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Lui & Lei

FAMILY MAN - Cap. 3 (parte 2) - Al di là del muro


di Lionello75
13.06.2023    |    3.332    |    5 9.4
"Si rende conto che il vino sta facendo straparlare Luisa e cerca di rimediare in corner: “Be sì Luisa, per fare sesso anale bisogna avere molta complicità ed..."
Torniamo al tavolo e tra una portata e l’altra noto che le due donne continuano a darci dentro con l’alcool.
Ora sono passati dal prosecco ad un bianco frizzante che Luisa mi dice che devo assolutamente assaggiare e mi riempie il bicchiere fino all’orlo non appena ho finito il prosecco, il cui unico mezzo bicchiere era durato ore. E il vino mette ancora più allegria alle amiche che si scambiano battute e ridono.
Il tizio con cui Antonella ha ballato continua a lanciarle sguardi e lei commenta con Luisa e ridono. Che dire… Due ragazzine!
Luisa dice ad Antonella: “Secondo me non è niente male, ma mi sembra un po’ timido, perché non ti proponi tu! Dai invitalo di nuovo a ballare!”.
Antonella: “Timido? Io lo conosco di fama. Cambia una donna al mese. È sicuramente fico, ma cerca donne da una botta e via. Non che a me dispiaccia, però…”.
Luisa, nel frattempo, si è tirata un po’ indietro con la sedia, cosicché io possa partecipare al discorso e dare il mio contributo.
E proprio lei mi chiede: “Tu che ne pensi Marco?”
Io dico guardando la diretta interessata: “Non lo so. Mi sembra di capire che forse Antonella in questo momento stia cercando qualcuno un po’ diverso da quella tipologia. O forse mi sbaglio?”.
Lei risponde: “Bravo Marco! Stai rivelando doti empatiche che mi erano sconosciute. È proprio così!”.
Luisa: “Mi fa piacere Anto. Ti meriteresti finalmente una persona che ti apprezzi per quel che sei e che vuol instaurare un rapporto duraturo con te. Come è accaduto a me quando ho incontrato questo bel ragazzo” e si volta verso me accarezzandomi sulla guancia.
Poi continua: “Sicuramente all’inizio la molla che scatta è quella dell’attrazione sessuale. Io, appena l’ho conosciuto, volevo tanto fare sesso con lui. Ma poi, se scopri che quella persona non ha altre capacità, altre qualità, finisce là”.
Mi accorgo che Luisa è decisamente brilla - e Antonella non da meno – perché stanno cominciando a dire parole in libertà senza freni.
Antonella replica: “Quindi secondo il tuo ragionamento, se ti piace uno te lo devi scopare senza indugi e poi sperare che dopo si dimostri quello giusto. Ma io già lo faccio! Ma quello giusto non lo trovo!” Luisa: “E tu continua a cercare. Continua a scopare! Non ti arrendere! Lo troverai quello con cui hai una affinità non solo sessuale. Ma è importante prima quella sessuale! Vedi, ad esempio Marco ieri mi ha chiesto di fare sesso anale e data la complicità che noi abbiamo sviluppato nel tempo è stato naturale per me dirgli di sì.”
A questo punto io rimango gelato ed anche Antonella mostra chiari segni di imbarazzo.
Si rende conto che il vino sta facendo straparlare Luisa e cerca di rimediare in corner: “Be sì Luisa, per fare sesso anale bisogna avere molta complicità ed affinità, altrimenti non risulta bello e piacevole. Luisa: “Ma tu lo fai un sacco e mi hai detto che è bellissimo!”.
A questo punto non so se essere imbarazzato o scoppiare a ridere.
Antonella è diventata rossa e cerca di replicare: “Si. Ti ho detto che è bellissimo, ma qualche volta, con qualcuno può non esserlo…!”.
Luisa: “Be’ a Marco piace quando glielo faccio io… quindi… penso che anche a me dovrebbe piacere molto...”
