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Volere la fica 09


di Sitter
08.09.2022    |    9.084    |    4 8.0
""Tienilo per i fianchi!" disse Cinzia a Gabriele che appoggiò le sue mani alle anche di quel muscoloso manzo in modo tutt'altro che entusiasta..."
Non era stata una prostituta ad aver suonato al campanello di casa Taggianò anche se la ragazza mora che aspettava fuori dalla porta avrebbe potuto sembrarlo con quel trucco pesante, le autoreggenti ricamate e lo striminzito vestitino a tubo che metteva in risalto la morbida scollatura ed i fianchi rotondi. A suonare era stata Cinzia, la figlia di Rosa. La sua serata tra amiche era saltata ed aveva deciso di fare un salto da sua madre. Entrò in casa ed appena vide che Rosa aveva un giovane ospite seduto in soggiorno si fece prendere dalla curiosità.
"Ammazza che cesso! Ma chi è? " chiese lei spiando Gabriele seduto in soggiorno.
"È un mio ex alunno." rispose laconicamente Rosa.
"Se hai bisogno di un uomo mentre papà è via per lavoro posso farti incontrare qualche amico del mio ragazzo. Conosce certi manzi da palestra che..."
"Ma che minchia dici? Non l'ho invitato mica per fottere." la interruppe Rosa. "L'ho fatto venire per fargli assaggiare il Savuto che fanno giù gli zii. È un coglione. Si è ubriacato ed io... ho fatto quella cosa."
"Quale cosa?" chiese Cinzia aggrottando un po' la fronte.
A Rosa bastò accarezzarsi il seno per rispondere.
"Ahahahahah Noooo!” rise Cinzia. “L'ipnosi con le tette! Sei proprio fissata con questa cazzata. Non dirmi che ha funzionato!"
"Io penso proprio di sì. Si è lasciato scappare certe confessioni che..."
"Confessioni? Quali connessioni? Cosa ti ha detto?" chiese la figlia alternando lo sguardo pieno di curiosità tra sua madre e Gabriele seduto alticcio in soggiorno.
La Taggianò disse a sua figlia tutto quello che aveva scoperto. Gli disse che quel ragazzo si chiamava Gabriele e che oltre ad essere ancora vergine provava una forte attrazione per sua madre a cui aveva dedicato le sue seghe più furiose e selvaggia. Le raccontò inoltre il dramma che quel ragazzo stava vivendo da quando aveva scoperto che la donna che lo aveva messo al mondo veniva cavalcata dai bulli che lo tormentavano alle superiori.
"Pazzesco! Non ci credo!" esclamò Cinzia scuotendo la testa e coprendosi il viso con le mani provando vergogna per lui.
Mentre la ragazza rideva Rosa osservò pensierosa Gabriele sempre seduto in soggiorno, la sua mente le suggerì un'idea e la sua eccitazione la convinse a realizzarla.
"Cinzia... Ti andrebbe di dare una svolta a questo sabato sera?"
"In che senso?"
La professoressa Taggianò sussurrò a sua figlia cosa lei avesse in mente per rarrivare la serata. Il sorrisetto maligno e malizioso di Rosa contagiò anche sua figlia.
Seduto sul divano del soggiorno intanto Gabriele stava controllando le notifiche del suo telefono. Marcella aveva provato a chiamarlo altre due volte. Non fece in tempo a chiedersi cosa lei potesse volere da lui perché Cinzia gli si avvicinò per conoscerlo.
Con lei la professoressa Taggianò aveva fatto un ottimo lavoro. Era riuscita a trasmettere geneticamente alla figlia la sua porcaggine del sud. Cinzia somigliava molto alla madre anche se aveva il taglio degli occhi un po' meno severo ed i lineamenti leggermente più dolci. Aveva lo stesso sorriso malizioso di Rosa, mentre Gabriele la osservava sedersi vicino a lui pensò che un uomo avrebbe potuto tranquillamente infilare il suo membro eccitato nella bocca di lei senza pericoli. Non come sua madre Rosa che dava l'impressione di essere una di quelle donne sadiche che morde proprio sul più bello.
"Allora Gabriele... mamma mi ha parlato del tuo problemino." disse Cinzia che con quelle poche parole smontò il sorriso che lui le riservò.
