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Il Destino Di Matteo,......Diventato Lucrezia! Capitolo 6


di Annalisa70
26.10.2023    |    650    |    5 9.6
"Poi, oltre la lingua, ad un certo punto ho sentito qualcosa d’altro forzarmi lo sfintere, ma al momento non mi sono sembrate dita della mano..."
Quando stavo per entrare in ufficio, ancora euforica per la mia notte di fuoco con Andrea, mi sono sentita afferrare il braccio e girandomi ho visto che era Simona: “Dai vieni alla macchinetta del caffè, siamo tutte lì, ansiose di sapere….” e così dicendomi mi ha strattonato fin là.
Giunte nei pressi della macchinetta, le mie amiche, disposte come le damigelle di un matrimonio, erano lì con lo sguardo sospeso di chi sta guardando lo sbarco sulla luna e restavano in attesa di un cenno da me.
Allora, come nei film, dapprima ho finto uno sguardo sempre più triste e poi lanciando un sorriso a trentadue denti ho urlato “Lo abbiamo fatto!!!”. Allora mi sono sentita abbracciata da tutte che si sono complimentate con me.
“hai visto che non era tutto questo male scopare con un uomo! E’ eccitante o no? di la verità, non è la fine del mondo essere possedute da un maschio ingrifato?”
“Adesso però, gran troiona, vogliamo i dettagli, lo sai che tra donne funziona così vero?”. Così, già consapevole di questo epilogo, senza nascondere un po' d’orgoglio per le doti virili del mio uomo, ho raccontato l’accaduto per filo e per segno.
Qualcuna mi ha apostrofata come ninfomane, le altre mi hanno detto che ho fatto benissimo e che dovevo continuare, ma in ogni caso tutte felici per il mio esordio sessuale al femminile.
La relazione con Andrea continuava più ardente che mai: scopavamo praticamente ovunque. Se avevo cinque minuti liberi in pausa pranzo, correvo in negozio da lui e mi facevo sbattere dove capitava: sugli scaffali, nel retrobottega, addirittura un giorno mi ha scopata in pieno orario di lavoro, sul bancone, con il negozio aperto. Un ragazzo è entrato e vedendoci nella foga dell’amplesso, si è girato lasciandosi sfuggire solo un “oops scusate, passo più tardi….” e se ne è andato.
Il fine settimana chiudevamo praticamente casa e ne uscivamo la sera della domenica esausti e soddisfatti.
Avevo imparato come far godere il mio uomo con fantasie sempre crescenti e a lui piaceva tantissimo.
Un giorno l’ho invitato a casa e mi sono fatta trovare vestita da crocerossina sexy con l’abitino bianco che terminava appena sotto il culo ed una spaccatura vertiginosa sul seno. I capelli raccolti con un cappellino bianco con evidenziata una croce rossa nel mezzo, delle calze bianche a rete e due sandali, tacco 13, bianchi.
Labbra ed unghie rosso fuoco e trucco marcato da vera baldracca. Le tette raccolte in un push-up che le spingeva fuori oltre il dovuto. Infine un finto stetoscopio al collo.
Avvicinandomi a lui, a quattro zampe come una gatta, gli ho abbassato i pantaloni e fingendo di visitargli la nerchia gli ho prescritto una cura ricostituente con effetto immediato a base di vigorosi pompini. Cosa che ho fatto immediatamente per poi essere impalata dallo stesso bastone.
Un’altra volta, vestita da segretaria porca, tanto che le mie colleghe qualcosa avevano intuito, l’ho fatto venire in ufficio e, dopo averlo legato alla sedia, mi ci sono messa sopra e mi sono fatta cavalcare tutta sera.
Anche se avevamo raggiunto un intesa eccellente, per me rimaneva sempre e soltanto un gran sesso. Non ero innamorata di Andrea, ma mi piaceva godere un gran tanto con il suo arnese. Invece lui, nonostante le parole spese al primo incontro, mi sembrava sempre più coinvolto, anche sentimentalmente. Non mancava di farmi regali particolari e preferiva sempre più spesso i momenti di coccole rispetto a quelli di sesso puro.
