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Lui & Lei

FAMILY MAN - Cap. 2 - Rompere il muro (parte 2)


di Lionello75
09.06.2023    |    3.605    |    3 9.8
"Infine mollo la presa dai suoi fianchi e lei scivola esausta a terra..."
Comincia ad ansimare ma non le do il tempo di rifiatare, perché le prendo i capelli e le tiro indietro la testa, infilandole prepotentemente la lingua in bocca e spostando poi la mano dietro la nuca, a sorreggere la testa inclinata e ad accarezzare il suo collo.
Ora si trova in una posizione instabile arcuata all’indietro. Sono io che la tengo con le due mani evitando che cada. Una mano dietro la nuca e l’altra tra le gambe che ghermisce il suo sesso.
Quando sento che comincia ad abbandonarsi inerme alle mie carezze, la tiro su e poi la faccio girare. Quindi la spingo a faccia in giù sul tavolo, con il sedere a 90 gradi.
Le alzo la gonna e le tiro giù le mutandine. Mi piego per sfilarle ed infilo senza indugio il viso nel solco delle natiche. Inizio a leccare voracemente, prima vicino all’ano e poi scendendo con la lingua verso le grandi labbra e la clitoride. Il suo gradimento è esplicito poiché inarca di più la schiena ed allarga ancora le gambe.
Mentre lecco e risucchio la zona superiore delle grandi labbra e del clitoride mi sbottono i pantaloni e tiro fuori il cazzo. È già duro ed eccitato per quello che le sto facendo. Per come la sto dominando in quel momento.
Mi alzo in piedi e le punto la cappella ormai gonfia sulla clitoride, strusciandoglielo su e giù come un pennello.
Ed allora le dico: “Allora, com’è il cazzo del tuo maritino? Cosa hai raccontato alle tue amichette?”. Luisa ansimando risponde: “Che è fantastico e che mi piace da morire”.
Io allora di rimando: “Allora è bene che faccia tutto il possibile affinché tu non debba dire delle bugie alle tue amiche troiette. Tieni amore. Prendilo tutto”.
E così dicendo glielo infilo tutto dentro in un colpo. Lei emette un urletto che gli si smorza in gola e contrae i muscoli della vagina trattenendo il respiro per un paio di secondi. Poi si rilassa e respira ed allora lo sfilo e lo rimetto ancora più a fondo ed inizio a pomparla tenendole il viso giù sul tavolo con una mano mentre con l’altra le afferro il fianco e poi passo a palparle le natiche.
Poi riprendo: “Sai amore oggi voglio darti più argomenti di cui parlare con le tue amiche, con Antonella. Di come, quando muori dalla voglia, tu chiedi a tuo marito di scoparti a pecorina sul tavolo della cucina. O mi sbaglio! Non hai voglia?”.
Luisa: “Si. Ti voglio!”.
Io: “Bene allora ti do ciò che vuoi, troia!”.
Proprio così, l’ho chiamata “troia”. Non mi ero mai azzardato a fare una cosa del genere con Luisa. Non l’avevo neanche mai insultata così quando era capitato di litigare. Figurarsi mentre facevamo l’amore.
Eppure questa cosa ora mi stava eccitando da morire. E continuavo a parlarle mentre la incalzavo da dietro.
I suoi mugolii, lo sbattimento del mio pube contro le sue chiappe e le mie parole erano il sottofondo di questa scopata selvaggia che stavamo facendo.
Poi il suo respiro diventa più veloci, le sue gambe tendono a cedere. Devo mantenerla con le mani sotto i fianchi mentre continuo imperterrito a spingerglielo dentro.
Sono eccitatissimo, ma non voglio venire se prima non viene lei. Voglio farle perdere il controllo.
Lei ad un certo punto comincia a dimenarsi. Ma io non rallento, anzi accelero il ritmo finché sento una flebile, strozzata vocina uscirle dalla bocca: “Godo…Godo…Godo”.
Io: “si godi amore e poi vai a raccontare alle tue amiche, non solo di come ti faccio godere, ma anche di quanto sei troia e mi ecciti. Che mi lasci in sospeso, solo per assicurarti che poi diventi un animale arrapato che abbia voglia di montarti come una cagna e sborrarti dentro”.
E detta quest’ultima cosa non resisto più e vengo anch’io.
“Eccola amore, ecco tutta la sborra che ho messo da parte ed aspettavo di darti appena avessi avuto la possibilità. Eccola, prendila tutta”.
Le do dei colpi potentissimi quasi volessi spaccarla. Quattro, cinque, non so quanti schizzi mi escono. Ogni schizzo corrisponde ad un colpo, con il quale quasi la sollevo da terra. Infine mollo la presa dai suoi fianchi e lei scivola esausta a terra.
Io sono ancora in piedi davanti a lei e mi appoggio con le mani al tavolo (più che altro perché anche le mie gambe stanno cedendo) ma così facendo, involontariamente, le porto il mio sesso ancora mezzo dritto proprio davanti alla faccia.
Lei lo guarda. Poi solleva lo sguardo verso di me. Io la guardo a mia volta negli occhi.
Non diciamo nulla. Anche se nella mente sto pensando che vorrei dirgli: ”ora ripuliscimi il cazzo, troia”.