"C-che problemino?"
" So che sei vergine Gabriele."
"Io..."
"Non ti devi vergognare. Hai avuto solo sfortuna. Almeno fino a stasera."
La mano sinistra di Cinzia iniziò ad accarezzare la stoffa dei pantaloni che copriva la coscia destra di Gabriele.
"Fino a stasera?"
Cinzia si fece più vicina a lui che faticava a non far cadere lo sguardo sulle gambe di lei. Gabriele ebbe l'impressione di intravedere l'orlo delle sue autoreggenti per colpa della parte bassa del vestito sollevato forse un po' più del lecito.
"Sì, Gabriele. Stasera hai avuto culo. Tanto culo. La serata con le mie amiche è andata a puttane, sai?" disse lei parlandogli con una infantile vocetta da oca. "A quest'ora sarei potuta essere nei cessi di qualche locale a farmi fottere da uno sconosciuto. Invece sono qui con te con una gran voglia di scopare addosso."
"Io però ho la testa che mi gira. Sto morendo di caldo. Non lo so... Perché non ci scambiamo i numeri e ci rivediamo? Anche domani. Dammi solo il tempo di..."
"Scambiarci i numeri? Ahahahahah " rise Cinzia sicura ormai che il ragazzo con cui stava parlando non dovesse essere molto sveglio neppure da sobrio. "No Gabriele. O stasera o niente. Il sesso da una botta e via funziona così. Va fatto quando capita. E poi io se fossi in te non rifiuterei dato che ho in mente di fare una cosetta a tre."
"A tre?" chiese lui sgranando gli occhi per lo stupore.
"Sì, a tre." confermò Cinzia giocando con la cerniera della patta dei suoi pantaloni. "La tua prima volta che avviene durante un'infuocata notte di sesso a tre. Ma ci pensi?"
Gabriele ci pensò ed un sorriso di felicità gli comparve sul viso. Sesso selvaggio con Cinzia e Rosa Taggianò. Immaginarsi sverginato sia dalla madre che dalla figlia sarebbe stato un colpo incredibile che avrebbe ripagato Gabriele di tutto il ritardo che aveva accumulato fino ad allora. Era una fantasia troppo eccitante per lui per potersi tirare indietro. Non volle più badare ai suoi dubbi né alla testa appesantita dall'alcool. Si lasciò prendere per mano da Cinzia che lo condusse verso la camera da letto matrimoniale di sua madre. Lo spinse sul letto. Via maglia, pantaloni e scarpe. Gabriele si ritrovò sdraiato in mutande con lei sopra di lui a cavalcioni. La osservò troneggiare su di lui mentre l'abito di lei scendeva seguito dal reggiseno subito dopo. Anche di tette era molto simile a sua madre Rosa, stessi capezzoli e stesse areole. Le mammelle della sua ex insegnante erano leggermente meno rotonde ma probabilmente era colpa dell'età. Non ne era sicuro. Aveva una voglia matta di confrontarle entrambe da vicino e di averle addosso a sé. Immaginò Cinzia che si sarebbe accomodata sul suo cazzo mentre Rosa avrebbe trovato posto sedendosi sulla sua faccia e poco gli importava di morire soffocato sotto il culone della Taggianò perché tanto scoparsi lei assieme la figlia sarebbe significato già essere in paradiso.
"Tua mamma... voglio anche tua mamma. Quando arriva?" chiese lui visibilmente eccitato.
"Mia mamma? Cosa c'entra mia mamma?"
DRIIIIINN
"Finalmente! Questo dev'essere lui." disse Cinzia. La ragazza smontò da Gabriele che di colpo si irrigidì per la preoccupazione.
Prima di approcciare l'ex alunno di sua madre Cinzia aveva chiamato il suo fidanzato Marcus. La loro era una coppia aperta e quando lei gli disse che a casa di sua madre c'era un ragazzo disponibile a fare sesso a tre fu subito interessato.
