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Il mio primo qualcosa con qualcuno


di 001Annie
08.10.2019    |    26.013    |    35 9.7
"A volte immaginavo di avere le sembianze delle modelle su cui i miei amici si segavano, di sedurli e portarli a letto, e queste fantasie erano sempre davvero..."
Ciao a tutti questo è il mio primo racconto, cercherò di scrivere sempre meglio, ma intanto questa cosa mi è successa davvero!

Ho iniziato da abbastanza piccola a provare attrazione per i ragazzi: lo vedevo come un tabù assoluto, ma questo forse mi eccitava ancora di più.
Già a 14 anni mi chiudevo in camera a masturbarmi pensando ad alcuni miei compagni della squadra di calcio, qualcuno della classe, ogni tanto guardavo anche dei video di baci gay.
Ogni volta che venivo, venivo presa come da un senso di colpa, che mi faceva ripromettere di non farlo più, promessa che svaniva non appena qualcosa mi faceva riaccendere il fuoco.
A 15 anni capii, anche grazie a tante sensibilizzazioni fatte a scuola, che non c’era assolutamente niente di male nei miei gusti, ma per via di una certa chiusura mentale degli altri (o forse solo una mia paura che questa ci fosse) non mi era mai neanche passato per la mente di fare outing, di sicuro non finché i miei pensavano che ancora io non avessi mai ragionato sul sesso. Iniziai a farmi fantasie partendo da certe scene dei film e ogni tanto sotto la doccia mettevo anche un dito lì dietro mentre mi toccavo.
Fu solo a 16 anni (due anni fa) che mi capito però di provare il cross dressing per la prima volta.
Molte persone raccontano di come avessero sempre avuto la pulsione a vestirsi con abiti femminili e come questo li facesse sentire bene, per me invece fu perecchio diverso.
Nelle mie fantasie ero sempre passivo e in alcune di esse ero una donna. A volte immaginavo di avere le sembianze delle modelle su cui i miei amici si segavano, di sedurli e portarli a letto, e queste fantasie erano sempre davvero esplosive per me.
Alla festa di Halloween erano venuti alcuni compagni e compagne di classe a casa a dormire, dopo una serata in una pessima discoteca. Alla mattina dopo due di loro sfottendomi lasciarono i loro costumi della sera prima li:
Uno da uomo ragno e uno da donna (ovviamente sfarzoso e scherzoso, un vestitino brillantinato e una parrucca viola).
Lì per lì non ci feci neanche caso, ma quando il pomeriggio del 1 Novembre ero in camera intento a masturbarmi su alcune scene hard di un film (sesso tra protagonisti uomo e donna), iniziai a toccarmi i capezzoli e stuzzicarmi le labbra, in breve mi misi a terra con jeans e mutande alle caviglie e presi a toccarmi il culo.
Non contenta andai in cucina dove sapevo esserci un cetriolo, lo lavai velocemente e tornai in ginocchio, ficcandomelo in gola mentre mi toccavo: fu allora che mi venne in mente il vestito da donna di halloween. Lo misi e mi contemplai allo specchio, mi toccai le cosce lisce e nude, fino ad arrivare al mio membro durissimo che schiaffeggiai. Mi rimisi a pecora per terra, con il cetriolo in gola e ricominciai a toccarmi.
Feci una sborrata selvaggia sul pavimento e finii per mordere il cetriolo.
Mi accasciai al suolo e rimasi ad accarezzarmi le gambe e le braccia per un po’. Non ero mai venuto in quel modo prima, avevo schizzato ovunque sul parquet della mia cameretta.
Quello fu un anno di scoperte: decisi di comprarmi un vestitino al mercatino dell’usato (insistendo pure perché togliessero il prezzo come se fosse un regalo) e un paio di mutandine dal supermercato vicino casa, iniziai a guardare video tutorial sul trucco (che rubavo a mia sorella più grande di 10 anni) e il tutto culminava con delle volte in cui, truccata, vestita e profumata, mi facevo da sola un video col cellulare mentre spompinavo una zucchina o un würstel e poi mi masturbavo più volte guardandolo.
Essendo il mio guardaroba maschile ricco di capi attillati, molte volte quelli mi facevano sentire eccitato perché li portavo in giro.
Ho dei pantaloni della tuta molto skinny che mettevo a volte senza le mutande ed insieme ad un filo di lucida labbra uscivo così e mi sentivo eccitata e osservata (molto probabilmente proprio nessuno mi osservava).
