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La moglie del vicino pt. 3 La fortuna aiuta gli audaci


di Membro VIP di Annunci69.it Lovervr
02.07.2022    |    18.824    |    11 9.9
"Lei molto più bassa di me e mi guardava dal basso verso l'alto con fare ingenuo..."
Arrivato sul pianerottolo in vista della sua porta, tutta la convinzione con cui mi ero catapultato fuori casa, lasciava pian piano spazio ai dubbi ed alle paure. Mi aprirà la porta? Magari la disturbo. Come la prenderà? Ho frainteso il suo gioco?
Continuai a camminare ma con passo sempre meno spedito. Ormai ero di fronte all'uscio di casa sua. Rimasi li qualche secondo fermo. Cercai di riordinare le idee e prepararmi una frase per evitare di rimanere senza parole. Pensai anche a cosa rispondere in caso mi avesse scaricato. Tabula rasa.
Il mix di eccitazione e paura aveva completamente sconnesso la parte razionale del mio cervello, ma ormai ero li e non si tornava più indietro.
Mi avvicinai e feci per bussare. Tale era la frenesia mentale mista a paura che praticamente con i primi 2/3 colpetti neanche toccai la porta. poi al quarto: Toc, Toc, Toc...
Feci subito mezzo passo indietro cercando di trovare una posizione dritta ma non troppo rigida.
Seguirono lunghissimi istanti di silenzio. Non sentivo rumori dietro la porta e questo alimentava, se ce ne fosse ancora bisogno, ancor di più le mie paure.
Passavano i secondi e sempre più si faceva strada in me la consapevolezza di aver sbagliato tutto. Ero sul punto di girarmi e tornare velocemente verso il mio appartamento quando la porta si socchiuse leggermente e dallo spirarglio intravidi i suoi occhi sbucare dalla porta.
Appena mi vide, aprì la porta sorridendo ma con un espressione interrogativa.
"Ho pensato che non avrei avuto più occasione di trovarti a casa sola e non ho la pazienza di aspettare che ti sdebiti" confessai candidamente mentre l'imbarazzo era evidente nella rigidità del mio corpo e nel tono della mia voce.
Sorrise e sogghignò abbassando lo sguardo.
"E dimmi come credi che mi sdebiterò?? o forse dovrei dire: come hai immaginato che mi sdebiti..."
A quella domanda rimasi imbalsamato, tutto rosso in volto e senza una benchè minima idea di cosa rispondere.
Nonostante mi fossi preparato per quella conversazione, nulla era andato come lo avevo pensato. Presi a ridacchiare ed a cercare le parole giuste. Nel frattempo lei alzò il braccio, appoggiò il gomito alla porta portando la mano dietro alla sua testa, iniziando a giocare con una ciocca di capelli.
"Bhe, sei andata via senza neanche bere il caffè. Finire una cena senza un dolce, un caffè o un amaro è illegale" dissi cambiando discorso, gesticolando e fuggendo dal suo sguardo fisso ma divertito.
"Ah... se basta così poco per sdebitarmi..." disse lei con un sorrisetto malizioso.
"Dolce no perchè poi altrimenti lo metto tutto qui nei fianchi" disse mostrando le cosce e dandosi dei colpetti sul sedere. "caffè neanchè perchè altrimenti non dormo più stanotte, ma un amaro posso concedertelo per stavolta." concluse sorridendo ed allungando la mano a prendere le chiavi di casa sul mobiletto vicino all'entrata.
Mi venne incontro per uscire dalla porta mentre ero ancora li a pensare al "no sense" ed alla banalità di ciò che avevo detto e non avevo ancora compreso che avesse accettato l'invito.
"Pronta" esclamò avvcinandosi.
Lei molto più bassa di me e mi guardava dal basso verso l'alto con fare ingenuo. Mi ripresi dal torpore e dissi: "Si... Certo... Andiamo". Uscì dalla porta e la richiuse dietro di se e ci avviammo verso le scale.
