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Il Compleanno


di melonius
16.01.2024    |    7.735    |    6 9.6
"Infine si fece seria: ”O magari attirerò gli sguardi di qualche bella ragazza con cui giocare insieme..."

Il compleanno

Vederlo imbarazzato aveva su di lei sempre lo stesso effetto: un miscuglio di sottile piacere e un pizzico di istintiva crudeltà.
Accadeva fin dai primi giorni, dal primo abbraccio durante il quale, pur essendoci tutte le premesse, non era proseguito il primo bacio, per cui avevano dovuto aspettare un po'.
Si erano confidati di tutto: le fantasie, le proprie esperienze e il proprio vissuto, i desideri e i capricci. Certo anche lui adorava osservare sul suo viso quel lieve rossore, frutto di una timidezza improvvisa e inaspettata. Quando riconosceva quello sguardo crucciato aveva un moto di soddisfazione, sadicamente soddisfatto per esserne l'artefice.
Umberto e Noemy arrossivano per cose diverse.
Lei era diventata rubizza in viso per il loro primo bacio e accadeva ogni volta che le sfiorava le dita con le labbra oppure si lasciava andare a gesti di inaspettata dolcezza. Lo sguardo di lui invece, si velava di imbarazzo ogni qualvolta lei tramutava in parole i propri pensieri più segreti, riuscendo spesso ad assecondare le sue perversioni.
Così non arrossivano mai insieme, troppo presi a godersi l'uno la timidezza dell'altra.
“Prima o poi cerco una fanciulla con cui giocare insieme...”.
Questa frase gliela aveva sentito dire più volte, ma a questa affermazione seguivano sempre risate sardoniche. Umberto reagiva scherzandoci sopra per sdrammatizzare e, soprattutto, per non darle soddisfazione anche se era un atteggiamento del tutto inutile, si erano maliziosamente confidati di tutto, giocando con i propri desideri.
A volte lui si domandava fino a che punto lei riuscisse ad arrivare, provocandola per il puro gusto di farlo, consapevole che alla fine il più imbarazzato dei due sarebbe stato egli stesso.
Stava accadendo così anche quella sera. Erano in auto e aveva abbassato il volume della radio. Suonava una canzone con la quale Noemy ultimamente si divertiva a stuzzicarlo. Uno di quei brani commerciali dove la cantante ha la voce da orgasmo e le note sembrano seguire il ritmo di un amplesso.
Distraendosi appena dalla guida, allungò lo sguardo sul vestitino nero che le fasciava il corpo e che, dopo essersi seduta, era risalito lasciandole scoperte le cosce e parte del pizzo delle autoreggenti.
“Mi sembri un po' troppo sexy per una birra, vuoi far colpo su qualcuno?”
Non riuscendo a trattenersi, allungò la mano verso il velo sottile che le copriva le gambe, risalendo con le dita sul pizzo e ancora più su dove la sua pelle era bianca e tiepida.
Noemy dapprima lo lasciò fare, poi con un gesto dispettoso si scostò repentinamente, ridendo di gusto.
“Può darsi, sei geloso?”
Con una mano sollevò ancora di più l'orlo del succinto abitino, porgendo allo sguardo di Umberto la guida le cosce nude, per poi sfiorargli le gambe fin quasi ad arrivare alla patta dei pantaloni. Sorridendogli maliziosa, proseguì nella provocazione e disse:
“Dici che è troppo per una birreria? Gli sguardi di tutti quegli uomini addosso...”.
Pronunciò quelle frasi con voce forzatamente sensuale, cercando di trattenere il sorriso, poi cominciò a canticchiare in falsetto ripetutamente come una bambina: ”Umberto è gelosooo, si è innamoratooo...”, provocando la risata di lui. Infine si fece seria: ”O magari attirerò gli sguardi di qualche bella ragazza con cui giocare insieme...”, la mano affusolata e tiepida risalì verso l'inguine, quasi volesse constatare l'effetto delle parole.
Come sempre Umberto provò a sdrammatizzare: “Se non la pianti in quella birreria non ci arriveremo mai...”.
Risero insieme, Noemy lo lasciò guidare tranquillo finché non trovarono posto nei pressi dell'Irish Pub ove avevano deciso di passare la serata.
Era la prima volta che andavano in quel locale, lo aveva scelto lei, impressionata dalla varietà delle birre che venivano servite.
