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Il Destino Di Matteo,......Diventato Lucrezia! Capitolo 5


di Annalisa70
19.10.2023    |    920    |    2 9.7
"Se non hai intenzione di avere una storia seria e sei sessualmente soltanto passiva, io non vedo l’ora di averti tutta mia!” Non credevo alle mie orecchie e..."
Ho deciso di invitarlo a cena a casa e lasciare che il tutto succedesse con spontaneità: se si fosse offeso, era pur sempre un amico e, per il suo carattere, avrei potuto recuperare il rapporto di amicizia.
Quella sera Simona era elettrica e continuava ad inseguirmi per casa spiegandomi come averi dovuto approcciarlo o come fare bene un pompino, o ancora come tenere bene le gambe in uno smorzacandela…. non la sopportavo più e per fortuna sapevo che avrebbe dormito da Federica. Questo voleva dire, il giorno dopo, fare il resoconto del day-after a tutte, ma questo era il meno; l’importante sarebbe stato consumare il rapporto con Andrea.
Partita Simona, ho completato la mia preparazione: intimo nero tutto in pizzo con mutandine e reggiseno, nuovo vestitino rosso corto di raso al ginocchio, capelli raccolti con un chignon basso che evidenziava un paio di orecchini in argento e oro con una perla pendente. Smalto rigorosamente rosso alle unghie di mani e piedi, un trucco leggero per il viso con gli occhi di un blu scuro marcato per metterli più in evidenza. Una splendida collana in argento con perla finale che faceva il paio con gli orecchini; un paio di stupendi sandali bordeaux di marca e due gocce di Chanel. La cena l’avevo ordinata ad un ristorante ed era soltanto da scaldare; io avevo preparato soltanto degli stuzzichini, ma tutto era pronto, anche la candela sul tavolo. Ero emozionatissima e desideravo tanto che tutto andasse per il meglio.
Alle 20.00 il campanello ha suonato ed io speravo con tutta me stessa che dietro quella porta ci fosse l’uomo che mi avrebbe tolto la verginità..
Ho aperto la porta e dietro c’era Andrea vestito in modo casual con camicia, jeans e scarpe basse, con, in una mano, una vaschetta di gelato e nell’altra una rosa. E’ rimasto un po' stupito per il mio abbigliamento così elegante e, anche se non proprio una volpe, ha capito subito che le mie intenzioni erano chiare per la serata.
“Wow Lu, sei davvero molto bella!”
“Grazie Andy!” e con un po' di malizia da gatta morta ho aggiunto “Ci tenevo a farti vedere quanto potevo essere sexy!”
Lo vedevo che era un po' in imbarazzo, forse per non aver capito subito che finalità avrebbe dovuto avere la cena, ma allo stesso tempo, una volta intuito il possibile epilogo, vedevo crescere in lui anche l’eccitazione.
Nelle sue stesse frasi lo sentivo un po' nervoso, divagando su cose di poca importanza e con la testa a pensare a chissà quale strategia per fare la prima mossa, così da mostrarmi tutta la sua virilità.
Per rompere il ghiaccio, mi sono avvicinata a lui, gli ho dato un bacio sulla guancia, l’ho ringraziato per la rosa, l’ho invitato a porre il gelato in freezer e, dopo essersi lavato le mani, a sedersi a cena che tutto era pronto.
Una volta a tavola ho servito la prima portata ed ho messo in tavola del buon vino rosso, ne ho versato un bicchiere ad Andrea ed uno a me e abbiamo così iniziato la cena.
Durante la cena non lesinavo complimenti alla sua persona ed al suo fisico: mentendo un poco gli ho detto che gli uomini un po' “in carne” mi attiravano più degli altri. Andrea stava rosolando piano piano e la sua eccitazione lo rendeva sempre più nervoso.
Gli ho detto che, verso di lui, da subito, ho sentito una forte attrazione erotica e che l’avevo pensato spesso, ma temevo di rovinare la nostra amicizia; solo non c’è l’ho più fatta e questa cena era stata organizzata per dir lui di questo mio desiderio.
Andrea è uscito come una diga in piena, dicendomi che sin dalla prima volta mi desiderava con tutto se stesso e che con me ci stava benissimo e che gli rendevo le giornate piene di vita; con un impeto di virilità ha pure ammesso di avermi già posseduto con il pensiero più e più volte! Io non ero innamorata, anzi, ma temevo di aver tirato troppo la corda, soltanto che la mia eccitazione ormai era a livelli di non ritorno e così, versati due bicchieri di cognac, l’ho invitato sul divano con me.