Arrivati al primo gradino,da buon gentiluomo, le concessi di salire per prima. In realtà volevo godermi lo spettacolo di quel culetto che danzava davanti ai miei occhi mentre saliva.
Prese a salire i gradini ben immaginando dove il mio sguardo fosse concentrato ed invece di salire velocemente se la prese con tutta calma avendo cura di usare tutta la sua femminilità nel muovere le anche.
"Cosa preferisci? Rhum, whisky, Montenegro?" domandai per interrompere il silenzio.
"Cosa offre la casa?" Rispose subito lei.
Fortunatamente ho sempre adorato sorseggiare qualcosa alla sera davanti alla televisione prima di dormire. Perciò il ripiano dei drinks era ben fornito.
Arrivammo davanti alla porta. "Ora ti mostro" dissi aprendo la porta di casa.
Arrivati in salotto le mostrai le varie etichette che nel tempo avevo selezionato per i miei momenti di relax serali. C'era un po di tutto. Dai whisky torbati, ai rhum secchi, dagli amari alle grappe aromatizzate. Era il vizio che mi concedevo per rilassarmi. Un goccietto di meditazione da godermi sul divano a piccolissimi sorsi.
"Caspita, ce n'è per tutti i gusti! Ti tratti bene." disse prendendo in mano una bottiglia e ruotandola per leggerne l'etichetta.
"Piccole gioie di chi vive da solo ed alla sera vuole coccolarsi un po prima di dormire" chiosai mentre l'osservavo studiare le mie bottiglie.
"Coccolami!!!" esclamò appaggiando la bottiglia che teneva in mano e guardandomi con quel sorriso che valeva più di mille parole.
"Occhio a quel che chiedi perchè ti prendo in parola" le risposi sorridendo e guardandola da testa a piedi.
Mordendosi il labbro si avviò verso il divano e si sedette sporgendosi in avanti con le braccia appoggiate sulle ginocchia in attesa della mia sceltà.
Mi girai verso le bottiglie per scegliere qualcosa che fosse adatto alla situazione. Scartai subito i classici e commerciali amari ed indugiai tra whisky e rhum. C'era parecchia scelta ma serviva qualcosa che non fosse troppo, ma neanche troppo poco. Scelsi un rhum con note di miele, sicuramente più adatto ad una donna. Presi due bicchieri dalla mensola vicino alle bottiglie, ne versai qualche millilitro e ne porsi uno a lei.
Mi guardava con fare soddisfatto, quasi fosse la prima volta che si sentisse così importante. Portò subito il bicchiere al naso e iniziò ad analizzare la mia scelta.
"Rhum" disse sicura.
"Già che riconosce la differenza tra un rhum ed un whisky è apprezzabile" risposi copiando ciò che lei mi disse a fine cena. Colse la citazione e con un gran sorriso portò il bicchiere alla bocca e ne bevve un piccolo sorso.
"Wow, cos'è? E' buonissimo!" fece con sincero stupore guardando il bicchiere.
"E' un rhum delle isole canarie. E' particolare perchè è fatto anche col miele"
"Tu mi vizi" borbottò mentre ne sorseggiava ancora.
" E' solo l'inizio..." risposi malizioso mentre riponevo la bottiglia al suo posto e la fissavo.
Andai a sedermi sul divano con lei, vicino ma non troppo per non sembrare invadente. Appena mi accomodai lei si girò verso di me portando una gamba sul divano ed infilando il piede sotto l'altra e si avvicinò leggermente.
Con la mano libera riprese a giocare con i capelli appoggiando il braccio sullo schienale e sdraiandosi leggermente. La distanza era quella giusta e dopo qualche secondo di silenzio mi spinsi in avanti restituendolo quel bacio a stampo rubato che lei mi aveva dato poco prima.
Non fece nulla per evitarlo.
"Fortunate le tue amiche... " disse inclinando la testa.
"Un paio le ho anche viste salire le scale, carine. Hai buoni gusti." rincarò mentre guardando il bicchiere faceva roteare il rhum al suo interno.