Non ho il coraggio di dirlo veramente. Tuttavia i miei occhi ed il mio sguardo evidentemente mi tradiscono, perché lei abbassa il suo di sguardo nuovamente sul mio sesso e si avvicina a baciarlo ed a leccarlo, con passione, quasi a ringraziarlo del momento magico vissuto.
Dopo averlo ripulito con la bocca alza di nuovo lo sguardo verso di me.
Lo sguardo è quello di una cagnolina, che è lì quasi a chiedere l’approvazione o un complimento per quello che ha fatto al suo padrone.
Ed io a quel punto mi chino verso di lei e la sollevo abbracciandola forte.
Rimaniamo abbracciati senza dirci niente per un po’. Abbiamo sicuramente superato un limite, sfondato un muro in quel momento.
E siamo al di la del muro in un territorio inesplorato che ci lascia disorientati entrambi.
Poi lei rompe il silenzio: “Ti sei offeso perché ho detto quelle cose di te, di noi ad Antonella?”.
Io prendo un attimo e poi le rispondo: “No. E che non me l’aspettavo!”.
Pausa e nuovo silenzio.
Poi io riprendo: “E tu ti sei offesa che abbia usato… ehm… quelle parole volgari prima.”.
E lei subito risponde ironica, copiandomi: “No. E che non me l’aspettavo! Ma le hai detto perché eri arrabbiato?
Io: “No. Non ero arrabbiato. A dire il vero, sentirti parlare di me e poi in quel modo, con quelle parole. Non so, mi ha portato a fare questo. E’ stato tipo… eccitante. Non so spiegarmi. Ma forse per te è stato volgare?”.
Lei mi guarda e poi con un sorrisetto malizioso mi dice: “No, in effetti in quel momento è stato molto eccitante. Alla fine sono tua moglie e quindi posso essere, quello che tu vuoi. Anche la tua… troia…”. Io: “quindi non ti dispiace che ti abbia preso quasi a forza e ti abbia chiamato in quel modo”.
Luisa: “Be’ non pensavo di aver mai potuto dirlo prima. Ma non mi è affatto dispiaciuto. Anzi mi è piaciuto. Penso che te ne sei accorto, no? Questo tuo lato che è uscito oggi mi ha molto eccitato. Non dico che mi piacerebbe sempre! Ma, ogni tanto, così per giocare, non è male!”.
Allora io sorridendo: “ma allora non avevo torto a dire che sei un po' troietta?”.
Luisa: “E Daje. Non esagerare! Comunque dai. Si un po' sono troietta. Non è per quello che ti sei messo con me quando mi hai conosciuto?”.
Io: “Ed è per quello che continuo a desiderati dopo venti anni insieme. Riesci ancora ad eccitarmi come il primo giorno. Solo che siamo cresciuti e cambiati e penso che dovremmo anche trovare una nuova dimensione sessuale. Non siamo più ragazzini. Come hai detto tu, la famiglia, i figli, ma io non voglio rinunciare a far l’amore con te. Anche tutti i giorni se possibile”.
Luisa: “Ehi, ma che focoso che sei oggi! Ma tanto non sarà mai possibile tutti i giorni. Ma possiamo fare in modo che quando lo facciamo, sia così intenso! Come oggi! Che ne dici?”.
Io: “Dico che sei la donna più stupenda ed intelligente che abbia mai conosciuto. Ed è’ per questo che ti ho sposato.”.
Luisa: “Che dolce. Ok. Vuol dire che ti darò il permesso ancora una volta di … ehm… ehm... dominarmi e fare di me quello che vuoi!”.
Io, con tono ironico: “Ma lo sai che mi stai dando un assegno in bianco. Sei sicura di quello che fai?”. E lei: “E che mai vorresti farmi? Picchiarmi? Frustarmi?”.
Io, sempre con un sorrisetto maligno: “Certo che no. Ma lo sai che (pausa) adoro il tuo culetto. Adoro guardarlo, accarezzarlo. Prenderti da dietro. Ed accarezzare quel magnifico buchino là in mezzo. E so che ti piace quando lo faccio. Lo sento!”
Continuo: ”Ecco forse potrei decidere di “prenderti” così.”.
A questo punto l’avevo buttata. È sempre stato un mio sogno fare sesso anale con Luisa. Ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo e lei non me l’ha mai chiesto.
Lei spesso mi chiede quando la masturbo che mi appoggi contro il suo culetto con il cazzo. Anzi vuole proprio la cappella a premere contro il buco del culo. Ma non mi ha mai chiesto di entrare.
Quindi non sono ottimista sulla risposta.
Invece lei mi guarda in silenzio per un po’ e poi mi stende con la sua risposta: “Anch’io adoro il tuo culetto, rotondo e muscoloso. Lo sai quando lo facciamo davanti mi ci aggrappo sempre. E so che ti piace che in quel momento ti accarezzi il buchetto ed anche ci infili dentro un ditino. Quindi la cosa forse dovrebbe esser reciproca?”.
Non ci siamo mai parlati così esplicitamente ed in maniera così eccitante di sesso.
Eh sì, il muro è stato proprio sfondato. E quel giorno inizia un nuovo periodo della nostra relazione tutto da esplorare. (Lasciate i vostri commenti positivi o negativi. Grazie)
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