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“Come le corna ti possono cambiare la vita”


di maxiva06
05.07.2020    |    26.275    |    29 9.9
"Quel giorno abbiamo fatto l’amore in modo travolgente, il miglior sesso mai fatto..."
Quell’estate io e la mia ragazza, Mary, avevamo programmato le vacanze in Sicilia ma, due giorni prima di partire, la sorpresi a scopare nel magazzino della ditta dove era impiegata col suo titolare di quasi trent'anni più di lei. Era messa a novanta aggrappata ad uno scaffale pieno di rotoli di stoffa, aveva la camicetta tirata su fino alle spalle con tette e culo in bellavista mentre gonna e perizoma erano abbandonati a terra.
Lui, le stava dietro, la teneva serrata per i fianchi e se la fotteva alla grande.
“Ti piace il cazzo eh ?!? ... che gran troia che sei !!!” … furono le parole che udii distintamente.
D’un tratto lei volse il capo e mi vide, il suo volto era trasfigurato dal piacere, ci fissammo per un po' e lei, presa com’era, non accennò neppure a fermare quel bastardo che, ignaro della mia presenza, continuava a scoparsela con forza.
Mi girai andandomene in silenzio e fatti pochi passi la sentii strillare in preda all’orgasmo.
Passare a prenderla a fine ufficio come a volte facevo, convinto di farle una gradita sorpresa, non era stata per nulla una buona idea.

Ero deluso e terribilmente incazzato ma non volli rinunciare alla vacanza così, senza neppure sentirla, partii da solo. Avevo prenotato a mio nome un monolocale presso una casa isolata direttamente sul mare lungo uno splendido tratto di costa costellato da splendide calette.
Quando arrivai mi accolse Tina la padrona di casa, una bella donna sui quaranta dai lunghi capelli corvini mossi, un bel viso simpatico, un corpo armonioso, abbronzatissima e, non ultimo, un gran bel culo.
Notai subito tutte queste caratteristiche perché emanava una sensualità naturale, una femmina vera, di quelle di cui si resta affascinati all’istante.
Faceva caldo ed il suo abbigliamento era assolutamente minimale: infradito, un paio di pantaloncini morbidi a coulotte e una larga canotta che dichiarava apertamente l'assenza di reggiseno.
Tina stupita del fatto che fosse arrivata una sola persona anziché due come da prenotazione me ne chiese con garbo la ragione. Le accennai soltanto l’accaduto con la promessa di essere più circostanziato in seguito.
Lei parve dispiaciuta e mostrò un atteggiamento comprensivo nei miei confronti. Per consolarmi mi suggerì di godermi al meglio la vacanza.
Mi disse che di qualsiasi cosa avessi avuto bisogno potevo rivolgermi a lei che abitava nella parte superiore della casa con il marito. Forse ci fu un pizzico di malizia in quelle parole ma non gli detti peso.

Il primo giorno lo passai a rilassarmi nella caletta sotto la casa, un piccolo gioiello incastonato fra gli scogli.
L’unico neo era che, in quella solitudine, non potevo fare a meno di pensare agli ultimi accadimenti. Mi sentivo ferito, io e Mary stavamo insieme fin da ragazzini, al punto che si era già stabilito di sposarci l'anno successivo.
Rientrato dopo cena mi sedetti sotto la veranda fuori dalla mia stanza a godermi il fresco della sera. Mentre ero lì arrivò Tina a sincerarsi che la sistemazione fosse di mio gradimento e si fermò a scambiare quattro chiacchiere, era una persona molto piacevole con la quale mi risultò subito facile entrare in confidenza al punto di illustrarle quanto mi era accaduto nei minimi particolari. Mi sembrò molto partecipe e interessata alle mie vicissitudini, atteggiamento che, fra me e me, liquidai con lo stereotipo che la curiosità è femmina.
Si era seduta su una sdraio appoggiando i piedi nudi, piccoli e curati, sul tavolino davanti a me. La gonnellina leggera le era scivolata verso l’alto per cui avevo un’ottima visuale sulle sue belle gambe, abbronzate e tornite.