"Mi controlli?" Chiesi stupito.
"No le vedo salire ed immagino!" rispose lei alzando lo sguardo e facendo una smorfia.
Mi avvicinai a lei appoggiando la testa allo schienale del divano e la fronte alla sua, riducendo a zero le distanze di sicurezza.
"E cosa immagini?" chiesi con voce bassa e maliziosa.
Ebbe quasi un fremito, si risistemò sul divano quasi a trovare una posizione più comoda e mi guardò senza rispondere.
Quell'incrocio di sguardi fu magico. Una delle sensazioni più belle della mia vita. Seguirono attimi di silenzio. Ero in attesa di una risposta della quale in quel momento non mi importava più nulla. Stavo bene così.
Invece di rispondermi mi baciò con quella delicatezza di chi ha quasi paura di farti del male.
Si ritrasse leggermente rimaendo con la bocca socchiusa e mi guardo con uno sguardo che era un mix tra desiderio e e richiesta d'approvazione.
Iniziamo a baciarci. Dapprima delicatamente, poi con sempre più passione e trasporto. Sembrò durare un'eternità, invece passarono solo pochi secondi.
Finimmo di baciarci e ci trovammo occhi negl'occhi, sorrise e ricomponendosi per quanto potesse: "Ho pagato il mio debito?" sussurrò timidamente.
"No!" risposi diretto.
Abbassò lo sguardo e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sei una bella persona, davvero!! Sei dolce e sai come far star bene una donna. Mai io sono sposata." fece con fare sommesso e ritraendosi per riportare le distanze di sicurezza.
Le sue parole ebbero l'effetto di una doccia gelata.
"Carpe diem" risposi subito sicuro.
Eravamo arrivati li al termine di un gioco che fondalmentalmente aveva condotto lei fin dall'inizio, creando e cercando quella situazione. Ero certo che lo volesse, ma il dubbio che fosse tutto un flirt di una donna sposata ed insoddisfatta, che cercava attenzione e corteggiamento che gli mancavano nella routine di coppia, stava invadendo i miei pensieri.
Lei fissava il bicchiere in religioso silenzio ticchettando il vetro con le dita, ma dalla maglietta spuntavano le pretuberanze dei suoi capezzoli turgidi, segno evidente che la mente razionale la bloccava ma il suo corpo mi desiderava ardentemente.
Le spostai una ciocca di capelli che le cadeva delicatamente sul viso dal lato opposto di quella che si era appena sistemata ed sfiorandole le guancia, le accarezzai il viso fino al mento, sollevandolo per guardarmi. Tenne gl'occhi bassi mentre la sollevavo, poi li alzò e si tuffò nel mio sguardo.
"Giochiamo" le dissi delicatamente con un sorriso ricuorante.
Mi alzai, presi una monetina dalla tasca della giacca appesa all'entrata e tornai in salotto.
"Testa o croce?"
"Croce, la testa stasera l'ho persa..." sussurrò senza guardarmi.
"Bene. Croce ti sei sdebitata. Testa... troviamo un alternativa per sdebitarti. Tipo che mi concedi di portarti fuori a cena domani sera... Lasciamo sia la sorte a decidere." Chiosai, preparandomi a lanciare la monetina.
"Non so in cosa sperare" disse finche la monetiva roteava in aria.
Presi la monetina la misi sul dorso della mano e guardandola la tenni coperta.
"Sei pronta?" chiesi sorridendo
Sembrava rincuorata, sorrise e disse: "Vediamo cosa ha deciso la sorte per me."
Iniziai a scoprire la monetina molto lentamente. Talmente lentamente che la sua testa pendeva sempre più in avanti per riuscire a sbirciare sotto il palmo della mia mano.
Testa.
Il verdetto era stato pronunciato e lei non mostrò nessuna reazione ad esso.
Bevve quel poco rhum che restava tutto d'un sorso e appoggiò il bicchiere sul tavolino guardandomi.
