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La moglie del vicino pt. 2 iniziano i giochi


di Membro VIP di Annunci69.it Lovervr
29.06.2022    |    19.933    |    7 9.5
"Iniziammo a mangiare ed a chiaccherare amabilmente, ogni tanto qualche frase poteva servire qualche assist per un doppio senso ma io mi sforzai di non..."
Si fece avanti timidamente lungo il corridoio fino alla porta della cucina.
"Che programmi avevi per la serata prima che la vicina rompiscatole bussasse alla tua porta, messere?" disse con un sorrisetto ironico.
"Che fa, madame, mi da del tu? Ha dimenticato le buone maniere?" Risposi diretto ma con un gran sorriso e guardandola dritta negl'occhi.
Lei non si aspettava di certo quella risposta diretta e dura. Rimase quasi stupita, abbassò la testa e sussurò: "Mi scusi messere..."
Le feci un ampio cenno ad accomodarsi a tavola e prendendole la mano in stile '800 l'aiutai a sedersi.
La tavola era apparecchiata tristemente per una persona. Lei con fare curioso si guardava attorno, stava probabilmente cercando di capire, dai particolari, che tipo di uomo ero.
"Lei è un ragazzo ordinato vedo" esclamò interrompendo quel silenzio assordante finchè prendevo le stoviglie per apparecchiare il secondo posto a tavola.
"Sono un single cresciuto da solo" le risposi quasi a dovermi giustificare.
Vidi in lei uno sguardo quasi interrogativo alla mia risposta.
"Una storia lunga e noiosa, madame, non si preoccupi" dissi per chiudere con il sorriso.
Dovevo cambiare il menù della serata e passare da una tristissima cena in solitaria ad una cena accompagnato, ma il frigo di un ragazzo single non offre molte possibilità ed abbinamenti.
Optai per la più classica delle scelte.
"Carbonara?" Chiesi con fare deciso.
Lei sorrise, si alzò dalla sedia diede un occhiata dentro al frigo, mi guardò per un istante e girandosi mi disse: " Se il suo frigo non offre altro..." e tornò a sedersi con quel ghigno soddisfatto di chi te l'ha restituita con gli interessi.
Flirtava con me come una ragazzina ma con l'esperienza di una donna. Il gioco iniziava a diventare davvero interessante ed ormai ogni inbarazzo iniziava a sparire tra una battuta, un sorrisetto e uno sguardo.
Mentre ai fornelli mi adoperavo a preparare la cena, sentivo il suo sguardo su di me ed i lunghi silenzi tra una chiacchera e l'altra si alternavano a risatine e battute.
Poi dal nulla: "Morosa??"
Mi girai per rispondere ma li per li non trovavo le parole giuste. Non avevo una ragazza fissa, ma piuttosto una serie di amiche con cui in modo molto libero mi frequentavo. Dopo qualche attimo di silenzio: " Eh... una sola? Sono troppo giovane per averne una sola" le dissi quasi pavoneggiandomi.
"Fa bene, messere!! Io alla sua età scelsi di rimanere single per molti anni ma di divertirmi tantissimo!" esclamò con un sorrisino ironico e girandosi verso il tavolo sistemando le posate che già erano al loro posto.
"Brava" dissi mentre pensavo a questa confessione ed a a come si muoveva. Il linguaggio del corpo era chiaro, girasi e sistemare ciò che era gia al suo posto nascondeva in quella confessione un messaggio esplicito.
Era il momento di affondare il primo colpetto, ma senza esagerare. Presi a scolare la pasta e con fare distratto: "Adesso? Non si diverte più madame?"
La colsi tremendamente in contropiede. Non sentendo proferire parola mi girai verso di lei con lo scolapasta in mano e la vidi boccheggiare cercando le parole giuste per rispondere, poi con una risatina isterica: "Adesso è diverso..."
Rincarai la dose mentre mescolavo il condimento della pasta avendo cura di fissarla negl'occhi: "Diverso? Mi racconti madame, sono curioso"
Era letteralmente senza parole mi guardava imbambolata con un accenno di sorriso sul volto ma senza proferire parola. Sembrava quasi ipnotizzata. Si riprese di colpo, abbassò lo sguardo e porgendomi il piatto senza guardarmi: "Adesso sono sposata..."