Lei notò la mia difficoltà nel non fissarla finché disse:
“Certo che un bel ragazzo come te qui da solo … è un peccato che tu non abbia una ragazza con cui divertirti … vedo che la voglia non ti manca.”
Con il volto fece cenno fra le mie gambe dove era abbastanza evidente che i miei pantaloncini erano tesi da qualcosa che aveva preso corpo.
“Scusa!” dissi molto imbarazzato cercando di nascondere la cosa.
“E di che?” disse Tina, “è normale … anzi, se la causa sono io la cosa non può che farmi fa piacere”, nel dire ciò mosse sensualmente le gambe per accavallarle e notando come io non riuscissi a toglierle gli occhi di dosso si mise a ridere.
“Dai, ti lascio ai tuoi pensieri … buonanotte.”
Se ne andò sorridendo maliziosa, io rientrai in stanza e pensando a lei non potei fare a meno di masturbarmi.
La mia fantasia, mentre mi segavo, era concentrata su di lei, mi immaginai di scoparla da dietro con lei aggrappata a qualcosa.
Una scena che purtroppo avevo ben stampata nella mente.

La sera dopo Tina mi invitò a cena da loro così conobbi anche il marito, una persona gradevole ma di sicuro meno loquace di lei che invece fu l’anima della cena. Oltre a servirci le prelibatezze siciliane che aveva cucinato era vulcanica nel parlare, nel raccontare e nel coinvolgerci nella conversazione.
Notai che fra Tina e Salvo, il marito, c’era sicuramente un’ottima intesa.
Lei più volte, durante la serata, ebbe atteggiamenti affettuosi nei suoi confronti, baciandolo, accarezzandolo e sedendogli in braccio.
Invidiavo sinceramente quell’uomo per la donna che aveva accanto. Lei ogni tanto se lo coccolava mentre io non potevo che ammirarla, bella com’era, strizzata in un abitino corto e scollato che ne esaltava le forme. Lui con me fu comunque molto cortese e cordiale.
Si era fatto proprio tardi per cui ringraziai della splendida serata e scesi nella mia stanza. Giunto in veranda mi buttai sulla sdraio per godermi il cielo stellato. Circa dieci minuti più tardi udii dei gemiti inequivocabili provenire dal piano superiore, Tina e Salvo stavano facendo l’amore ed io, come la sera prima, mi abbandonai al piacere solitario pensando a lei. Nella mia immaginazione si formò una scena simile a quella della sera precedente nella quale però Tina veniva presa da dietro dal marito ed io ero spettatore.

Il giorno seguente rimasi in spiaggia fino a tardi, adoro quel momento della giornata.
Mi sentii chiamare e dal sentiero che fra i cespugli scendeva al mare vidi arrivare Tina.
“Il mare a quest’ora è bellissimo” mi disse entusiasta togliendosi il copricostume. Rimasi di stucco, era praticamente nuda, addosso non aveva altro che un micro string a rete color giallo fluo che spiccava sull’abbronzatura integrale dal quale traspariva la figa completamente depilata.
Questa volta la guardai in modo volutamente sfrontato e lei sembrò proprio compiacersene, sapeva di essere bella e l'effetto che il suo corpo faceva agli uomini.
Mi invitò a fare il bagno ma preferii attendere un po’ guardandola sculettare verso l’acqua, veder ondeggiare quei due globi perfetti di pelle ambrata era un piacere a cui non volevo rinunciare.
“Dai, vieni anche tu” mi esortò.
Quando arrivai sul bagnasciuga mi spruzzò ridendo e scappò in acqua. La seguii e quando la raggiunsi mi abbracciò allegra, i nostri pubi si incontrarono e nel giro di un niente mi venne duro.
“Ah però, tu hai i pensieri ma lui reagisce sempre in fretta eh !?! ...
…ehh sì!... ti ci vorrebbe proprio una ragazza … ahahah”
Si divincolò e tornò a riva dove tolse il telo dalla sacca e lo stese accanto al mio. Quando le fui vicino la mia erezione era ancora lì ben visibile sotto il costume.
