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Prime Esperienze

Le prurerie della mia Marcella


di Membro VIP di Annunci69.it swan2350
15.11.2022    |    10.995    |    5 9.1
"Arrivai persino a spiarli, favorita dal fatto che non lo facevano al buio..."
Il menàge tra Guglielmo e Marcella procedeva a gonfie vele. Scopate intense, intervallate dalle richieste modaiole di Marcella, sempre soddisfatte da Guglielmo che ad ogni capo acquistato vedeva la troiaggine di Marcella aprirsi di più alle sue voglie.
La libidine di Guglielmo, mentre scopava la troietta, l’aveva progressivamente portato ad interrogarla sulla sua vicende sessuale.
Ne approfittava dell’eccitazione del momento, per chiederle i particolari pruriginosi sulla dimensione dei cazzi che l’avevano sbattuta nel corso degli anni, in quali occasioni l’aveva preso nel culo e nei contesti più improbabili dove si era fatta scopare, facendo la troia più del solito.
E la ragazza, capita l’antifona rispondeva con malizia per eccitarlo sempre di più.
Aveva passato un periodo in collegio e con la vicina di letto si era creata la prima complicità lesbica, fatta da innocenti toccatine. Aveva ricevuto le prime confidenze ed aveva imparato a guardar la protuberanza dei cazzi degli uomini maturi, in spiaggia o d’estate quando i pantaloni leggeri lasciano meglio scoprire la dimensione del cazzo.

Macella era stata una ragazza precoce!
In certe occasioni era anche lei, di spontanea volontà a stuzzicare Marcello, con confessioni impreviste che lui non avrebbe mai immaginato e che contribuivano ad eccitarlo ancor di più.

Era un modo di godere che eccitava il corpo e stimolava il cervello.
Un pomeriggio di particolare tranquillità, dopo un pranzetto langarolo succulento innaffiato da un ottimo nebbiolo, Marcella iniziò un racconto che lasciò Guglielmo eccitato e sbalordito.
Per non perdere nemmeno una parola, è la stessa Marcella che parla: “Quando avevo quasi 16 anni, mi recavo al pomeriggio da Nadia, una mia amica che aveva compiuto 18 anni. Avrebbe dovuto aiutarmi in matematica, ma il maggior tempo lo passavamo a raccontarci frivolezze, desideri e prime esperienze sessuali.

Lei era più grande di me ed aveva un filarino. Io ero ancora vergine e le uniche esperienze con l’altro sesso, le avevo avute con due ragazzi, vicini di casa ai quali avevo fatto qualche sega al cinema e con le amiche del collegio.
Di notte mi capitava talvolta di ascoltare sospiri e gemiti provenienti dalla camera dei miei genitori o invocazioni sussurrate da mia mamma che non voleva che mio padre glielo infilasse nel culo.

Mi eccitavo, immaginavo le scene ed immancabilmente mi toccavo la fighetta. Arrivai persino a spiarli, favorita dal fatto che non lo facevano al buio. Volevo vedere il cazzo di mio padre e ci sono riuscita, spiandolo mentre era sotto la doccia e vidi, con un po’ di eccitazione, era decisamente più tornito di quello dei miei amichetti.
In più occasioni, mentre mi toccavo la fighetta, avrei voluto essere presa da lui, o meglio dal suo cazzo…e fantasticavo.

Nei nostri incontri, oltre a parlarmi del suo ragazzo che l’aveva appena sverginata, Nadia mi incuriosiva per un motivo preciso. I suoi genitori possedevano un alberghetto sulla collina.
Quando andavo a trovarla notavo, in pieno pomeriggio, coppie di ogni età che entravano ed uscivano dall’albergo. Nadia mi disse che quello era un albergo ad ore per le coppie clandestine.

Avevo anche visto più volte un anziano che frequentava l’albergo con donne diverse. Nadia mi disse che era un nobile che una settimana si accompagnava con una bruna e la settimana successiva con una rossa. Poi per ritemprarsi le forze beveva un coppa di champagne con qualche goccia di cognac.

In assenza dei suoi genitori ci è anche capitato di rimanere alla reception, assegnare le camere, ritirare i documenti delle coppie ed infine, riscuotere il prezzo della stanza.
Facevo l’indifferente , ma la visione delle coppie godute, mi eccitava sempre di più.
A casa fantasticavo, soprattutto quando incrociavo uomini di mezz’età che per la mia prima volta mi avrebbero dato più affidamento dei ragazzini.
Immaginavo che se fossi stata al posto di Nadia, mi sarebbe piaciuto infilarmi in qualche stanza e fornire il servizio completo alle coppie. Anche perché capitava che qualcuno dimenticasse orologio e capi di vestiario e tornasse un po’ mortificato a recuperarlo.
Nel caso, erano sempre gli uomini.

Li sarebbe stata l’occasione propizia, ma, al momento si trattava di un desiderio, ingrandito dalla fantasia.
Un giorno, in previsione di più stanze prenotate, Nadia aveva dovuto provveder alla pulizia delle camere, non appena gli ospiti ebbero lasciato l’albergo perchè fossero poi fruibili da altre copie.

Quel giorno, uscì da una stanza una bella coppia, con la donna con la faccia da porca e l’uomo un vero bull, che mostrava eccitanti protuberanze e mi guardava con voglia.
Non persi l’occasione per seguire Nadia, con la scusa di aiutarla al rifacimento della camera. Appena entrate nella stanza, Nadia fu distratta perché altri ospiti stavano per lasciare l’albergo, così mi lasciò sola, per accompagnare la coppia all’uscita.
Ne approfittai immediatamente e mi precipitai ad annusare le lenzuola e cercare eventuali dimenticanze. Poi nel bagno trovai un asciugamano bagnato. Era zeppo di umori di lei e si sentiva anche l’odore della sborra di lui.

Al che rimasi in bagno, mi sedetti sulla tazza ed iniziai ad annusare l’asciugamano per poi strusciarmelo sulla figa in fiamme e godere con il mio ditino impertinente. Mi ricomposi e attesi Nadia per aiutarla nel rifacimento della stanza.

Tornai a casa eccitatissima e mi stuzzicai ancora la figa in tutti i modi, per cercare di prendere sonno. Immaginavo di essere sul lettone tra la coppia, alla loro mercè.
Pochi giorni dopo, incontrando Nadia, iniziai a porle molte domande, sull’attività dell’albergo e su cosa provasse nel vedere le coppie che entravano per scopare e se mai avesse origliato alle porte delle stanze.

Anche lei si aprì con me, perchè il fidanzato non la soddisfaceva a dovere. Mi disse che si immedesimava in qualche coppia che riteneva particolarmente assortita e sulla quale, qualche pensierino ce l’aveva fatto, senza fare nulla.

Nadia mi confidò che un giorno, quando non c’erano i genitori, una coppia le citofonò chiedendole di portare in camera una bottiglia di acqua minerale. Nadia si recò con la bottiglia ed i bicchieri . Trovò la donna sdraiata e nuda sul letto, in atteggiamenti lascivi.
Il partner era nudo con l’asciugamano che l’avvolgeva in vita. L’accolse con il sorriso, la fece entrare, le disse di attendere, mentre estraeva dal portafoglio una banconota da 50000 lire.

Nadia rimase sorpresa e sorrise nel ricevere la mancia. Al che l’uomo si tolse l’asciugamano e svettò un bel cazzo nodoso, l’abbraccio di dietro e la riversò nel letto, ordinandole di leccare la figa della sua donna. Nadia non era abituata, ma ci teneva alla paghetta ed eseguì, provando turbamento e curiosità.

La donna godette e le strinse la testa sulla figa, mentre il ragazzo le tirò su la gonna, per strusciava il cazzo sul culo, quasi entrandole tra le chiappe. Mentre la donna godeva sotto i colpi di Nadia, in partner le leccò figa e culo, facendole provare un piacere indescrivibile.
L’inesperienza ed i timori di Nadia la fecero desistere dal continuare, ma ci provò gusto e si eccitò per il godimento animalesco della ragazza, sotto il volteggiare della sua lingua.
Nadia non disse nulla ai suoi genitori, perché si vergognava ed avrebbe voluto provare altre esperienze e per di più retribuite. Me l’ha confidato con goduria ed un po’ di orgoglio. La cosa mi ha anche un po’ eccitata.

Un giorno all’uscita della coppia preferita da Nadia, le proposi di recarci subito in quella camera ed appena entrate, presi l’iniziativa.
Cercai l’asciugamano che si trovava ancora nel letto disfatto. Lo presi in mano annusandolo e dissi a Nadia che la sua donna preferita l’aveva usato per asciugarsi la figa. Al che Nadia un po’ eccitata, lo annusò con cupidigia.

Era fatta! Ce lo contendevamo con una morbosità mai provata prima. Ormai in preda all’incontrollabile libidine, mi tolsi gonna e mutandine, mi coricai sul letto e mi toccai la figa con l’asciugamano, invitando Nadia a fare altrettanto.

Mentre lei fu presa alla sprovvista, iniziai un godurioso ditalino. Lei si mise accanto a me per imitarmi e ci sfiorammo i piedi, quasi per fare i preliminari.
Era molto eccitata. Ci contendevamo il capo che dopo poco era zeppo degli umori della coppia e dei nostri e godemmo da vere troie.
Non mi rivestii senza prima aver dato una leccata alla fighetta di Nadia e proseguimmo con un 69 carico di voglia e di passione, con gemiti e sospiri. Mi confidò che il suo ragazzo non le aveva mai fatto un trattamento così.

Ormai anche per me si stavano aprendo le porte della goduria.
Nadia mi promise che appena avesse rinvenuto perizomi o altre prede succulente, mi avrebbe avvertita.
Con Nadia, quasi ad ogni incontro un bel 69 era diventato la consuetudine. Ce lo facevamo con reciproca libidine, mentre già pregustavo, seppur con un po’ di timore, il giorno in cui mi sarei fatta spaccare la figa”

Mentre Marcella parlava ero eccitatissimo. Lei mi prese il cazzo per un lenta sega e si aprirono nuove vie per scatenarmi la libidine ed orchestrare altre stimolanti avventure.
Ormai ai miei occhi, Marcella era una troia fatta e stavo maturando altre eccitanti situazioni da proporle, dopo una visita propiziatoria in boutique.

Volevo ricavarne altre confessioni intime e buttarla in un’avventura con più persone, coinvolgerla in un orgia e scambiarla con altre troie.
D’altronde il mio sentire non era egoistico. Contribuivo soltanto ad alimentare il suo istinto animalesco per poi portarla a situazioni estreme con qualcuno che per assaggiarla, l’avrebbe anche pagata.

Racconterò quanto prima le altre tappe, in attesa di trascinarci entrambi in una libidinosa ricerca del piacere, senza limiti.

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