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Carmela, la moglie del mio amico


di Membro VIP di Annunci69.it peppe_11
23.04.2024    |    3.140    |    0 9.7
"Il nostro rapporto di amicizia, ed il trio formato da me Carmela e Antonino, rimase invariato..."
Francamente non saprei da dove iniziare, perché quello che vi racconterò, è una lunga storia, iniziata alla fine degli anni novanta, quando avevo circa 18 anni, e proseguita fino a poco tempo fa'.
In quel periodo inizia la mia amicizia con Antonino, un amico con cui abbiamo condiviso tutto, dalle goliardiche serate, fino a momenti importanti che contraddistinguono la vita di ognuno, come la perdita di parenti e amici.
Durante quel periodo, la nostra comitiva cominciò a frequentare un gruppetto di amiche che, forse attirare dalla nostra esuberanza e, perché no, dal nostro bell'aspetto, avevano deciso di trascorrere un po' di tempo con noi.
Francesca, Chiara, Teresa e Carmela, avevano già adocchiato rispettivamente: me, Giorgio, Gianni e Salvatore, mentre Antonino (il mio migliore amico della crew) era rimasto a bocca asciutta, nonostante fosse il punto di riferimento per tutti: divertente e con un fisico niente male, ma che non aveva dalla sua, una particolare bellezza a causa di un acne che gli aveva, in parte, deturpato il viso.
Nonostante ciò, tutto scorreva in maniera pudica, senza particolari vicende, a parte per Chiara e Giorgio che avevano bruciato le tappe.
Salvatore aveva poco interesse per Carmela; Gianni non era in grado di gestire una situazione del genere (troppo bravo ragazzo) mentre io, non ero minimamente interessato a Francesca, sia perché non era il mio tipo, e sia perché cercavo una donna in grado di farmi partire l'ormone.... E lei non era tale.
Sta di fatto che, passata quell'estate, io, Salvatore e Gianni partimmo per l'università, e lasciammo Antonino e Giorgio in balia del gruppetto di amiche.
Per le vacanze di Natale, al nostro rientro, trovammo: Giorgio e Chiara in attesa di un figlio, mentre Antonino e Carmela, coppia fissa.
Carmela era una ragazza che in volto non era bellissima, un po' bassina, poco seno, ma che trasudava, da ogni poro della pelle, tanto erotismo: dai suoi modi di fare, dal suo modo di parlare, ma soprattutto, dalle sue forme.
Aveva un culo pazzesco, e delle labbra che facevano intuire la sua predisposizione ai pompini.
Come ben capirete, il mio ritorno in città, durante le pause dall'università, erano contraddistinte da serate goliardiche, in compagnia di Antonino, Carmela, ed ogni tanto si aggregavano Salvatore e Gianni, di ritorno, anche loro, dall'università.
Le serate passavano raccontando le mie avventure con le colleghe dell'università, mentre loro mi raccontavano, tra le righe, il loro sesso, con battutine qua e là.
Tutto scorreva nella norma, quando mi venne recapitata una notizia: Antonino partiva per trovare lavoro in Toscana, e Carmela rimaneva da sola.
Venne il giorno in cui Antonino dovette partire, e io mi ritrovai a passare tutto il mio tempo con Carmela.
Il mio percorso di studio stava volgendo al termine, e pertanto decisi di ritornare nella mia città natale, per preparare la tesi, rinchiudendomi nella casa in campagna di famiglia.
Quello divenne il mio covo.
Carmela veniva quasi ogni sera, ed io, cominciai a guardarla con malizia, sognando ed immaginando le sue labbra sulla mia cappella... Immaginavo il suo culo sodo sopra il mio cazzo, immaginavo i suoi movimenti su di me.
Ma nonostante i nostri discorsi piccanti, fatti regolarmente ogni sera, non notavo nessuna sua esitazione nell'essere fedele al suo fidanzato, nonché mio migliore amico.
Le raccontavo delle mie storie, di come facevo sesso, di quello che mi piaceva fare con le tipe che frequentavo, ma lei, imperterrita, mai una mossa falsa.
Una sera, la vidi entrare nel mio studio, con un paio di pantaloni leopardati, molto attillati ed una maglietta... Scarpe con i tacchi e tutta truccata.
In un batter d'occhio capí che forse qualcosa stava cambiando, o meglio, che quella sera qualcosa stava per accadere.
Il suo culo, avvolto da quei pantaloni attillati, mi passava davanti, e il suo profumo stava facendo il resto del lavoro ai miei ormoni.