Guardò in su verso casa, poi mi disse “Vieni qui …” facendo cenno al suo fianco.
Mi stesi appoggiato sui gomiti. Tina non perse tempo e me lo liberò.
“Cosa fai … e Salvo?” chiesi con un certo timore.
“Non ti preoccupare, lui non c’è, ora lasciami fare” disse.
Iniziò a masturbarmi, fissavo la sua mano che si muoveva armoniosa sul mio cazzo, era decisamente esperta infatti più volte mi portò fino al limite per poi lasciarmi lì in sospeso. Quel gioco fu un dolce supplizio finché alla fine lasciò che diversi schizzi di sborra mi finissero sul petto e sul ventre. Me lo strizzò delicatamente e, guardandomi negli occhi, si portò le ultime gocce alla bocca.
“Mhmmm … hai un buon sapore.” commentò lei, divertita. “Dai, vai a sciacquarti.”
Mentre ero in mare raccolse le sue cose e risalì di corsa verso casa.
Per quella sera non la vidi più.

Il mattino dopo ero sveglio ma ancora nel letto quando la sentii canticchiare.
Mi infilai dei boxer, aprii la porta e vidi Tina che stendeva i panni nel prato davanti a casa, indossava una mini tunica bianca leggerissima che, colpita dalla luce del sole, svelava che sotto non portava assolutamente nulla, mi soffermai ad ammirarla, quando si allungava in alto per puntare le mollette parte del culo le si scopriva … era bellissima!
Ricordo di aver pensato: “Cazzo! ma Salvo la lascia andare in giro così?”
“Buongiorno!” esclamò raggiante quando mi vide.
“Buongiorno!” risposi rimarcando e rientrai per lavarmi i denti. Poco dopo sentii bussare sulla porta che avevo lasciata aperta, uscii dal bagno e sulla soglia c’era lei con le mani su entrambi gli stipiti un po' oltre la sua testa, l’effetto controluce era sconvolgente.
“Posso rifarti la stanza?” Entrò senza attendere la risposta.
Rimasi ad osservarla estasiato mentre, piegandosi per rifare il letto, metteva in bella mostra la figa e buona parte del culo.
Avrei voluto saltarle addosso, mi tratteneva solo il fatto di non sapere dove fosse suo marito.
Fu lei a togliermi il dubbio, si fermò dandomi le spalle con la mano sinistra appoggiata alle lenzuola. Con due dita della destra si alzò la tunichetta fino a metà schiena e senza girarsi mi disse “Vuoi proprio startene lì impalato tutto il giorno?”
Mi sfilai i boxer, mi avvicinai e lasciando perdere ogni remora le infilai la mano fra le cosce rovistandole delicatamente il sesso.
Tina girò un poco la testa e: “che fai?” mi chiese sorridendo.
“Non ti preoccupare, ora lasciami fare!”. Le risposi come aveva fatto lei il giorno prima.
Le sollevai quel leggero lembo di stoffa fin sopra le spalle e mi soffermai a contemplare quel ben di dio. Le accarezzai i fianchi dalle ascelle arrivando fin giù a lambirle l'inguine, ero affascinato da ciò che avevo sotto gli occhi.
Fu lei a scuotermi inarcando la schiena, protendendosi verso di me in un chiaro invito a continuare.
Glielo sfregai un po’ sulla figa già fradicia e la penetrai così, senza precauzioni, lento ma inesorabile fino alle palle.
Tina mi accolse in sé mugolando di piacere e ancheggiando piano per agevolarmi.
Arrivato in fondo mi fermai per alcuni istanti, volevo godermi e farle godere quel contatto. Poi presi a scoparla, all’inizio con colpi profondi e cadenzati poi con sempre più impeto, sbattendola letteralmente così, da dietro. Fu una cosa abbastanza veloce, la situazione mi aveva eccitato oltre misura. Finimmo entrambi riversi sul letto abbracciati e gocciolanti.
“Stavi scopando me o un’altra?” mi chiese dopo un lungo silenzio.
