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Prime Esperienze

Piccole zoccole crescono.


di forcuriosity
07.02.2022    |    29.255    |    32 9.7
"Non fossi dovuta passarci per forza davanti, avrei percorso un’altra strada, ma non potendo fare altrimenti, cercai allora di farmi notare lanciando un..."
Ho sempre sognato di liberarmi di questo segreto senza il timore di essere giudicata o con l’ansia che qualcuno potesse approfittarne.
Quale posto migliore se non questo per farlo?
In verità alcune persone a me molto vicine, come il mio attuale compagno, il mio ex ed un paio di amicizie davvero molto selezionate, ne sono a conoscenza.
La mia più grossa debolezza, in fatto di sesso, il mio tallone di Achille è che sono fortemente attratta dagli uomini che si masturbano. Esattamente così: se vedo un uomo che si masturba, ed è successo svariate volte, al mare, al cinema, per strada di notte, non riesco a non provare l’impulso di avvicinarmi o, nelle rare occasioni in cui ho resistito a tale impulso, almeno di rimanere a guardare.
Il mio ex marito lo faceva apposta, spesso contattava singoli da qualche sito e poi improvvisava delle “sorprese” sui generis a mia insaputa e, sapendo già come avrei reagito, è sempre andato a colpo sicuro.
Una volta addirittura mi fece trovare all’uscita dal lavoro un tizio che mi chiese un’informazione seduto in auto e, solo quando fui abbastanza vicina, notai che si stava segando...inutile dirvi quale sia stato il seguito.
Con i guardoni al mare è lo stesso...e non sono esattamente gli uomini a provocarmi questa reazione, ma i loro membri. L’uomo scompare, non lo guardo nemmeno, c’è solo un cazzo che sta per godere ed è solo quello a focalizzare la mia attenzione nell’attesa, più o meno passiva, del loro orgasmo.
Ne ho parlato anche con un’analista diversi anni fa e lei disse che la mia era una sorta di invidia del pene. Cioè desidero, sempre secondo lei, che quel pene sia mio e quindi, inconsciamente, bramo nel dargli/darmi piacere.
Ok, ma perché solo durante la masturbazione?
A questa domanda ho cercato di trovare da sola una risposta.
Ero solo una bambina di 12 anni ingenua e di un paesino di provincia. Il paese dove abitavo era pieno zeppo di ragazzini più o meno della mia età con i quali passavo i pomeriggi a giocare.
All’epoca ero innamorata persa di Mauro, un ragazzo due anni più grande di me.
Non mi filava nemmeno di striscio, figuriamoci, ma io gli ero sempre attorno.
La sua era una famiglia di agricoltori e il cortile di casa sua era immenso, c’era l’abitazione, il granaio, il fienile, la stalla, la rimessa del trattore e dietro, prima dei campi, l’orto. Era il punto di ritrovo di tutti noi ragazzini.
Mauro si era ritagliato un posticino dove starsene da solo ed era nel fienile. Ricordo che aveva accatastato diverse balle di fieno come a formare una parete e, mentre da un lato si vedeva tutto il cortile, dall’altro si controllava l’accesso dalla scala, era un nascondiglio perfetto!
Un pomeriggio mentre lui non c’era, mi intrufolai di soppiatto nella sua “tana”.
Mi sedetti sul solito plaid, ma mi accorsi subito che, fra i vari Tex e i soliti giornalini, c’erano delle riviste che non avevo mai visto prima. Erano riviste porno. Io non avevo assolutamente idea di cosa fossero e cosa mai stessero facendo tutte quelle persone nude, ma con un po’ di immaginazione intuii. Rimisi tutto in ordine non appena lo vidi attraversare il cortile.
- Perché sei qui? - mi chiese lui con tono scocciato.
- Piove, ma appena smette un pochino vado a casa -
- Fai come vuoi -
- Fai come se io non ci fossi -
- Lo sto già facendo – e si mise a sfogliare una di quelle riviste.
- Che cosa leggi? - gli chiesi io
- Cose da grandi -
- Posso vedere anch’io? -
- Prendine uno -
Lui proprio non mi prestava alcuna attenzione, come sempre.
