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Gli spagnoli


di Dariosc
27.03.2024    |    219    |    0 9.3
"Il bull è un uomo che possiede la donna di turno nel corpo e nella mente, creando una dipendenza sessuale ed emotiva; è in grado di fare provare servilismo e..."
INIZIA LA STAGIONE TURISTICA

Vivo in un paese di mare della Sicilia.

Uno di quelli dove il Sole caldo arriva ai primi di Marzo e ci saluta a Novembre.Sempre che decida di salutarci perché ci sono anni in cui non lo fa, se non per poche giornate uggiose.

Che potevo fare in un luogo così? Noleggio barche, gommoni, biciclette, motociclette e moto d’acqua, organizzo gite e corsi che abbiano il mare come protagonista, affitto bungalow, camper e roulotte.
Soddisfo le esigenze dei miei clienti, e delle loro compagne.

La sera, se non lavoro, mi vedo con la mia ragazza.

Sono fidanzato, da tre anni, con Rita e lei, poverina, vorrebbe starmi accanto mentre lavoro, aiutarmi, ma le ho sempre detto di no, perché la gelosia le roderebbe il fegato.

Troppe donne tra i clienti e troppi mariti, oppure fidanzati, che arrivano in Sicilia con un solo obiettivo: vedere la propria donna insieme ad un altro uomo; uno di quelli che gli scopa la moglie e che, dopo la vacanza, non vedranno mai più.

Ho cercato di capirli, questi uomini, e mi sono chiesto come possa concretizzarsi nella mente di un maschio, magari geloso, la fantasia di essere tradito, con l’aggravante di volere assistere mentre la propria donna gode sotto i colpi del cazzo di un altro uomo.

I più si masturbano; pochi si fanno succhiare dalla moglie durante la mia scopata; pochissimi partecipano attivamente per tutta la serata, anche in una doppia penetrazione.

Tutti godono alla vista della compagna trombata da me.

Per esperienza diretta, posso affermare con sicurezza che questi uomini amano le loro compagne e che non le disprezzano mentre le guardano scopare con me e che non le umiliano, appellandole con termini volgari.

“Amore, ti piace?”; “godi, tesoro”; “quanto sei bella, cara”, sono le frasi che più di altre ho sentito in certi momenti.

D’altro canto, sono uomini mezzo dottor Jeckill e mezzo mister Hyde e se, per le loro compagne, ci sono solo parole dolci, a me dicono: “fottila! Sii più cattivo. Scopala!”, oppure, “ fammi vedere come te la inculi.”, “in bocca, sborrale in bocca, falle ingoiare tutto.”

Mi dicono queste sconcezze, parlando delle loro donne. Ma le dicono con estrema calma, con gentilezza mentre accarezzano una gamba, o i capelli, o una guancia delle loro amate.

Chi sono questi uomini?

Fino a quando non ne avevo conosciuti, parlando tra amici, li immaginavo vecchi, pieni di soldi e con compagne giovani. Dei cornuti, pervertiti.

Invece no. Sono quarantenni, trentenni, qualche cinquantenne con la moglie coetanea, ed anche ragazzi appena diciottenni con le fidanzate ancora minorenni. In questi casi, mi sono sempre rifiutato, io.

Altri del paese, sono felicissimi di accontentare quei cornuti in erba, deliziandosi con la carne acerba delle loro ragazze.

Sono una moltitudine gli uomini che arrivano in vacanza con la compagna e col desiderio di vederla scopata da me, ed io che posso fare?

Il cliente ha sempre ragione, un detto che è l’anima del commercio. Io li accontento.

Non so se questi uomini rientrino nella categoria dei cuckold. Di sicuro, io non sono un Bull, sono più un gigolò non remunerato.

Ho letto che, oltre alla prestanza fisica e alla dotazione sopra la norma, che io non ho, il Bull deve essere una persona culturalmente preparata, con un carisma molto pronunciato, con una forza psicologica superiore alla media e con la propensione al comando e deve, letteralmente, sottomettere sia il cuck che la propria compagna.

Tutte caratteristiche, tranne la prima, che non sono mie.

Il bull è un uomo che possiede la donna di turno nel corpo e nella mente, creando una dipendenza sessuale ed emotiva; è in grado di fare provare servilismo e accondiscendenza al cuck, rendendolo felicemente succube e partecipe della situazione.

Il vero bull è in grado di leggere nella mente della donna ed entrarne in simbiosi, scardinando tabù e portandola all’estasi del piacere fisico e mentale, facendola sentire veramente donna.

