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Addio verginità. Giovane e troia. Cap. IV


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
10.04.2024    |    4.217    |    36 9.9
"Durante gli anni precedenti, avevo continuato a vestirmi da femmina scegliendo con cura i capi di abbigliamento e la bella lingerie di mia sorella Jolanda e..."
Eccomi arrivata alla quarta bambolina della matrioska, quella che mi ricorda il momento più importante della mia vita che fu quello della perdita della mia verginità, della conseguente femminilizzazione e, finalmente, della “nascita” nel meraviglioso mondo delle “donne, ma con qualcosa in più tra le gambe.
E ormai alle soglie dei 18 anni, finalmente mi sentii pronta a diventare una vera femmina ad opera dell'uomo che avrei ritenuto perfetto per questo fondamentale rito di iniziazione che non poteva non essere che quello della rottura definitiva del culo e che sognavo fin dall'adolescenza.
Durante gli anni precedenti, avevo continuato a vestirmi da femmina scegliendo con cura i capi di abbigliamento e la bella lingerie di mia sorella Jolanda e di mia madre.
Avevo anche imparato a camminare con speditezza su scarpe a spillo e mi eccitava sculettare, parlare, gesticolare e pensare al femminile in vista della definitiva trasformazione da ragazzo desideroso di cazzi a femmina ma comunque anche lei sempre desiderosa della stessa cosa.
Quindi, c'era tutto e mancava solo il cazzo che mi aprisse e mi rendesse femmina ma non era affatto facile trovare l'uomo giusto, che volevo fosse passionale ma anche dolce, gentile ma anche risoluto e perché no, anche bello e, perciò decisi di aspettare, sicura che prima o poi, l'avrei incontrato.
Nel frattempo, per prepararmi adeguatamente nello spirito e nel corpo, come detto continuai a vestirmi di tutto punto da donna e, spesso, anche da puttanella, qual ero già avendo fatto decine di pompini ai maschi tanto che ero diventata molto abile nel farli godere andando su e giù di bocca.
Un giorno, che avevo una voglia incredibile di trasformarmi in una femmina completa al 100%, mi feci più audace e, entrata nella camera matrimoniale, presi mi avvicinai alla bellissima parrucca di capelli naturali che mia sorella, aveva comprato tempo addietro.
Bionda e lunga fino ai seni, era appoggiata su una testina sopra il cassettone dove faceva bella mostra di sé da quando Jolanda si era sposata e l'aveva lasciata a casa nostra.
Ne ero sempre stata affascinata e attratta e sognavo il momento in cui l'avrei potuta indossare per completare la mia trasformazione ma non osavo toccarla per timore che, inesperta com'ero, si potesse sgualcire o peggio rovinarsi e, se ciò fosse accaduto, come avrei potuto spiegarlo a mia madre che ci teneva tanto e che, spesso, indossava per cambiare look?
Avevo, perciò, già da tempo cominciato ad osservare mia madre ogni volta che la metteva e la cura con cui la pettinava o le cambiava il tipo di acconciatura, prima di fissarla saldamente sulla testa.
Perciò, quel pomeriggio dopo essermi vestita accuratamente, la presi, la pettinai un po' con le dita della mano e la indossai correndo, poi subito, davanti allo specchio a figura intera.
Mi guardai e mi rimirai a lungo, come d'altronde facevo sempre, ma quella volta, con molta più soddisfazione trovai che ero molto più femmina del solito e decisamente molto più sexy.
All'improvviso, sentii un rumore provenire dalla finestra della mia camera come se qualcosa avesse battuto sui vetri, velocemente andai alla finestra, spostai le tendine per controllare cosa fosse successo dimenticandomi però completamente di come ero abbigliata.
Non vidi nulla che potesse spiegare quel rumore, forse poteva essere stato un oggetto che aveva sbattuto contro qualcosa ma, ad essere sincera, non me ne fregava niente, presa com'ero dal piacere e dall'eccitazione per quello che avevo visto guardandomi allo specchio poco prima.