Io ero anche capace a fingere piuttosto bene facendo la gattina morta nei momenti teneri, ma solo perché volevo la mia razione di cazzo. A me quello interessava, più di tutto!
Da un lato mi dispiaceva, perché non lo volevo illudere e non volevo perdere la sua amicizia al contempo, ma era più forte di me: se restavo senza sesso per più di un giorno, impazzivo! la scoperta del cazzo mi aveva sconvolta. Non riuscivo più a farne a meno. Avrei dovuto parlargli chiaro, ma nel frattempo iniziavo a guardarmi in giro per allargare le mie cerchie.
Da donna quale ero ormai da tempo, mi ero sempre più convinta del potere che noi femmine potevamo esercitare sugli uomini con le giuste dosi di sensualità e fascino. Andrea, duro e virile, ci era caduto in pieno e da “solo sesso”, adesso desiderava qualcosa di più romantico.
Parlandone con Simona, anche il suo consiglio è stato quello di parlare con Andrea per poter chiarire le cose. Però, nel frattempo mi ha proposto un incontro che solo qualche settimana prima avrei rifiutato e che invece adesso non potevo fare a meno di accettare senza pudore: un incontro, fuori città (così da non destare sospetti ad Andrea) a quattro, con due suoi amici maschi superdotati e disinibiti quanto basta.
La sera dell’incontro ho detto ad Andrea che ero fuori città con Francesca per lavoro (in fondo, un po' di verità nella cosa c’era …..) senza però avergli fatto prima un riconoscente pompino. Così, dal tardo pomeriggio, io e Simona abbiamo iniziato a prepararci per la serata: lingerie super sexy, capelli già preparati dalla parrucchiera, mini vertiginose e camicette che facevano più intuire che coprire, tacchi rigorosamente 12 e trucco provocante da super mignotte.
Intorno alle 19 siamo partite da casa nostra sulla nostra cabrio in direzione del ristorante nel quale ci saremmo viste con i suoi due amici.
Arrivate sul posto e dopo aver parcheggiato, abbiamo atteso i nostri compagni che dopo qualche istante sono arrivati a bordo di una Porsche nuova fiammante. Erano un italiano ed un brasiliano. Enrico, l’italiano, sui 45 anni, gestiva alcune aziende qui in Brasile, mentre Paulo, più giovane di circa dieci anni, era un misto tra un tuttofare ed una guardia del corpo di Enrico.
Enrico, piuttosto stempiato con capelli biondicci e pizzetto curato era magro e non molto alto; Paulo, al contrario, era uno splendido mulatto con un fisico sexy e muscoloso in ogni sua parte, alto con dei capelli e degli occhi nerissimi nei quali mi sono persa da subito.
Enrico nei suoi modi di fare dimostrava di saperci fare con le donne e di averne fatte girare parecchie; a Paulo invece, pur dimostrandosi simpatico, stava bene non togliere il pallino della gestione al suo amico e, probabilmente, benefattore.
Enrico, nel presentarci, mi ha subito fatto capire chi fossi mettendomi subito a mio agio: “Piacere Lucrezia, sei una donna davvero incantevole e, guardandoti, direi anche piccante. Non vedo l’ora di conoscerti un po' meglio! Simona si sbagliava nel descriverti, sei molto meglio di quello che mi ha detto.”
La serata è continuata nel ristorante con battute e storie divertenti, ma anche con allusioni decisamente sempre più hot per riscaldare il clima, fino a quando, dopo aver pagato il conto, Enrico ci ha invitato a continuare nella sua villa in riva al mare. Ovviamente noi, sempre più eccitate, abbiamo subito accettato! Li abbiamo così seguiti con la nostra auto sino alla villa di Enrico. Una villa enorme tutta cintata, ma lievemente sollevata sopra una collinetta che le permetteva di vedere il mare di fronte e con un giardino enorme con piscina; un fantastico gazebo con molti lettini e cuscini si trovava a bordo piscina.