Era così intento a fissare quelle immagini ed io non capivo il perché.
- Cosa stanno facendo? -
- Scopano -
- E perché? -
- Perché è una cosa bella -
- E perché ti piace guardarli? -
- E’ una cosa da grandi -
Calò il silenzio per alcuni minuti.
- Adesso però vai a casa -
- Perché non posso stare qui? -
- Perché voglio fare stare da solo -
- Giuro che sto qui e non dico niente, tu fai quello che vuoi che io nemmeno ti guardo -
Se avesse potuto, mi avrebbe uccisa.
Prese alcune balle di fieno e le posizionò tra lui e me, in modo che io non lo vedessi stando seduta e riprese a sfogliare quel giornale.
Ovviamente io non rimasi lì seduta a lungo e, dopo un po’, sentendo il suo respiro sempre più affannoso mi alzai in piedi per sbirciare.
Quello che vidi era un pisello fuori dai pantaloni (non era il primo che vedevo), ma il suo non doveva fare pipì ed era più gonfio degli altri, proprio come quello degli uomini del giornaletto.
- Cosa stai facendo? -
- Avevi promesso di non rompere! - e si ricompose infuriato.
- Stavi facendo una cosa da grandi? -
- Sì -
- Voglio vedere come si fa -
- Sei troppo piccola! -
Nel frattempo io avevo già scavalcato quella piccola barricata sedendomi a fianco a lui e sfogliando la sua rivista.
- Perché si leccano? - chiesi mostrando a Mauro la foto di due lesbiche in un 69
- Perché è bello, si prova piacere -
- E tu perché strofinavi il pisello? -
- Per lo stesso motivo, si prova piacere -
- E allora perché non lo fai più? -
- Perché ci sei tu, mi imbarazza -
- Ma non puoi fare finta di essere da solo così vedo come fai? -
E così, nonostante tutti gli sforzi fatti dal povero Mauro per allontanarmi, cedette alle mie insistenti richieste e riprese in mano il suo uccello.
- Prima era più grande, perché? -
- Si chiama erezione, quando si è eccitati si gonfia e diventa duro -
- E poi? -
- E poi, quando arrivi al massimo del piacere, esce un liquido bianco, come in quella foto -
La foto era molto eloquente.
- E’ buono? -
- Non lo so -
- Me lo fai toccare? -
- No -
La sua risposta non ammise repliche e così mi limitai a guardarlo, ma il desiderio di poterlo toccare mi pervase la mente, ero rapita dai suoi movimenti e dovetti davvero concentrarmi parecchio per non allungare una mano.
Il suo orgasmo non si fece attendere molto. Gemeva ed io non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo glande. Vidi le prime gocce fuoriuscire e poi ne seguirono altre più abbondanti, non finivano più!
Rimasi talmente estasiata nel vedere Mauro raggiungere un piacere così intenso che quelle immagini mi tornano spesso alla mente...credo di essermi inconsapevolmente eccitata per la prima volta quel giorno.
Da quella volta Mauro evitava di rimanere da solo con me, mi trattava male ed io avevo già perso interesse per lui. A quell’età è facile distrarsi.
Ormai era passato del tempo da quel giorno, ebbi anche qualche fidanzatino, ma furono solo bacetti e carinerie, nessuno mai che mi avesse fatto rivivere quelle emozioni.
Finché una mattina, ero in terza media, alcune mie compagne entrarono tutte trafelate in classe dicendo che nei giardinetti vicino alla scuola avevano visto un maniaco esibizionista.
Dell’accaduto furono avvisati anche gli insegnanti i quali raccomandarono a tutte noi di attraversare i giardinetti solo se necessario e sempre in compagnia di qualcuno e che, se la cosa si fosse ripetuta, avrebbero denunciato il fatto ai carabinieri.
