tradimenti

La banca


di MisterJ2
28.08.2020    |    14.800    |    6 9.5
"Tiro fuori dalla giacca il biglietto da visita, lo rileggo, ci giocherello tra le dita e poi decido di farlo..."
Anche oggi è una giornata caldissima e uscire dal paradiso dell'ufficio con aircon mi mette pensiero. Ma l'appuntamento è importante, devo riuscire a trattare con la banca per ottenere quel finanziamento necessario a portare avanti un grosso progetto di lavoro. L'ultima volta quel dannato direttore mi ha fatto penare e poi mi ha lasciato con un palmo di naso e fatto rischiare il lavoro di due anni.
"Gianni io esco, passo dalla banca e faccio altre commissioni...penso che rientrerò direttamente dopo la pausa pranzo".
"Ok Marco, buona fortuna. Ci vediamo nel pomeriggio".
Arrivo in banca e fortunatamente ci sono pochi clienti e questo mi fa sperare di riuscire a ritagliarmi anche qualche minuto di relax con un aperitivo davanti al mare.
"Buongiorno, ho un appuntamento con il direttore, dott. XXX".
"Si, prego, si accomodi...Ma il direttore è cambiato da un mese, adesso c'è la dottoressa YYY."
"Ah, non lo sapevo.. Grazie".
"Buongiorno dottoressa, sono ZZZZ, piacere di conoscerla. Sono un affezionato cliente della vostra banca e sarà un piacere trattare con lei."
"Buongiorno, mi chiami Manuela. Si accomodi e vediamo qual è la sua necessità".
Manuela, una 40enne alta, slanciata, una cascata di riccioli biondi e un paio di occhiali che le davano l'aria intellettuale. Pochi monili, giusto una collanina leggera e la fede al dito, oltre all'orologio. La guardo mentre mi accomodo sulla poltroncina che mi ha indicato e scruto l'abbigliamento semplice ma curato, la gonna leggera color crema, la camicetta blu e il sandalo aperto con tacco 9. Bella donna, penso tra me, semplice ma molto sexy. Si siede anche lei e dalla mia postazione noto che si vede una parte delle sue gambe, il resto coperto dalla balza della scrivania.
Mi chiede ragguagli su ciò che richiedo, delle coperture e tutta una serie di informazioni tecniche, mentre lei annota su un foglio e poi inserisce al computer. Ad ogni domanda alza lo sguardo e mi guarda negli occhi, e io mi perdo il quell'azzurro mal nascosto dagli occhiali, e rispondo anche io con sguardi sempre più profondi e intensi.
Lei abbassa lo sguardo e si rimette a lavorare, ma l'atteggiamento diventa sempre più imbarazzato. Con la coda dell'occhio noto che sotto la scrivania le gambe si muovono e i ginocchi sono divaricati, segno che la direttrice stava allargando le gambe. Incuriosito ed eccitato da questa mossa, lascio cadere la cartelletta che tenevo tra le mani e nel raccoglierla lancio uno sguardo verso l'apertura tra quelle chilometriche cosce leggermente abbronzate e ben tornite. Lei si accorge e divarica ancora un po le gambe, aiutandomi nella visione. Mi ricompongo appena in tempo che entra una delle impiegate (tra l'altro molto bella e sexy) e si ferma a supportare la formulazione del preventivo di finanziamento.
"Bene grazie Manuela, è stato un piacere. Valuteremo in poco tempo e le farò sapere".
"Grazie a lei Marco, della sua fedeltà alla banca. Questo è il mio biglietto da visita, ci sono i miei contatti: non esiti a chiamarmi per altre delucidazioni. Sono sempre disponibile."
Esco dalla banca e mi dirigo al mio scooter, mezzo fantastico per muoversi in città, e mi dirigo a sbrigare le altre commissioni in programma. Riesco a finire in tempo per premiarmi con quell'aperitivo sul mare che mi ero promesso, e arrivato al ber mi siedo ad un tavolo. Finalmente relax. La giornata è splendida, sono seduto al tavolo nella terrazza del bar, al fresco di un ombrellone, il drink ghiacciato davanti e la visione spettacolare di un orizzonte sul mare.
Ma ripenso a lei, Manuela, quel suo fare professionale ma con una nota eccitante di trasgressione. Tiro fuori dalla giacca il biglietto da visita, lo rileggo, ci giocherello tra le dita e poi decido di farlo. Prendo il telefono e compongo il messaggi su WhatsApp: " Grazie della disponibilità e complimenti per le mutandine...capo unico". Indugio ancora qualche secondo se inviarlo o no e poi premo il tasto invia.
Pochi secondi e sento la notifica di ricezione messaggi. "Prego, servizio per clienti fidati. Si, sono un capo unico...piaciuto il colore?". Un sorrisetto beffardo mi nasce sul volto mentre compongo il messaggio di risposta:" Anche il colore è unico, visto che non avevi mutandine".