L'interno era carino: in un'ampia sala c'erano piccoli tavoli in legno scuro e comodi divanetti di velluto verde, il volume della musica non era assordante e lasciava la possibilità di parlare, i pochi punti luce erano stati piazzati in modo da lasciare la giusta intimità agli avventori. L'unico neo era la quantità di persone, tanto da faticare a trovare posto nell'unico tavolino libero, un po' troppo vicino a quello occupato da un'altra coppia intenta a discutere animatamente.
Lui era un fighetto con i capelli tagliati corti, indossava un maglioncino firmato color lavanda e pantaloni chiari. Al polso portava un orologio costoso e dimostrava più anni di quella che in realtà poteva averne. Parlava a bassa voce, ma le sue parole erano lame affilate che stavano ferendo la sua compagna, almeno così sembrava dall'espressione dipinta sul volto di lei.
La tensione fra i due era palpabile e quando Umberto e Noemy si sedettero scese un imbarazzante silenzio. La ragazza si sforzo di sorridere, mentre i suoi occhi color miele trattenevano le lacrime. Aveva i capelli biondi e le gote rosse, le labbra erano sottili con tracce di un rossetto cremisi, indossava un vestitino viola e dimostrava poco più di vent'anni.
Lui beveva un cocktail, forse un negroni, il bicchiere di lei invece conteneva un intruglio colorato, probabilmente un analcolico alla frutta.
Umberto e Noemy, cercando di non far troppo caso alla loro presenza, ordinarono due boccali di birra. Guardavano si sfioravano le mani, provando a scherzare su cose senza senso, mentre quei due litigavano a mezze parole, sfidandosi con lo sguardo.
Lo sconosciuto sembrava avere la meglio, doveva essere quello con il carattere più forte. A un certo punto, con gesto teatrale, si alzò di scatto rischiando di far cadere la sedia, getto alcune banconote sul tavolo e se ne andò, lasciando la giovane seduta con il viso pallido per lo stupore e le lacrime che cominciarono a rigarle le guance.
“Tutto bene?”, chiese Umberto con tono preoccupato.
Noemy gli lanciò un'occhiataccia, era chiaro che non andava per niente bene. Si accostò alla giovane donna porgendole un pacchetto di fazzolettini di carta, lei ne sfilò uno e si asciugò gli occhi bagnati e per la prima volta sentirono la voce rotta dal pianto: ”Che figura di merda, scusate...”, cercò di ingoiare la vergogna e mascherare il magone che le impediva di proseguire.
“Sono cose che capitano”, rispose Noemy indicandole il cocktail colorato: “Vuoi qualcosa di più forte?”, la ragazza annuì facendo intendere che avrebbe bevuto volentieri una birra.
Umberto lasciò che la solidarietà femminile facesse il suo corso, senza dir nulla andò al bancone.
In realtà non fece molti passi, il locale era gremito e la fila arrivava quasi fino al loro tavolo.
“Incredibile” farfugliò fra se, aspettando il suo turno e osservando le due donne al tavolo. Ora stavano ridendo come se nulla fosse accaduto. Noemy stava assaggiando l'analcolico colorato e la ragazza, beveva avida un sorso della birra rimasta nel boccale.
Una volta giunto il suo turno, alzando la voce, Umberto ordinò tre medie chiare, non perdendo di vista le due. Adesso parlavano complici alludendo a lui. Ne era certo, stavano sogghignando e l'oggetto di quei sorrisini era lui, o meglio, l'intero genere maschile. Cominciava a innervosirsi, ridotto a fare da cameriere per le due stronze che non avevano di meglio da fare che prenderlo per i fondelli.
Facendosi spazio con i gomiti e attento a non rovesciare la birra, ritornò al tavolo. Non appena arrivò notò le due che trattenevano una risata.
“Cos'è che fa tanto ridere?”
Umberto cercò di mascherare l'improvviso malumore, di natura era permaloso e la tentazione di mandarle entrambe a fanculo montava come la schiuma della birra. Cercò comunque di non rovinare la serata e, dopo essersi presentato, disse: “Sono contento che Noemy sia riuscita a tirarti su il morale così in fretta”.
La ragazza, che si chiamava Eva, sollevò il boccale per un brindisi: ”Noemy è straordinaria a tirar su il morale”, rise di gusto, strizzando l'occhio alla donna che era seduta al suo fianco.
“Noemy è bravissima anche a prendere per il culo il sottoscritto, non appena ne ha l’occasione”.