Enrico ci ha fatto accomodare proprio lì e ci ha portato una bottiglia di champagne ed un vassoio di frutta. Abbiamo bevuto diversi bicchieri di champagne e, sinceramente, assaggiato poca frutta, tanto che non mi sentivo ubriaca, ma sicuramente molto allegra. In questa situazione, voluta ad arte dai nostri uomini, ma assecondata senza remore da noi due, la mia sorellina troia ha voluto improvvisare uno spogliarello per tutti, fino a restare nuda con i soli tacchi a spillo e le mutandine; dopodiché mi ha invitata a fare lo stesso: così senza pensarci due volte, vistosamente eccitata, mi sono avvicinata alla mia amichetta e provocante come una spogliarellista mi sono tolta tutti i vestiti, tranne tacchi e mutandine; poi, riscoprendo una troiaggine che non pensavo a questi livelli, l’ho guardata, l’ho abbracciata e rivolgendomi ai due porci infoiati ho detto “Perché non riscaldiamo un po' l’ambiente che io ho un po' di freddo” e subito ho infilato la mia lingua nella bocca della mia ex-compagna limonando viziosamente con lei.
Con la coda dell’occhio vedevo i due tori massaggiarsi vigorosamente il pacco e cambiare il colore della pelle da rosa a rossastra; non resistevano più, erano pronti per la nostra miniorgia. Così Simona mi ha invitata ad occuparci di loro e staccateci l’una dall’altra ci siamo inginocchiate tra le gambe dei due; io tra quelle di Enrico e lei tra quelle di Paulo. Come previsto, appena tolti i pantaloni ed abbassate le mutande ne sono usciti due fantastici uccelloni già duri e violacei in punta. A dir la verità l’uccello che mi apprestavo a ciucciare io non superava i venti centimetri, mentre quello di Paulo sarà stato di almeno 28-30 cm e mi ha letteralmente ipnotizzato. Ma l’odore di urina del mio uomo mi ha richiamato ai miei doveri e così , dopo aver afferrato quello splendido cazzo, ho iniziato a ciucciarlo dalle palle fino in punta con ampie leccate e risucchi. Anche se questo era soltanto il mio secondo uomo, mi rendevo conto di quanto fossi veramente puttana con un uccello davanti agli occhi e di come fossi brava nel far eccitare l’uomo di turno. Era più forte di me, sentivo dentro un brivido sconvolgente che mi portava a desiderare visceralmente il cazzo, di succhiarlo, di sentirmelo dentro e di farlo sborrare a più non posso per provocare piacere. A me così piaceva e non potevo farci niente. Il sesso era ormai una droga!
Mentre osservavo la mia sorellina far contorcere il suo uomo con un pompino degno di un aspirapolvere, ho spogliato il mio uomo completamente e partendo dai suoi capezzoli ho leccato ogni parte del suo corpo finendo di nuovo sul suo uccello e sui coglioni. Poi gli ho chiesto di mettersi a quattro zampe con il culo bene aperto ed allargato e con ampie lezzate gli ho ben ripulito perineo e buco del culo; Enrico gemeva di piacere senza risparmiare versi osceni ed invitandomi a continuare mi ha apostrofata “Dai brutta vacca da monta continua a pulirmi il buco del culo! Non ho mai visto una troia lecca merda sfondata come te!!!”. Incredibilmente, proprio come con Andrea, l’essere trattata da latrina vivente mi eccitava oltre ogni misura; probabilmente era un forma di masochismo recondito, ma non faceva altro che eccitarmi di più, infatti avevo i capezzoli che sembravano due punte di lance.