Io quel giorno tornai a casa e passai il pomeriggio chiusa in camera. Ero turbata. Rivedevo Mauro, anzi no, rivedevo il suo uccello schizzare, immaginavo il cazzo del maniaco fare altrettanto, e mentre quelle immagini scorrevano nella mia mente, sentivo il desiderio di toccarmi. E così feci. Non mi era mai capitato prima, ma quel pomeriggio riuscii a godere per la prima volta e lo feci ancora e poi di nuovo...godetti un’infinità di volte e sempre con lo stesso pensiero.
Mauro aveva ragione, è una cosa bella!
Il giorno successivo finsi di non sentirmi troppo bene e, non appena i miei andarono al lavoro, mi vestii velocemente e raggiunsi il parco vicino alla scuola, ma non c’era anima viva.
Tornai a casa avvilita, ma ormai avevo rotto gli indugi, sapevo cosa e dove cercare, l’unica incognita era quando.
L’occasione si ripresentò il giorno dopo.
Era pomeriggio, non ero a scuola, ma stavo andando a studiare da una mia compagna di classe.
Uscii di casa con un largo anticipo e feci il percorso leggermente più lungo in modo da passare davanti al parco. Ma anche quel giorno nulla.
Comunque non mi persi d’animo e quotidianamente trovai il modo per tornare a passare di là, finché qualche giorno più tardi, rientrando da scuola, vidi alcune mie compagne correre nella mia direzione…
- E’ di nuovo lui, non passare di là, facciamo il giro largo...-
- Lui chi? - sapevo di cosa stessero parlando o meglio, lo speravo!
- Il maniaco...quello è malato! Dai, facciamo l’altra strada -
Feci dietro front e seguii le ragazze fino alla strada e poi, quando ormai nessuno badava più a me, tornai sui miei passi. Percorsi a ritroso la strada e mi diressi nel punto dove sembrava vi fosse questo fantomatico maniaco, ma vidi solo un uomo che stava facendo pipì.
Mi sedetti sulla panchina delusa, ma col cuore che batteva a mille.
Intanto girai lo sguardo in direzione di quell’uomo ed era ancora lì. Rimase a lungo in quella posizione, troppo per una pisciatina, così continuai a guardarlo.
Il tizio si girò lentamente nella mia direzione esibendo sfacciatamente il suo membro eretto.
Era quello che volevo, ma allora perché le mie gambe non la smettevano di tremare?
L’uomo, ad una decina di metri da me, si stava masturbando ed io rimasi bloccata dall’emozione su quella panchina, ma non distolsi mai lo sguardo.
Pensai anche che era troppo in vista e che se fosse passato qualcuno se ne sarebbe andato, o quantomeno avrebbe smesso, così mi alzai, presi un libro dalla cartella e mi diressi verso di lui fingendomi assorta nella lettura. Lui non mi toglieva gli occhi di dosso e, quando gli passai davanti mi parlò.
Non capii ciò che mi stava dicendo, ma non potei più fingere di non averlo visto. Era lì, appoggiato ad un albero con il cazzo in mano.
Non credo di averlo nemmeno guardato in faccia, ma misi il libro di nuovo in cartella, la posai a terra e mi diressi verso di lui. Continuava a dire cose, ma io non lo ascoltavo e il mio sguardo era fisso lì.
- Continua – gli dissi – fai come se io non ci fossi e non dire niente, altrimenti me ne vado -
L’uomo rimase finalmente in silenzio mentre la sua mano scorreva veloce su quell’enorme uccello.
Fortunatamente non era come Mauro e non obiettò affatto quando allungai una mano verso di lui.
- Vuoi toccarlo? -
- Ti ho detto di stare zitto...comunque sì, voglio toccarlo -
Ci spostammo di quel tanto che poteva garantirci di non essere visti e finalmente provai una sensazione incredibile. Era duro, nodoso e non sembrava neanche granché pulito, ma lo strinsi e lo accarezzai pervasa da una incredibile eccitazione. Lui provò a toccarmi, ma io lo respinsi in malo modo e feci come per andarmene.
- Se vuoi continuo, ma tu non devi dire o fare niente, va bene? -
Annuì col capo e continuai a segarlo.