Il mio sguardo, ad un tratto, si posò sul balcone di un appartamento del palazzo di fronte e. proprio, alla stessa altezza e, lo vidi.
Un tuffo al cuore e i polsi che tremarono mi assalirono in un attimo, era esattamente l'uomo che sognavo da sempre ed ero intento a pitturare gli infissi della porta-balcone di quella casa.
Nel momento in cui in nostri sguardi si incrociarono, vidi riflessa nel vetro della mia finestra la mia immagine e il terrore mi colse all'istante lasciandomi senza fiato e paralizzata.
Lui, invece, mi guardò con un bellissimo sorriso e salutandomi con la mano, che reggeva il pennello, mi inviò con le labbra un bacio che mi fece accapponare la pelle.
Era veramente bello, molto maschio nel viso e, a torso nudo per il gran caldo di fine luglio, i suoi muscoli pettorali si contraevano ad ogni movimento mentre la bocca si apriva e si chiudeva seguendo probabilmente un motivo che stava canticchiando ma continuando a guardare con insistenza verso di me.
Mi ritrassi immediatamente e chiusi velocemente la tenda ma, tuttavia, non riuscii a trattenermi dal guardarlo di nascosto attraverso lo spiraglio tra quella e la parete di casa.
All'improvviso, fece un nuovo gesto di saluto con una strizzatina d'occhio, forse immaginava che ero ancora lì e, allora, facendomi coraggio, spostai la tenda e ricambiai con un timido sorriso.
Era la prima persona al mondo che mi vedeva vestita da donna ma, soprattutto, il primo uomo e pure molto bello e con un fisico asciutto e muscoloso che lo facevano un gran figo.
Ne rimasi ammaliata e immaginai, con crescente eccitazione, di vederlo steso su un letto mentre gli facevo uno dei miei sontuosi pompini da vera esperta succhiacazzi che ero ormai diventata.
Nei pomeriggi seguenti, quella scena si ripeté più volte diventando una bella abitudine e talmente eccitante che mi dissi da sola “E' proprio il maschio che fa per me.”
Invece, un giorno sparì di colpo e non lo vidi più, evidentemente aveva terminato il lavoro e, infatti, la settimana successiva vidi alcuni operai impegnati nel trasloco dei mobili dei nuovi dirimpettai.
Mi dispiacque molto e pensai, anche se con rammarico, che forse non era lui l'uomo del destino.
“Pazienza, prima o poi ne arriverà un altro. Che peccato, però!” pensai e ritornai alla solita vita.
Qualche settimana dopo, eravamo ormai a ridosso delle vacanze, mia madre mi comunicò che lei e papà, stavano per prenotare una vacanza in crociera di 15 giorni e mi chiese se mi faceva piacere.
Le risposi che le crociere non mi erano mai piaciute e mi dispiaceva molto che per colpa mia avrebbero dovuto rinunciare ma, se erano d'accordo, potevo tranquillamente restarmene a casa da solo, visto che ero ormai grande, che me la sarei cavata senza particolari problemi e che, se fosse stato necessario, avrei potuto sempre far capo a Jolanda.
I miei furono d'accordo, anche se un po' a malincuore mentre io, invece, gioivo dentro l'anima per la fortuna che mi era capitata di poter continuare a vestirmi da donna tutte le volte che volevo e, magari, uscire anche di sera fino a tardi per andare in giro in cerca di compagnia e, comunque, sempre con la speranza di incontrare l'uomo che cercavo da troppo tempo.
La loro partenza venne programmata per il 16 di agosto ma, proprio quando stavano per confermare la prenotazione, mia madre si ricordò che, tempo prima, aveva contattato un bravo imbianchino per far dare una rinfrescata alle pareti di casa che ne avevano davvero tanto bisogno.
