Racconti Erotici > Lui & Lei > Ciack si gira! (Il film hard core) - Quarta parte
Lui & Lei

Ciack si gira! (Il film hard core) - Quarta parte


di Honeymark
22.08.2018    |    6.116    |    1 9.6
"– Ma siete matti? Di là non ce n’era neanche una adatta a… - Aspetti a dirlo, – tagliò corto il regista..."
(Si consiglia di vedere la puntata precedente)

8. IL CASTING



Betty aveva preparato per la mattina una prima trentina di donne da sottoporre allo staff, formato da lei, me, il regista, la responsabile del casting, il direttore alla fotografia e la costumista, ognuno dei quali attorniato dai propri intimi collaboratori. L’assistente della responsabile del casting fece entrare la prima donna, la presentò, lesse le misure e le referenze. Era sui 30 anni e sembrava una bella signora di città. Secondo me andava bene.
- Si spogli, per favore – chiese l’aiuto casting.
La signora si spogliò con voluto imbarazzo, che turbò certamente i presenti. Quando rimase in mutandine e reggiseno, eravamo tutti allupati. Poi si girò, slacciò il reggiseno e sfilò le mutandine, mostrando un culo alto e sodo, col segno del costume da bagno.
- Perfetto – disse il regista. – Che ne dici? – mi chiese poi.
- Inculabile – risposi affabile, con una frase che sarebbe diventata famosa. – Inculabilissima.
Poi si girò, e tutti gli occhi si portarono sul sesso. Una sottile riga di corto pelo nero guidava lo sguardo sulla fessura della fica.
- Si può girare nuovamente di schiena e piegarsi in avanti con le gambe divaricate? – Chiese poi l’aiuto del casting. – Vada a prendersi le caviglie con le mani.
Lei lo fece lentamente, e a tutti mancò il fiato. Lì non c’era un solo pelo a protezione.
- Può allargare le natiche con le mani? – chiese ancora l’aiuto.
- Lei obbedì.
Mi alzai e mi feci accompagnare da Terry.
- Che te ne pare? – gli chiesi.
- Sembra a posto – rispose sinceramente.
- Prova la consistenza.
Terry si mise un guanto di lattice azzurro, prese il proprio medio elo appoggiò al buco del culo; lei non ebbe reazioni. Lui fece pressione col dito sull’ano della ragazza, la quale prima strinse spontaneamente i muscoli, poi li rilassò per facilitare la verifica.
- Allora? – domandai di nuovo.
Lui sfilò il dito lentamente.
- Muscolatura solida ma cedevole ed elastica. Si è richiuso immediatamente.
- Approvato – dissi allora.
Betty sorrise, il regista annuì e la responsabile del casting prese nota soddisfatto.
- Che ti pare? – mi domandò sottovoce Betty.
- Che non vedo l’ora di incularla.
- Ottimo – rispose. – Qualcosa mi dice che non sarà difficile alle tue ragazze tenertelo rizzato… he he.
La seconda donna venne scartata perché sembrava una troia, mentre noi cercavamo immagini di mogli di ricchi uomini innamorati di loro.
La terza andava benissimo perché era alta, cosce affusolate, vita stretta… Insomma, non solo bella ma anche totalmente diversa dalla prima. Le diedi delle manate per verificare la consistenza di tette e culo. Mi eccitò l’idea di poterlo fare, perché non lo avevo mai fatto ad una donna che non avevo conquistato.
La quarta era piccola ma con un culo da urlo. Ci alzammo tutti per studiarla per bene nei dettagli. Il buco del culo era appena appena visibile. Aveva del pelo leggero lungo la fessura, ma l’avrebbero ripulita per bene. La costumista aveva deciso che ognuna avrebbe avuto una sua cosmetica personalizzata, ma tutte viste da dietro chinate in avanti avrebbero dovuto mostrare buco del culo e fica completamente senza peli.
Poi si presentò una mulatta e mi augurai di cominciare da quella. I riflessi ambrati delle natiche ricordavano il colore dei Carabi da dove proveniva. Quando si piegò a 90 gradi, le grandi labbra del sesso erano particolarmente prominenti. Sicuramente ci stata il mio cazzo per intero. Mi tolsi lo sfizio di palparle il sesso a mano aperta e sentii con piacere che si stava bagnando.
Un’altra mi chiese a priori se era vero che uno di noi avrebbe dovuto incularla, e Betty annuì sadicamente. Restò perplessa per un po’, ma poi si spogliò anche lei. Quando mi avvicinai comprese che il fortunato sarei stato io. Mi guardò negli occhi e si girò per mostrarsi. Quando si raddrizzò, meravigliata che non avevo espresso giudizi né l’avevo toccata, mi chiese se ci sembrava adatta. Il regista grugnì e gli altri guardarono me. Io mi massaggiai il mento e annuii.
A mezzogiorno avevamo finito. Avevo guardato il buco del culo e la fica di una fila interminabile di donne. Io ne avevo scartate due e gli altri, per varie ragioni, ne avevano scartate sette. Quel porco di Terry aveva infilato il dito nel culo di tutte, cambiando ogni volta il guanto.

