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Tre maialini tra il mais


di leccoleccami
10.07.2022    |    9.078    |    6 9.6
"Sono annebbiato dal caldo, dall'eccitazione..."
Finalmente l'avevo convinta.
Uscire, vestita da ragazzina. Vestita da ragazzina fuori dalle quattro mura della sua camera.
Ma quando e dove?
"Domenica i miei escono, passi a prendermi e mi vesto in auto."
"No, voglio vederti come ti ho visto e rivisto in foto. Voglio vederti salire in auto già femmina.
Passo alle 13, con questo caldo saranno tutti via o chiusi in casa."
Accetta un po' perplessa, non mi chiede dove la porterò ma sa cosa mi piace.
Mi chiede di presentarmi vestito con una certa eleganza anche se informale, un po' come se avesse un appuntamento con un suo professore. Immagino.
Finalmente arrivo sotto casa sua e la vedo uscire dal portone.
Sapendo che amo la campagna non ha messo tacchi ma dei sandaletti.
Sculetta, porta con eleganza la borsetta e si inumidisce le labbra segnate da un filo di rosso vivo.
Mi pare di essere più intimidito di lei, e quando sale in auto non riusciamo che dirsi un timido ciao.
Ho il cuore che batte a mille mi confessa. "Sono scesa con il terrore che nell'androne ci fosse qualche conoscente.
Beh, le confesso, non ti aspettavo con un gonnellino così minimalista e così truccata.
Percorriamo i viali che portano fuori città in silenzio. Sappiamo entrambi quello che cerchiamo.
Quante volte gli ho scritto che mi masturbavo ammirandola in foto, e sentivo le sue labbra, la sua lingua leccarmi il cazzo, i testicoli. Sognavo che quella lingua si infilasse ovunque. Ovunque lei avesse voluto.
E ora quelle labbra così vicine, le gambe fianco a fianco le mie, tentato di sfiorarle. Attimi carichi eccitazione per entrambi, ma la tensione, la paura e tanta vergogna ora ci attanaglia.
"Dove mi porti?" Mi domanda tranquilla e questo mi scioglie un po'.
"In un viottolo di campagna circondato da campi di mais oramai alto e a quest'ora di domenica nessuno ci lavora, e staremo tranquilli."
La macchina prosegue lenta, mi prendo coraggio e la mano dal pomello del cambio scorre sulle sue cosce. Dopo una curvetta decido di fermarmi. Non così la mia mano. Discosta il leggerissimo gonnellino e accarezza il suo membro. La sento rigida e ansimante.
"Posso?" Mi chiede
"Puoi, tutto quello che vuoi" le sussurro con un filo di voce.
"Slacciarti la cintura e far scendere piano piano la zip."
È impacciata, e questo mi manda in estasi.
Mi avvolge la polo e si abbassa. Gioca con la lingua sull'ombelico, si accoccola sulla morbida pancia.
Grondo di sudore. Sollevo il bacino per invitarla ad abbassarmi i pantaloni.
La cerco nello sguardo. È persa. Il suo sguardo è tutto per il mio pene, e quando gli sguardi si incrociano, capisco per la prima volta, cosa vuol dire: sentirselo mangiare con gli occhi.
Mi chiede di togliermi tutto di dosso.
"Mi scrivevi che eri nudo sul divano quando guardavi le mie foto, e così voglio vederti."
Se i movimenti di prima sembravano lenti e rarefatti,ora in un amen, sono nudo in auto, in un viottolo di campagna con lei.
Le propongo di distendersi con un telo tra i filari.
"Mi sento più mia se rimango vestita."
"Almeno togliti le mutandine."
"Ok, nonno."
E così, nudo, ma il bello di sentirsi nudo, alle prese con le attenzioni di quella giovane universitaria.
Non odo altro che i suoi mugolii. Sono annebbiato dal caldo, dall'eccitazione. Il sudore mi cola sugli occhi.