Poi Enrico ad un certo punto ha invitato l’amico a preparare le nostre passere ad essere sfondate, così mentre Paulo si è fiondato sulla fica di Simona leccandola avidamente, Enrico mi ha girata a quattro zampe sui cuscini con le chiappe alzate al vento e mi ci si è posizionato dietro, mi ha afferrato le chiappe e poi partendo molto lentamente, mi ha ben insalivato il buchetto. Sentivo che sempre più spesso, con la lingua, entrava anche dentro il mio ano. Sicuramente non era la prima volta che si apprestava ad un operazione del genere e forse, quindi, a scopare con una transessuale. Poi, oltre la lingua, ad un certo punto ho sentito qualcosa d’altro forzarmi lo sfintere, ma al momento non mi sono sembrate dita della mano. Così, girandomi per capire meglio, ho visto che aveva in mano una grossa banana intera e non ancora sbucciata. L’aveva cosparsa di gel lubrificante e, piano piano, cercava di infilarmela nel culo. Operazione che un poco alla volta gli è riuscita perfettamente: ormai avevo la banana completamente nel culo. Con il solo picciolo, la muoveva dentro e fuori e nel frattempo mi leccava le chiappe. Ero sconvolta dal piacere e adesso desideravo solo essere perforata dal suo cannone! così glielo ho espressamente detto “Ascolta maledetto porco, adesso ho solo voglia del tuo cazzo tra le mie chiappe, quindi toglimi quella banana dal culo e sfondami fino a sfinirmi!”. Enrico un po' sorpreso da tanta veemenza nella mia richiesta non se lo è fatto ripetere ed appoggiata la cappella sul buco del culo ha spinto e, in un colpo solo, mi è entrato dentro, iniziando a cavalcarmi alla pecorina. Quella maiala di Simona, mentre veniva montata a smorza candela cavalcando il siluro di Paulo, seduto sul divano, mi ha invitata a leccarle i capezzoli delle tette con Enrico che mi inculava dietro. Così le ho leccato bene entrambe le poppe, poi un po' incuriosita da Paulo, sono passata dai capezzoli di Simona a quelli di Paulo: belli, duri e sporgenti! Aveva un odore da maschio inebriante e quel fisico possente sembrava non chiedesse altro che scoparmi.
Simona si deve essere accorta di questo mio crescente desiderio verso di lui perché dopo dieci minuti ha chiesto il cambio e di poter così assaggiare il palo di Enrico.
Scambiateci i partner, non ho esitato un secondo a prendere in bocca, super eccitata, la bestia che Paulo aveva in mezzo alle gambe: era davvero enorme. Visto da vicino non lo inquadravo neppure tutto; leccarlo tutto dai suoi splendidi coglioni ciondolanti alla punta ha richiesto un grande impegno, ma non bastava mai. L’ho leccato ovunque, insalivandolo bene e poi gli ho fatto lo stesso lavoro fatto ad Enrico, ripulendo per bene il suo buco del culo. Mi cresceva l’ansia di secondo in secondo all’idea di essere infilzata dal quel cazzone enorme, ma il desiderio era troppo forte e così lanciatogli uno sguardo malizioso che faceva intendere che quel mostro lo volevo ben conficcato nelle mie viscere, Paulo, mi ha fatta alzare, mi ha fatta mettere a schiena in giù sul divano con le gambe ben divaricate, ha sputato due o tre volte sul mio buchetto per lubrificarlo bene e poi mi ha inculata senza pietà in un sol colpo.
All’inizio mi è mancato il fiato, perché quel cannone oltre che lungo era anche piuttosto largo, ma poi man mano il mio Bull pompava sempre più forte, è subentrato il piacere più osceno: urlavo frasi talmente sconce che Simona ed Enrico mi guardavano quasi stupiti mentre scopavano alla pecorina.
“Aaaaaaahhhhhhh siiiiiiii, dai sfondami!! Porco bastardo che non sei altro, spaccami il culo in due e puliscimi con la tua sborra calda!!!”. Chissà, se fossi nata subito femmina, forse oggi sarei una prostituta navigata o una pornostar!
I due tori ci hanno scopate per una buona mezz’ora ancora, ed infine ci hanno fatte mettere sdraiate sui cuscini a pomiciare tra noi con la lingua; poi ci hanno puntato gli uccelli in faccia e dopo esserseli menati un po', ci hanno scaricato addosso tutta la loro sborra: Paulo mi ha letteralmente lavata. Continuava a schizzare violentemente fiotti bianchi e caldi sul mio viso, sulle tette, sulla pancia e sulle mie mani. Ancora gocciolante, ho preso in mano il suo bel batacchio e l’ho asciugato per bene con la lingua, ovunque. Volevo ancora godermelo un po' prima di tornare a casa, sapevo che non mi sarebbe ricapitato tanto facilmente ancora un cazzo così gigante. Così glielo ho fatto tornare duro e con un pompino magistrale e l’ho fatto sborrare ancora, ma questa volta me la sono bevuta tutta!