Nel corso della pausa pranzo mi avvicinai a Betty.
- Sono convinto – le dissi. – Voglio proprio Belle come attrice protagonista.
- Sei fuori di testa! – mi apostrofò Betty. – Te l’ho detto! Non spetta a te la scelta dell’attrice principale.
- Beh, quantomeno spetterà anche a me, o no?
- Non se ne è mai parlato.
- Appunto.
- Ma dobbiamo sentire il casting, il regista, la produzione…
- Facciamolo.
- Dobbiamo sottoporla ad un test.
- Beh, Isabel l’hai vista anche tu…
- Fanculo, Martini.
- Allora?
- Guarderemo le riprese e ti faremo sapere.
- Quando?
- Alla fine della settimana bianca.
- D’accordo, ma perché?
- La signora Kurdess vuole che tu la monti.
- Di già?!?
- Noi non perdiamo tempo… He he… Scherzi a parte, la signora vuole che la monti all’inizio della settimana bianca. Cioè dopo la visita e prima delle altre.

Quando tornai nel pomeriggio insieme al fedele Terry, entrai negli studi e passai dalla sala di raccolta delle attrici da selezionare, notando che c’erano molte decine di donne, ma anche una certa quantità fra i 50 e i 60 anni. Perplesso, passai oltre e raggiunsi lo staff.
- Ah, ci siete? – Domandai vedendoli – Avevo paura di aver sbagliato set. Per chi sono le attrici di là? Che altro film stanno per girare in questi studi?
Betty sorrise, ma mi rispose la responsabile del casting.
- Due donne che reciteranno con lei dovranno avere più o meno la sessantina…
- Che cosa?! – Esclamai. Mi girai cercando di ricordare quelle che avevo visto. – Ma siete matti? Di là non ce n’era neanche una adatta a…
- Aspetti a dirlo, – tagliò corto il regista. – Dobbiamo vederle una per una.
- Una per una? Tutte? Ma, dico, siete impazziti?
Non mi risposero per niente e l’aiuto casting mandò a chiamare la prima.
Entrò una signora di età indefinibile, con i capelli argentati, con un vestito abbastanza castigato che non metteva in risalto praticamente nulla delle forme femminili. Mi si avvicinò Betty, mentre la signora si andava a mettere nel fascio di luci dove avrebbe dovuto esporsi.
- Ti ricordo che ne puoi scartare ancora solo tre, quindi pensaci su bene, perché domani abbiamo le donne grasse.
- Grasse?
- E grosse.
- Grosse?
- Le figlie di famiglie ricche tendono un po’ all’obesità. Sai, l’opulenza…
- Ma, dico io,…
- Guarda che hai firmato tu il contratto, non io.
- E quante ne dovrò inculare di donne del genere?
- Due anziane, quattro grasse, tre magre…
- Magre?
- Anoressiche.
- O diomio…
- Ma non preoccuparti, le altre saranno tutte strafighe – aggiunse dandomi una pacca amichevole quanto ironica sulla schiena. – Due saranno anche giovanissime e tre saranno dei maschietti. Ora su che lavoriamo.
- E’ una fortuna che non ci sono aborigene australiane… – commentai allora.
- Mi hai fatto venire un’idea…
Prima la guardai perplesso, poi mi girai un po’ angosciato a guardare la bella signora che mi stava davanti, mentre l’aiuto leggeva le sue referenze di attrice. Notevoli, peraltro. Ma allora che cazzo ci faceva lì?
- Signora, si vuole spogliare? – le chiesero.
Lei iniziò a farlo, mentre avevo il cuore in gola.
Tuttavia, la cosa mi turbava inaspettatamente in maniera crescente. Non mi ero mai posto il problema, ma il poter vedere una signora anziana che si spoglia è una cosa che tutti noi sognamo senza saperlo.
Si spogliò educatamente, cone ci si può aspettare, mostrando una pelle liscia a copertura di carne molle e cascante. Rimase presto in mutante e reggiseno, decisamente lontana dall’ideale erotico di chicchessia, ma la guardavo con desiderio. Stavo riuscendo spogliare una donna di 60 anni… Mi avvicinai, seguito dall’ottimo Terry.
- Si può togliere tutto? – chiesi con assurda trepidazione.
- Ma volentieri! – rispose lei con professionalità da attrice navigata.
In breve sfilò reggiseno e mutandine, coprendosi in parte con pudicizia le sue intimità. Poi con eleganza tolse le mani per mostrarsi bene a me. Le tette erano cascanti e una certa pancetta scivolava sopra il sesso. Quando si girò, anche il culo era un po’ mollo. Quando le ordinarono di mettersi a 90 gradi, giuro che mi venne un’erezione vergognosa. Chiamai Terry.
- Come ti pare?
- Ne ho viste di peggio.
- Come sarà il buco del culo?
- Sicuramente rigido, ma lavorandoci un po’…
Presi le natiche a due mani e mi avvicinai alla fessura del culo. Alla fine la sculacciai e la feci raddrizzare.
- Sarò onorato di incularla, signora.
- Ne ero certa – sorrise. E se ne andò.
Beh, non avevo mai visto una signora di una certa età in questo modo e confesso che la mia reazione mi ha davvero stupito. Beh, staremo a vedere come andrà al momento di sodomizzarla.
Io mi girai a guardare gli altri che non avevano neanche aperto bocca.
- Beh, «ony soi qui mal y pense!» – dissi, citanto il re che fondò l’Ordine della Giarrettiera. Si vergogni chi pensa male.