Mio padre era incazzatissimo perché questo significava dire addio alle tanto agognate vacanze oltre a farsi il mazzo per spostare e rimettere al loro posto una marea di cose per fare spazio e che, in pieno agosto e con quel caldo rovente, sarebbe stato molto meglio evitare.
“Ma caro, lo possiamo fare quando torniamo, saremo anche molto più riposati e, con un po' di calma riusciremo a fare tutto senza spossarci. Adesso gli telefono e gli chiedo se può spostare il lavoro da fare a dopo il nostro ritorno.”
Lo chiamò, ci parlò per qualche minuto, poi, tornò con faccia sconsolata.
“Mannaggia” disse con una voce che la diceva lunga sulla sua delusione di non poter più partire. Mi ha detto che può fare il lavoro solo dal 24 in poi perché è strapieno di impegni già fissati. Dovremo rinunciare alla crociera e, meno male che non abbiamo pagato l'anticipo. Che peccato però!”
“Scusatemi, ma se mi avete data la vostra fiducia nel lasciarmi da solo per due settimane, non credete che la possa meritare anche per pochi giorni quando questo imbianchino inizierà il lavoro, visto che tornerete solo qualche giorno dopo? A spostare tutto, stanza per stanza, non è una cosa insormontabile, lo faccio senza alcun problema e, quando ha terminato, rimetto tutto a posto e comunque, ci sta sempre Jolanda in caso di necessità.”
Si consultarono per qualche minuto e, poi, decisero che in fin dei conti si poteva fare.
“Facciamo così, domani stesso lo faccio venire qui per fargli vedere la casa ma ma prima telefono a Jolanda e le chiedo se per lei va bene una soluzione di questo genere”
Mia sorella la rassicurò, non c'era alcun problema perché lei sarebbe andata in vacanza a settembre e, se necessario, mi avrebbe dato una mano compatibilmente con i suoi impegni e che, comunque, mi avrebbe telefonato tutti i giorni per sapere se fosse necessaria la sua presenza.
Allora, mia madre ritelefonò all'imbianchino e mi disse tutta contenta “Tesoro, viene domani, mi raccomando, non prendere impegni con nessuno perché dovrai essere assolutamente presente.”
Ero strafelice per come erano andate le cose, stare da solo per ben 15 giorni era davvero una fortuna o, detto in altri termini che più adatti ai miei desideri, era un bel colpo di culo!
La mattina seguente, l'imbianchino citofonò e mia madre lo aspettò davanti alla porta aperta, si salutarono e subito mi chiamò per raggiungerli in salotto.
Quando entrai in salotto, la sorpresa fu immensa, l'imbianchino era proprio quello che avevo visto dalla finestra e che, innanzitutto, mi aveva visto vestita da femmina sexy.
Per un attimo il cuore sembrò essersi fermato, lo salutai con quanta più educazione potessi sfoggiare in quel momento ma anche con distacco per non dare alcun segno che ci conoscevamo già ma ed anche lui fece lo stesso ma, quando quando mi strinse la mano, fece scorrere leggermente un dito lungo il mio palmo, cosa che mi fece rabbrividire di piacere e desiderio.
Parlarono per un bel po' di tempo e alla fine raggiunsero un accordo, lui avrebbe iniziato il lavoro dal 24 a patto, però, che ci fosse stato qualcuno di casa.
“Tranquillo, ci sarà mio figlio che farà tutto quello che è necessario per consentirle di farlo al meglio. “Le do, perciò, il suo numero del cellulare in modo che lei possa avvisarlo un paio di giorni prima di iniziare.” le disse molto rinfrancata.
“Bene, signora. Lo chiamerò, come ha detto e gli dirò cosa e come fare. Ci tengo molto a fare una bella figura ma, sono sicuro che andrà tutto benissimo. Il ragazzo mi sembra sveglio e ben determinato a fare, con precisione, tutto quello che gli dirò di fare.” disse mentre di nascosto mi faceva l'occhiolino e con uno sorrisetto che mi fece nuovamente scatenare la libido.