Bip-bip..." Ho capito che ti piaceva il colore dal rigonfiamento sotto la patta".
"Siamo entrambi estimatori di capi unici...Che ne dici di una sfilata quando stacchi?"
"Ok, ma solo per parlare di moda". "Va bene passo a prenderti".
Mando giù l'aperitivo rischiando una congestione e inforco lo scooter direzione casa. Per fortuna mia moglie Paola non rientra per il pranzo, così lascio lo scooter e prendo l'auto.
Puntuale mi faccio trovare fuori dalla banca in posizione un po' defilata e quando esce mi faccio notare. sale in auto e posso ammirare le sue gambe da vicino: lucide, tornite, ammalianti. Il seno è piccolo, ma si inserisce bene in quel fisico slanciato. Avvio l'auto e le nostre facce sorridenti celano maldestramente un imbarazzo dovuto alla repentinità della situazione. Prendo il lungomare e passato il tratto cittadino, continuo sulla litoranea fino ad un tratto isolato con delle piccole aree di sosta. Mi fermo con l'auto rivolta verso il muretto delimitante la spiaggia e spengo il motore.
In tutto il tragitto abbiamo espresso poche parole, pressoché di circostanza.
Adesso siamo fermi lì, davanti al mare, isolati..lei si accomoda sul sedile un po' di traverso, rivolta verso me e mi guarda. Mi volto verso lei e mi perdo nei suoi occhi...e la bacio. Ricambia quel bacio con passione crescente, mulinando sempre più la lingua e prendendomi con le mani la nuca per tenermi incollato a lei. Con questa mossa scivola in avanti sul sedile e la gonna si ritrae fino a scoprirle quasi tutte le gambe. Con una mano le accarezzo la coscia, dalla pelle satinata, e salgo più su fino all'inguine. Lei si stacca dalla bocca e mi stringe premendo il suo seno contro il mio petto, e la bocca vicino al mio orecchio la sento gemere. La mia mano dall'inguine si è spostata sulla vagina e è rimasta invischiata in una pozza di umori , segnale di una eccitazione importante. Questo mi eccita e sento crescere da sotto i pantaloni il mio alter ego che chiede la sua parte, mentre ormai ho infilato un dito nella sua apertura. La sento inarcare la schiena, stringersi più forte a me e ricacciarmi la lingua in bocca come per mangiarsi la mia.
Prendo la sua mano e la porto sul mio pacco e lei inizia a tastarlo da sopra i pantaloni. mi apre la zip, mi sgancia il bottone, e in un attimo lo tira fuori. L'erezione è potente, il mio cazzo svetta duro davanti a lei e dopo due colpi di mano per scappellarlo si abbassa e se lo mette in bocca, iniziando così un pompino da favola. Per fare il pompino si è messa di lato sul sedile, lasciando scoperto il suo lato b ed io con la mano tiro su la gonna e mi dedico a massaggiare il perineo in toto, dalla fica al culetto. Il massaggio è gradito perché Manuela aumenta la cadenza e geme sempre più forte. Quando sente che sono vicino a esploder lo toglie di bocca e con mossa rapida mi sale a cavalcioni impalandosi sul mio cazzo. la sua fichetta è stretta ma presto il mio amico si crea spazio e sotto i movimenti sussultori della cavallona, tiene la sua consistenza. La sento arrivare almeno due volte, il suo umore mi cola in un rivolo verso le pieghe dell'inguine, e in questa posizione ho accesso a quel seno trascurato ma rivelatosi interessante per quelle areole larghe e i capezzoli turgidi e perfetti da leccare e mordicchiare.
sento di essere vicino all'eruzione e nella concitazione del momento le chiedo se posso venirle dentro. "Si riempimi, prendo la pillola. Ho voglia di sentirmi porca". Esplodo con una sborrata che non ricordavo da tantissimo tempo, riempendole la fica fino all'utero. Rimaniamo qualche secondo così, uno intersecato all'altra e ci scambiamo un lungo e dolcissimo bacio. Ci ricomponiamo, pulendosi con dei fazzolettini di carta e ripartiamo verso la città. Arrivo nei pressi della banca, mi fermo e ci salutiamo con un bacio.
"Ciao Manuela, grazie della bella mattinata. Ci sentiamo sicuramente presto".
"Ciao Marco, grazie a te, mi hai fatto sentire porca come mi mancava da un po'. Certo, ci sentiamo presto per quel finanziamento perché nella sommaria valutazione ho rilevato che manca qualcosa….dietro!"
Chiude la portiera, pochi passi e continuando a camminare altera su quei tacchi mi lancia uno sguardo beffardo con quegli innocenti occhi azzurri.
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