Non seppi cosa rispondere.
“Immaginavi che io fossi lei? È così che l’hai vista mentre si faceva scopare, vero? furono le sue domande incalzanti.
Annuii in silenzio, fissando il soffitto.
Tina si alzò e andandosene sulla porta mi disse:
“Ne avevo una gran voglia sai? ...ma la prossima volta ti voglio tutto per me.”
Passai tutto il giorno pensando a quelle ultime parole.

La sera stessa fui invitato nuovamente a cena, questa volta mi sentivo piuttosto a disagio all’idea di incontrare Salvo dopo quanto era successo fra me e sua moglie. Lei invece sembrava del tutto tranquilla e spumeggiante come il solito.
Lui, per fortuna, non dava segni di sospetto.
Dopo cena restammo sul loro terrazzo a bere e chiacchierare alla luce di alcune candele, io comodamente adagiato su un lettino con lo schienale alzato e loro di fronte a me su un divanetto in giunco. Parlammo un po’ di tutto, mi raccontarono della loro vita, io della mia … ben poco interessante per la verità.
Fu molto piacevole fra battute e aneddoti, il tutto inframmezzato da qualche, nemmeno troppo velato, doppio senso.
Si era fatto tardi e Salvo, scusandosi, annunciò che vista l’ora sarebbe andato a dormire. A quel punto anch’io feci per andarmene ma Tina mi pregò di restare, non aveva sonno e gli avrebbe fatto piacere conversare ancora un po’.
Stavamo parlando della bellezza dei dintorni quando lei disse di dover andare un attimo in bagno ed entrò in casa.
Quando riapparve ebbi un tuffo al cuore … era nuda!
Mi fece cenno di stare zitto, mi si avvicinò titillandosi i capezzoli, appoggiò un piede al mio fianco sul lettino e scese con le mani fino alla figa stropicciandosi il clitoride ad un palmo dalla mia faccia. Io, a cenni, provai a farle capire che doveva fermarsi, che c’era suo marito a pochi metri di distanza, ma lei non sentì ragioni.
“Lui dorme e io ho tanta voglia! ” lo disse sottovoce ma il suo tono non ammetteva repliche.
Pochi istanti ed era già impalata sul mio cazzo, immobile mentre me lo strizzava con i muscoli vaginali fissandomi con un’espressione carica di lussuria.
Cominciò a cavalcarmi lentamente pizzicandomi forte i capezzoli, le restituii il favore facendola gemere di dolore, era stupendo vederla ondeggiare nella penombra al ritmo della scopata.
Mi stavo quasi dimenticando del rischio che stavamo correndo quando piegando leggermente di lato la testa incrociai lo sguardo di Salvo nell'ombra di due finestre più in là. Cercai di sollevarla, di sfilarmi da lei ma Tina a quel punto fece qualcosa che mi stupì: mi tenne fermo per le spalle mentre il mio sguardo sgomento andava alternativamente da lei alla finestra poi mi prese la testa fra le mani costringendomi a guardare solo lei.
“È tutto ok, stai calmo!” disse, ma io ero nel panico.
Mi divincolai e quasi inciampando goffamente nei miei bermuda scesi nella mia stanza.
Ero seduto sul letto, totalmente disorientato, quando sentii bussare alla porta.
“Chi è?” chiesi, temevo che fosse Salvo.
“Sono io, apri” era Tina.
La feci entrare, sembrava serena, tutt’altro che preoccupata, aveva addosso solo una vestaglietta praticamente inesistente e si sistemò in ginocchio sul letto al mio fianco.
“Perché sei scappato? ... guarda che era tutto ok!”
“Mah cazzo! … c'era tuo marito nella finestra … ci ha visti!”
“Certo che ci ha visti …e allora ?!? … a lui piace così, gli piace guardarmi mentre scopo con gli altri ... e ammetto che la cosa piace un sacco anche a me.
Anche ieri sera giù alla spiaggia, ci stava spiando e io lo sapevo, ero d'accordo con lui.