No, non sono un bull. Sono un uomo, giovane, che regala momenti di piacere agli uomini che godono nel farmi scopare le loro donne. E le donne non si sono mai lamentate di me.

Alle donne, regalo giorni piacevoli di mare, serate gradevoli nei ristoranti e nei locali e un po’ di sesso per renderle felici protagoniste nello spettacolo offerto ai loro mariti o fidanzati.

Forse, un giorno racconterò la mia prima volta e di quanto ci misi a capire cosa volesse quell’uomo.

Oggi, racconto dell’inizio di questa stagione.

Sabato, la stagione è iniziata con una coppia di spagnoli, sui quaranta lui, Juanito, sette, otto anni più piccola lei, Felipa. Rotondetta, non troppo alta, un bel seno, belle labbra carnose, bruna, capelli mossi, lunghi sino alle spalle, carnagione ambrata.

Lui, solo un appellativo: allampanato.

Li ho visti per consegnargli il bungalow e, poi, li ho rivisti la stessa sera, ritrovandoci in un bel locale dove si beve, si balla, e si può stare rilassati in angoli appartati, dove ci siamo accomodati.

È stato lui a spingermi perché invitassi la sua lei a ballare ed ho adottato la tecnica di sempre.

Nessuna avance spudorata, qualche sfioramento con la mano al suo braccio e al fianco, per poi prenderle una mano tra le mie, tornando verso il banco per un nuovo drink.

Atteggiamento che ho mantenuto quando siamo andati dov’era il marito.

Lui ha lasciato che parlassimo tra noi, sino a che non ha proposto di andare.

Ed eccoci nel loro bungalow. Io su una poltroncina e loro sul divano.

Lo spagnolo lo capisco ma sono velocissimi e perdo il filo. Li osservo mentre si baciano, mentre lui le carezza una coscia, e si gira più volte, sorridendomi.

Si alza, mi viene incontro e mi fa capire di lasciargli libera la poltroncina.

Ora sono io che la bacio e che le accarezzo una coscia.

Ogni tanto, lancio una sbirciata al marito. Mi sorride, compiaciuto.

Lei mi lascia fare, risponde al bacio, mi da la lingua, ma le sue braccia rimangono inermi, non prendono l’iniziativa di cercarmi.

Non mi rimane che schiacciarle un seno dentro la mia mano, iniziando a stuzzicarle un capezzolo, mugola.

“Amico, il vestito.” Hai capito, il guardone!

Alzo il pollice in segno di intesa e mi accingo ad abbassare le bretelline del vestitino che indossa Felipa.

Non ha reggiseno, ed è bello, è sodo, con i capezzoli rivolti all’insù. Ne prendo uno e incomincio a poppare.

Mi sa che Felipa voglia di più e la mia mano corre giù, sotto la mutandina.

Dieci minuti dopo Juanito, comodamente seduto sulla poltroncina, osserva la sua Felipa sdraiata sul letto, a cosce larghe, con me che la delizio a colpi di lingua.

“Amico, vuole il tuo cazzo.”

Le clienti hanno sempre ragione, ma inizio a stancarmi dell’inerzia di questa donna, non ha preso una che si possa dire un’iniziativa.

Mi sposto, mi tolgo la camicia, i pantaloni e i boxer, salgo a cavalcioni su di lei e le ficco il cazzo in bocca senza attendere. Non me lo sta succhiando, la sto scopando in bocca io.

“Amico…” adesso che vuole?

L’ho scopata, me l’ha succhiato, abbiamo scopato di nuovo con lei che finalmente ha contribuito alla serata, cavalcandomi.

Una cavalla selvaggia, la donna che piace a me, quella che ti stupisce prendendo le redini in mano, quella che decide se e quando devi godere.

Quella che si sfila per mettersi a pecorina, invitandoti a prenderla così, con Juanito che le accarezza i capelli mentre la fotto.

“Amico, non così. Quando devi, in bocca.”

Sono clienti, anche lui è un cliente e va accontentato.

Felipa raggiunge l’orgasmo. Lascio che si calmi e poi sfilo il cazzo dalla fica grondande per ficcarglielo in bocca.

Lei inginocchiata sul pavimento, io in piedi che le tengo la nuca.

Non sono un porno attore ma so cosa vuole vedere Juanito. Lo sfilo e le sborro sul viso.

Juanito è in estasi.

Mentre mi sistemo, lo vedo mentre sta pulendo il viso della moglie con una tovaglietta del bagno, dicendole parole dolci che non comprendo.
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