Il tempo di posare i bicchieri, scambiarci uno sguardo ansimante e l’ho visto lanciarsi con la sua bocca verso la mia. Ho istintivamente aperto la mia ed ospitato quella magnifica lingua saettante che se avesse potuto penetrarmi in gola più di così lo avrebbe subito fatto. Eravamo un fuoco: mi sono messa sopra di lui a cavalcioni e, con la lingua, ho cominciato a baciarlo e leccarlo ovunque sul viso, sulle guance, il collo e le orecchie. Sentivo di non avere freni e desideravo quell’uomo ed il suo corpo in modo viscerale. Ho iniziato con le mani a palpargli il petto, la pancia, le gambe ed infine il pacco. Con mia grande sorpresa quel ragazzotto, in mezzo alle gambe, aveva già un cannone di marmo e il solo toccarlo mi aveva sconvolta: lo volevo tutto subito, adesso, dentro di me! Nel frattempo Andrea mi aveva abbassato il vestito fino alla vita e, dopo avermi tolto il reggiseno, mi stava succhiando i capezzoli delle tette rilasciando versi di goduria indescrivibili. Bollivo e non desideravo altro che essere scopata!
Ma in un istante mi sono tornate in mente le parole di Anita e la verità sul mio essere: non potevo continuare senza dirglielo! non doveva scoprirlo da solo, ci tenevo alla sua amicizia e l’averlo scelto era per questo motivo; perché mi aiutasse in questo momento.
Così, ripresami un attimo dalla foga, mi sono rialzata e mi sono seduta in parte a lui sul divano, sempre con il mio seno fuori, con i capelli scompigliati e con lo sguardo fisso su di lui.
L’uomo stupito, mi ha guardata in attesa di capire cosa stesse succedendo e come mai avessi interrotto quel piacere immenso.
Non sapevo da dove cominciare e rimuginando in pochi istanti cosa dire, in modo diretto gli ho detto:
“Beh, se fossi in te prenderei tutto, mi vestirei e me ne andrei a casa! perché di fronte hai una bugiarda!”
Andrea, che sembrava catapultato improvvisamente ad un interrogatorio di terzo grado, non riusciva a proferire parola e così, continuando, ho aggiunto, “Sai Andrea io con te ci sto benissimo e tutto quello che ho detto su di te è vero, però ho omesso di dirti una cosa importante. Ho solo avuto paura di offenderti e ferirti, ma il desiderio di averti è stato, credimi, sempre più forte, solo che……………”
“Solo che cosa Lucrezia?!?” mi ha chiesto lui sempre più confuso…
“Solo che io non sono la donna che credi io sia,…..vedi, io sono il frutto di un cambiamento iniziato più di un anno fa che ho desiderato con tutta me stessa, perché io sono da sempre Lucrezia, ma nata in un corpo diverso……” e qui è arrivata la frase gelida ed istintiva di Andrea:
“Sei un uomo?” e dicendola ha posato lo sguardo in mezzo alle mie gambe. Quella frase e quello sguardo mi avevano distrutta e senza volerlo mi ero coperta con una mano il seno e con l’altra tra le gambe.
“Scusa Andrea non volevo rovinare tutto, sei davvero un caro amico per me e, almeno come tale, non ti voglio perdere. Ti prego perdonami e dimentica tutto questo! Ti prego!”
Ero prostrata verso di lui e desideravo con tutta me stessa che mi dicesse qualcosa di tenero per chiudere la vicenda.
Istintivamente mi sono rialzata il vestito sul seno e, come un condannato, attendevo che l’uomo, che nel frattempo si era alzato e mi dava le spalle, se ne andasse in malo modo riabbottonandosi la camicia…
Andrea si è invece fermato in quella posizione per qualche istante a riflettere e poi, rigiratosi verso di me, con la freddezza e la sincerità che pochi dimostrano..”Sai Lucrezia, è incredibile come tu, nonostante ciò, sia una splendida donna e come sprigioni sensualità da tutti i pori. Sei una bomba sexy, e se non me lo avessi detto, mai avrei sospettato che tu avessi l’uccello tra le gambe. Se non hai intenzione di avere una storia seria e sei sessualmente soltanto passiva, io non vedo l’ora di averti tutta mia!”
Non credevo alle mie orecchie e con un impeto di gioia, ho lasciato ricadere il vestito lasciando scivolare fuori le mie tette e, correndo sui tacchi, ho fatto istantaneamente quei due passi necessari a volare tra le braccia del mio uomo. Gli ho infilato la lingua in bocca tenendogli il viso con entrambe le mani per poi lasciarle scendere fino al suo culo sodo ed al suo pacco di marmo che ho stretto in modo avido tra le dita.