Se lo vuoi sapere questa mattina, dopo che abbiamo scopato, sono corsa a far l’amore con lui mentre gocciolavo ancora di te, era di sopra che mi aspettava.
Sapevamo che mi sarei fatta scopare da te fin dal primo giorno, appena ti abbiamo visto.”
“No mah … fammi capire!” Per me tutto ciò non aveva senso.
“Non c’è un perché, noi siamo fatti così. Credimi, ci amiamo tantissimo però ... diciamo che ci piace giocare!”
“Voi siete fuori di testa!”
Mi stupisce che proprio tu me lo dica, da che pulpito ...!”
“In che senso scusa, perché?”
“Per come mi hai raccontato dell’esperienza che hai appena passato con la tua ragazza. Dimmi, non è forse vero che ti senti arrabbiato ma ti viene duro se ripensi a quello che le hai visto fare? … e non è forse vero che a volte ti ci masturbi anche?”
Quella donna mi leggeva dentro, provai una flebile difesa:
“Ma lei mi ha tradito … l’ho visto con i miei occhi.”
“Bene … allora sappi che anche per noi tutto è iniziato proprio così, Salvo mi ha beccata sul fatto. Ospite qui da noi c’era una famiglia tedesca, quel giorno la moglie e i due bimbi erano giù al mare mentre lui era rimasto qui. Nei giorni prima ci eravamo scambiati degli sguardi eloquenti, era un gran bell'uomo, io ne ero attratta e non ho saputo resistere.
Salvo era via ma è rientrato prima del previsto, mi ha trovata con le gambe incrociate sulla schiena del tedesco, ci ha guardato e se ne è andato senza dire nemmeno una parola, proprio come hai fatto tu.
Quel giorno, più tardi mi è venuto vicino, ero terrorizzata, pensavo che mi volesse uccidere di botte, invece mi ha abbracciata stretta, e mentre mi baciava ho sentito che ce l'aveva duro. Beh! ... quel giorno abbiamo fatto l’amore in modo travolgente, il miglior sesso mai fatto.
Quindi, ti suggerisco di riflettere bene su ciò che ti sto raccontando perché ti assicuro che da allora il nostro rapporto è cambiato … e decisamente in meglio!!!
Da quel giorno ci si è aperto un mondo!”
“Cosa vuoi dire? Che non avrei dovuto incazzarmi con lei? Che non dovevo lasciarla?...o addirittura che dovevo far finta di niente?”
“Non voglio dirti cosa dovevi o dovrai fare. Devi solo a capire cosa provi davvero per lei e cosa desideri realmente tu, senza lasciarti condizionare dalle convenzioni se queste non riflettono quello che tu vuoi davvero.
Sei ancora giovane e forse certe cose non ti sono ancora chiare, la mente ha dei meccanismi che ci possono stupire. Ma adesso basta parlare, sono scesa da te perché voglio finire il discorso di prima".
Detto questo si tolse quei pochi grammi di stoffa gettandoli a terra e mi tolse i bermuda. Si mise a cavalcioni sulle mie gambe segandomi dolcemente il cazzo poi si allungò fino a baciarmi, non lo aveva ancora fatto, se lo aggiustò e ci si calò sopra lentamente godendosi ogni centimetro.
Quando fui tutto dentro di lei restò quasi immobile, solo dei movimenti impercettibili, come a volerlo assaporare con la figa, solo il suo respiro tradiva l'eccitazione che stava crescendo. Da lì improvvisamente diede inizio ad una danza infernale, muoveva il bacino in tutti i sensi facendosi frugare ogni anfratto della figa, saltava su di me gridando "Scopami ! scopami forte !!!", in realtà era lei che stava scopando me.
Quando dai suoi gemiti capii che stava per venire mi lasciai andare fondendo il mio orgasmo con il suo.
Restò lì ansimante per circa mezzo minuto, poi fece la cosa più erotica che mi fosse mai capitata. Si arrampicò su di me fino a sbattermi letteralmente la figa in faccia facendomi assaggiare la mia sborra, poi sfregandomela sulla lingua con decisione prese picchiarsi e tormentarsi il clitoride fino al deflagrare di un altro orgasmo devastante, molto più intenso di quello prima. Strillava come un'ossessa:
"GODO CAZZO !!! Sììììììì...Sììììììì ... ECCOMI, ECCOMI ... VENGOOO !!! GODOOOOO !!!"