"La sorte ha deciso!" esclamò
"Già! altro rhum per dimenticare?" dissi scherzando
"Non per dimenticare, ma per festeggiare!" rispose di ricalzo con aria distratta.
Mi alzai, presi la bottiglia e versai ad entrambi appena per riemire il fondo del bicchiere giusto per degustare ancora un po. Ne bevve subito un piccolo sorso poi appoggiò il bicchiere sul tavolino e si mise a carponi sul divano affianco a me guardandomi. Ero un po spiazzato, che cosa stava facendo?
"La sorte ha deciso..." ripetè sorridendo divertita.
Dalla scollatura potevo vedere bene il suo seno e i suoi capezzoli duri e sporgenti. Non riuscivo a non guardare e lei se ne accorse. Fece un sorrisetto furbo, si alzò dal divano fece un paio di passi verso la porta e quando fu abbastanza lontana da mostrami il sedere girò un po la testa e quasi inarcando la schiena per mostrare meglio le sue grazie, disse: "Adesso vado in bagno, ma nel tuo stavolta!"
"A destra la seconda porta. La prima è la camera..." le dissi maliziosamente. Non colse...
Infilò la porta guardandomi ma i suoi occhi tradivano la sua aria impostata e mostravano tutto il suo desiderio.
Rimasi sul divano con il bicchiere in mano e la consapevolezza che ci desideravamo sempre di più e questo gioco "ad elastico" stava decisamente solleticando i nostri ormoni. Bevvi un goccio di rhum e rimasi a contemplere il bicchiere che tenevo tra le mani.
Dopo qualche minutò tornò in salotto decisamente più leggera e sorridente. Si fermò davanti a me e mi fece cenno di alzarmi allungando le braccia quasi a volermi aiutare per alzarmi. D'istinto presi le sue mani e quasi come stessimo ballando la feci ruotare e mi trovai ad abbracciarla da dietro.
Dopo qualche attimo di rigidità da parte sua, la sentii rilassarsi. I nostri corpi erano a stretto contatto, lei inclinò leggermente la testa indietro appoggiandosi sulla mia spalla ed inarcò la schiena spingendo, quasi con forza, il suo culo proprio sul mio pacco.
La sentii fremere mentre non accennava a togliere la pressione dei suoi glutei sul mio cazzo.
Era decisamente troppo per potermi controllare ed in pochi secondi mi ritrovai a dover lottare con una potente erezione che cresceva sempre più nei miei boxer, mentre lei sembrava voler rimanere li a godersi il crescente volume del mio pacco che spingeva le sue natiche.
"Che succede?" chiese ingenuamente guardandomi.
"Succede che se fai così, lui apprezza molto e lo dimostra" risposi imbarazzato ma allo stesso tempo preda di un'eccitazione crescente.
Scodinzolò, quasi al volerselo far scivolare tra le natiche. Poi si sfilò da quell'abbraccio e tornò a sedersi con lo sgurado fisso sui miei pantaloncini ormai gonfi ed evidentemente troppo stretti.
Lo guardava e si mordicchiava il labbrò, poi accavallò le gambe nervosamente quasi a serrare ogni voglia con quel gesto. Rimasi li davanti a lei, divertito e tremendamente eccitato dalla situazione. La mia mente già viaggiava sulle ali della lussuria e come un fiume in piene riversava ormoni nelle mie vene, offuscando ogni capacità razionale di gestire la situazione.
Seduta era proprio ad altezza giusta, sarebbe bastato un passo per presentarglielo gonfio e rigido proprio davanti, a pochi centimetri dal suo viso. Lei staccò un attimo lo sguardo ed alzò gl'occhi per guardarmi. Era evidente che anche lei era in preda ad una furiosa eccitazione e chissà la, serrata tra quelle gambe accavvalate così strette, quanti umori iniziavano a sgorgare dal suo sesso caldo.
C'era la giusta chimica, decisi che doveva guadagnarselo e tornai a sedermi vicino a lei cercando una posizione che mettesse bene in evidenza la mia erezione.
"E adesso? Hai deciso di mandarmi a nanna così?" Chiesi provvocando.