A Umberto non restò che adeguarsi alla situazione, divenendo oggetto delle loro peggiori battute, prendendoci perfino un po’ gusto.
La discussione avuta con il fighetto sembrava essere dimenticata ed Eva si dimostrò simpatica e di compagnia.
Al secondo giro di birra ne seguì un terzo e un quarto; quando già erano un po’ brilli la giovane donna propose un giro di tequila. Umberto abbandonò la testa sul tavolo, usando le braccia come cuscino: ”Io non ce la posso fare, al bancone di nuovo non ci vado!”
Noemy dapprima protestò, mettendo in discussione la sua capacità di reggere l’alcool e invitandolo a fare l'uomo, poi finì per accarezzargli la testa come fosse un cucciolo, proseguendo a prenderlo in giro. Anche Eva infilò le dita fra i capelli del povero diavolo e, alzandosi in piedi esclamò : “Ok provvedo io al servizio al tavolo…”, scivolando sinuosamente verso il bancone.
Non appena si fu allontanata Noemy diede uno scossone ad Umberto : ”Simpatica non trovi? Ha anche un bel culo”.
Entrambi le accarezzarono il fondo schiena con lo sguardo: il viola le donava e il taglio del vestito metteva in risalto i glutei alti e sodi come solo una ventenne può avere, impossibile non apprezzarli.
“Si ha un bel culo...E dai Noemy piantala!”, lei cominciò a sghignazzare, leggendo l'imbarazzo sul viso di lui. Poi gli fece scivolare la mano fra le gambe sussurrando: “Ma che c'è di male!! Ho voglia di giocare, quando torna al tavolo le dico che ha un bel culo. Anzi le confesserò che sei stato tu a dirlo”.
Umberto le scostò la mano, rispondendole: “Tu sei scema, così penserà che siamo due maniaci. Piantala!”
Noemy si fece seria, poi rispose: “No non la pianto affatto, ora sta zitto che arriva!”
Eva, con incedere malfermo, attenta a non far cadere i tre chupito e il piattino con il sale e le fettine di limone, prese di nuovo posto: ”Ok, salute ragazzi, ci vuole l'ultimo brindisi...”. Inumidì con la punta della lingua l'incavo tra il pollice e l'indice mise il sale e bevve la tequila tutta in un sorso, per poi strizzare fra i denti la fettina di limone. Umberto e Noemy fecero lo stesso, poi Noemy rivolgendosi ad Eva esclamò: ”Dio come sei sensuale quando bevi la tequila, non la trovi sexy Umberto?”.
Eva per stare al gioco, vedendo il rossore comparire sul volto di Umberto, ammiccando, leccò ancora un po' il dorso della mano. Noemy le si avvicinò e, facendo in modo che anche lui sentisse, bisbigliò complice: ” Tra parentesi il tizio qui davanti mi ha detto che hai anche un bel culo...”, entrambe fecero un'espressione di sorpresa come se avessero appreso qualcosa di molto sconveniente.
Scuotendo il capo Umberto disse rassegnato: “Ok ho capito, non se ne esce fuori stasera...”.
I tre si alzarono dal tavolo un po' traballanti sulle gambe, ma non così tanto da essere sbronzi. Le due andarono in bagno, dove si fermarono più del necessario mettendo a dura prova la pazienza di Umberto che le attese fuori godendosi finalmente una sigaretta. Nonostante la primavera fosse alle porte era ancora freddo, quando finalmente le vide uscire esclamò: “Ce ne avete messo del tempo qui fuori si gela”.
Noemy non pareva preoccupata della temperatura rigida, rispose infatti: “C'è un problemino Umby...”, quando lo chiamava Umby c'erano sempre guai in arrivo, così l'effetto dell'alcool si dissolse e aspettò che la sua compagna se ne uscisse fuori con una delle sue abituali stravaganze.
“Non fare quella faccia Umby. Eva è a piedi e a casa non ci vuole tornare, così le ho chiesto se vuole fermarsi da noi”.
Umberto si sentì sollevato, pensava già di doverla accompagnare in qualche località lontana chilometri, perdendosi sicuramente e dovendosi sorbire anche le ramanzine di Noemy sulla sua totale mancanza di senso dell'orientamento oppure, ancora peggio, di dover sborsare una cifra esorbitante per un taxi. Così indicò l'auto parcheggiata poco distante, le due lo presero sotto braccio e fu così galante di aprire la portiera a entrambe.
Una volta nell'abitacolo accese auto e riscaldamento, voltò leggermente il capo e domandò alla ragazza se fosse sicura di non voler essere accompagnata a casa.