Poco dopo eravamo lì, io con la faccia tutta impiastricciata e lei ancora affannata quando si sentì un rumore oltre la porta, intuimmo entrambi cosa, o meglio chi, l'aveva provocato. Fu allora che realizzai la ragione di tanta enfasi, ci sorridemmo divertiti per la situazione e restammo lì a coccolarci finché fummo presi dal sonno.

Il mattino dopo ci svegliammo tardi e, mano nella mano, salimmo nel loro appartamento dove Salvo, che aveva preparato la colazione, ci accolse con un largo sorriso.
Una volta rifocillati fu lei a sparecchiare e riporre le stoviglie nell’acquaio.
Tina guardò Salvo appoggiato alla credenza e andò da lui fissandolo come una gatta in calore, gli infilò la lingua in bocca mentre, con entrambe le mani gli liberò il pacco dai pantaloncini, si aprì la vestaglietta e la lasciò scivolare a terra. In quel frangente ebbi anche modo di constatare che lui, in quanto a dotazione, non era certo carente.
Si sorridevano guardandosi negli occhi, in quel momento compresi quanta magia vi fosse fra quei due. Malgrado la circostanza fosse altamente trasgressiva quei due emanavano tenerezza e sentimento, era il loro modo di fare l’amore ed io ne ero un fortunato testimone.
Lei prese la mano di Salvo e gliela portò al cazzo invitandolo a masturbarsi, gli diede un’ ultimo bacetto e venne verso di me che ero in piedi di fianco al tavolo.
L’erotismo che si respirava in quella stanza dava alla testa, quella femmina sapeva il fatto suo.
Tina, nuda e splendida com’era si inginocchiò e me lo prese in bocca tenendomi a se per i glutei, se lo affondò in gola il più possibile guardandomi con quegli occhioni che ad ogni centimetro diventavano sempre più lucidi. Quando la saliva cominciò a colarle sul mento si alzò, si appoggiò al tavolo con gli avambracci e protendendo il sedere all’indietro mi disse: “Tu cosa dici, lo facciamo contento ?”
Guardai Salvo, che ci osservava mentre si accarezzava il cazzo, mi accucciai dietro di lei, le presi in mano il culo, lo aprii e presi a leccarla con dovizia.
I suoi umori, già colati fino a mezza coscia, mi inebriavano.
Fu la sua voce a richiamarmi:
“Dai scopami, ti prego! … non vedi che anche lui non aspetta altro?”.
Salvo era sempre lì, a due metri da noi che si segava lentamente.
Mi alzai, lo appoggiai fra quelle labbra che colavano di desiderio e spinsi.
Venni risucchiato con estrema facilità e lei sospirò di piacere.
“Avanti !!! … fagli vedere come mi sbatti.”
Quella donna aveva il potere di farmelo diventare duro come il marmo, avevo le mani sulle sue spalle e la tenevo schiacciata al tavolo, presi a martellarla incessantemente con tutto il vigore di cui ero capace, l'orgasmo della notte precedente mi metteva in condizione di resistere parecchio, godeva e più la sbattevo e più mi incitava platealmente per compiacere il marito, ormai sapevo che anche quello faceva parte del loro gioco.
Mi voltai per controllare Salvo, era in estasi e continuava a menarselo.
“Dai, dillo” fece Tina, prossima all’orgasmo. “Dimmelo ti prego! ... che aspetti?!”
Collegai quasi subito quella richiesta alla scena che avevo visto prima di partire. L’eccitazione mi salì a mille e venni pronunciando quelle parole:
“Ti piace il cazzo eh ?!? ….che gran troia che sei !!!”
“Sìììììììììì …sììììììììì che mi piace !!!” urlò Tina mentre versavo in lei tutto quel che mi era rimasto.
