, il mercoledì dopo Pasqua mi arrivò un sms da un numero a me sconosciuto che recitava “Recarsi in Via Tal de Tali, presso il noto Motel e accedere alla stanza 23, con massima cortese urgenza, problema da affrontare e risolvere quanto prima”nessuna firma. L’ufficio del personale aveva già un mio permesso per un servizio esterno siglato dal Direttore Generale in persona, quindi pensando che si trattasse di lavoro, avendo la mia azienda degli interessi in loco, con il massimo della calma mi recai presso il motel: Arrivato sul posto chiesi al portiere se potesse indicarmi la stanza 23 identificandomi come un responsabile per risolvere “le problematiche che si erano presentate in loco”. Il portiere mi guardò strano e mi disse che la stanza si trovava al primo livello e che potevo accedere direttamente con l’auto fin davanti alla porta. Sinceramente mi sembrò un po’ strano che ci fosse un problema che dovevo risolvere proprio io, ma con la mia azienda ero abituato a questo e ad altro. Bussai alla porta e non ottenendo risposta provai ad aprirla. La porta non era chiusa a chiave e riuscii ad aprirla per entrare. Una volta dentro mi trovai davanti la “dottoressa” nuda sul letto che si stava masturbando con un vibratore dalle dimensioni generose. Mi stava aspettando, la porca, e per non perdere tempo si era già scaldata da sola, dalla sua fica usciva un filo di liquido argenteo che le colava all’interno delle cosce mentre lei rantolava piano. “Ma allora è questa la sorpresa per la quale dovevo prepararmi” le dissi e lei di rimando “Questa è solo una parte, poi vedrai”. Senza perdere altro tempo mi tuffai tra le cosce aperte ed inizia a leccare quel liquido che fuoriusciva dalla fica, senza nel frattempo fermare il vibratore che anzi cercai di spingere ancora più in profondità. Inutile dire che il liquido emesso dalla vagina aveva già abbondantemente lubrificato l’ano permettendomi di entrare con due dita senza alcun tipo di fatica. La mia erezione improvvisa ed imperiosa aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli in brevissimo tempo e non vedevo l’ora di infilare il mio arnese in un qualche buco disponibile. Appena iniziai ad avvicinarlo alla sua entrata posteriore, mi fermò e se lo portò vicino alle labbra, iniziando un lavorio con la lingua come mai aveva fatto. Alternava leccate a succhiate, mi faceva diventare pazzo e voglioso di sborrarle in faccia. Appena si accorgeva che ero sul punto di esplodere si fermava e mi guardava per poi ricominciare di nuovo. Dopo un po’ sentii bussare all a porta, lei mi guardò con un sorriso enigmatico e mi disse di andare ad aprire, che lì iniziava la vera sorpresa. Andai ad aprire e mi trovai di fronte quattro sconosciuti, tra cui un ragazzo di colore, che senza porsi troppi problemi entrarono nella stanza ognuno dandomi la mano e presentandosi. “Mark” “Franck” “Prof” “Black”. Nudo com’ero mi si ammosciò subito tutta l’attrezzatura, non tanto per le presentazioni, quanto per il fatto che non avevo capito chi fossero questi quattro individui che si erano presentati in stanza del motel dove stavo per trombarmi la mia bella. Lei invece non si sconvolse più di tanto e mi disse “Ecco la sorpresa che stavo aspettando!” Insomma i quattro erano stati contattati da lei affinché si organizzasse una gang bang con lei come unico soggetto femminile. In men che non si dica i quattro furono subito nudi e bisogna ammettere che il ragazzo di colore faceva impallidire tutti in quanto a dimensioni. Aveva un cazzo pari a quello di un cavallo che gli arrivava quasi al ginocchio, gli altri sembravano dotati ma, niente di esagerato. Uno dei quattro tirò fuori una macchina fotografica mentre un altro disponeva sul comò varie scatole di preservativi. Lei intanto aveva continuato a infilare nella fica il vibratore spinto al massimo della velocità. Uno dei quattro iniziò a scattare foto su foto e, più scattava foto più la “dottoressa” si infoiava e più i cazzi diventavano duri. Uno dei tre si avvicinò al letto e avvicinò il suo arnese alla bocca della porcona, che senza farselo neanche chiedere iniziò a succhiare a più non posso tentando di ingoiarlo fino in fondo, io nel frattempo mi ero