L’anno passa così e se arriva al quarto anno di scuola superiore.
Nel secondo semestre ci viene comunicato che saremo in gita a Monaco con i ragazzi del quinto anno.
Dopo un primo momento di panico in cui temiamo di essere bullizzati, accettiamo la cosa e andiamo avanti.
Il giorno della partenza io approfitto dei soldi dati dai miei per comprarmi un set di trucchi base in un negozio di cinesi, lo avvolgo in un pacchetto regalo (per non destare sospetti) e lo nascondo per bene nello zaino, insieme ad una maglia a maniche lunghe piuttosto stretta e i miei magici pantaloni della tuta ( un abbigliamento femmminile che però potrebbe passare inosservato).
Appena arrivati sul pullman conosciamo i ragazzi di quinta. Sembrano tutti simpatici e per niente intenzionati a rivalersi della loro età su di noi.
Qui conosco Matteo, uno dei due capoclasse di quinta che farà da assistente alle prof per i siti turistici.
Sono molto appassionato di storia dell’arte e così ci inchiacchieriamo tranquillamente.
La prima sera però, succede qualcosa di sconveniente: rimaniamo a parlare io e lui sul terrazzo della reception dopo due birre prese al bar di fianco all’hotel.
Lui fuma una sigaretta, si sta scherzando e ridendo, ma ad un certo punto lui si fa tutto serio e mi dice:
“Sai, non dovresti vergognarti di nulla e con nessuno”
Io lo guardo perplesso
“Ma di che stai parlando, scusa?”
“Ho visto come ti trattano gli altri, tendono a escluderti solo perché a volte hai dei modi un po’...”
Lo guardo facendo finta di non capire, ma ho afferrato benissimo invece: sono sempre stato un ragazzo piuttosto effemminato, curato nell’aspetto e questo, a vote, creava dei piccoli sfottò ai miei danni, ma nulla che si fosse mai concretizzato in qualcosa di realmente fastidioso.
“...effemminati, ecco” continua Matteo.
“Tu non devi vergognarti di essere come sei, perché uno può avere i modi che vuole, e poi, se anche tu fossi davvero.. il problema dove sarebbe?”
Questo eccesso di confidenza mi crea un forte fastidio, così reagisco male
“Fottiti” gli dico e torno in camera.
La sera dopo andiamo tutti a letto presto, mentre la terza sera è previsto un salto in discoteca per i maggiorenni e un giro di pub per tutti gli altri.
Matteo ogni tanto mi scruta con aria contrita, ma io lo ignoro. Non viene a parlarmi, sa di avermi infastidito.
Fattosi un certo orario della serata e dopo un paio di birre bevute di straforo, ci si dovrebbe avviare verso il centro città per prendere la navetta per la discoteca o rimanere nei pub in centro.
Io però decido di andare in albergo prima, inventandomi un forte mal di testa: in realtà so benissimo che sarò l’unica in albergo ad eccezione di una prof che mi accompagnerà e che subito dopo andrà a dormire nella sua camera.
Così è ed io mi trovo nella mia camera, con un minimo di 3 ore da passare completamente solo.
Tiro fuori il portatile, preparo un video su pornhub e vado in bagno.
Mi faccio una doccia e, senza le mutande, metto i miei pantaloni di tuta attillati e la maglia a maniche lunghe stretta, poi mi metto davanti allo specchio, è ora di truccarmi un po’!
Quando ho ormai finito e fatto un bel lavoro, sento bussare alla porta della camera.
“Chi c’e”
“Ehi sono Matteo, volevo vedere se andava tutto bene”
Per poco mi viene un infarto
“Oh! Si sì, non preoccuparti, sto già meglio!”
“Ah ok, senti io ti ho portato del Moment, te lo lascio un attimo in camera”
“Ah.. scusa ma ora sono in bagno con un disagio di stomaco e non posso aprirti!”
“Ma non avevi mal di testa? Va be comunque ho le chiavi della camera che mi hanno dato giù, entro un attimo e te le lascio sul comodino!”
Non ho neanche il tempo di ribattere che sento la porta aprirsi e ancora lui:
“Il tuo letto è quello col portatile acceso immagino!”
Ora, io sapevo di avere la home page di pornhub Gay sul computer e sapevo che un ragazzo che avevo conosciuto da due giorni e che persino mi aveva pizzicato sulla questione stava per vederlo. Sarà stata la sorpresa, il fatto che un secondo prima il sangue era ovunque tranne che al cervello, forse saranno state le due birre, ma mi sono precipitata fuori dal bagno per andare a chiudere il portatile. Truccata e vestita!