Eva fece no con la testa e con un' espressione da cucciolo smarrito a cui non si poteva negare ospitalità. Ridendo Noemy aggiunse: “E poi dovessi vedere che completino nero sotto quel vestito, ne voglio anche io uno così”. Evidentemente Noemy non la voleva smettere di giocare ed Eva non si sottraeva divertendosi molto, tanto che con movenze da spogliarellista si scoprì una spalla mostrando la spallina del reggiseno.
Umberto ingranò la prima: “Voi avete bevuto troppo, meglio che andiamo”.
In macchina non parlarono molto, la musica era alta e ognuno di loro seguiva i propri pensieri con lo sguardo fisso sulla linea bianca di mezzeria che a breve li avrebbe condotti a casa.
Trovarono posto nei pressi del portoncino di casa, camminarono in fretta per raggiungerlo e trovare riparo dall'aria frizzante e umida della notte. Salirono una rampa di scale e finalmente il calore delle mura domestiche li avvolse.
Noemy accese una lampada che illuminava solo parzialmente l'ampio soggiorno, creando un effetto caldo e accogliente. Umberto prese il soprabito scuro dell'ospite invitandola ad accomodarsi sul divano color crema, si fece dare anche il cappottino nero della sua compagna, dopo averli sistemati andò in bagno.
Dal soggiorno proveniva della musica: ascoltando meglio si rese conto che si trattava della canzone che avevano già ascoltato in auto mentre raggiungevano il pub, dove la cantante gemeva come la doppiatrice di un film porno.
Trovò le due sedute sul divano, scherzavano fra loro e su un tavolino c'erano già tre bicchieri sottili e pieni e una bottiglia di vodka. Umberto non riuscì a raggiungere il suo, Noemy lo prese per mano costringendolo a ballare al ritmo di quella canzone. Eva sorrideva, sorseggiando lentamente, finché anche lei non venne invitata a unirsi, così Umberto si trovò intrappolato tra loro.
Noemy gli infilò le mani sotto la maglietta, carezzandogli il petto gliela sfilò lasciandolo a torso nudo. Poi cominciò a giocherellare con la fibbia della cintura e i bottoncini dei jeans, provocandogli un'erezione. Non volendo escludere Eva da quel gioco, fece sì che Umberto si voltasse su se stesso. Eva si muoveva come fosse un serpente, inducendolo in tentazione e abbassandosi fino ad avere il viso all'altezza della patta dei pantaloni, per poi risalire sul ventre, sul petto, sulle labbra, lasciandovi il tepore del suo respiro.
Dopo un'ennesima piroetta, Umberto ritrovò lo sguardo complice di Noemy e un sorrisetto malizioso che non le aveva mai visto. Lei lo baciò per un istante, facendogli assaggiare la punta della lingua che sapeva di vodka, poi fra loro arrivò Eva. Proseguiva con quei movimenti sinuosi, strusciando il culo sul sesso di Umberto mentre Noemy ne gustava l'eccitazione
Stretta fra i due, Eva pareva divertirsi, girava lentamente su se stessa con le braccia sollevate, ballando prima con l'uno e poi con l'altra, mentre Noemy e Umberto si lanciavano occhiate che man mano diventavano più complici e profonde. Quella ragazza stava diventando il loro gioco segreto, la loro trasgressione di una notte, una fantasia espressa a mezze parole e divenuta realtà.
Noemy, con gli occhi fissi su di lui, trovò la lampo del vestitino di Eva e la tirò giù spogliandole la schiena e costringendola a racchiudersi i seni fra le braccia per non restare nuda. Prese poi a baciarle la nuca e accarezzarla finché non inarcò e l'abito non scivolò sul davanti.
Mentre la musica scemava sulle ultime note, Umberto prese entrambe le mani di Eva e le sollevò all'altezza delle spalle: il reggiseno era nero a balconcino e i seni palpitavano invogliandolo a stringerli, l'abitino era ormai poggiato su pavimento e le mutandine di pizzo lasciavano intravedere il sesso glabro.
Davanti alla ragazza ormai quasi nuda, Umberto le sussurrò: “Anche l'intimo di Noemy è molto sexy”, pronunciando quelle parole, andò a recuperare il bicchierino pieno di vodka per poi sedersi sul divano, lei semi nuda, raccogliendo quella provocazione, cominciò a spogliare la nuova amica.