La guardavo e sembrava una bimba. A testa bassa come quando sai di averla combinata grossa e non hai il coraggio di guardare la mamma o il papà. Le misi una porzione abbondante e porgendole il piatto: Che lavoro fa, madame?"
Decisi che era il momento di alleggerire la situazione e cambiare argomento, quello che doveva essere un colpetto, era in realtà una mazzata per lei che di fondo era timida.
Iniziammo a mangiare ed a chiaccherare amabilmente, ogni tanto qualche frase poteva servire qualche assist per un doppio senso ma io mi sforzai di non cogliere e lei di conseguenza. Ma certi sguardi e certi sorrisetti furbi, tradivano le nostre buone intenzioni.
Arrivati a fine cena, finchè la chiaccherata procedeva spedita iniziai a sparecchiare la tavola, finchè non mi interruppe: "Buona, davvero buona! Una delle migliori carbonare che abbia mai mangiato." mi disse mentre si puliva la bocca con il tovagliolo.
"Sono felice che abbia apprezzato, madame. A sua disposizione..." dissi con sorrisetto ambiguo e riponendo i piatti nel lavandino. Lei non rispose alla provvocazione ma si alzò prese i bicchieri e me li portò, poi tornò alla tavola per prendere il rimante ma fece cadere uno dei runner con cui avevo apparecchiato. Non feci a tempo ad appoggiare le cose nel lavandino ed chinarmi che mi passò davanti per raccogliere. D'istinto dissi: "Lascia, faccio io" Lei si piegò davanti a me piegando leggermente le gambe ma prendendo evidentemente una posizione provvocante.
"Che fa messere, mi da del tu lei adesso??" mi disse girando la testa ma rimanendo piegata in quella posizione mentre mi fissava.
Rimasi li senza rispondere non sapendo se guardare lei negl'occhi o se rimanere ad osservarla in quella posizione.
Il pantacolant non aiutava certo, anzi faceva propendere la scelta lontano dai suoi occhi. In quella posizione e così tirato diventava semitrasparente facendo intravedere un tanga bianco che disegnava il contorno delle sue natiche e si gettava in mezzo a loro.
"Ha ragione!" esclamai imbarazzato.
Si rialzo sorridento soddisfatta e prese a sistemare le ultime cose sulla tavola.
Una scarica di adrenalina mista lussuria mi stava percorrendo da testa a piedi. Potevo sentire gli ormoni invadere il mio corpo e concentrarsi tutti li, dove non era il caso in quel momento visto che indossavo un semplice pantalone corto sportivo.
"Bel tanga comunque..." le dissi, quasi a volerle dimostrare di aver capito ed apprezzato lo spettacolo.
"Già che conosce la differenza tra un perizioma ed un tanga è apprrezzabile, messere" Mi rispose lei evidentemente padrona della situazione in quel momento.
Mi girai, stava sistemando il centro tavola, girò lo sguardo verso di me, le sorrisi e feci cadere l'occhio sul suo culo mentre mi guardava. Sorrise compiaciuta ma si girò quasi per nasconderlo.
Tornò a sedersi mentre finivo di lavare piatti e pentole, dopo qualche attimo di silenzio dove sentivo il suo sguardo analizzare ogni centimentro del mio corpo, la sentii alzarsi e subito dopo la ritrovai alle spalle.
"Sono in debito di un ottima cena, messere. Mi sdebiterò..." mi disse con voce bassa e provvocante quasi a volermi sussurrare all'orecchio.
"Ne sono certo madame" Risposi in preda ad una scarica ormonale che diventava via via più evidente mentre la mia mente già fantasticava.
La situazione era ormai chiara e la mia mente già faceva voli pindarici e di conseguenza il mio pantaloncino mostrava evidente la mia eccitazione.
Mi trovavo un po in difficoltà, era rimasta l'ultima pentola da lavare poi avrei dovuto girarmi e lei era li seduta che chiaccherava tranquillamente e probabilmente in attesa di godersi l' esito delle sue provvocazioni.
Lavai l'ultima pentola con estrema cura e molto lentamente cercando di guadagnare tempo e far calmare la situazione mentre chiaccheravamo. Di tanto in tanto giravo la testa per rispondere. Lei aveva capito tutto. Ad un certo punto mi girai per l'ennesima volta e la vidi che si era seduta appoggiando la schiena al muro, mettendo i piedi sul piolo della sedia e scivolando leggermente in avanti con sedere aveva spalancato le gambe.
