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Come ti curo la figlia. Parodia.


di fedemio
20.02.2020    |    6.931    |    6 6.1
"Cerca di non distendere la goccia su tutto il corpo..."
Purtroppo si sa, a volte la vita riserva delle spiacevoli sorprese.
È successo l'inevitabile.
Mentre sabato 18 in una nota città veneta la giovane e non piccola Mariassunta figlia di Carmelo e di Maria Carmela compie i suoi primi 18 anni, in una nota città sicula l'amata nonna MariaConcetta si spegne.
Il triste evento ha colto di sorpresa tutti e Carmelo senza batter ciglio ha immediatamente disposto che Maria Carmela rimpatri in treno per l'estremo saluto all'amata mamma.
In men che non si dica Maria carmela ha preso le due valigie più grosse che ha in casa e le ha riempite dei vestiti più neri che ha in casa, oltre che dedicare una sezione della valigia più grande al corredo funebre:
Velo nero per coprire la testa,
foulard nero per coprire il collo,
occhiali neri per coprire gli occhi,
coprispalle nero per coprire le spalle,
una maglia nera per proteggersi dalla brezza marina,
una camicia nera per coprire la canottiera,
una canottiera nera per coprire la nutrita pancia,
sei reggiseni di pizzo nero semitrasparente finemente lavorati perché la donna sicula è sexy anche nei momenti di dolore,
una gonna lunga sotto il ginocchio nera per coprire le corte e tozze cosce,
sei paia di autoreggenti neri con il bordo alto ricamato in pizzo per lo stesso motivo delicato poco prima citato,
sei paia di perizomi neri per coprire il nero pelo pelvico e lasciare scoperto il pallido sedere nell'eventualità qualcuno sbirciasse,
un paio di scarpe nere con lacci e tacco 3.
L'attendono 10 lunghi giorni di veglia funebre alternata tra struggenti pianti di dolore ed infiniti rosari, di grandi riconciliazioni con il parentado, di grandi abbuffate per ricordare la defunta madre prematuramente scomparsa all'età di 92 anni senza soffrire ma colta da un improvviso infarto.
Carmelo e Mariassunta nello sgomento più totale accompagnano Mariacarmela, già immersa in una valle di lacrime, a prendere il velocissimo Frecciarossa che parti tra poche decine di minuti.
Mentre Carmelo introduce le pesanti valigie nel treno, Mariacarmela si rivolge alla figlia anch'ella piangente "figghia, figghia mia, ora tu sei maggiorenne occupati di tuo padre, mi assenterò per 10 lunghi giorni non fargli mancare nulla"
Mariassunta singhiozzante, ragazza di poche parole, annuisce.
Carmelo torna spossato e sulla porta del treno dà un bacio alla sconsolata moglie ed una strizzata di culo nel vano tentativo di consolarla
" vai moglie mia, vai e fai quello che devi"
lo stridulo megafono annuncia l'"allontanarsi dalla riga gialla".
Le porte si chiudono ed il malinconico treno parte.
Carmelo, ormai privo di energie, decide di commemorare l'estinta nonna al vicino Mc Donald sito all'interno della stazione ferroviaria e poi rincasare per riposare le fatiche della mattina ed inoltre mariassunta ha da preparare la peperonata per cena.
A cena “brava figghia mia facesti una peperonata buona da far resuscitare i morti”
Mariassunta perplessa accetta il complimento con animo grato.
“sarebbe piaciuta anche alla tua povera nonna”
Mariassunta nell'udire queste parole viene colta da un nodo alla gola e lascia che una grassa lacrima le righi il viso senza nemmeno provare a ad intercettarla.
Lenta ed inesorabile la lacrima percorre tutta la guancia ed arrivata al mento che, dopo un attimo di esitazione, cade inevitabilmente sulla camicetta nera che copre il prosperoso, giovane e sostenuto seno.
“madre Mia, Mariassunta? Ora una macchia sulla camicetta avrai. Porta la spugna inumidita che ti pulisco.”
Mariassunta rammaricata, s'incammina verso la cucina, inzuppa e struppa la spugna e la consegna con lenta maestà bovina (cit. Il piacere di Gabriele D'Annunzio) a suo padre che, con cura maniacale, tenta di ripulire la minuscola macchiolina provocata dal leggero alone salino lasciato dalla lacrima.
“Mariassunta, figghia mia, troppo tardi intervenimmo. Andiamo alla toilette che ti sciacquai con dell'acqua corrente. Vieni assunta, vieni”
Mariassunta demoralizzata e completamente sopraffatta dall'evolversi degli eventi negativi che stanno funestando il suo tanto atteso diciottesimo compleanno segue il padre in bagno .
“vieni Mariassunta, togli la camicetta nera”
“qui sono”
“brava figghia mia, togli la camicetta nera. Verifichiamo che non si sia sporcato anche il reggipetto.”