Marcus era un manzo palestrato dai capelli rasati, una barba nera ben modellata ed uno sguardo azzurro e glaciale. Non era molto alto ma fisicamente era enorme. Cinzia lo presentò a Gabriele che gli strinse la mano avendo l'impressione di aver infilato il suo palmo in una pressa. Gli fu subito chiaro chi dei due sarebbe stato il maschio alfa. Non c'era nemmeno da discutere a riguardo. Gabriele sarebbe già scappato a gambe levate da quell'energumeno che lo osservava in silenzio con un sorriso enigmatico se non ci fosse stata Cinzia ad allettarlo a parole strusciandosi su di lui.
"Sarà fantastico vedrai." gli sussurrò lei all'orecchio. " Tu mi fotti la fica mentre lui me lo butta nel culo. Ho posto per tutti e due."
Condividere una donna con un altro uomo non era la prima volta che Gabriele aveva immaginato per sè. Cinzia si era messa d'impegno a distrarlo ributtandolo a letto per limonare e strusciarsi addosso a lui ancora di più ma lui non era tranquillo. Non chiuse gli occhi, non si godette il momento. Non riusciva a togliere gli occhi da Marcus che si stava spogliando a fianco del letto, vide il suo torso nudo, i tatuaggi ed i suoi addominali. Appena quel possente manzo da palestra sarebbe salito sul letto il sesso sarebbe iniziato e sarebbe stato rude, frenetico e forse persino brutale. Quando lo vide con indosso solo le sue mutande non potè non farsi impressionare dal membro duro e spesso che pareva un grosso cotechino, la sua cappella sbucava persino dall'elastico superiore del suo intimo. Gabriele si irrigidì. Cinzia se ne accorse subito.
"Gabriele che c'è?" chiese lei seguitando a cercare la sua bocca ed strusciarsi su di lui.
Marcus si avvicinò ed appena poggiò un ginocchio sul materasso Gabriele ebbe l'istinto di scostare Cinzia ed allontanarsi.
"Gabriele! Che fai?" chiese Cinzia scocciata.
"Non mi piace così. Non potrebbe darci il tempo per scopare? Io poi me ne andrei e lui..."
"Che cosa?" lo interruppe lei che non volle neppure permettergli di finire la frase. "E lui cosa fa? Ci guarda? No Gabriele. Io non umilio il mio fidanzato per te. Non esiste proprio! Piuttosto mi pare evidente che dobbiamo lavorare sul vostro affiatamento."
"In che senso?" chiese lui preoccupatissimo.
"Sai cosa mi eccita da morire Gabriele?" chiese Cinzia avvicinandosi al suo fidanzato che poggiò subito una mano sul suo culo.
"C-cosa?"
"Il sesso tra maschi." rispose Cinzia abbassando le mutande di Marcus con un gesto rapido. "Voi vi fate un po' di coccole ed io mi ingrifo. Penso convenga a tutti."
"A me non conviene." fece notare Gabriele. "Io sono etero."
"Se vuoi scopare ti conviene eccome!" ribatté lei con la voce che perse per un attimo il tono finto e melenso da oca. "Ed al mio amore non dispiacerà di certo dato che è bisessuale."
Cinzia scese dal letto matrimoniale di sua madre ed iniziò a cercare qualcosa mentre Gabriele tesissimo guardò Marcus, il muscoloso ragazzo restando zitto e fermo in piedi al fondo del letto iniziò a segare il suo grosso cazzo che stava su dritto puntato in alto proprio contro la sua faccia. Gli guardò le palle grandi e pesanti, i suoi nerissimi peli circondavano il suo scroto formando come una ispida e virile corona.
Cinzia aprì un'anta dell'armadio della camera, Trovò i frustini ed il corsetto nero di Rosa ma non quello che stava cercando. Cercò tra i cassetti dei comodini ai lati del letto, c'erano delle manette ma non quello che voleva lei.
"Eppure deve essere qui. So che mamma la usa per fare i giochini con papà." diceva Cinzia tra sé e sé mentre frugava nella stanza.
La ragazza si mise a quattro zampe per guardare sotto il letto. Tornò in piedi con in mano una bomboletta di panna spray che stava cercando e vedendo gli occhi sgranati di Gabriele pensò bene di rassicurarlo.
"Rilassati! So che non sei molto esperto di certe cose. Non ti chiedo di spompinare il mio ragazzo." disse lei agitando la bomboletta.