Poi, si congedò dopo avermi stretto di nuovo la mano e sempre con un dito che scorreva sul mio palmo e dicendomi “Sono sicuro che faremo insieme un ottimo lavoro.”
Tutto si era risolto per il meglio e con il cuore che batteva velocissimo dentro il petto, mi complimentai con me stesso per non aver, comunque, perduto il mio aplomb.
Finalmente il 16 mattina partirono e mi sentii contento per loro ma strafelice per me, per la mia libertà e sopra ogni cosa, perché finalmente era arrivata l'occasione che aspettavo per far si che il mio sogno finalmente si avverasse.
Appena tre ore dopo la partenza dei miei, squillò il mio cellulare e, pur non conoscendo il numero risposi lo stesso sperando, in cuor mio, che fosse lui e non qualche fastidiosissimo Call Center.
“Ciao bellissima! Come stai? Sono Mauro, l'imbianchino.”
La voce era calda e senza alcun tentennamento ed era la voce di un uomo che sapeva il fatto suo.
“Buongiorno! Io, sto molto bene, grazie. E lei? ” gli risposi con calore forse esagerato
“Ti posso solo dire che sono molto arrapato al pensiero che sei a casa da sola e mi piacerebbe moltissimo vederti vestita da troietta come quando ti ho vista alla finestra.”
“Ma forse si sta sbagliando, non ero io oppure ha visto male.” gli risposi con voce un po' tremula.
“Facciamo così, oggi nel primo pomeriggio vengo da te e, se ti trovo vestita da ragazzo, ti spiego cosa devi fare per liberare le pareti e tutto il resto, se invece, ti trovo vestita da femmina, ci divertiamo per qualche ora. Posso solo dirti che ho 22 centimetri di cazzo duro come il ferro al solo parlare con te, figurati come sarà quando ti vedrò da vicino con quella splendida mise.”
“Va bene!” risposi mentre già immaginavo di succhiare un grosso cazzo e, soprattutto, suo.”
Per sicurezza, però, telefonai a Jolanda per capire se per caso aveva intenzione di passare da casa o, se peggio ancora,avesse intenzione di avermi a pranzo o per cena visto che era il giorno dopo Ferragosto ma, che fortuna, mi rispose che andavano da sua suocera e rimanevano lì anche a cena.
Tirai un profondo respiro di sollievo, avevo tutto il pomeriggio e tutta la sera a disposizione e per prepararmi adeguatamente feci un bel bagno caldo e, poi con calma, mi rasai quel poco di peluria che avevo sulle gambe e, anche se con un po' di difficoltà, pure i peli pubici.
Dopo, come avevo visto fare a mia madre e mia sorella tante volte, mi passai una grande quantità di crema ammorbidente e rinfrescante sul corpo compresi i fianchi, le gambe e le natiche e andai in camera di mia madre per vestirmi con la sola lingerie, le calze velate e il reggiseno nero come il perizoma davvero piccolissimo che mi creava un culo strepitoso.
Un bel rossetto fuoco sulle labbra, lo smalto sulle unghie delle mani e dei piedi dello stesso colore e, da ultimo, la splendida parrucca completarono egregiamente la mia trasformazione.
Un quarto d'ora prima del suo arrivo indossai una vestaglietta leggera e trasparente e cortissima che mia sorella aveva lasciato nel cassetto e totalmente dimenticata, due orecchini a clip ed una splendida collana che si perdeva dentro il reggiseno. Poi, finii con un perfetto trucco sugli occhi e la parrucca bionda con la frangetta.
Nello specchio, mi resi conto che non ero più un ragazzo che amava vestirsi da donna ma una bella ragazza molto sexy e con un pizzico di aria da puttana che immaginavo piacesse molto agli uomini e, perciò, sperai che Mauro si arrapasse come un toro che sta per montare la sua vacca.