A metà pomeriggio avevo finito le mie carte, nel senso che non avevo più possibilità né di volere né di escludere. Quindi salutai e me ne andai, augurandomi che facessero bene il loro lavoro.

9. LA VISITA.



Giunse tempo della visita. Terry mi svegliò un po’ prima delle sette, dicendomi che era ora e che avrebbe dovuto prepararmi.
- Niente colazione? – chiesi.
- No, capo. La visita durerà tutta la mattinata, ma potrai mangiare solo dopo. Anzi, adesso… Mi hanno pregato di farti… Insomma… un clistere, ecco.
- Cos’è che hai detto?
- Sì, capo – ripeté arrossendo. – Devo farti un clistere.
- Scordatelo.
- Ma, capo… Forse preferisci che sia una delle ragazze… Credo che Mary potrebbe andare benissimo.
- Non pensarci neanche, lascia le ragazze dove sono.
- D’accordo, ma allora il clistere te lo faranno all’ambulatorio.
- Ossignore… – Ci guardammo imbarazzati. – Ho capito… Beh, almeno apri l’acqua della vasca che dopo mi faccio un bagno…
- Sì, subito – rispose tutto eccitato. – Mentre si riempie abbiamo tutto il tempo di fare il clistere…
Non opposi resistenza. Aprì l’acqua della vasca e mi chiese di sdraiarmi sulla brandina dei massaggi. Mi spogliai e mi disposi come aveva detto. Provai un senso inspiegabile di erotismo che lì per lì non sapevo come spiegarmi. Certo però la nuova dimensione in cui mi ero infilato mi consentiva di fare qualsiasi cosa con meno pudore e con maggiore attenzione agli aspetti erotici.
Terry infilò un trespolo da flebo in un apposito sostegno del lettino, alla cui sommità mise una sacca di liquido trasprente. Vi avvitò un tubo flessibile alla cui fine stava la cannula che mi avrebbe presto infilato nel culo. Appoggiato sui gomiti a pancia in giù sentivo che le natiche si erano allargate offrendo alla sua vista il mio buco del culo.
- Beh, tu che te ne intendi – chiesi, – come ti pare?
- Un buchetto perfetto, – Si limitò a dire.
Non ero riuscito a capire se lo eccitasse o no.
- Non dire buchetto, termine femminile. È un buco del culo vero e proprio.
- Sì, capo.
- Vai.
- Vado.
Mi prese la natica sinistra con la mano e la allargò per vedere meglio. Vi appoggiò la cannula e rimase lì un breve momento, tanto per farmi rilassare. Poi iniziò a spingere piano, finché non sentii che la cannula riusciva a penetrarmi. Solo quando passò lo sfintere, allora spinse di più fino a introdurla del tutto. Quando sentii la base appoggiare all’ano, commentai.
- Sei molto bravo. Ti piace?
- Ehm… Sì, capo. Mi piace e mi piaci molto anche tu.
- Beh, adesso fai il tuo lavoro, OK?
- Certamente capo – rispose evidentemente eccitato dalla mia risposta. Ma confesso che anch’io provavo un insano e vergognoso piacere. Poi tornò professionale.
- Adesso che te l’ho infilato, puoi metterti leggermente sul fianco sinistro?
- Certo, – risposi raccogliendo la gamba destra. – C’è una ragione particolare?
- Sì, così l’acqua entra meglio nell’intestino perché il retto gira di là.
- Ah… Una risposta tecnica…
- Sì. Ma fare bene un clistere è un’arte.
- Me la insegnerai.
Dopo pochi minuti mi sentivo gonfio come una rana e gli chiesi se poteva smettere. Lui rispose di sì, strozzò il tubicino e sfilò la cannula con la stessa delicatezza con cui l’aveva infilata.
- Posso andare in bagno?
- Aspetta qualche minuto, poi vai pure a liberarti. Intanto metto i sali nella vasca.
Dopo qualche minuto ero uscito dal bagno e mi ero messo nella vasca. Terry azionò l’idromassaggio per cinque minuti. In tutto relax meditai un po’ sull’accaduto.
“Però… – pensai. – Non poi è così male avere un maggiordomo…”