Il livello di eccitazione di entrambi è tornato alle stelle ed ora, che ero psicologicamente più rilassata, gli volevo dimostrare veramente quanto potessi essere donna e porca: mentre gli facevo un succhiotto sul collo e mentre lui mi massaggiava le chiappe, gli ho tolto la camicia ed ho iniziato, con colpi leggeri di lingua, a succhiargli i capezzoli già vistosamente duri dall’eccitazione. Poi, fattolo sedere sul divano, mi sono tolta completamente il vestito, e, rimanendo in mutandine e tacchi a spillo, ho appoggiato le mani sulle sue cosce ed esposto bene in fuori le mie chiappe con le gambe ben divaricate, gli ho re-infilato la lingua in bocca. Questa volta il mio bacio si è fatto più languido e vizioso continuando a guardarlo negli occhi. Con voce sensuale l’ho invitato a massaggiarmi le tette ed i capezzoli e, con mia sorpresa, Andrea ha preso due cubetti di ghiaccio dai bicchieri del cognac ed ha iniziato a rigirarmeli sulle tette e sui capezzoli. Era una sensazione incredibile: il caldo dell’eccitazione ed il freddo del ghiaccio insieme si mischiavano in un brivido di libidine. Con la bocca sono scesa prima sul collo, poi nuovamente sui suoi capezzoli ed infine sulla sua pancia, mentre con le mani continuavo a massaggiare il suo corpo virilmente villoso al punto giusto. Mi sentivo follemente donna e ardevo dal desiderio. Con lo sguardo ho ripreso gli occhi di Andrea e con un sorriso malizioso ho iniziato a sbottonargli i jeans; dopo averglieli sfilati mi sono inginocchiata tra le sue gambe risalendo la coscia con piccoli baci arrivando al suo pacco.
L’odore acre del suo pene nelle mie narici mi sconvolgeva ed il profumo della sua pelle frastornava i miei sensi. Con un gesto delicato ma deciso gli ho abbassato i boxer e mi sono trovata davanti un cazzo di almeno venti centimetri già dritto e duro come la pietra con sotto un gran paio di coglioni ciondolanti e pelosi. Ho tolto completamente i boxer, gli ho allargato le gambe e con il cuore che mi batteva a mille, mi sono avvicinata al mio tanto agognato regalo.
Non credevo ai miei occhi: davanti a me svettava come uno scettro l’oggetto del mio desiderio più recondito, che fino ad un anno prima mai avrei immaginato di potere anelare. Andrea era anch’egli sconvolto dall’eccitazione e non vedeva l’ora di farsi fare questo pompino da me.
Con la mano destra ho afferrato la base di quell’asta di carne e con movimenti leggeri ho iniziato ad andare su e giù. Era incredibilmente caldo e lo sentivo pulsare dal desiderio. Con un movimento lento l’ho scappellato e ho liberato la sua cappella, rossa e lucida, con un odore inebriante di urina. Non resistevo più! Mi sono avvicinata con la bocca alle palle e socchiudendo gli occhi ed estraendo la lingua le ho soppesate ognuna con ampie lezzate; mi cadevano in bocca prima l’una e poi l’altra ed istintivamente le risucchiavo per poi rilasciarle. Poco alla volta sono risalita fino al bastone di carne ed alternando baci e leccate ho insalivato tutto il membro; arrivata alla cappella, dopo essermi fatta una sniffata della sua urina, l’ho assaggiata con labbra e lingua per poi spalancare la bocca ed ingoiare in un sol colpo quel cannone fino alla radice, con i peli del suo pube schiacciati sul mio viso. L’uomo, eccitato come un porco, mi ha afferrata sulla nuca e mi ha dato due o tre colpi avanti ed indietro, aggiungendo “Ohhh siii dai succhia, siiiiii così, sei proprio una tr….”, allora avendo intuito la sua eccitazione selvaggia volevo che si liberasse ed ho rincarato la dose, “Oh sii dai , dimmelo che sono la tua troia! Io sono qui per questo magnifico uccello e non vedo l’ora di sentirmelo sbattere tra le chiappe, e poi voglio essere purificata e lavata con la tua calda sborra dappertutto, capito caro il mio bel porcone!”. Andrea allora con una sorriso sadico mi ha pesantemente insultata “Bene, quindi vuoi essere una mignotta a tutti gli effetti,….comincia a succhiarmi il cazzo e a leccarmi il buco del culo che poi ci penso io a sfondarti le chiappe con il mio martello. Lecca Puttana!”.