Chiuso lo schermo del portatile e realizzo la cosa contemporaneamente.
Mi paralizzo e lo guardo.
Matteo è almeno 10 cm più di me (quindi quasi 1,90), mi sta guardando con aria molto perplessa.
“Ma che hai in faccia?”
Io sono totalmente nel panico
“Io, stavo solo, scherzando, perché..”
Ma vedo che lui non mi crede ed istintivamente mi copro il viso con le mani e faccio per scappare in bagno.
Neanche il tempo di fare un passo e lui mi blocca. Mi abbraccia.
“Non preoccuparti, ero serio quando dicevo che non hai nulla di cui vergognarti. Siamo nel 2018, una cosa strana non è per forza brutta”
Ora la mia testa è sul suo petto, le sue braccia mi stringono pianissimo, in qualche modo mi sento per la prima volta compresa.
Alzo lo sguardo a lui
“G-grazie!”
Lui fa per dirmi un cordiale “figurati”, ma lo bacio prima che possa farlo.
Lui subisce il
Bacio in un primo momento, ma poi ricambia, pur rimanendo immobile col corpo.
Quando mi stacco mi dice l’unica frase che avrebbe potuto far succedere altro:
“Sei bellissima”
A quel punto lo bacio ancora e con le mani cerco io suo corpo, le sue questa volta iniziano a frugarmi, si fermano sulle mie chiaope sode, poi scorrono su.
Lo blocco
“Aspetta”
Vado a chiudere a chiave la porta a doppia mandata con la chiave inserita e mi tolgo la maglia.
Ora sono di nuovo su di lui, cerco di togliergli il maglioncino
“Prometti che non dirai niente?” mi dice
“Certo che sì” rispondo
Finalmente siamo entrambi a torso nudo ed il bacio diventa più carnale, ho il cazzo durissimo e lui lo sente, ha un bellissimo corpo. Parte del mio rossetto è sulle sue labbra, sono eccitata da morire: nella vita non avevo mai baciato un ragazzo ed era pure bello.
Faccio andare giù la mano: o la va o la spacca.
Sento attraverso i pantaloni di tela il suo cazzo già un po’ duro ed inizio a strusciarlo.
Lui mi cinge dolcemente il collo
“Che vuoi fare?”
Io gli dico solo
“Lasciatelo fare”

Mi inginocchio di fronte a lui, gli slaccio prima il bottone, poi la zip, lentamente.
Ho il cuore che batte all’impazzata e solo ora realizzo che stiamo davvero facendo una follia scaturita dal nulla! Ma che voglia!
Allargo le mani ai fianchi dei suoi pantaloni, inizio a spingermi giù e vedo sbucare un paio di candidi boxer davvero rigonfi.
Passo una mano sul cotone morbido, mi sento la gola secca: ho paura ma mi sento in balia degli eventi.
Ecco che arrivo all’elastico, tiro giù i suoi boxer e salta fuori un gran bel cazzo: liscio, dritto, circonciso, pulito e profumato di bagnoschiuma.
Ho guardato un milione di video tutorial e letto articoli in ogni dove (su questo sito anche, l’ho conosciuto così) su come fare un pompino ed ecco che devo mettere tutto a frutto in un colpo solo.
Parto leccando l’attaccatura tra le palle e l’asta e la risalgo tutta, Matteo ha un gemito al primo contatto.
Rifaccio la stessa cosa un paio di volte e poi, quando arrivo in cima, lo metto finalmente in bocca.
Lo succhio come una puttana e a lui sembra piacere infinitamente. Inizia ad accarezzarmi delicatamente la nuca.
Lo succhiotto per un tempo che a me sembra lungo e meraviglioso, ma probabilmente corrisponde a non più di 2-3 minuti.
Scendo allora l’asta con tutta la lingua, ora molto più bagnata e gli prendo il cazzo in mano, mi metto a leccare in mezzo alle palle: questo lo fa impazzire e geme come se stesse già venendo.
Ma la testa la perde per davvero quando inizio a succhiargli le palle e segarlo con lo stesso ritmo. Lo regge per pochi secondi e poi mi strappa via violentemente prendendo mi per i capelli e spostandomi la mano, poi mi stringe la testa con entrambe le mani ed inizia a scoparmi fortissimo la bocca, o meglio, la gola.
Mi sento soffocare e sento scendere una lacrima che porta con se un po di mascara.
Neanche il tempo di abituarmici e Matteo emette un rantolo soffocato ed un primo getto caldissimo nella mia gola. Il istintivamente faccio per ritrarmi, ma lui fa altri due getti proprio sulla mia faccia.
Mi sento benissimo, quando apro gli occhi lo vedo accasciarsi sul letto, stordito.
Io corro in bagno a sciacquarmi.
Quando torno non c’e, ma ho un suo messaggio:
“E stato bellissimo, ti prego, non dirò a nessuno”.
Questo è quanto, spero abbiate apprezzato, le prossime volte farò meno introduzione










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