Arrivò puntualissimo, citofonò, lasciai la porta appena socchiusa e poi andai nella camera da letto grande per poter poi uscire e fargli la sorpresa che, ero certa, si aspettava di trovare e che era il chiaro messaggio della mia totale disponibilità a tutto quello che aveva intenzione di farmi.
Quando lo sentii entrare e chiudere la porta, gli dissi “Arrivo subito, mettiti comodo.” e, appena dopo, con passo lento, studiato decine di volte per l'occasione, mi avvicinai al salotto.
Ricordo ancora oggi la faccia che fece appena mi vide, con la bocca semiaperta per la meraviglia e gli occhi strabuzzati che mi squadrarono dalla cima dei capelli fino alla punta delle altissime scarpe.
“Wow! Che meraviglia di ragazza! Eccola finalmente la mia puttanella. Girati e fatti ammirare.”
Con la grazia che hanno le donne quando vogliono farsi ammirare e con qualche mossettina molto femminile mi girai e, quando fui di spalle, misi la ciliegina sulla torta chinandomi leggermente in avanti e spingendo il bacino indietro in modo che si vedesse bene il perizoma sotto la vestaglietta.
“Wow! Wow! Che meraviglia di culo che hai ragazza mia. Sarà un piacere immenso penetrarti con tutti i miei 22 centimetri e ti farò impazzire fino a farti urlare di piacere.”
“Guarda che sono ancora vergine ma ho un'immensa voglia di darti questa mia verginità ma dovrai essere dolce e paziente con me.”
“Mi stai dicendo che ancora non te l'hanno sfondato?”
“Proprio così. Perciò cerca di non farmi troppo male anche se io sarò docile come una pecorella.”
“Tranquilla, ne ho aperti di culi e so come comportarmi. Ti tratterò da principessa, la mia principessa e sarò dolce ma anche deciso e, quando mi dirai che lo vuoi, sarò duro e implacabile.”
“Ho scelto te e non me ne pento. Lo desidero da quando ero una adolescente quanto desidero te.”
Andammo, perciò, nella camera matrimoniale mano nella mano, il mio cuore batteva come impazzito nel mio petto per il desiderio di prenderlo per la prima volta dentro di me ma anche per un po' di paura di sentire troppo dolore nel momento in cui sarebbe entrato ma ormai la decisione era stata presa e non sarei più tornata sui miei passi.
In un attimo, si denudò completamente e il suo scultoreo fisico era lì davanti a me e, più in basso già svettava un potente cazzo con una circonferenza così grossa che mi fece trasalire.
Con fare da troia esperta, allora cominciai ad accarezzare i suoi potenti muscoli pettorali passando, subito dopo, a baciucchiarlo sui capezzoli, leccarglieli lentamente e, infine, a succhiarli con avidità.
Lui mi abbracciò stretto e mentre mi palpava il culo, la sua lingua iniziò ad intrecciarsi con la mia.
Andai in estasi per l'eccitazione e per il piacere che provavo al tocco delle sue mani e per il profondo bacio che mi stava dando e, allora, la mia mano afferrò quel poderoso cazzo caldo e pulsante che reclamava il suo diritto a farmi sua.
“Succhiamelo, fammi vedere quanto troia sei.” mi disse con forte eccitazione nella voce.
Ero una cagnetta in calore e, sapendo bene quanto piaccia ai maschi quell'atto di sottomissione che una femmina fa davanti a sua maestà il cazzo, mi accovacciai ai suoi piedi e glielo afferrai con tutte e due le mani passando appena dopo a leccarlo con tanta saliva e, finalmente, lo imboccai.
“Brava, sei davvero una troietta esperta, non lo avrei mai immaginato, vista la tua giovane età. Continua ché mi stai facendo arrapare tantissimo. Ti deve piacere molto fare pompini, mi sembra da come me lo stai succhiando con passione. Continua!” mi disse con voce già roca per la libidine.