Adesso ero ancora più eccitata ed in un fremito continuo ho continuato il mio pompino in modo magistrale; come ordinatomi mi sono spostata sul perineo e sul suo buco del culo peloso infilando la lingua nel suo orifizio leccandolo come una pazza ovunque. Andrea era pulito, ma residui delle sue feci, all’interno del suo ano, mi hanno lasciato un retrogusto in bocca che mi eccitava ancora di più. Intanto sentivo il suo rantolo di piacere farsi sempre più affannoso ed intuendo che a breve avrebbe rilasciato il suo nettare bianco, mi sono sollevata, ho preso in bocca il bastone e con la mano ho iniziato a segarlo velocemente. Sono bastati pochi secondi che mi sono sentita la bocca riempita di caldissimi fiotti, uno dietro l’altro ed in quantità incredibile. Una parte l’ho inghiottita, ma buona parte ho dovuto lasciarla uscire per non soffocare e mi sono trovata le mammelle piene di sborra. Ancora con il sapore salato di quella che avevo ingerito gli ho menato ancora un po' l’uccello per togliere le ultime gocce e con la lingua ho ripulito tutto il suo meraviglioso cazzo. Andrea mugugnava versi da toro da monta con frasi oscene e nel liberare il suo piacere mi aveva dato ogni forma di aggettivo che si potesse dare alla peggiore zoccola dei bassifondi più luridi. Adesso capivo perché Cristina mi aveva detto che quando era stata presa da Alfredo e dal suo amico ed era stata trattata da troia, godeva ancora di più. Era come se l’uomo, in questo modo, tirasse fuori un lato oscuro, ma eccitante, del nostro lato femminile.
Pulitogli bene il cazzo, Andrea, mi ha fatto i complimenti e mi ha invitata a mettermi a novanta, sopra un mobile, e dopo avermi tolto le mutandine e lasciatami nuda, ha preteso che allargassi bene le gambe per mettere in evidenza il mio buchetto.
“Non hai nulla da invidiare a qualsiasi donna, succhi il cazzo meglio che nei film porno". Posizionato dietro il mio culetto con la faccia, mi ha allargato per bene le chiappe e poi mi ha sputato sul buco del culo. La saliva che colava sullo sfintere mi ha fatto partire un brivido che è arrivato dritto al cervello e mi ha obbligata a lanciare un versetto di piacere. Andrea ha quindi cominciato a leccarmelo ad ampie lezzate, sputandogli sopra diverse volte ed infilando la lingua più volte nel mio buchetto. Nel mio caso non c’erano rischi di residui perché mi ero fatta tre clisteri sapendo di doverlo prendere dritto su per il culo. Ero in un brodo di piacere: mentre il mio toro mi leccava da dietro, stravolta, continuavo a lanciare versi di goduria e, contemporaneamente, mi massaggiavo tette e capezzoli. Ad un certo punto ho sentito un dito di Andrea che si faceva largo nel mio ano per poi roteare bene all’interno così da preparare le mie viscere al suo siluro. Un po' di timore ce l’avevo perché l’uccello di Andrea, oltre che di venti centimetri era anche piuttosto largo, ma con i falli di gomma ero arrivata a 26 cm, quindi potevo benissimo ospitarne uno di venti. Il problema è stato che il mio uomo non si è limitato ad un dito solo! ha iniziato ad inserirne anche un secondo ed è arrivato ad un terzo. Inizialmente ho provato dolore, ma lui noncurante ha continuato; quando poi il dolore si è trasformato in piacere, non mi trattenevo più ed urlavo il mio godimento, “Ahhahhh siiiiiiiiiiii, dai sfondami il culo con le dita, brutto porco! Ohh si dai godo come una vacca, non resisto, ti prego scopami! scopami! Ti prego, lo voglio tutto su per il culo, ahhaahha, siiiiiiiiii!!” e senza che me ne accorgessi il mio gingillino penzolante perdeva liquido seminale. Senza toccarmi, ero venuta!
Sconvolta dalla situazione, ho pregato Andrea perché mi sbattesse e così, lui, si è alzato e dopo avermi chiesto di lubrificargli il cazzo con la lingua, mi si è posizionato dietro e lanciandomi uno sguardo mi ha chiesto “Allora sei decisa ad essere scopata come una lurida sgualdrina nel tuo culetto sfondato!”
“Ohhh ti prego, non vedo l’ora, sfondami, ho una voglia di cazzo che non puoi credere! smetti di parlare e scopami!”.