Era sempre più duro e la mia piccola mano faceva fatica a contenerlo, così mi misi alle sue spalle e cominciai a menarlo con entrambe le mani…
Poi, intuendo che stesse per godere, tornai alla posizione di prima per vederlo meglio.
- Così così cosìììììì – gemette emettendo versi di piacere mentre il suo sperma cominciò ad uscire e ad imbrattarmi le mani. Non mi sottrassi al suo schizzo, anzi provai quasi il desiderio di sentirne il sapore, ma desistii. Era la mia prima volta, la prima volta in assoluto che facevo godere qualcuno.
Poi lo salutai promettendogli che sarei tornata, ma non mantenni mai quella promessa.
Raccolsi la mia cartella e me ne andai, le mani erano ancora sporche di sperma, mi voltai verso di lui e me le leccai come una troia navigata...la conclusione fu che il sapore non era così male e che il prossimo obiettivo sarebbe stato quello di assaporarlo direttamente dalla fonte.
L’idea di tornare da quel tizio mi stuzzicava al punto di essermi masturbata infinite volte immaginandomi la scena, però non successe mai.
Successe invece che, ormai in primavera inoltrata, andai a godermi i primi raggi di sole al fiume.
Ci andavamo sempre in compagnia, ma quel giorno desideravo stare un poco per i fatti miei, misi il guinzaglio al mio cagnolone ed imboccai il solito sentiero che porta ad una specie di spiaggetta. Il cane cominciò ad agitarsi, segno che stava per arrivare qualcuno.
Un signore con un altro cane.
- Maschio o femmina? - mi chiese
- Maschio -
- Bene, la mia è una femmina, dovrebbero andare d’accordo – e liberò dal guinzaglio la sua cagna
I cani fecero subito amicizia e il signore si posizionò più a valle.
Passò un po’ di tempo prima che mi alzassi per vedere dove si fosse cacciato il mio cane ed era lì, con il tizio e la cagnetta tutti e tre stesi al sole. Piccolissimo particolare, l’uomo era nudo. Però io, nonostante la mia giovanissima età, non volli dare l’impressione di essere troppo pudica e mi avvicinai a loro come se niente fosse. Richiamai il cane e ci incamminammo lungo la sponda del fiume per una passeggiata. Notai che sull’altra sponda del fiume era arrivata una coppietta, anche loro naturisti.
Facemmo un bel giro, forse un’ora di camminata e poi tornammo sui nostri passi.
Dal sentiero scorsi, ma non ne ero sicura in quanto ancora troppo distante, che la coppia si stava lasciando andare a qualche effusione. Avvicinandomi svanì ogni dubbio, lei a gambe aperte che si lasciava masturbare da lui. La prima cosa che pensai fu che, rimasti finalmente soli, si stessero concedendo un po’ di svago, l’importante per me era non disturbarli.
Ma una volta raggiunta l’ansa dove il tipo di prima stava prendendo il sole, realizzai che lui era ancora lì a godersi lo spettacolo.
Non fossi dovuta passarci per forza davanti, avrei percorso un’altra strada, ma non potendo fare altrimenti, cercai allora di farmi notare lanciando un legnetto al mio cane in modo che il suo arrivo preannunciasse il mio.
Ottenni il risultato sperato, la coppia si fermò ed io mi accinsi a salutare il signore prima di imboccare il sentiero.
Il tipo però non si fece remore e, dopo aver appurato che ero io, continuò imperterrito come se niente fosse.
- Arrivederci – gli dissi fingendo di non essermi accorta di nulla
- Ciao, buona giornata -
Ma il mio cane non volle saperne di obbedire ai miei comandi e cominciò a giocare con la cagnetta.
Nel tentativo di mettergli il guinzaglio dovetti per forza avvicinarmi all’uomo e lui non lasciò mai la sua presa, nemmeno mentre cercavo di legare il cane.
- E’ bello qui, ci vengo spesso con gli amici, ma adesso non è ancora la stagione giusta per i tuffi - dissi.