“Sì, mi piace molto farli e mi eccita tantissimo sentirlo nella mia bocca duro e caldo e, se vuoi, ti berrò tutto fino all'ultima goccia ma ti chiedo, riuscirai poi a sodomizzarmi lo stesso?”
“Certo, non per niente mi chiamano “tre di seguito”. Riesco a continuare a scopare anche dopo aver iniziato a sborrare, vedrai che dopo averti riempita la gola, lo tiro fuori mentre sto ancora sborrando e ti svergino quel bel culo che hai e riempirò anche quello. Dai fammi godere di bocca, adesso”
Diedi il meglio di me, lo desideravo talmente tanto che ci misi tutta la passione e la bravura che avevo imparato bene e lo leccai , lo imboccai a più riprese e mentre glielo segavo la mia bocca seguiva la mia mano lungo tutta la sua asta fino allo scroto per risalire fino alla cappella.
Iniziammo a mugolare tutti e due e mi procurò un immenso piacere sentire il suo stesso piacere aumentare affondo dopo affondo, leccata dopo leccata lungo tutta la sua asta.
Non gli diedi tregua per oltre mezz'ora, la mia bocca, grazie anche alla tanta saliva, scivolò avanti e indietro fino a sentirne battere la sua punta sul fondo della mia gola.
Gradualmente. aumentai la velocità e contemporaneamente anche la profondità degli affondi e i suoi mugolii si trasformarono subito in forti gemiti di piacere e per farlo godere di più, lo presi per le natiche con le mani e lo tirai forte verso di me.
Mi prese, allora, per il capo e lo tenne fermo mentre mi infliggeva potenti colpi in sincronia con i miei affondi e, quando, finalmente sentii le prime pulsazioni dei condotti seminali, affondai la testa fino a sentire i primi violenti schizzi battermi direttamente in gola.
In un attimo, un fiume di sborra calda si riversò in gola ed io lo ingoiai a più riprese ma, poiché i fiotti erano così potenti, qualche rivolo di sborra mi uscì dalla bocca fermandosi ai due lati .
“Girati e mettiti a pecora. Fai presto, però, prima che finisca la sborra!” mi ordinò all'improvviso.
Non capivo cosa, esattamente, avesse intenzione di fare ma mi girai velocemente mettendomi a quattro zampe sul bordo del letto e, quando vidi con la coda degli occhi che si manteneva con una mano il cazzo che sparava altri getti , intuii immediatamente cosa stava per farmi.
“Prendi il gel lubrificante, non voglio rischiare che tu mi distrugga il culo!” quasi gridai.
“Tranquilla, non ce ne sarà bisogno, ho già il mio.” e dicendo questo, mi sparò un grosso fiotto di sborra proprio all'ingresso del mio forellino.
“Ecco, è arrivato il momento in cui mi romperà il culo!” pensai eccitandomi molto a quel pensiero.
Appena il tempo di sentire il caldo della sua sborra sull'ano che Mauro, prendendomi per i fianchi mentre sborrava un nuovo schizzo, con un preciso colpo del bacino, mi penetrò e la cappella, seguita dall'intera asta mi scivolò fin dentro le profondità delle visceri.
Non posso affermare di non aver sentito dolore ma non fu così forte come avevo immaginato.
Lo sentii, per fortuna attenuato, solo quando l'ano cedette di schianto ma durò poco proprio per l'effetto lubrificante e, quasi anestetizzante della tanta sborra che entrava spinta dalla cappella.
Senza mai fermarsi, continuò ancora a “sparare” gli ultimi schizzi dentro di me ma ormai il più era fatto ed iniziò l'andirivieni di quel bastone dall'ano fino alle sue palle e viceversa.