"Volevo vedere che effetto ti facevo..." Mi rispose lei fissandomi, ma lasciando cadere l'occhio sul mio cazzo ed infilando una mano tra le gambe ed appoggiando il gomito sul ginocchio ed il mento sulla mano.
"E' evidente no?" ribattei spostando lo sguardo sul rigonfiamento dei miei pantaloncini.
"Si ma si può far meglio..." continuò lei alzandosi dal divano ed avvicinandosi lentamente.
Arrivata al mio fianco mi fissò con lussuria, si girò e si piegò in avanti appoggiando le mani sulle ginocchia ed inarcando la schiena.
"Continui a guardarmi il culo, ti rendo la cosa più facile" mi disse guardandomi ed avendo cura di posizionare il suo culo ad una decina di centimetri dalla mia faccia.
Potevo quasi sentire la fragranza del suo sesso ed il calore che emanava.
Ero estasiato da questa visione. I pantaleggins le disegnavano le curve in modo perfetto. La rotondità delle sue natiche terminava nelle pieghe dei pantaloni sull'inguine che contornavano e disegnavano la sua figa morbida e gonfia.
"Wow" esclamai totalmente preso da quella visione.
Allungai la mani ad accarezzarle il culo. Era bello sodo e tondo. Poi con un movimento leggero scivolai con le dita tra le natiche fino alla sua figa che sfiorai con i polpastrelli. Era caldissima raggiunsi il suo sesso percorrendolo in lunghezza fino al clitoride che si era inturgidito e si poteva sentire sporgere. Il suo corpo fu percorso come da una scarica elettrica e le sue ginocchia cedettero leggermente. Strinse le cosce e si sollevò girandosi.
"Vediamo..." disse mentre allungando la mano tastò la mia erezione ormai incontenibile nei boxer.
La guardavo con un mezzo sorriso quasi implorandola con lo sguardo di non fermarsi. Lei si mordicchiava il labbro mentre potevo sentire il suo respiro che si era accorciato in preda all'eccitazione.
Dopo aver tastato grossolanamente il mio pacco si inginocchio al mio fianco. Spostò leggermente l'elastico e liberò la mia cappella dalla morsa dei boxer. Non dovette fare neanche tanta fatica, l'erezione era talmente potente che ormai quasi sbucava dall'elastico dei pantaloncini. Vi passò un dito sopra sfiorando il frenulo, poi mi fissò e tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi si chinò a baciarlo. Dopo qualche bacetto e sempre guardandomi diede una leggera leccatina. Intanto con la mano aveva preso il pantaloncino e lo aveva abbassato ulteriormente per liberare definitivamente il mio cazzo in tutta la sua rigidità.
Sentii la mano risalire lungo l'asta, arrivata quasi alla cappella lo prese in mano, girò la testa e iniziò ad avvolgerlo con le labbra.
Sentivo il calore della sua bocca avvolgere la cappella e poi pian piano scendere lungo l'asta. La guardai qualche secondo poi abbandonai la testa all'indietro chiudendo gl'occhi per godermi quel felletio.
Inizialmente si limitò ad avvolgerlo con leggeri movimenti a salire e scendere, poi man mano che la presa della sua mano si faceva più salda e stretta iniziò a stimolarlo anche con la lingua.
Mio dio, che brava pensai tra me e me mentre alzando la testa portavo una mano sulla sua nuca.
Appena le appoggiai la mano sui capelli, iniziò a succhiarlo sempre con maggior vigore, roteando la mano e seguendo il ritmo di salita e discesa della sua testa.
Ci sapeva fare la vicina, mi stava portando al limite. Smisi di guardarla, cercando di concentrarmi a non venire così subito.
Fortunatamente dopo qualche secondo smise di succhiarlo e sfilandolo lentamente dalla bocca prese a fissarmi per godere della reazione che il suo lavoretto aveva mi provvocato.
Era soddisfatta ma anche tremendamente eccitata, glielo si leggeva negl'occhi.