A questo punto tocca a me arrossire e ad Antonella la parte di indossare la finta maschera dell’imbarazzo divertito, avendo saputo che il maschietto di fronte non disdegna quel tipo di piacere. Cerco di uscire da questa situazione penosa rivolgendomi a mia moglie: “Luisa, mi sa che hai bevuto un po' troppo, forse è meglio se andiamo a fare una passeggiata all’aria aperta. Magari, prima passiamo dal bagno così ti sciacqui un po’ il viso.”
Così dicendo le prendo la mano per invitarla ad alzarsi e seguirmi sotto lo sguardo di approvazione di Antonella, che condivide la mia mossa: “Si. Luisa, vai, hai bisogno di un po' d’aria. Ed io vado a vedere se questo ragazzo è quello giusto per me, ok?
“Va bene Come volete…”, fa Luisa.
La abbraccio sostenendola, dato che è un po’ barcollante e ci dirigiamo verso la toilette.
Arrivati lì c’è un problema. Non c’è un antibagno comune ed i lavandini sono all’interno. Quindi per accompagnarla dentro (e devo! Visto che non si regge granchè) devo scegliere se entrare nel bagno delle donne o portare lei in quello degli uomini.
Propendo per il bagno delle donne. Tanto se c’è qualcuno dentro, vedendo lo stato di mia moglie sarà comprensivo.
Per fortuna non c’è nessuno dentro.
La accompagno al lavabo e le dico: “Dai sciacquati il viso, bagna il collo con l’acqua fredda.”.
Ma lei con una vocina da semi-ubriaca mi fa: “Ma io sto benissimo, non ne ho bisogno. Sai di cosa ho bisogno?”
Mentre lo dice mi tira per la giacca dentro uno dei bagni e mi sbatte letteralmente contro il muro chiudendo la porta. Mi prende il viso tra le mani e comincia a limonarmi come una ragazzina alla festa della scuola.
Ma non siamo ragazzini, infatti avvertendo l’effetto su di me del suo bacio appassionato, scende con la mano sul pacco da donna esperta.
Sono eccitato e preoccupato allo stesso tempo. Siamo in un bagno pubblico femminile.
Quindi le dico: “Dai Luisa non possiamo fare così, non qui!”.
Il tempo di dire queste parole che lei ha già tirato giù la cerniera ed infilato la mano dentro ad afferrami il sesso attraverso gli slip.
Ad un ulteriore mio tentativo di protesta, risponde anticipandomi e ficcandomi la lingua in bocca.
E mentre sta esplorando tutta la mia bocca con la lingua sento che l’altra mano slaccia la cintura e sbottona i pantaloni. Io: “Aspetta Luisa, qui è tutto aperto, ci sentiranno…”.
Lei ignora del tutto quanto ho detto. Mi accompagna verso il water mi spinge giù perché mi sieda. Poi si mette accovacciata davanti a me tra le mie gambe e me lo prende in bocca.
Avviene tutto velocemente senza che possa proferire alcuna ulteriore obiezione. Ed una volta nella sua bocca, la parte razionale del mio cervello si spegne, dimenticando quello che volevo dire, mentre quella del piacere si illumina come un flipper pronto ad andare in tilt per il potente pompaggio che Luisa ha posto in essere.
Come un’ossessa con le due mani e la bocca mi fa arrivare delle scariche di piacere che rendono impossibile per me rimanere fermo.
Sento il mio corpo che in autonomia si protende sempre più verso di lei, spingendole il sesso verso la bocca. Il ritmo talmente incalzante del pompino mi fa avvertire in breve lasso di tempo un piacere montante e mi spingo ancor di più verso di lei per andare a spruzzarle in bocca un primo fiotto di sperma.
Quante cose è in grado di fare il cervello contemporaneamente? Quante informazioni ed interazioni è in grado di elaborare nello stesso istante.
Lo avrei scoperto subito… Al primo schizzo sollevo la testa in alto per il godimento e vedo la porta aprirsi.