Gemevo come una cagnetta ad ogni affondo che mi infliggeva urlandogli, tuttavia, di continuare ancora e ancora per rendermi finalmente femmina e, quando avvertii che le sue mani stavano aumentando la stretta sui miei fianchi e la frequenza di quegli affondi era diventata più frenetica, capii che stava nuovamente per sborrare e fui invasa da un piacere infinito che durò per tutto il tempo in cui lo sentii dentro di me.
E ne fui felice perché il mio sogno si era finalmente avverato e che, da quel momento, sarei diventata non solo una vera femmina ma anche una femmina veramente affamata di cazzi.
Un susseguirsi di nuove ondate di sborra, mi portò in breve all'apice del piacere al punto che non riuscii a capire quante ne fossero state, so solo che ne fui totalmente riempita e i miei urli si alzarono alti nella stanza per quella goduria che mai avrei pensato di provare con tanta intensità.
Ma Mauro, non aveva mentito quando mi aveva detto che veniva chiamato “Tre di seguito” perché mi girò letteralmente a pancia in su , mi alzò le gambe sulle sue spalle e, poi, mi penetrò per la terza volta consecutiva ricominciando daccapo a scoparmi con forza senza che fosse necessario né il gel lubrificante né la sua sborra visto che, oramai, il mio ano era stato allargato a dismisura.
Per tutto il tempo che mi scopò, infatti quasi non sentii più l'andirivieni del suo grosso cazzo neanche quando si abbassò e mi abbracciò con le sue possenti braccia baciandomi il viso, il collo e, infine, infilandomi la sua lingua in gola, tutti ancora intrisi della sua sborra.
Comprensibilmente, visto che aveva già sborrato due volte, la terza scopata durò molto di più delle prime due e mi mandò letteralmente in estasi anche per l'immagine che vedevo riflessa nello specchio dell'armadio, lui che mi abbracciava e mi baciava mentre il suo bacino andava avanti e indietro dentro di me con potenti e sempre più veloci colpi.
Gridai quasi ininterrottamente per molti minuti, poi, all'improvviso, sborrò nuovamente una lunga serie di fiotti che mi allagarono ulteriormente le visceri che avvertirono il caldo di quel denso latte che spigionava come da una fontanella. Poi, si accasciò su di me e sentimmo entrambi io il respiro affannato di quel toro che instancabilmente mi aveva scopato per un un'ora abbondante e lui quello della vacca che gli stava sotto.
“Che incredibile scopata che mi sono fatto!“Sei stata bravissima! Sai, di culi di donne arrapate perché trascurate dai mariti e con culi stretti, e quelli di molte altre che erano delle vere caverne, abituati da anni a prendere cazzi di tutte i calibri e, alcune, le ho scopate con i mariti che guardavano e le incitavano mentre si segavano fino a sborrare nel sentirle urlare di piacere.
Ma, rompere il culo ad una ragazza ancora vergine e così vogliosa, non mi era mai capitato e visto che abbiamo ancora un bel po' di ore davanti, se vuoi lo rifaremo di nuovo perché io ti voglio ancora e, in tutti questi giorni e, magari di notte, ne faremo ancora tante.
“Sono tutta tua e farò qualsiasi cosa tu voglia farmi.” gli risposi.
“Qualsiasi cosa? Nel senso che, magari, saresti disposta a fare anche nuove esperienze?” chiese.
“Assolutamente sì. Puoi farmi qualsiasi proposta anche molto porca. Lo farò per te.” azzardai.
“Wow! Ma sei proprio una grandissima troia! Se vuoi, si può organizzare in tuo onore una festicciola per la tua nuova vita da femmina troia quale sei, con un paio di miei amici. Ti va?”
“Se sono persone affidabili e sane come te, non ho alcun problema. Sono diventata quella che sognavo, una femmina che vuole solo godere dei piaceri del sesso e voglio provare nuove cose e, se questo dovesse servire per diventare una vera zoccola, io ci sto. Riesci ad organizzare per uno dei prossimi giorni? Però voglio che ci sia sempre anche tu a scoparmi. Poi vi potrete alternare per tutte le volte che vorrete e se i tuoi amici sono ben dotati, ancora meglio!”