Marcus interruppe la sua lenta sega non appena Cinzia mise la punta del dosatore sopra la sua cappella. Dopo aver iniziato a premere fece percorrere ad essa tutta la lunghezza dell'asta arrivando fino alla radice. Sentendo la panna posarsi dolcemente sul suo cazzo il fidanzato di Cinzia emise un improvviso verso gutturale di piacere buttando fuori la voce per la prima volta da quando era entrato in casa.
"Però voglio almeno che tu pulisca il suo bel cazzone con la lingua. È robetta facile."
"Ma io..."
"Devi farlo Gabriele! Se non si crea un amalgama tra di voi la nostra notte di sesso a tre verrà una merda. Guarda che se io non mi eccito qui non scopa nessuno, eh?"
"Ma..."
"Vuoi la fica Gabriele?" gli chiese Cinzia levandosi le mutande. "Non credi valga la pena fare un piccolo sacrificio per una fessa come la mia?"
Gabriele la vide appoggiare un piede sul letto per stare in piedi a gambe divaricate affianco al suo ragazzo. Cinzia si stava eccitando sul serio, molestava il suo grazioso clitoride con le dita mentre agli occhi cerulei di Marcus fissi sul ragazzo inesperto ed impacciato si aggiunsero i suoi.
Dopo pochi imbarazzanti attimi di attesa Gabriele si avvicinò a Marcus, si protese in avanti mettendosi a quattro zampe sul letto. Tenne gli occhi fissi sull'uretra puntata minacciosa contro di lui, era un po' coperta dalla panna ma la vedeva. Avrebbe toccato quella dritta sbarra di carne solo con la lingua e ad occhi chiusi per potersi estraniare da ciò che avrebbe fatto di lì a pochissimo. Si disse che non sarebbe durato tanto, pochi secondi e poche leccate e poi avrebbe finalmente potuto scopare. Tirò fuori la lingua ma non fece neppure in tempo a toccare la cappella di Marcus che Cinzia lo ammonì severamente.
"Guarda che il mio fidanzato non ha mica la lebbra, eh!? Non ci può essere una intesa sessuale decente tra noi se tu lo schifi in questo modo."
Cinzia doveva aver preso dalla madre anche l'attitudine all'insegnamento, il ruolo da maestrina le riusciva piuttosto bene. Istruì Gabriele mettendolo seduto al fondo del letto davanti a Marcus rimasto in piedi che col suo grosso cazzo avrebbe potuto cavagli un occhio vicino come era, poteva sentire anche l'odore del profumo da uomo che Marcus usava finita la palestra.
"Tienilo per i fianchi!" disse Cinzia a Gabriele che appoggiò le sue mani alle anche di quel muscoloso manzo in modo tutt'altro che entusiasta.
"Non ti stai impegnando Gabriele." sentenziò Cinzia seduta nuda accanto a lui. "Sembra che ti faccia schifo toccarlo. E invece no. Ti deve piacere. Accarezzalo! Dai fianchi alle cosce e poi torna su. Avanti!"
Gabriele mosse piano le sue mani provando fastidio per ogni centimetro di pelle che i suoi palmi  dovettero percorrere.
"Su e giù. Bravissimo! Adesso però lecca la panna sul suo cazzone perché si sta squagliando tutta. " lo esortò lei. " E continua a coccolarlo che mi sto eccitanto come una porca."
Gabriele avvicinò la sua faccia all'inguine del ragazzo di Cinzia ed iniziò a lappare la panna che copriva l'uretra con gli occhi ben chiusi. Pulì tutta la sua larga cappella ma quando si sporse leggermente in avanti pensando di cavarsela con un'unica, grossolana e lunga leccata su tutta l'asta venne corretto nuovamente da Cinzia.
"Lo devi avvicinare! Afferra con delicatezza le sue chiappe e portalo verso di te."