Alle 10 ero nell’ambulatorio della dottoressa Jill Pranthill. Una signora sui 40-45 anni, bionda, di gentile aspetto, occhi azzurri, madre di famiglia, cordiale, moralmente dotata e professionalmente attrezzata. Aveva un’assistente, la quale mi ha fatto spogliare, mi fatto sdraiare sulla brandina pancia in su e mettere le gambe sui supporti come si fa per una visita ginecologica. Poi mi misurò la pressione, quindi prelevò del sangue dal braccio sinistro. Terry stava in disparte, pronto ad intervenire solo se gli venisse chiesto qualcosa da me o da loro.
- Buongiorno, mi chiamo Jill. – disse la dottoressa Pranthill quando si portò a me mentre si infilava i guanti di lattice. – Come va?
- Bene – risposi. I guanti mi avevano fatto irrigidire.
- Si rilassi – sorrise, probabilmente sapendo l’effetto che faceva.
Portò le mani al mio uccello ed iniziò a palparmi l’attaccatura delle palle per poi passare a studiare l’organo un po’ dappertutto.
- Si rilassi adesso – ripeté.
Quindi portò il dito medio al buco del culo e lo infilò con delicatezza ma determinazione. Io cercai di rilassarmi, e anzi la aiutai spingendo in fuori come se volessi espellerlo. Subire il clistere mi aveva insegnato come convenisse “collaborare”.
- Ha la prostata di un bambino – osservò sorridendo.
- Intende dire che è poco sviluppata?
- No, che è perfettamente in forma. Con l’età cresce di volume e riduce le prestazioni.
In effetti, la sua azione mi aveva stimolato un principio di erezione. La lasciai fare, con il risultato che il pene si portò in posizione di lavoro.
- Mi scusi – dissi.
- No no – si affrettò a dire. – L’ho voluto io. Oltre alla prostata devo dare un’occhiata al pene in erezione.
Mi scoprì il glande e a quel punto il pene si portò alla sua massima estensione. Fece cenno alla sua assistente, che si avvicinò con un metro da sarta. La dottoressa lo prese e misurò un po’ tutto dettando le misure alla assistente.
- Otto pollici e mezzo, dalla base interna… Nove pollici da quella interna. Circonferenza… tre pollici e settantasette…
- Scusi, potrebbe tradurre in centimetri?
- Ah, mi scusi. Diglielo tu Ruth.
La segretaria doveva avere l’indicazione scritta sia in pollici che nel sistema metrico decimale, perché me li ripeté subito.
- Lunghezza 22 centrimetri dalla parte interna, 25 da quella esterna e poco meno di 10 centimetri e mezzo di circonferenza.
- Perché la circonferenza? – Domandai. – Non rende l’idea come può farlo il diametro.
- Per lei forse, ma per noi il dato deve riguardare il giro – rispose la dottoressa Jill. – Non sono mai perfettamente rotondi. Il suo infatti ha una sezione circolare vagamente triangolare con bordi tondeggianti. Ad ogni modo il suo diametro è all’incirca di un pollice e tre quarti. Quanto in centimetri? – chiese poi alla assistente.
- Quasi quattro centimetri.
- Non male – proseguì la Pranthill. – Ma è la sua lunghezza che risulta notevole. Sa, ci sono anche peni più lunghi, ma il suo è ben proporzionato. Nella penetrazione vaginale la donna lo preferisce più grosso che lungo, ma so che lei deve sodomizzare e perciò va benissimo.
- Lei sa cosa devo fare? – domandai, con falso pudore.