Alla fine, esauste, ma soddisfatte, ci siamo rivestite e dopo aver bevuto ancora qualcosa con Enrico e Paulo, li abbiamo salutati con una calda slinguazzata promettendo di rivederci ancora e siamo tornate a casa.
Prima di salire in auto, Enrico mi si è avvicinato all’orecchio e mi ha sussurrato “Sei stata eccezionale questa sera, sei più femmina e troia tu di molte altre donne con cui ho scopato fino ad ora. Buonanotte principessa!”.
Quelle parole, al di là dell’imbarazzo iniziale, mi hanno riempito di orgoglio e confermato ancora una volta, come se non ce ne fosse stato bisogno, che avevo fatto la scelta giusta a diventare Lucrezia!
In auto con Simona, ridendo come due deficienti, parlavamo della nostra prestazione e del fantastico cazzone di Paulo che, in un attimo, mi aveva fatto dimenticare l’uccello di Andrea. Già Andrea,….adesso gli avrei dovuto parlare: o accettava che le nostre sarebbero state solo sane scopate, oppure avrei preferito chiudere il rapporto e restare soltanto amici. In fondo, anche grazie alle mie amiche, di cazzi in giro da assaggiare ce ne erano tanti e probabilmente anche più grossi del suo!
Andrea, come previsto, non prese bene le mie parole sul fatto di ridimensionare un po' il nostro rapporto: io gli ho detto a chiare lettere che se me ne fosse presentata l’occasione sarei andata a letto con qualsiasi uomo mi intrigasse e lui mi ha fatto una mezza scenata di gelosia: quando gli ho detto che gli accordi li aveva stabiliti lui durante il primo incontro, mi ha risposto che in fondo non si sarebbe aspettato neppure lui che si potesse creare un feeling particolare tra di noi….
Alla fine comunque ha accettato le mi richieste e, anche se siamo rimasti amici, le nostre scopate si sono fatte più freddine: quando ce ne capita l’occasione lo facciamo ancora, ma lui si limita a sbattermi e ha svuotare i coglioni nel mio culo o nella mia bocca senza particolari attenzioni o gentilezze. Mi sborra dentro e poi si va a fare la doccia senza degnarmi neppure di uno sguardo. La mia sensazione è doppia: ammetto, da un lato mi eccita perché mi fa sentire una troia da usare per soddisfare i suoi istinti, ma dall’altro, quello intimo femminile, mi lascia un po' di amaro,…ma tant’è!
Ma se con Andrea le scopate si erano fatte sporadiche, con altri uomini, avevo cominciato a divertirmi alla grande: oltre a frequenti scopate a casa di Enrico e Paulo, grazie all’aiuto di Simona, sono diventata piuttosto troia: La scorsa settimana abbiamo organizzato una serata hot con due fornitori locali brasiliani piuttosto giovani. Sono due artigiani del posto con i quali siamo soliti avere rapporti di lavoro per i nostri resorts. Con la scusa della contabilità del lavoro, gli abbiamo chiesto di trattenersi un po' di più ed avendo tirato ormai le 8.00 di sera gli abbiamo proposto di prendere delle pizze, mangiare qualcosa insieme e poi continuare con il lavoro.
In realtà non c’è n’era affatto bisogno, poiché avevamo già ultimato il tutto, ma ci eravamo talmente invaghite di quei due manzi che i nostri buchetti fremevano all’idea di essere riempiti dai loro manganelli.
Mentre io mi sono spostata in bagno per darmi una ripassata e sistemarmi la lingerie, Simona ha cominciato il lavoro di approccio: dapprima ridendo e scherzando e poi spingendosi oltre facendosi abbracciare, prendere in braccio e toccare qua e là. I due tori ormai avevano capito perfettamente l’andazzo della serata e, mentre uno si stava lasciando andare in modo palese, il secondo sembrava più titubante. Spintosi verso il bagno, l’ho incrociato e l’ho fermato:
“Di là la tua amica si sta lasciando un po' troppo andare….”, ed io “e se fosse quello che vogliamo?, siete due bei maschi piazzati bene e ci piacerebbe divertirci con voi! qualche problema?” , “Beh sai, io….so…sono sposato da poco tempo e non vorrei……..” “Hey , guarda che noi vogliamo soltanto divertirci e basta, questa sera puoi tornare dalla tua mogliettina tranquillo , tranquillo!” ed appoggiando la mia mano sul suo considerevole pacco gli ho chiarito, “fai come vuoi, ma io voglio solo questo! e sono sicura di farti impazzire dal piacere se me lo lasci usare!”