- Anch’io ci vengo spesso e adesso è la stagione giusta per godersi il panorama – rispose indicando la coppia - d’estate non si può, c’è troppa gente -
- Eh sì, d’estate ci vengono un sacco di persone -
Era una situazione davvero imbarazzante, io che parlavo, lui che non la smetteva di toccarsi e la coppia che pian piano ricominciava gli strusciamenti e il tutto mentre il mio cane non ne voleva sapere di farsi mettere il guinzaglio.
L’uomo non diceva nulla guardava me e guardava la coppia mentre la sua mano continuava imperterrita.
Intanto i due cani avevano ripreso a rincorrersi.
Io tiravo loro dei legnetti in acqua e loro li riportavano. Continuammo così per alcuni minuti. Io intanto cercavo di non lasciar trasparire il mio disagio.
- Perché non ti rilassi? - esclamò – Se continuate a fare casino disturbate quei due...e anche me! -
- Non mi sembra che la mia presenza abbia messo a disagio qualcuno, né loro né tantomeno lei – risposi io sorridendo.
E mi misi a sedere poco distante da lui continuando a tirare legnetti ai cani.
Però quella situazione mi aveva eccitata parecchio, l’istinto mi avrebbe indotta a prendere parte al divertimento, ma la ragione mi diceva che mi sarei dovuta allontanare alla svelta.
Non feci nulla di mia iniziativa, ma fu lui a chiedermi di avvicinarmi. Come le altre due volte facevo fatica a sollevare lo sguardo e lui se ne accorse.
Mi avvicinai un po’ timorosa e vidi la coppia fare cenni di approvazione nel vedermi seduta vicino al voyeur.
Lo fissavo tra le gambe ipnotizzata dai suoi movimenti e mi mordevo le labbra dall’eccitazione.
Cominciai a strofinarmi anch’io da sopra i pantaloni della tuta...io guardavo lui e lui guardava la coppia che ormai aveva mollato qualunque freno inibitorio e mi stavo bagnando come una zoccola.
- Sto per venire – mi disse con un filo di voce
- No! - risposi – non adesso, ti prego! -
- Non vuoi che sborri adesso? -
- No, prima c’è una cosa che vorrei tanto fare, ma non godere subito, promesso? -
- Cosa vorresti fare? -
Non risposi, ma avvicinai le mie labbra al suo uccello e cominciai a leccarlo.
- E’ la prima volta che lo faccio, non mi venire in bocca… -
- Si sente che è la prima volta, devi farlo scivolare bene in bocca e accompagnare il movimento con la mano -
- Così va bene? - e lo feci scendere più giù che potei
- Va molto meglio… - e le sue mani mi scoprirono i seni appena pronunciati
- Che bei capezzoli duri che hai e che bocca...è stupendo! -
- Mi hai promesso di non venirmi in bocca -
- Certo, mantengo sempre le promesse -
- Sappi che adesso non me ne frega un cazzo se non le mantieni -
E ricominciai a farmelo scivolare sempre più giù mentre con le mani feci come mi aveva appena detto di fare…
Ruotare il polso quando si scende e si risale...stringerlo di più...bagnarlo bene con la saliva...poi più veloce...un po' di più…poi rallentare...
Finché non cominciai ad avvertire quel sapore che già avevo avuto il piacere di sentire dalle mie mani. Mi fermai solo un attimo, lo feci uscire dalla bocca stringendolo con tutta la mia forza – Continuo così? - gli domandai conoscendo già quale sarebbe stata la risposta.
Non disse nulla, mi afferrò per i capelli e se lo fece riprendere in bocca, sul suo viso vidi le smorfie che faceva contorcendosi dal godimento, poi allentai la presa con la mano e quasi immediatamente assaporai per la prima volta una vera sborrata. Non so quanta ne riuscii a deglutire e quanta invece mi arrivò addosso, ma fu per me una vera liberazione. Lo desideravo tanto e con tutta me stessa. Un rapporto occasionale con uno sconosciuto che mai più avrei rivisto, finalmente libera di sentirmi troia quel tanto che basta. All’epoca avevo tredici anni e anche adesso, dopo tante esperienze, in situazioni così perdo ancora il controllo.





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