La presi e delicatamente la accompagnai verso di me facendola salire tra le mie gambe. La baciai sfiorandole le labbra e sentii la sua lingua toccare le mie labbra.
Infilai la mano tra i suoi capelli e la tirai verso di me baciandola con ardore. Le nostre lingue si intrecciavano ed potevo sentire il mio sapore sulla sua lingua.
Ci lasciammo cadere lateralmente sul divano e ci ritrovammo semi sdraiati. Appoggiai la mano sul suo ginocchio e lentamente iniziai a salire sulla coscia. Arrivato all'inguine potevo sentire tutto il calore che la sua eccitazione emanava. Avrei voluto affondare la mano nella sua calda figa ma volevo che che mi desideresse ancor di più. Iniziai e sfiorare ed accarezzare l'inguine seguendo il bordo del tanga, per poi con un semicerchio ampio passare con un dito sopra al monte di venere e scendere sull'altro inguine.
Il suo corpo vibrò e serrò le gambe per qualche secondo smettendo di baciarmi e strizzando gl'occhi come se avesse avuto una fitta di dolore. Rimase rigida con i muscoli contratti per qualche secondo poi, si rilassò e spalancò le gambe portandone una sul divano oltre il mio corpo e lasciando l'altra a terra. Era completamente divaricata quasi ad invitarmi ad osare di più.
Le sorrisi. "Che succede?" dissi a bassa voce ritraendomi da quel bacio ma rimanendo con le labbra che sfioravano le sue.
"Ti voglio!!!" disse lei quasi ansimando.
Salii dall'inguine fino a quasi l'ombelico, poi accarezzando con tutta la mano scesi deciso sul suo sesso accarezzandolo e prendendolo tutto nel palmo della mia mano.
Inarcò la schiena spinse la testa all'indietro ed emise un gemito. Potevo sentire il rumore dei suoi umori sfrigolare nel tanga. Ad ogni tocco il suo corpo vibrava.
Mi mise una mano sul collo mentre con l'altra andò ad afferrare con forza il mio cazzo ed iniziò a masturbarlo con vigore.
Risalii con la mano e mi infilai tra la sua pelle i pantaleggins e il tanga. Arrivato in prossimità del clitoride già sentivo che i suoi umori avevano inondato il suo intimo. Scesi ed appoggiai un dito tra le sue labbra. Ora un lago. Caldo, caldissimo.
Ci masturbammo a vicenda per qualche minuto. Io alternavo leggeri affondi a massaggi circolari al suo clitoride turgido e sporgente. Utilizzavo i suoi umori come lubrificante per poter massaggiare il clitoride scivolando senza creare troppa frizione.
Di contro lei stringeva con foga la mia asta ed alternava vigorose salite e discese, a pause date dalla contrazione del suo corpo in risposta a miei tocchi che la protavano sempre più vicina all'orgasmo.
Il suo respiro si era fatto corto e serrato, di tanto in tanto ansimava, di tanto in tano mi baciava con ardore. Il suo sguardo era assente in alcuni momenti, pieno di lussuria e godimento in altri. Il suo viso contorto in smorfie di godimento assoluto.
Smise di masturbarmi ed iniziò a stringere fortissimo il mio cazzo piegando in avanti la testa e poi il suo ventre iniziò a contrarsi ritmicamente, le sue gambe tremare. smise di respirare per un paio di secondo poi esplose in un gemito fortissimo inclinando la testa all'indietro ed inarcando la schiena. Gl'occhi girati all'indietro come se fosse posseduta da quell'orgasmo.
Continuai ad accerezzarla delicatamente, sfiorandola con gentilezza e delicatezza. Ad ogni tocco sussultava mentre il suo corpo continuava a tremare e le contrazioni del ventre si facevano via via sempre meno frequenti. Mi fermai totalmente e la sentii abbandonarsi sul divano rilassando ogni muscolo. Un sorriso velato si fece strada sul suo viso rilassato mentre teneva gl'occhi chiusi.