Il ragazzo ha accennato un sorriso sornione e guardandomi mi ha afferrata dietro la nuca dicendomi “Beh, in fondo, se vuoi soltanto il cazzo, perché no……” e subito dopo mi ha messo la lingua in bocca e con una foga inaspettata mi ha spinta contro di sé iniziando a massaggiarmi energeticamente le chiappe. In pochi secondi avevo già le tette al vento e sull’equilibrio precario del mio tacco 12 mi sono trovata con le mani al muro e le chiappe rivolte verso il mio toro che senza pensarci su troppo mi ha alzato il tubino e mi ha abbassato le mutandine fino alle caviglie, ma prima che gli potessi spiegare mi ha anticipata……..”ah che sorpresa, non l’avrei detto, sei una splendida trans e quelle come te mi intrigano molto” . Ecco fatto! ghiaccio rotto! adesso toccava al mio culo essere rotto.
Dopo avermi spogliata completamente nuda, lasciandomi vestita dei soli gioielli, dei tacchi a spillo e del mio profumo, mi ha riportata in sala dove la mia amica vacca, già nuda, era impegnata in un focoso smorza candela rivolta verso di noi: la vedevo splendidamente stravolta a cavalcare quella mazza di carne. Lei, tra l’altro, non risparmiava neppure un grammo del suo piacere e quindi si spendeva in urla e frasi di godimento tipo “oohhh siii, dai sfondami la passera, sfondamela maiale, dai……….scopami tuttaaaaaa!!! aah siii”.
Questa splendida scena non ha fatto altro che infuocare sia me che il mio nuovo Bull: allora l’ho fatto sedere a gambe larghe sulla mia sedia d’ufficio, mi ci sono inginocchiata davanti, ho afferrato il suo magnifico cazzo e ho cominciato un sontuoso pompino con tanto di rumorose lezzate.
Dopo avergli ben inumidito il palo e contemporaneamente essermi inumidita il buchino, gli ho chiesto perentoriamente di sfondarmi quanto più potesse. Il maritino intimorito di qualche minuto prima aveva ormai lasciato il posto ad un bufalo ingrifato che sbuffava per impalarmi.
Senza mezze misure mi ha afferrata, girata e piegata a novanta gradi sul tavolo, si è abbassato qualche secondo a ripassarmi con la lingua il buco del culo per essere sicuro di aprirmi bene e poi, puntato il missile sul forellino, lo ha spinto come un toro tutto dentro. Mi è mancato il fiato per qualche secondo, ..era veramente grosso, ma il piacere di essere inculata si è subito manifestato in tutto il mio essere puttana:
“Ooohh sììììì, dai spingi e stantuffami bel porco, sono la tua scrofa, scopami così, ahhha sììììì……”
Il verro, senza farselo ripetere mi ha scopata in questa posizione per un buon quarto d’ora senza sosta, era veramente prestante e potente.
La mia amica troia, chiedendo una breve pausa, mi ha lasciato in consegna anche il suo cannone,………mi sono ritrovata così, sul tappeto, a pecorina, con l’uccello del mio uomo in bocca e quello del suo amico nel culo che pompava come un forsennato. Non che mi dispiacesse, anzi…….
Dopo esserci fatte sfondare in tutti i buchi a disposizione, io e la mia amica baldracca, abbiamo deciso che era venuto il momento di farci inondare di sperma su tutto il corpo. Avevo proprio sete di sborra e non vedevo l’ora di riversamene una bella quantità nello stomaco.
Così io mi sono presa in consegna il cazzo dell’uomo di Simona e lei quello del maritino. Con un egregio lavoro di mani e bocca, leccando anche palle, buco del culo e perineo, in pochi minuti, i due giovani puledri, hanno eruttato il loro seme ad ampi fiotti nelle nostre bocche: io e la Simo, ovviamente, non ne abbiamo perso una goccia e ci siamo scambiate i due tarelli per ripulirmi perfettamente.
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