Andrea, sudato ed ingrifato, ha preso in mano il suo uccello per la base ed ha appoggiato la punta del suo cannone sul mio sfintere, con l’altra mano mi ha bloccato il culo ed ha iniziato a spingere. Ho sentito il suo cazzo entrare tutto nelle mie viscere; mi è mancato il respiro e mi è uscito un sorriso d’istinto, perché finalmente Lucrezia era stata deflorata e sverginata. Un’altro passo verso la mia completa femminilizzazione!
Andrea ha cominciato a pompare nel mio culo con sempre maggiore forza come un verro con la sua scrofa, lanciando versi da vero animale ed io, sconvolta, ma straeccitata lo invogliavo a spingere sempre più forte, “Ahhahhh siiiiiiiiiiiiiii, è fantastico! siiiii, dai martellami il culo! Uhhuhhh spingi, spingi più forte, ti prego spaccamele queste cazzo di chiappe!”.
Siamo andati avanti così per un buon quarto d’ora, dopodiché Andrea, sedutosi sul divano, ha preteso di impalarmi con uno smorza candela: allora dopo avergli leccato per bene palle e cazzo, mi sono seduta sul mio scettro del piacere dandogli le spalle ed appoggiandomi sulle sue gambe. Anche lì mi ha pompata per dieci minuti buoni, sudando come un maiale e urlando senza ritegno. Infine mi ha presa di forza e messa di schiena, a gambe all’aria, sul divano. Me le ha allargate per bene e senza pietà mi ha nuovamente inforcata! Questa volta, dopo un po' che pompava, ho capito che stava per venire di nuovo e così l’ho pregato di farmela ingoiare tutta che non volevo perderne neanche una goccia: Si è seduto a gambe larghe sul divano ed io, distesa di lato, come in precedenza, glielo ho preso in mano e ho iniziato a segarlo in modo energico, mentre con la lingua mi sono avvicinata alla sua cappella.
Quando l’ho sentito contrarre i muscoli ed aumentare i versi di piacere, ho ingoiato quel bel bastone e, in pochi istanti, sono stata inondata di calda sborra a fiotti continui.
Mi sono quindi dedicata per dieci minuti abbondanti a ripulire bene la sua asta leccando tutti i residui di sperma che trovavo così da lasciargli l’uccello ben pulito.
Terminato il tutto Andrea mi ha sorpresa abbracciandomi e dandomi un lungo bacio in bocca chiedendomi se mi era piaciuto.
“Ma dico scherzi, è stato semplicemente fantastico! Davvero Grazie, Andrea! non sai come è stato importante per me farlo con te per la prima volta! Ci tenevo tantissimo che fossi tu!”
“Sai Lucrezia, a parte lo stupore iniziale, che non ti nego, devo ammettere che è stato come fare l’amore con una donna vera! Hai la stessa sensualità e la stessa carica erotica che trasmetterebbe una donna. Se non avessi quel gingillo in mezzo alle gambe, non saprebbero mai che sei stato un uomo, credimi! Sei stata meravigliosa!”
Ero semplicemente estasiata dalle parole di Andrea e sempre più convinta della mia femminilità. Quando Anita mi disse che molti uomini con le mie caratteristiche avrebbero voluto cambiare sesso prima, aveva ragione. Avevo, infatti, come la sensazione di aver perso tempo. Ma ora tutto il tempo davanti a me sarebbe stato solo e soltanto di Lucrezia.
Ci siamo addormentati nudi ed abbracciati; la mattina mi sono svegliata presto e ho preparato ad Andrea una ricca colazione portandongliela direttamente a letto. Ancora infoiata dalla sera precedente, mentre il mio uomo si beveva il caffè, gli ho alzato l’uccello con un egregio pompino e poi mi ci sono seduta sopra per cavalcarlo quel tanto che serviva perché mi svuotasse la sborra nelle viscere. La nostra scopata è continuata sotto la doccia, dove Andrea mi ha inculata alla pecorina venendo per una seconda volta. Ci siamo vestiti e salutati con una lunga slinguazzata e Andrea mi ha chiesto quando ci saremmo potuti rivedere a breve perché troppo tempo senza massaggiare il mio culo burroso e scopare il mio buchetto del culo non ci poteva stare.
Da vera troia quale stavo diventando gli ho chiesto se la sera stessa fosse stato troppo tardi per farsi succhiare il cazzo, e subito lui ha accettato. Salutatolo mi sono diretta al lavoro dove, sicuramente, avrei perso almeno un’ora a raccontare della mia avventura erotica. Ma in fondo, tra amiche, si deve fare anche questo! Giusto? Baci baci....

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