tuffato tra le gambe con la fica lasciata libera dal vibratore che continuava a funzionare sul letto ed avevo ripreso a leccare i suoi umori sempre più abbondanti, sentivo che cercava di usare le solite frasi che le uscivano in quei momenti, ma aveva la bocca continuamente occupata perché un altro che non scattava foto si era insediato sul letto e le infilava il cazzo in bocca il nero le succhiava il seno come un lattante. Intanto la “dottoressa” stava diventando rossa sotto le orecchie come le accadeva solamente dopo la terza scopata. Mentre le stavo leccando la fica mi capitò vicino il vibratore, e senza pensarci su neanche un po’ lo puntai sul suo buco del culo. Con un movimento lento lo infilai dentro, e lì fu l’apoteosi. Iniziò a dimenare la testa come un’ossessa, il respiro si fece rapidissimo, il rossore aumentò ancora, i succhi si moltiplicarono e iniziò a uscire dalla fica tanto di quel liquido che sembrava si stesse pisciando sotto. E questo era solo l’inizio. Dopo un po’ mi stancai di leccare solamente la fica e decisi che anch’io volevo infilare il mio cazzo in uno dei suoi buchi. Tolsi il vibratore, feci tornare il culo di dimensioni accettabili e me la feci sedere sopra infilandoglielo tutto su per l’ano, un altro le venne davanti e iniziò, dopo aver indossato il preservativo, a scoparsela di santa ragione, sentivo il cazzo che strusciava contro il mio come se fossero tutte e due nello stesso buco. Il nero che intanto aveva mollato le tette si avvicinava alla bocca della “dottoressa” che iniziò con una leccata della cappella spropositata, tentando poi di farselo entrare in bocca come aveva fatto con gli altri, ma senza riuscirci più di tanto. Io intanto da dietro le sussurravo “Pensa a quando al mio posto ci sarà Black, ti vedrò con il culo tanto largo che potrò infilarci il pugno” e lei di rimando “Si, ma lui sarà l’ultimo perchè prima li voglio sentire tutti che mi sborrano nel culo”. A queste parole non mi trattenni più e venni nel suo intestino, ed essendo senza preservativo lo sperma colò sporcandomi i peli, il cazzo e le palle. Anche quello che sa la stava scopando venne subito dopo di me, e rimase tutto nel profilattico. Appena sfilammo i nostri cazzi dai suoi buchi un’altra colata di liquido bianco uscì dal culo continuando a sporcarmi le palle. La feci girare e le feci ripulire con la lingua tutto il liquido che mi aveva riversato sui peli e sulle palle, mentre era così girata il ragazzo di colore le si avvicinò da dietro ed iniziò lentamente ad infilarglielo nella fica, Mi accorsi che provava un po’ di dolore per un leggero morsetto che mi dette sui coglioni che mi stava succhiando. Ci mise un po’ lei ad abituarsi alle dimensioni e lui a farlo entrare per una buona metà, poi piano piano iniziò a fare avanti e dietro iniziando a scoparsela sempre più intensamente, finchè gli dissi che la “dottoressa” godeva a sentirlo quasi uscire per poi sentirselo spingere sempre più in profondità, e così iniziò a fare, la porca ora godeva a più non posso e a forza di succhiarmi l’uccello me lo aveva fatto tornare duro e iniziai a scoparle la bocca fino in fondo sentendo quei mugolii che uscivano perché il nero la scopava sempre più a fondo, provocandole piacere misto a dolore visto che la fica era dilatata in modo abnorme. Dopo un bel po’ di tempo che il nero la stava scopando a pecora ed io avevo il cazzo piantato fisso nella sua bocca, lui si stancò e decise che era arrivato il momento di farle il culo. Tirò fuori il suo bastone nero dalla fica che uscì con un rumore tipo tappo di spumante e dalla vagina ormai slargata iniziò ad uscire un fiume di liquido e aria, sembrava quasi scoreggiasse dalla fica, con le mani prese un po’ di quell’umore e iniziò a spalmarlo intorno al buco già aperto, ma che mai, anche se ne aveva presi due in contemporanea, aveva subito un calibro di quella portata. Ci mettemmo tutti intorno a vedere questa penetrazione con lei che era indecisa se scappare o favorire quel bestione che stava per entrare nel suo intimo. Appena sentì la cappella poggiarsi sulla zona esterna dell’ano fece un piccolo balzo in avanti come a sottrarsi, poi con fare deciso rinculò all’indietro e