Mentre sorseggiavamo un birra (lei quasi astemia) iniziò a parlare del sesso, di quanto gli mancava Antonino e si quanto avrebbe voluto averlo al suo fianco per sfogare la sua voglia di sesso.
Durante il suo racconto, accavallava le gambe, e si asciugava le labbra dalla birra.
Il mio cazzo iniziò a farsi sentire: era duro che quasi usciva fuori dai jeans... E mentre parlava, mi trascorrevano in testa le tante visioni idilliache estive, dei suoi bikini striminziti, che confermavano la mia convinzione: aveva una figa stretta ma con con un clitoride importante.
Questo pensiero mi fece sbloccare del tutto.
Ormai ero in balia di un pensiero fisso: baciarla ed assaporare la sua carica erotica. Volevo spogliarla piano piano, inebriato dal suo mentre, mentre con le orecchie volevo sentire i suoi mugolii mentre la accarezzavo.
Con una scusa qualsiasi la portai dinanzi alle prime stampe della tesi, cercando di carpire i suoi movimenti e le sue intenzioni, e tra una spiegazione ed un'altra, percepii che anche lei stava facendosi la stessa domanda: mi scopo il migliore amico del mio fidanzato?
Quando ormai il mio cazzo, stava per esplodere, ci ritrovammo avvinghiati l'uno all'altro, con le lingue che si strisciavano piano piano, gli umori salivari si univano, formando una pozione magica e facevano aumentare la voglia di sesso.
Piano piano la spinsi in camera da letto, e la buttai sul letto.
Lei mi guardò e mi disse: "Che cazzo stiamo facendo?"
Io le risposi: "stiamo solo dando sfogo a sentimenti repressi"
Il suo sguardo di assenso, non fece altro che confermare che anche lei, come me, amava godersi la vita, senza troppi SE e troppi MA, facendola ufficialmente diventare la mia Musa.
Iniziammo con lo spogliarci, e le mie aspettative non furono deluse: dei capezzoli stupendi, che facevano capolino su un torace ben fatto, con spalle ben delineate... Una venere... Si era proprio la classica amate decantata nelle storie mitologiche.
Passai in rassegna con la mia lingua, ogni centimetro del suo corpo, e quando arrivai tra le sue cosce, rimasi esterrefatto: una figa stupenda, ben fatta con un clitoride sporgente tanto quanto basta per poterlo succhiare e assaporare...
Iniziai con la lingua a leccarle la figa, facendomi dondolare dai suoi movimenti... La sua schiena si inarcava, e la testa all'indietro faceva da perno, dandosi in pasto alla mia bocca.
I suoi umori mi avevano inondato il viso, e fu allora che così che era il momento di dare consistenza alle mie annali fantasie su lei.
Dapprima la presi davanti, concedendoci il gusto della trasgressione, e scopando guardandoci negli occhi... Sentivo i suoi gemiti, il siluro corpo era pervaso da forti sensazioni... Ed io ne godevo appieno, sapendo che erano scatenati dal mio cazzo che gli stantuffava la figa...
Dopo un po' decisi che era il momento di arrivare al dunque. Volevo godere della visione mitologica di quel culo dalle proporzioni auree.
Volevo averlo tra le mie mani, volevo scoparlo per bene...
Così la pregai di girarsi e concedermi una pecorina da incorniciare.
E così fu: iniziai piano piano, appoggiando il cazzo sul buco del culo, per poi farlo scivolare sulla figa.
La sua figa era talmente fradicia, che non appena la mia cappella incontrò le sue labbra, gonfie di piacere, fu praticamente risucchiata dentro di lei.
L'apice arrivò quando sentii che lei stava per venire, e quindi ne approfittai, per inondarla di sborra sul culo e sulla schiena.
A questo punto, strani sentimenti mi pervadevano la coscienza, un misto di piacere a sensi di colpa... E credo che tali sensazioni abbiano permeato entrambi.
I miei desideri erano stati realizzati... Il culo che aveva caratterizzato le mille estati di seghe pensando a lei, si erano avverati.
Ad un certo punto, Carmela si rivestì senza dire nulla, e mi lasciò sdraiato sul letto.
Da quella sera non parlammo più, dopo qualche anno Carmela sposò Antonino e andarono a vivere in Toscana.
Il nostro rapporto di amicizia, ed il trio formato da me Carmela e Antonino, rimase invariato.
Di quell'episodio non ne parlammo mai più, fino a qualche anno fa......

Se vi è piaciuto, vi racconterò anche il resto della storia, che a distanza di vent'anni, si è ripetuta ma, ovviamente, con uno spirito differente.


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