Girai la testa di scatto quasi imbarazzato e sentii una risatina sommessa arrivare da dietro e decisi che ormai era inutile perdere altro tempo a lavare. Che si goda pure lo spettacolo, pensai.
Data l'ultima risciacquata posi la pentola sullo scolatoio, mi girai avendo cura che potesse vedere bene e tornai a sedermi a tavola.
I suoi occhi non si erano staccati un istante dal mio pacco e mentre mi sedevo vidi il suo sguardo seguire finchè poteva la mia erezione mentre prese a mordersi il labbro.
"Contenta?" esclamai quasi svegliandola dal quel torpore.
"Ottima cena, in tutti i sensi" rispose lei ricomponendosi ma evidentemente colpita ed eccitata.
"Soddisfatta?" rincarai la dose con fare malizioso.
Lei prese a muoversi molto aggiustandosi i capelli e cercando una posizione comoda per sedersi. Poi dopo essersi di nuovo morsa il labbro evitando il mio sguardo, si girò e venendo in avanti mi fisso e con fare deciso disse: "Molto!"
Si ritrasse sulla sedia, prese le chiavi di casa e mi disse alzandosi: "Ora vado, devo anche andare in bagno."
"Madame un bagno se vuole ce l'ho anch'io..." dissi sorridendo e nella speranza che non se ne andasse.
"Devo anche distendere la lavatrice" incalzò subito. Si avviò verso la porta e la seguii deluso.
Appena fuori si girò e sistemandosi i capelli guardando sempre verso il mio pacco per controllare la situazione: " Grazie messere" disse poi alzando lo sguardo.
I nostri sguardi si incrociarono e ci fu qualche lunghissimo istante di silenzio. Sorrisi e dissi: "A sua disposizione madame"
Sorrise anche lei e di scatto mi stampò un baciò in bocca. Rimasi pietrificato. Non ebbi neppure il tempo di ricambiare che si era già staccata e ripreso le distanze.
"E' il suo modo di sdebitarsi?" chiesi sorridendo ironicamente.
"No, ora però possiamo darci del tu." rispose lei sogghignando ed avviandosi verso le scale.
" Va bene, attendo il momento in cui ti sdebiterai, ma sappi che più tempo passa più dovrai farlo con gli interessi" le dissi con tono fermo mentre fissavo il suo culo allontanarsi finchè arrivò alle scale.
Scese qualche gradino e si girò.
"E' una minaccia o una speranza?" rispose lei
"Dipende da quanto fiato hai?" risposi quasi arrogante
Sorrise maliziosamente, strinse le coscie come se le scappasse la pipì, la reazione dei suoi ormoni non era evidente come la mia ma il suo corpo parlava da solo.
Sorridendo: "Chissà...dovrò giocare d'esperienza mi sa..." e riprese a scendere facendo l'occhiolino.
Rientrai in casa deluso, ma in evidente choc ormonale. Ero eccitatissimo.
Mi sedetti sul divano fantasticando e ripensando alla cena ed ai momenti passati insieme. Facevo mente locale per capire se stava solo giocando con me o se davvero era disposta a tradire il marito.
Sentivo l'eccitazione montare in me. Un erezione potente si faceva strada nei miei boxer. Nella mia mente si affollavano e si mescolavano mille pensieri, gran parte dei quali decisamente lussuriosi e paccaminosi.
Ci misi qualche secondo a riordinare le idee, mentre nei boxer il mio cazzo pulsava e spingeva per guadagnare spazio. Avevo due scelte: masturbarmi ed aspettare la prossima occasione o tentare il tutto per tutto, scendere e bussare alla sua porta.
Mentre in piena trans da eccitazione decidevo il da farsi con una mano scesi sui pantaloncini e mi presi in mano quella poderosa erezione. Era caldissimo rigido e sensibile al minimo tocco.
"Le vado a bussare" dissi alzandomi di scatto e dirigendomi alla porta. Mentre scendevo le scale pensavo a quando mi sarebbe ricapitato che fosse a casa da sola. Forse mai.
Dovevo osare, male che vada rimaneva una sola scelta.

To be continued

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