“Vuoi dire che potrebbero andarti bene anche un paio di superdotati, tipo black o latini?”
“Visto che sono una vacca da montare, chi meglio di uno/due tori potrebbe farlo?”
“Azz! Sei davvero scatenata! Ti procurerò il pane per i tuoi denti, stanne sicura.”
“L'unico problema è che non posso usare di nuovo tutta la lingerie e le scarpe di mia madre.”
“Non c'è alcun problema. Conosco un negozio dove vendono tutto quello di cui hai bisogno ed è aperto fino alle 23:00 e, al massimo in una mezz'ora siamo lì e con calma puoi scegliere la lingerie, un abitino corto, scarpe con tacco 12 o 15, in poche parole tutto quello che ti farà diventare una superfiga che tutti, con la bava alla bocca, si vorranno scopare.
Restammo intesi, allora, che sarebbe passato verso le 20:00 e fui felice per la proposta ma, visto che avevamo ancora un bel po' di ore a nostra disposizione, gli lessi in viso la luce di un maschio ancora parecchio arrapato e, infatti, mi chiese se ce la facevo a ricominciare daccapo.
Esultai a quella idea, anch'io ne avevo voglia ed anche perché volevo rimanere ben dilatata.
Perciò, continuammo fino al tardo pomeriggio e nel corso di due due ore gli feci due pompini uno dopo l'altro senza toglierlo mai di bocca e lui, come aveva già fatto poco più di un'ora prima, mi scopò ancora due volte mentre stava ancora sborrando.
La prima con me da sopra e lui steso sul letto e, quando mi abbassai su quell'instancabile cazzone, lo sentii entrare velocemente tutto fino alle palle perché il mio ano nuovamente lubrificato dalla sua sborra non offrì alcun ostacolo e mi sembrò di toccare il cielo con un dito mentre mi stantuffava da sotto e io, contemporaneamente spingevo il mio bacino verso il basso.
La seconda fu una vera super scopata , lui seduto su una sedia ed io, girata di spalle e con i piedi ben piantati sul pavimento, mi impalai da sola a smorzacandela mentre le sue mani, poste sui miei fianchi, mi davano sorreggevano verso l'alto e, poi, verso il basso.
Quella straordinaria inculata, fu quella che mi fece più godere in assoluto e che mi mandò in totale in visibilio tanto che, senza alcun ritegno, continuai salire e scendere lungo la sua asta per quasi venti minuti stabilendo, però, io il ritmo e la profondità alla quale volevo arrivare.
Quando andò via, mi spogliai, mi struccai e feci un bella doccia rinvigorente e restai in attesa che si facessero le 20:00 per andare insieme a lui al negozio.
Sotto lo scroscio dell'acqua, mi ero già detto da sola che ero stata davvero brava nel fare sesso per tante volte nell'arco di un solo pomeriggio e mi eccitai al pensiero di cosa avremmo fatto durante la serata che si andava ad organizzare.
Non mi spaventava, più, né con chi né con quanti e né le dimensioni dei loro cazzi tanto ormai ero ben aperta e mi vidi, con gli occhi dell'immaginazione, in mezzo a due potenti maschi con due poderosi bastoni mentre ne succhiavo uno in bocca e ne prendevo un secondo tutto dentro il culo.
Ma, ero talmente eccitata da questa visione, che pensai che sarei stata sicuramente disponibile a fare qualunque altro gioco che mi avrebbero potuto proporre, tanto avremmo avuto a disposizione l'intera notte e, perciò, anche più volte fino allo sfinimento mio e loro perché finalmente la troia che era in me si era finalmente liberata e non sarebbe mai più tornata a nascondersi.
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