Ricordate? Mia moglie l’aveva chiusa dietro di sé. Ma naturalmente, mezza ubriaca, non a chiave. Vedo spuntare dall’uscio il viso di Stefania, la festeggiata, che con un “Oh!” silenzioso stampato sulla bocca è costretta ad osservare la seguente scena: Ho una mano dietro la nuca di Luisa, le spingo il cazzo in bocca ad ogni schizzo e non riesco a smettere di farlo, nonostante la ragazza mi stia guardando.
Anzi forse proprio per questo. Al mio ultimo schizzo di piacere il suo sguardo (con cui ho mantenuto il contatto durante tutta la venuta) passa da un iniziale stupore, preoccupazione ad un sorriso divertito e malizioso.
Anche mia moglie ha avvertito la presenza di qualcuno che è entrato nel box.
Ma in effetti, un po’ perché presa dal momento, un po’perché la mia mano non gli ha permesso di staccarsi da me, non ha potuto vedere prima chi fosse.
Ma quando si gira si rende conto che si tratta di Stefania e si alza imbarazzata.
La ragazza è una presenza costante in casa nostra negli ultimi anni, inseparabile dalla sua amica Anna, mia figlia.
E quindi è quasi come fosse una figlia per Luisa.
Non so cosa gli passi per la mente in quel momento. Forse, il pensare che Stefania l’abbia vista con un cazzo in bocca, forse l’effetto deleterio dell’alcool che ha comincia a farsi sentire, fanno sì che Luisa cerchi di dire qualcosa ma invece delle parole gli affiori in bocca un conato di vomito.
Si tuffa spostandomi di peso verso la tazza del water ed inizia a vomitare.
Io sono lì in piedi. Ho l’uccello di fuori. La cosa assurda è che l’imbarazzo della situazione mi ha creato un effetto opposto e contrario a quello che ci si aspetterebbe.
Anziché ammosciarsi dopo l’eiaculazione è duro come prima.
In una frazione di secondo ho mille pensieri diversi: a) dovrei aiutare mia moglie; b) dovrei coprirmi; c) dovrei invitare Stefania ad uscire e a dimenticare l’accaduto.
Ma non riesco a stabilire cosa fare per prima cosa e rimango lì in piedi come un ebete con il cazzo duro.
È Stefania a scuotermi dal mio torpore dicendo: “Vi serve aiuto?”.
Io: “Si, grazie.” Ed inizio ad alzarmi i pantaloni e mutande assieme.
Ovviamente qualsiasi maschietto sa, che quando si vuole fare questa operazione troppo velocemente le mutande si aggrovigliano. Ed è quello che accade.
E mentre cerco di rimediare a questo disastro mi accorgo che Stefania si è avvicinata a me allunga le mani e mi disaggroviglia teneramente gli slip.
Li tira su. E notando che il pene eretto sporge fuori, tira l’elastico delle mutande, lo prende in mano e lo ripone di lato coprendolo per quanto possa riuscirci con la stoffa dello slip.
Poi mi guarda e divertita mi fa: “E’ troppo grosso. Non ci entra.”
Poi senza darmi il tempo di dire qualcosa aggiunge: “vado ad aiutare Luisa.” e va a mantenere la fronte di mia moglie che non ha ancora smesso di rimettere.
Mi riabbottono finalmente ed esco dal bagno delle donne dopo essermi assicurato che non ci fosse nessuno. Rimango fuori dal bagno da solo ad aspettare che escano Luisa e Stefania mentre la mia mente mi fa ripercorrere come un film l’accaduto: mia moglie che mi trascina in bagno per un pompino, la venuta davanti ad una ragazzina innocente, e la stessa ragazzina, che poi si è rivelata non tanto innocente, che ha saggiato la consistenza del mio sesso da vera troia, senza scomporsi. Finalmente escono dal bagno e Stefania mi riconsegna Luisa ancora un po’ traballante, con il viso completamente sfatto.
Io le dico: “Grazie Stefania per il tuo aiuto. E scusaci… di tutto”, e lei con l’identico sorriso malizioso da troietta di prima mi risponde: “Ma figurati...!”.
Poi dopo una pausa aggiunge ancora più maliziosamente: “Quando vuoi…!”. Una frase volutamente aperta a molteplici interpretazioni.
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