Due scopate nell’arco di poche ore mi avevano decisamente provato.
Quando il mio cazzo perse consistenza Tina si staccò da me infilandosi una mano fra le cosce per trattenere lo sperma. Salvo si spogliò nudo e si stese sul pavimento, ebbi impressione di assistere ad una sorta di rito, lei andò da lui e si calò sul suo cazzo togliendo la mano solo all’ultimo, così lubrificata le fu facile accoglierlo tutto in un sol colpo malgrado le dimensioni non fossero indifferenti. Guardandolo amorevolmente rimase immobile su di lui comprimendosi il bassoventre con le mani e contraendo ritmicamente i muscoli pelvici, una tecnica che nei giorni successivi anch’io ebbi modo di provare sulla mia pelle … micidiale!
Poi Tina prese le mani di Salvo, se le porto ai seni ed iniziò a muoversi come con me la notte prima: su e giù, avanti e indietro, dapprima molto lentamente poi sempre più velocemente, una danza senza scampo, tanto per Salvo che per lei, finché li vidi stringersi ed esplodere insieme in un orgasmo liberatorio.
Terminati gli spasmi, e ripreso un po’ fiato, lei si alzò da Salvo quel tanto necessario per liberare il cazzo di lui che, ancora duro, svettò in aria. Tina raccolse con le mani tutto ciò che le usciva e se lo spalmò ovunque … ventre, seno, collo, viso, leccandosi poi le mai e succhiandosi golosamente le dita ... quella donna era incredibile!!!
Tina però non era ancora sazia, andò a sedersi sul divano e fece cenno di avvicinarsi al marito che eseguì a quattro zampe mentre lei gli sorrideva. Quando lui fu al suo cospetto lei spalancò oscenamente le gambe, si aprì la figa con le dita della mano destra e con l'altra attirò Salvo per la nuca il quale non si fece pregare iniziando a ripulire minuziosamente quel che rimaneva del piacere di tutti e tre. Un lavoro accurato che la portò ben presto ad ansimare contorcendosi, guardava amorevolmente lui darsi da fare e me che mi toccavo incantato dalla scena. Il suo piacere crebbe fino a che la vidi trattenere il fiato, rovesciare indietro la testa e vibrare tutta, travolta ancora una volta dall’orgasmo. Che Femmina!!!

Va da sé che i rimanenti giorni della mia permanenza furono fantastici ed all’insegna del sesso con la S maiuscola. Anzi lo facevamo con un trasporto tale che divenne un vero e proprio far l’amore.
Salvo, ora che il suo ruolo era chiaro, era sempre presente e spesso anche partecipe, con lui trovai presto un’ottima intesa, sia caratterialmente che nel prodigarci a dar piacere a quell’angelo di Tina che, dal canto suo, non perdeva occasione per provocarci. La naturalezza e la leggerezza con cui lo faceva era incredibile e coinvolgente.
Io, grazie a loro, scoprii questo mondo nuovo fatto di orizzonti sconosciuti ed inimmaginati ma, in particolare, mi resi conto di quanto sia bello ed appagante guardare una donna godere, non me ne ero ancora reso conto.

Alla partenza promisi che sarei tornato a godermi quel mare, magari non più da solo.
In attesa dell’aereo che mi avrebbe riportato a casa riflettevo sulle mie sensazioni riguardo al tradimento che avevo subito.
Facevo ancora un po’ fatica ad ammetterlo, ma aver conosciuto quei due mi aveva permesso di ampliare di molto le mie vedute.
Inoltre, dovevo confessare che Tina aveva ragione, ripensando a quella scena non riuscivo a non eccitarmi.
Poco prima di imbarcarmi, scrissi un messaggio a Mary, le chiesi di incontrarci per parlare di noi, anche se ancora non sapevo bene cosa le avrei detto.
Alla luce dell'esperienza vissuta però avevo acquisito una consapevolezza: se avessi dovuto scegliere fra condividere l'esistenza accanto ad una gran puttana o farlo al fianco di una mezza suora avrei scelto senz'altro la prima.
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