Noemy guidò sapientemente le mani di Eva sulla cerniera del tubino nero, poi con un tono che non ammetteva repliche si rivolse al suo Umberto: “Vogliamo vedere anche il tuo di intimo, non vorrai negarci uno streap tease”. Restò così nuda, con indosso mutandine e reggiseno di pizzo amaranto. Accarezzando le braccia di Eva e facendosi a sua volta accarezzare, si lasciò andare sul divano in attesa che Umberto si esibisse per loro, con la musica che intanto aveva ripreso a suonare.
Cercando di fare del suo meglio, con movenze impacciate e tutt'altro che a tempo, Umberto tolse le scarpe e calze, infine sfilò i jeans, restando con un paio di boxer neri aderenti addosso, andando anche lui sul divano in modo che Eva fosse in mezzo tra loro.
Noemy cominciò ad accarezzare in maniera sempre più audace la ragazza, tirandole giù una spallina e una coppa del reggiseno, poi scese con le mani fra le cosce fino all'inguine.
Eva rabbrividì al tocco delle mani femminili, reclinò il capo all'indietro e, ansimando sommessamente, si lasciò andare sul divano. Umberto le liberò completamente i seni mentre Noemy sollecitò appena i capezzoli, prima con la punta delle dita, poi con le labbra socchiuse. Osservando crescere l'eccitazione di Umberto, scese con le labbra sul ventre piatto di Eva e la spogliò del minuscolo perizoma. Quest'ultima d' istinto e sentendo l'alito caldo a pochi centimetri dal sesso le afferrò i capelli bruni e, inarcando la schiena, allungò la mano sui boxer di Umberto , quasi a voler dar sfogo a quell'eccitazione improvvisa che la stava assalendo.
“Non ancora...”, sussurro Noemy sul ventre piatto della ragazza, dandole un leggero schiaffo sulla mano che tentava di liberare il membro eccitato. Poi si alzò in piedi e si spostò davanti a Umberto, tolse il reggiseno e sfilò il perizoma, lasciando che lui la sfiorasse prima con gli occhi e poi con le mani. Lo baciò con passione, come fossero soli, poi posò appena le labbra su quelle di Eva e accompagnò entrambi in camera da letto.
Lui e Noemy presero posto una vicino all'altro dove sempre dormivano, Eva restò un istante a guardarli mentre si baciavano e accarezzavano. Per Umberto quel bacio fu come andare sulle montagne russe. Gli schizzò il cuore in gola e l'adrenalina esplose colorata come i fuochi d' artificio. I loro volti si avvicinavano come in una lenta risalita, poi le labbra affrontavano quell'incosciente discesa verso il piacere.
Non ci fu bisogno di inviti, Eva si insinuò silenziosa fra le gambe di Noemi e assaggiò le cosce con la punta della lingua, risalendo fino alla sua intimità umida e calda su cui si fermò, dapprima delicatamente, poi con maggior veemenza, facendola trasalire.
Lui le osservava affascinato e in preda a un'eccitazione prima sconosciuta: Noemy aveva le labbra dischiuse e ansimava appena, mentre la ragazza la penetrava con la lingua. Ipnotizzato, le baciò le palpebre socchiuse, le accarezzò il viso contratto e i capezzoli inturgiditi, poi si spostò alle spalle di Eva. Il culo della ragazza ondeggiava davanti a lui seguendo i movimenti della testa, non poté fare a meno di accarezzarlo prima e stringerlo con ingordigia subito dopo, quasi a volersene impossessare. Attese che Noemy aprisse un momento gli occhi, lei gli lanciò uno sguardo eccitato e carico di furioso piacere, quasi volendo obbedire a un suo comando afferrò Eva per i fianchi e la penetrò, facendola trasalire e costringendola ad aumentare il ritmo dei baci sul sesso della sua donna. I gemiti delle due si fusero in uno, così da indurlo ad aumentare il ritmo.
Noemy stringeva forte i capelli della ragazza, osservando eccitata Umberto che la pigliava da dietro, finché l'orgasmo non la travolse.
Umberto, vedendo Noemy travolta dal piacere, si fermò ansimante. Lei gli sorrideva, allungò una mano verso Eva che era rossa in viso e pervasa di eccitazione, facendola sdraiare fra loro. Cominciarono a giocare con lei: Umberto le stuzzicava i seni e i capezzoli con le labbra, mentre Noemy la toccava sapientemente fra le cosce, cercando infine le labbra di Lui.