Rimasi in silenzio finchè il suo respiro tornava lentamente ad essere regolare e calmo. Volevo lasciarla godere di ogni istante di quel poderoso orgasmo.
Aprì gl'occhi mi guardo e sistemandosi i capelli scombinati che le erano scesi sul viso mi disse ancora leggermente ansimante:
"Chi sei? Cosa sei?"
Sorrisi soddisfatto e fiero di me. L'ego maschile è insoddisfabile ma in quel momento camminavo a 10 metri da terra.
Dopo qualche secondo rincarò:" E' stato l'orgasmo più potente della mia vita! Neanche masturbandomi sono mai venuta così forte" confessò ingenuamente.
A quella confessione la mia mente visualizzò lei che si masturbava sul letto e sentii la cappella pulsare. Non seppi dire altro che: "Ne sono lusingato, madame"
"Ora dovrò sdebitarmi doppiamente" disse quasi scocciata sospirando.
Sogghignai e le baciai la fronte con tenerezza.
Riprese in mano la mia asta e dopo averla delicatamente masturbata per qualche secondo, si alzò, mi fece sedere, si tolse pantacollants e tanga in un unica soluzione gettandoli a terra in parte, e salendomi sopra prese il mio cazzo in manò se l'appoggiò tra le labbra fradice della sua figa e fissandomi disse: "Ora è il mio turno!!"
Si lasciò cadere facendo affondare il mio cazzo tra i suoi umori caldi fino ad appoggiare le sua natiche sulle mie palle. Emisi un gemito sommasso e sentii il suo sedere contrarsi.
Mi mise le mani dietro al collo ed iniziò a cavalcarmi con spinte di bacino sempre più forti e ritmate.
Presi entrambi i suoi glutei con le mani ed allargandoli leggermente li tiravo verso me a ritmo con le sue spinte. La sentivo colare su di me. I suoi umori avevano totalmente avvolto il mio cazzo, tanto da ridurre a zero l'attrito e di conseguenza la stimolazione della mia asta.
Li sentivo colare lentamente su entrambi gl' inguini, mentre il suo osso pubico me li spalmava sul basso ventre.
Volevo godermi quel momento ma l'orgasmo era li pronto ad esplodere da un momento all'altro, dovevo rimanere razionale. Un impresa!!
Sentivo la cappella pulsare ad ogni sua spinta d'anca mentre affondava fino a toccare la parete interna della sua figa calda e bagnata. Era difficile resistere e la sollevai di peso con le mani sulle natiche per evitare il peggio. Capì subito il perchè di quel mio gesto, si sollevò in piedi soddisfatta ma con un sorrisetto malizioso. Mi passò affianco si inginocchiò sul divano, mise le braccia sulla testiera ed inarcò la schiena.
"Mi prenda tutta messere" mi disse con voce decisa.
Mi alzai e rimasi un secondo ad ammirare quello spettacolo. Il fianco stretto si allargava sul quel culetto tondo che faceva da cornice ad una fighetta dove gli umori luccicavano dei riflessi della luce della stanza.
Mi presi il cazzo in mano lo appoggiai ed affondai delicatamente, centimetro per centimetro fino in fondo. mi fermai qualche istante poi prendendo dai fianchi inizia a scoparla alternando affondi decisi a penetrazioni meno profonde.
Le presi i capelli e ruotando il polso le tirai leggermente i capelli esponendo il suo collo. Ansimò fortissimo, poi quando iniziai a baciarla sul collo iniziò a spingere indietro il culo a ritmo con le mie spinte, quasi a volermi prendere tutto ancora di più.
Ero veramente al limite, sentivo l'orgasmo vicinissimo ma non volevo far finire quella scopata fantastica fatta di trasporto mentale, desiderio e passione. Cercavo di limitare le spinte e rallentare il ritmo cercando di contenere l'eccitazione e la stimolazione, nel tentivo di ritardare l'orgasmo. Ma lei mi voleva e spingeva vigorosamente il culo all'indietro per non perdersi neanche un centimetro del mio cazzo.