E così non lo sento avvicinare. Il suo sguardo è furente. Sono faccia a faccia con un contadino, forse ancora più vecchio di me.
"Maiale! Proprio qui dovevi portartela?
Lei è pietrificata, è di spalle e non osa guardarlo.
"Ma guarda che femminuccia abbiamo qua..."
In un attimo il tono è cambiato. Gli occhi e lo sguardo si sono fatti porcini.
Temo ciò che sta per avvenire, eppure....
Sento la cerniera dei pantaloni aprirsi, e questi avvolgersi ai suoi piedi.
Un pene non ancora del tutto eretto, ma già voluminoso si mostra ai nostri occhi.
Lei inginocchiata, impietrita, mi guarda.
Lui le mostra l'uccello oramai turgido. Quanto io prima esitavo con lei, tanto ora il vecchio contadino non perde tempo e le porta l'uccello vicino alla bocca.
Lei mi guarda. Vorrei reagire e mettere fine a questa violenza.
Invece no, non reagisco.
Non per viltà, ma per improvviso piacere a questa nuova situazione.
Le spingo la testa verso l'uccello del vecchio.
"Bravo, hai capito. E sei anche più porco di quello che mi sembravi." Lo dice guardandomi e sghignazzando.
"Non mi piacciono i guardoni. Datti da fare, prendi in bocc l'uccello di questo frocetto e falla godere."
Lei inginocchiata mi fa un po' di spazio, lo scappella, e me lo porge in bocca.
Sento il vecchio che impreca, e la umilia.
Sento lei che mugula e si dimena.
Sento il vecchio che scalcia come un cavallo.
Sento le che sembra una cagna in calore.
Sento brividi di sudore.
Sento la vergogna che mi fa scoppiare di piacere.
Lui la sta scopando in bocca e le urla che sta per sborrare.
Lei mi infila le unghie tra i capelli e preme la mia bocca sul suo cazzo.
Ho capito che è venuto. Senza proferire parola si stacca, si rialza i pantaloni.
"Domenica venite un po' prima così me la spasso un po' di più. " e sentiamo solo il trattore ripartire.
Vorrei scusarmi con lei, invece no. Adesso voglio che mi faccia godere la camicetta blu è tutta imbrattata di polvere e sperma. Il rossetto è andato ovunque.
Voglio quella bocca sporca sul mio uccello.
Lei ne vuole ancora e io ho perso ogni riguardo per lei.
"Voglio venirti in faccia"
"Si,...si,...si!!!"
Succhia e poi se lo passa sul viso. Non mi guarda, ha solo voglia di sentirlo.
"Godevi a vedermi con quel vecchio?"
"Si, mi è piaciuto tanto."
"Mi pensi proprio una troia?"
"Quanto tu mi pensi come un vecchio maiale.."
"Certo!!! E adesso dammi il tuo sperma!!!"
Schizzi, schizzi, schizzi. Fiotti di sperma le colano ovunque.
Con le dita ne raccoglie un po'...
"Assaporalo." Mi ordina.
Obbedisco, e porto le sue dita alla bocca.
"Un po' è il tuo, un po' sarà del contadino. Ti disturba?" Il suo tono è deciso e tagliente.
"Dai andiamo, si è fatto tardi." Sempre decisa, tagliente e sorridente.
Si sistema il gonnellino, si riabbottona la camicetta e sculettandomi in facvia si dirige verso la macchina.
"Domenica i miei non usciranno, ma in un modo o nell'altro vedrai che riuscirò a presentarmi come tu mi vuoi.... vero nonnino?
Come mai non mi dici niente? Mica vorrai mandarmi da sola da quel porco? Credo che vorrà farmi il culo.... o magari vorrà farci il culo...a tutti e due..."
No, no, quello no!.... le dico scherzando.
"Non ne sarei così sicura. Dai ora fammi scendere che non c'è nessuno nell'androne.... a domenica.!

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