Un potente moto di imbarazzo incendiò le guance di Gabriele arrossate gia dall'alcool. Pur di accontentarla spostò piano le mani fino che non senti i glutei sodi di lui fu allora che la vergogna non iniziò a fargli venire un leggero magone. Pulì più in fretta che potè la panna che lordava l'inguine di Marcus. Non ne poteva più, voleva solo finire quel disgustoso giochetto erotico e farsi Cinzia pur dovendola dividere col suo ragazzo. Fini quel particolare servizietto di pulizia intima ritraendosi con sollievo e solo allora si rese dello schifo che aveva in bocca. La sua lingua oltre a sentire il sapore della panna avvertì chiaramente la presenza di peli pubici, Gabriele sentì un primo leggero conato seguito da uno più forte. Si alzò dal letto di scatto e corse alla finestra aprendola in fretta e furia per poi affacciarsi e vomitare tutto sul pavimento per esterni del giardino.
Gabriele non si accorse nemmeno della risata divertita e sguaiata di Cinzia occupato com'era a prendere aria con la bocca. Quando si voltò pensando di poter tornare da lei trovò Marcus di fronte a sé che gli impediva di allontanarsi dalla finestra.
"Direi che abbiamo scherzato abbastanza. Ora basta Gabriele! Abbiamo perso già abbastanza tempo con te. Vattene!" gli ordinò lei.
Gabriele avrebbe voluto protestare ma la minacciosa presenza di Marcus lo inibi. Pensava di poter avvicinarsi alla porta ma il fidanzato di Cinzia seguitava a sbarrargli la strada.
"Dalla finestra Gabriele." gli spiegò lei.
Il ragazzo provò ad afferrare i pantaloni poggiati lì vicino sulla sedia ma la voce decisa e prepotente di Cinzia Lo fermò.
"Riavrai i tuoi vestiti quando suonerai alla porta di casa e ti aprirà mia madre. L'unica cosa che mi dispiace è non poter vedere la scena. Esci fuori!"
Marcus fece un altro passo verso di lui per sollecitarlo ad andarsene. Gabriele impaurito riaprì la finestra, girando la maniglia ed aprendo entrambe le ante. Quando si trovò a cavalcioni lui guardò la ragazza per un'ultima volta sdraiata comodamente sul letto con una mano toccava freneticamente il suo clitoride. La ragazza si stava eccitando enormemente ad umiliarlo. Gabriele si era sbagliato, nonostante le apparenze ed i lineamenti del viso più dolci e gentili la figlia era stronza tanto quanto la madre.
Gabriele scavalcò la finestra richiusa poi celermente da Marcus. L'ultimo rumore che Gabriele sentì distintamente provenire da quella stanza fu la fragorosa risata di Cinzia. Il ragazzo evitò di calpestare il suo vomito coi piedi e fece il giro della casa guardandosi ansiosamente attorno ad ogni passo. Le piante del giardino erano basse e non proteggevano affatto Gabriele dalla vista di potenziali passanti. Era circa mezzanotte di un sabato sera qualunque, la strada sembrava deserta ma Gabriele si avventò comunque contro il portone di casa con tanta ansia addosso. Usò il battiporta e quando senti un motorino avvicinarsi lo batte più forte. Nessuno gli aprì, il ciclomotore passò. Gabriele batte i pugni contro il portone. La professoressa Taggianò era in casa eppure sembrava stesse tardando ad aprire. Passò un auto. Gabriele usò di nuovo il battiporta e poi i pugni. D'un tratto sentì un secondo motorino provenire dalla direzione opposta al primo. Lo sentì fermarsi a motore acceso in prossimità del cancello di casa Taggianò ed a lui gli si gelò il sangue. Sentì una risata maschile e poi il motorino ripartire. Era lo stesso di prima. Gabriele stava quasi per piangere di vergogna quando la Taggianò aprì tenendo però il chiavistello agganciato.
"Ahahahahah Espulso come uno stronzo." commentò lei con feroce sarcasmo.
Cinzia glielo aveva riconsegnato inerme, impaurito ed in mutande come lei le aveva chiesto. Rosa ebbe gioco facile a dettare le sue condizioni per farlo entrare in casa sua.
"Tu devi assolutamente scopare con tua madre. Voglio vederlo succedere. Ti aiuterò ma devi dirmi tutto ciò che voglio sapere altrimenti stanotte resterai qui fuori in giardino a fare il mio cane da guardia. Siamo intesi?"
Passò un'altra auto e Gabriele cedette al ricatto.
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