Fui costretto ad uscire prima di arrivare al punto di non ritorno. Lei rimase immobile forse aspettandosi che iniziassi a masturbarmi e le venissi sulla schiena. Dopo qualche secondo si girò per controllare e vedendomi li che stringevo il cazzo ma non mi masturbavo, sorrise, appoggiò la testa sul cuscino della testiera, portò le mani sul culo si allargò le natiche e disse: "visto che mi devo sdebitare doppiamente, qui puoi venire dentro"
Rimasi a bocca aperta. Solo con quella frase stavo già per venire. Non me lo lasciai ripetere due volte. Raccolsi un po dei suoi abbondanti umori li spalmai sul suo buchetto avendo cura di farli entreare infilando delicatamente un dito.
Appoggiai la cappella e iniziai a spingere delicatamente. Sentivo il suo culo fare resistenza ma non essere rigido. Sentii che piano piano il mio cazzo si faceva strada e le sue pareti strette lo lasciavano entrare. Arrivai fino in fondo con calma e sentii un gemito sommesso, più di godimento che di dolore. Sentivo il suo culo stringere dolcemente il mio cazzo e lei dall'alto della sua esperienza, contrasse leggermente ed a ritmo i muscoli delle pareti un po di volte facendomi ansimare di piacere.
Iniziai a spingere con dolcezza lasciando il tempo ai suoi muscoli di abituarsi e dilatarsi. Apenna sentii che la resistenza era sempre minore, iniziai a spingere con più audacia.
Lei nel frattempo si teneva divaricate le natiche ed ansimava. Le sue dita tiravano per allargare ma allo stesso tempo, godendo, infilava le sue unghie in quella pelle liscia e tonica. Quello spettacolo insieme all'eccitazione incontrollabile mi portarono ad un orgasmo potentissimo in poche spinte.
La presi dai fianchi quasi sollevandola ed affondai quattro o cinque colpi leggermente più profondi scaricando in lei tutto il mio godimento.
Mi chinai su di lei, scostai i capelli e sollevandola la bacia rimanendo in lei.
Le nostre lingue tornarono ad intrecciarsi e la passione lasciava il posto alla tenerezza ed ai sorrisi soddisfatti.
Mi sfilai e mi alzai aiutandola ad alzarsi. Rimanemmo un attimo a guardarci e poi iniziammo a baciarci di nuovo.
Lei mi sorrise: "E' ora di fare una doccia" si staccò e si diresse verso il bagno.
Entrammo in doccia ed iniziando a lavarci l'un l'altro tra baci, carezze stimolanti e qualche battutina.
Tornammo in salotto dopo esserci asciugati e stimolati ancora in modo malizioso.
Riprendemmo i nostri vestiti sparsi qua e la, ci rivestimmo e ci accoccolammo sul divano guardando distrattamente la tv.
"Tu sei pericoloso!" mi disse d'improvviso sorridendo.
"Perchè?" chiesi stupito.
"Lo so io il perchè..." ribattè lei sistemandosi i capelli.
"Non così pericoloso da evitarmi da oggi in poi, spero."
Si girò a guardarmi con il sorriso di una bambina.
"No ma spero di avere altri motivi per sdebitarmi..." Mi disse sospirando
"Vedremo, stasera ha deciso la sorte, la prossima volta chissà..." le dissi baciandole la fronte.
Dopo poco lei appoggiò la testa sul mio petto, si rannicchiò sotto la mia spalla e prese sonno, io rimasi ancora sveglio a guardarla.
Era iniziato tutto come un gioco malizioso dato dal momento, ma quella serata fu tutto fuorchè una semplice scopata occasionale.
Ci frequentammo clandestinamente per molti anni poi, fino a qualche anno fa. Lei nel frattempo si separò ed ebbe altri compagni. Io mi feci la mia vita e le mie esperienze, ma una parte di noi, dopo quella sera, era rimasta proprietà privata dell'altro. Sicuramente lo è ancora, probabilmente lo sarà per sempre.


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