- Beh, certo. Sono il medico ufficiale della vostra casa di produzione.
- Amen.
- Adesso dobbiamo farle un altro prelievo.
- E di cosa?
- Sperma.
- Cosa? E come pensate di…
- Ci pensa la mia assistente con il suo assistente.
Non ebbi tempo di protestare. Terry, con un sorriso di complicità con l’infermiera, prese in mano l’uccello e iniziò a muoverlo per masturbarlo.
Volevo protestare, ma poi mi lasciai andare.
La cosa durò poco, Terry era bravo. All’ultimo momento l’infermiera portò un bicchierino di carta alla punta del pene e attese l’eiaculazione.
Venni copiosamente, cercando di vincere lo spontaneo pudore che si ha in queste cose.
Raccolto il seme, lo mostrò alla dottoressa.
- Il colore è bianco intenso, – Osservò soddisfatta. – Ottimo.
Restai un po’ lì a riprendermi, mentre Terry mi puliva.
- È finita? – Domandai. – Posso andare?
- Sì, – rispose. – Adesso aspettiamo solo le analisi del prelevato.
- Così, a occhio, – domandai. – Sono a posto?
- Sì. Il suo pene ha anche un bel colore roseo, quindi può tenerlo così al naturale. – Poi si rivolse a Terry. – Suggerisco di spruzzargli il disinfettante oleoso neutro prima di ogni “applicazione”.
- D’accordo signora.
- Cioè?
- È il suo assistente che si prenderà cura degli aspetti estetici e igienici. Io visiterò tutte le attrici nel corso della settimana e misurerò la capacità ricettiva del loro ano. Terry però dovrà assicurarsi sempre che il retto sia pulito e asettico. Ma dovrà trattare anche il suo pene.
- E con cosa? – domandai mettendomi a sedere.
- Con un disinfettante oleoso, come ho detto. Con un nebulizzatore giusto darà un riflesso più erotico, come se fosse sempre al massimo della sua estensione.
- Ma lo sarà sempre! – protestai.
- Oh – sorrise. – Dite sempre così, ma dopo la prima settimana… he he…
- Cosa gli prescrive? – domandò Terry, lasciandomi meditare.
- Guardi, io consiglio questo. – Andò alla scrivania, si sedette e si mise a scrivere. – Nel corso della settimana bianca gli fate una fellatio la mattina e gli fate fare due penetrazioni anali lungo la giornata.
- Fellatio? – chiesi.
- Pompino. – precisò a voce bassa Terry.
- L’ho capito e mi sta benissimo, ma perché una fellatio?
- Deve avere tre eiaculazioni al giorno, ma almeno una senza penetrazione. – Spiegò la dottoressa.
- Precauzioni? – chiese Terry.
- Sì, i soggetti dicono avere una certa elasticità. Ma non deve rischiare abrasioni o altro. Mi pare che voi tre potrete andar bene. Dovrà sodomizzare anche lei, Terence, vero?
- Ma neanche per idea! – Rispose tutto rosso in faccia. Poi riprese il controllo per paura che magari io non ne avessi a male. – Perché, non andrei bene?
- Sì, sì. Mi scusi, anzi… È che lei è più morbido delle sue colleghe…
- Ecco.
- Benissimo. Allora, queste sono le ricette dei lubrificanti, le prescrizioni mediche relative alla sua preparazione e i suggerimenti per le performance propedeutiche.
Mi rivestii, diedi la mano alla dottoressa e uscimmo per tornare a casa.

(Continua)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ciack si gira! (Il film hard core) - Quarta parte:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni