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Notte buia e tempestosa


di normanmonteiro
06.02.2024    |    359    |    0 6.0
"Eppure, ancora oggi, un sottile brivido percorre la mia pelle, ricordandomi di quella notte incantata e dei piaceri oscuri che ci sono stati concessi..."
Preambolo: io e Silvia lavoravamo e vivevamo in un Castello: il mio compito era di massaggiare (e non solo) la " castellana" che si presentava un weekend al mese. Silvia doveva tenere a posto, tutto lucente, non aveva fretta tanto la Signora si presentava solo nei giorni di Luna Nuova. Sempre soli era normale che finissimo a letto, dimenticavo una coppia sulla sessantina veniva una volta alla settimana a mettere a posto il Parco, la giardiniera, signora ancora piacente faceva in modo di restare col marito due giorni, lui impotente guardava lei che si scatenava con me e Silvia, con lei tutto era lecito, scat a parte. Ma i giardinieri e la castellana sono storie a parte o forse credo. Un giorno io e Silvia trovammo una stanza da letto segreta, si da vecchio maniero, increduli era tirata a specchio, diventò la nostra alcova. cazzo quanti libri e oggetti per una camera da letto! Ora inizia il racconto vero e proprio con ambient molto lugubre e Gothic.

Luna piena. Mi trovavo in una notte buia e tempestosa, quella che sembra essere presagio di avvenimenti sinistri e seducenti. All'interno della stanza, un'atmosfera misteriosa dominava ogni angolo, mentre riflessi sinistri danzavano tra le fiamme del camino. Ero immerso in un'atmosfera gotica, nutrendo la mia sete di conoscenza e di emozioni.
All'improvviso, un suono sonoro si fece strada nell'aria silenziosa, come un sussurro di passi nella notte. Mi girai di scatto, pensai a Silvia arrivata dalla doccia per giacere con me, e invece lì, di fronte a me, apparve una figura enigmatica, avvolta in uno splendido abito nero che sembrava danzare con le ombre. I suoi occhi, come due fiamme ardenti, mi scrutavano con un'intensità che faceva fremere la mia anima inquietante.
Senza dire una parola, quella creatura plasmata dal desiderio mi invitò a seguirla in una dimora sconosciuta, un luogo in cui il piacere era sovrano e il dolore un'arte sublime. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena, ebbro di una passione proibita, e decisi di cedere alla tentazione. Silvia mi raggiunse in stato ipnotico.
Attraversammo i corridoi bui della notte, oscuri come i miei pensieri, fino a raggiungere una camera dalle pareti foderate di velluto cremisi. I mobili antichi sembravano risuonare di gemiti appassionati mentre quella figura misteriosa si avvicinava, i suoi movimenti sinuosi come un serpente avvelenato.
Silvia fu sdraiata da due figure colore ametista, forse un uomo e donna che iniziarono a spogliarla mentre muoveva il basso ventre per l'eccitazione.
Mi trovai circondato da una nebbia sensuale che danzava con l'aria, mentre la creatura mi guardava con occhi penetranti. Attratto da un magnetismo insopprimibile, mi avvicinai e persi ogni traccia del tempo.
Le sue labbra dolci come il miele si misero a esplorare i confini del mio corpo, mentre il mio respiro si faceva sempre più affannato. Le sensazioni oscure si intrecciarono con desideri nascosti, creando un vortice che mi inghiottì senza pietà.
Le sue mani fredde come la morte esplorarono il mio essere, lasciando le bruciature del piacere sulla mia pelle. L'estasi si fuse con un senso di colpa, formando un legame indissolubile tra il peccato e il desiderio. La mia mente e il mio corpo si lasciarono sposare nell'oscurità in un'armonia surreale. Le sue labbra si posero sul mio pene, iniziò a succhiare, una erezione spaventosa, orgasmi a non finire mentre godevo di quella bocca sempre più bollente.
Nelle profondità della notte erotica, si celava una promessa di estasi morbosa, un'esperienza che mi avrebbe portato al limite del piacere e dell'angoscia. In quel luogo oscuro, abbracciati nell'ombra, io e quella creatura oscura danzavamo irresistibilmente in una sinfonia di peccato e lussuria. Sentivo Silvia urlare e risate diaboliche arrivavano dalle due figure ametista, mentre la figura mi cavalcava mi eccitavo ancora di più, si sedette sul mio viso, si fece leccare la vagina (o meglio quello che percepivo) un gusto e un profumo che conoscevo bene ma non ricordavo.
Ma alla fine, come ogni notte tempestosa, l'alba fece la sua comparsa, dissolvendo il velo di mistero e lasciandomi solo con il peso delle mie azioni. Ripresi il mio cammino attraverso il tempo, lasciando la dimora delle passioni proibite per ritornare alla realtà. Dopo poco ancora in trance arrivò Silvia piena di sperma, vagina e ano dilatati come se fosse entrato un braccio, mentre si addormentava sussurrava di una verga infuocata e una donna impalpabile.

Nei due anni che rimanemmo nelle notti di Luna Piena, li attendavamo ma non si videro più.
Due settimane dopo arrivarono insieme la "Castellana" e la coppia di giardinieri, uno strano sorriso nei loro volti verso di noi; o forse pensavo al superlavoro sessuale nel weekend.

Eppure, ancora oggi, un sottile brivido percorre la mia pelle, ricordandomi di quella notte incantata e dei piaceri oscuri che ci sono stati concessi. Un ricordo che, come un racconto intrecciato tra le pagine dei maestri della penna, continua a risuonare nelle pieghe più profonde della mia mente.

Silvia , la "Castellana", la coppia e il maniero sono reali. Tutto il resto pure.
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