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Lui & Lei

Sull'autobus


di fedemio
27.05.2018    |    24.162    |    5 9.7
"Avevo il cellulare ancora in mano ovviamente è successo tutto così in fretta..."
Sull'autobus
Ciao a tutti, mi chiamo Gianni, ho 35 anni faccio l'impiegato in centro città. Zona traffico limitato. Ha fuso lo scooterone un mese fa ed ora per andare al lavoro uso l'autobus. Era dal tempo delle scuole medie che non usavo l'autobus e sinceramente non mi dispiace affatto prenderlo. Vedo molte persone. Come si comportano, come si vestono. Sull'autobus si vede la vita e questo mi piace molto. Ci sono anche delle belle gnocche che lo prendono, vestite di tutto punto. Immagino siano segretarie di direttori o presidenti di prestigiose aziende o importanti studi, avvocati, architetti... C'è una moretta che mi attizza particolarmente. La trovo quasi tutte le mattine e molte sere. Non riesco ad avvicinarla, non saprei neanche che dirle per attaccare bottone...
L'autobus all'orario che lo prendo io è sempre stipato di persone. Sul mezzo pubblico vedo solo la sua testa, mentre il corpo glielo scruto quando scende e quando sale. Credo che lei non mi abbia mai notato.
Decido di intercettarla sul suo percorso. Quindi comincio a farmi il viaggio in autobus appostato proprio vicino all'uscita, così mi passerà vicino. Così succede. Ogni volta che arrivano le sue fermate e deve scendere mi passa vicino ed io da gentiluomo le dico "prego" e le faccio strada spostandomi un un po'. I primi giorni nella calca non mi degnava nemmeno di uno sguardo, forse neanche sentiva la mia voce, poi ha iniziato a notarmi, a guardarmi, e poi a dirmi grazie. Da li a poco siamo passati al ciao, o buona giornata. Quando la guardo negli occhi mi sento rapire e riesco a distinguere benissimo il suo profumo. È una gran bella figa, sexy e provocante. Quei tre secondi di incrocio di sguardi mi rallegrano la giornata.
Ogni tanto succede che è pieno l'autobus ed a causa della mia posizione strategica abbiamo anche dei contatti fisici.
Una mattina, durante il tragitto, dopo averla vista salire, mentre l' aspetto al varco, me la ritrovo davanti, nella calca, appoggiata a me di spalle.
Un sogno che si realizza.
La sua testa nella mia faccia, quel profumo nei suoi capelli. Le sue spalle appoggiate al mio petto, il suo culo appoggiato al mio bacino. Distinguo benissimo le sue natiche, sode come il marmo.
Un'elezione imprevista, naturale, bellissima. Mi piace immaginare che la zoccola sia venuta a vedere che effetto mi fa. Credo di essere io la preda. La cacciatrice è venuta ad assaggiare la selvaggina. Aiuto, questa mi si mangia! Rimango inebetito. Arriva la sua fermata più veloce del previsto. Si gira mi guarda negli occhi, sorride, saluta e scende.
Nessuno si è accorto di nulla.
E chi lavora oggi?
Non vedo l'ora di rivederla alla sera, ma né quella sera, né nei giorni a seguire l'ho più rivista. Forse l'anno trasferita, forse ha cambiato orario o lavoro. Forse si è sposata.
Passano i giorni e la mia vita continua, ma la rosea gita in autobus si trasforma in una grigia tratta da pendolare. Non sto più in piedi, ora il tragitto lo faccio seduto guardando il cellulare.
Una mattina apatica come tutte le altre, mi sento spingere dapprima una spalla e poi mi ritrovo il suo fantastico culo in faccia. Mi alzo subito in piedi. Che meravigliosa sorpresa. Che gioia. Mi sono alzato in piedi con l'entusiasmo di un bambino.
Mi sono alzato e lei non si è girata, si riappogia ed io ri ho un'erezione. Rimanendo appoggiata a me col culo, gira un po' la testa, mi guarda e mi chiede se mi è mancata, ed io le rispondo chiedendole se non sente.
Ridiamo e lei mi dice di segnarmi il suo numero di telefono. Avevo il cellulare ancora in mano ovviamente è successo tutto così in fretta. Appena il tempo di segnare il numero, mi da una spinta col culo sul pacco e scende. Questa sa come farmi impazzire . Non le si deve insegnare nulla.
Le scrivo subito, mi presento, mi risponde ed iniziamo a messaggiarci. È molto determinata e simpatica ed è stata via per lavoro dieci giorni .
La sera stessa vuole uscire. Ci ritroviamo in piedi sull'autobus al ritorno dal lavoro e mi strofina ancora il cazzo col culo in moda garbato. Non capisco se lo fa volutamente o se avviene in modo accidentale. Il mio cazzo non si pone troppe domande ed io ho un'altra erezione. Credo proprio che le piaccia farmi eccitare. Penso che abbia una gran voglia di cazzo, anzi, lo spero proprio.
La sera vado a prenderla ed andiamo a mangiare una pizza.
Si presenta vestita molto più sobria di come sono abituato a vederla.
Indossa dei jeans che le risaltano il culo ed un tacchettino che glielo tiene sollevato.
È una ragazza spassosissima e mi fa stare bene. Anche lei è a suo agio. Ci siamo raccontati aneddoti e cose divertenti della nostre vite. Ogni tanto le nostre mani si toccavano ed ogni tanto anche i nostri piedi.
Decidiamo di bere il caffè a casa mia, ci è anche venuta abbastanza fretta... Usciamo e faccio il gesto di aprirle la portiera per farla salire. Li ci siamo dati il primo di una lunga serie di baci.
Appena entriamo a casa iniziamo a baciarci ed a spogliarci ed in men che si dica ci ritroviamo nudi, io seduto sul divano e lei inginocchiata a terra che mi spompina.
Non realizzo cosa succede. Gli eventi si sono susseguiti così velocemente . Ho il cazzo grossissimo e lei lo apprezza molto, si sente da come lo lecca percorrendo tutta l'asta per poi farlo sparire nella sua bocca.
Si alza e si siede sul mio cazzo a cavalcioni mentre continua a baciarmi. Io la prendo dai fianchi e l'accompagno nei movimenti. L'eccitazione è tantissima ed il mio cazzo si fa strada tra le sue gambe dentro la sua carne. Sono carico come un cavallo e la mia cappella enorme aderisce perfettamente con la figa glabra della calda Giulia che ansima sempre più forte. Questa cosa mi sta facendo perdere il controllo. Giulia viene per l'ennesima volta. Rallenta il ritmo dello smorza candela ed io ne approfitto per cambiare posizione. La rovescio sul divano e la prendo nella classica posizione del missionario, che sinceramente prediligo a molte altre più acrobatiche. L'unica personalizzazione che porto è prenderle in mano le caviglie e spalancarle le gambe finché glielo sbatto dentro con tutta forza. Lascio che il toro che alberga in me sazi la sua voglia di fica. Giulia apprezza e mi lascia fare. Si dimena ed urla. Inizialmente tentava di prendermi per i fianchi ma ha presto desistito ed ha iniziato a toccarsi i capezzoli. Ancora pochi colpi ben assestati e sento partire un fiume di sborra dalle mie palle. Riesco appena ad uscirle dalla figa che un'onda di sperma schizza impetuosa annaffiandole la pancia fino alle tette.
Che scopata! Che serata...



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