si infilò da sola tutta la cappella nel culo lanciando un urlo che non le avevo mai sentito. “Chiano, p’a Maronna fa chiano se no mi scassi il mazzo, aress’ comincia ad andare su e giù, ma fa chiano chiano, che m’o vogli godè tutto ind’o culo” E Black iniziò una lenta ma costante penetrazione, un centimetro per volta entrava questo mostro nell’ano della “dottoressa” che più stava e più si vedeva che si abituava a questo trattamento, finchè iniziò a goderselo appieno, iniziando la solita litania di mugolii inframmezzati da invocazioni in napoletano stretto. Intanto io avevo ripreso possesso della bocca della “dottoressa”, ma stavolta stando all’impiedi in modo da poter essere spompinato ed osservare quella penetrazione bestiale, la scena del culo slargato della “dottoressa” mi eccitò a tal punto che dopo poco tempo decisi che non resistevo più e scaricai tutto il mio piacere nella sua bocca, lei non mollò neanche per un attimo la presa e si bevve tutto quel poco che ancora usciva dal mio pisello. Nel culo della “dottoressa” ora poteva entrare agevolmente la mano stretta a pugno ma lei continuava a farsi inculare con gli occhi chiusi avendo nel profondo dell’ano oltre trenta centimetri di cazzo, finchè anche il nostro amico Black venne nel suo culo, un filo sottile di sperma iniziò ad uscire anche se manteneva il bastone piantato dentro. Appena lo sfilò uscì un fiume bianco misto a qualcosa che proprio bianco non era ed anche a qualche gocciolina di sangue, quando uscì quell’enorme pezzo di carne dall’ano ci fu un’altra scarica di scorregge ancora più potenti di quelle erano uscite in precedenza suscitando in tutti grande ilarità e cameratismo. Sfinita la “dottoressa” si accasciò sul letto continuando ed eruttare sperma dal culo e stette con gli occhi socchiusi per un certo tempo, poi si scosse si alzò e raggiunse il bagno, si sedette sul bidet per rinfrescarsi un po’ il buco del culo ed aprì l’acqua in modo tale che lo zampillo centrasse in pieno l’ano. Con calma la seguimmo tutti quanti all’interno del bagno e mettendoci attorno a lei iniziammo a segarci, eravamo già tutti con il cazzo ben in tiro vedendo il martirio di quel buco trasformato in voragine, tranne il nostro amico Black che aveva difficoltà a farlo tornare in erezione, ma continuava anche lui a scuotere quel lungo bastone nero, finchè Mark, Frank e Prof dissero che erano ad un passo dal venire e neanche un minuto dopo iniziarono a schizzare chi in faccia, che sul seno, e chi mirando al buco del culo, in breve si trovò ricoperta di moltissimi segni di sborrate potenti. Né io né Black sentivamo lo stimolo a venire così insieme decidemmo di levarle un po’ di quello sperma di dosso ed iniziammo a pisciare addosso alla “dottoressa” che dopo un primo istante di sorpresa aprì la bocca invitandoci a pisciarle direttamente in bocca, cosa che feci con molto piacere mentre il mio amico di colore mirava direttamente al culo, in breve la porca riuscì a godere nuovamente e stavolta non si trattenne ed insieme all’orgasmo arrivò anche un potentissima pisciata da parte sua.
Dopo aver fatto tutti una doccia, ci rivestimmo, i nostri nuovi amici se ne andarono alla spicciolata così come erano venuti, complimentandosi con entrambi ed offrendoci di entrare nel loro gruppo se avessero avuto bisogno anche di una donna particolarmente zoccola, come si era rivelata la “dottoressa”. Ci dissero anche di lì a poco ci avrebbero inviato le fotografie che avevano scattato e che le avrebbero pubblicate sul loro sito, ovviamente con le facce travisate, cose che puntualmente avvennero entrambe di li a pochi giorni.
Avevamo passato così oltre cinque ore a scopare come maiali ed eravamo entrambi distrutti, lei con tutti i buchi arrossati ed io col mio pisello ridotto a uno straccio, decidemmo così di sdraiarci un po’ per riposare, ma il letto era un pantano di sperma, saliva e altro, quindi prendemmo le nostre auto ed andammo a casa sua dove ci mettemmo a riposare fino a sera inoltrata.
Il giorno dopo in ufficio mi fecero anche firmare un foglio per il pagamento dello straordinario, bisogna dire che me lo ero proprio sudato!

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