Si baciarono a lungo, mantenendo vivo quel legame di strana complicità che si era creato.
Proseguirono in quel modo a stuzzicare e torturare la loro preda. La ragazza socchiudeva gli occhi guardando entrambi, poi li serrava lasciandosi trasportare dalla libidine e umettandosi le labbra con lingua. Non potendone più cominciò a dimenare i fianchi, esortandoli a proseguire con parole smorzate e sussurrate. L'orgasmo ebbe la meglio e urlò di piacere, aggrappandosi con le mani alle lenzuola.
Umberto e Noemy sorrisero soddisfatti e proseguirono a baciarsi. Eva si tirò su, cercando con la mano e le labbra il membro di lui. Sollecitò la cappella con la punta della lingua, stringendo l'asta con la mano e facendolo sussultare.
Noemy osservava ciò che stava accadendo. In preda a un miscuglio di gelosia e piacere cominciò a mordergli i capezzoli, facendolo trasalire tra piacere e dolore. Poi anche lei scese sul suo ventre fino a raggiungere Eva. Quasi a volerne reclamare il possesso, strinse la verga di Umberto cominciando a muoverla su e giù e passando il pollice sulla cappella bagnata. Le due presero a sfiorarsi le labbra fra loro a pochi centimetri dal cazzo teso e duro, per poi contenderselo succhiandolo e leccandolo a turno.
L'eccitazione di Umberto crebbe ancora, teso come una corda di violino e sul punto di esplodere dal piacere le fermò. Ansimante afferrò il volto di Noemy e si chinò a baciarla con violenza, sbattendola sul letto e insinuandosi fra le sue cosce. Sorpresa da quella reazione lei lo abbraccio e sussultò, sentendosi all'improvviso colma di lui.
Eva si sdraiò al loro fianco guardandoli uniti in quell'amplesso selvaggio, pareva che volessero fondersi in un sol corpo.
Vennero insieme, mordendosi e baciandosi in un abbraccio in cui Eva non c'entrava più nulla.
Esausti si sdraiano tutti e tre a guardare il soffitto, finché il sonno non ebbe la meglio e li avvolse per quelle poche ore che li separavano dalle luci dell'alba.
Umberto venne svegliato da sottili lame di luce che filtravano dalle imposte. I raggi di un sole primaverile illuminavano il letto vuoto e disfatto, tra il pulviscolo brillante e irreale, scorse la sagoma di Noemy. Indossava un'accappatoio color panna ed era ferma e sorridente sulla porta.
Con voce squillante, mentre lui si strofinava gli occhi e la barba incolta disse: ”Buon compleanno!”
Umberto.
Lui si copri il volto con il lenzuolo, quasi volesse nascondere la propria età, poi rispose: “Cazzo sono vecchio”, inclemente Noemy sottolineò: “Si, sei vecchio”.
Umberto brontolò qualcosa da sotto il lenzuolo, finché la sua compagna non lo costrinse a uscire di lì, arruffandogli i capelli. Stettero per qualche istante così, abbracciati, poi lui guardandosi intorno bofonchiò: “Ma non eravamo in tre stanotte?”
Noemy fece finta di guardarlo storto: ”Perché ti eri affezionato? Eva è andata via presto, però ti ha lasciato un biglietto di auguri, le spiaceva svegliarti”.
Lei andò in cucina a preparare una colazione un po' speciale per la ricorrenza, mentre lui sotto il getto della doccia canticchiava la canzone da orgasmo che avevano ascoltato per gran parte della serata.
Il lap top era acceso sulla credenza, allora lei aprì la casella di posta elettronica, andò sulla lista dei contatti e selezionò quello giusto per poi cominciare a scrivere velocemente:
- Saldato di persona come concordato. Tutto perfetto.
Eva è stata spettacolare e il finto fidanzato bravissimo nel suo ruolo.
Cordiali Saluti -
Aggiunse il suo nome e cognome e inviò. Poi andò sulla cronologia, trovò il sito web di “ Adventure Game Agency” e rimosse tutto, comprese le mail mandate e ricevute da quell'indirizzo.
Appena un istante dopo sopraggiunse Umberto, andò verso la tavola e si sedette, Noemy spense tranquillamente il computer e versò il caffè bollente.
Umberto lesse le due righe lasciate da Eva su un pezzetto di carta e le mise da parte, sfiorò con due dita la guancia di Noemy, come fosse la prima volta, facendola arrossire come sempre.
Adorava vederla imbarazzata.
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