Mariassunta ossequiosa toglie la camicetta nera e la appoggia sul porta asciugamano.
“no Mariassunta cheffai? non la appoggiare lì, tra un po' ti dovrò asciugare con l'asciugamano”
Mariassunta mortificata solleva la camicetta incautamente addossata all'asciugamano e la posa sul bordo della vasca da bagno, sì gira verso il padre che l'apostrofa
“madò figghia mia che zinne c'hai?” rimanendo a bocca aperta.
Mariassunta, la mamma e la nonna non si distinguevano tra la folla per l'altezza o per gli esili corpi, ma per l'invadente seno.
Due abbondanti mozzarellone semi trasparivano dal nero reggiseno semi trasparente.
Mariassunta colta alla sprovvista dall'inaspettata esclamazione risponde “queste sono” ed in stile militaresco si erge spalle dritte, petto in fuori e pancia in dentro.
Carmelo richiude la bocca e con fare arguto comanda alla figlia, per evitare che il sale corrosivo contenuto nella lacrima possa irrimediabilmente lacerare la bianca e morbida pelle del petto, di allontanare da sé il reggiseno.
Mariassunta assolutamente consenziente chiede al padre di aiutarla a slacciare il gancetto del reggiseno.
“figghia mia stanco sono. Ormai grande sei. Devi imparare ad arrangiarti con queste faccende domestiche”
Mariassunta sfiduciata con un po' di fatica sgancia il nero reggiseno e nel momento in cui lo sta per togliere suo padre la blocca:
“ferma figghia mia. Piano piano devi rimuovere il nero reggiseno. Cerca di non distendere la goccia su tutto il corpo. Non facciamo danni”
Mariassunta innocente e spaventata obbedisce al premuroso padre e lentamente abbassa le spalline e sfilando le braccia, con le mani tiene le coppe ed il pesante seno sospesi.
" brava figghia mia così. Piano piano, così. Lascia che io guardi bene".
Mariassunta con maestria prosegue la delicata operazione per togliere il reggiseno, ma ancora la blocca
“no no così figghia mia aspetta. Sii prudente lasciala, ti aiuto, faccio io... Togli il reggiseno mentre io ti reggo il seno."
Mariassunta lascia tutto il suo generoso balcone nelle mani dell'acuto padre che con gioia nel cuore inizia a palleggiare con le tette della figlia.
"ma papà..."
"zitta figghia mia, ci sono quasi riuscito"
Carmelo lascia cadere a terra il reggiseno e con le mani sorregge l'abbondante, morbido e caldo seno.
lo alza stringendolo a piene mani e in modo da portare i capezzoli piu in alto di quello che già sono. Ci soffia sopra ed i capezzoli diventano turgidi.
"vedi figghia mia come sono sensibili? già sta facendo effetto. Lo disse pure quel cantante col ciuffo ed abbozza un'improbabile cantilena
" una lacrima sul petto,
è come il morso di medusa..."
Mariassunta si spaventa ed in un barlume di lucidità da buona donna figlia del mare capisce qual è la soluzione che le viene palesata ed esclama
"papà,? chemmi devi pisciare sul petto per guarire?"
e Carmelo mentre persiste nel sballottare rumorosamente le tette della figlia ed a provocare i duri e grossi capezzoli
"no figghia mia può darsi che non serve. Proviamo prima con la crema di papà. Spogliati figghia mia che non ti sporcasti."
Mariassunta toglie la gonna nera lunga fino al ginocchio e rimane con perizoma ed autoreggenti nere.
"figghia mia, come tua madre ti vestisti. svelta girati fammi sentire"
Mariassunta si volta esponendo il suo vergine e cereo culo agli occhi famelici del vecchio suinazzo che non esita a coprirlo con le sue grandi mani ed inizia a maneggiarlo
"bella figghia mia, mi ricordasti a tua madre quand'era giovane. Volle preservarsi pura per la prima notte di nozze per appendere le lenzuola, così la festa le feci"
"al matrimonio papà? "
"si amore mio. Festeggiammo tutt'intorno. Prima del matrimonio la festeggiavo da dietro e dopo il matrimonio la festeggiavo da dietro ed anche davanti"
"anch'io papà voglio una grande festa per il mio matrimonio"
"si figghia mia, ma prima devi finire gli studi. Ricorda picciridda, prima la cultura e poi papà ti troverà un bravo ragazzo che ti farà una grande festa".
Carmelo è vistosamente arrapato, gira la figlia e le toglie il perizoma nero.
Chinandosi per sfilare l'intimo indumento dai piedi di Mariassunta si trova con il primo pelo nero della pura e casta figlia all'altezza degli occhi. Carmelo è fuori di sé dall'eccitazione. La sorprendente visione accompagnata da quel soave profumo di vagina gli prendono la testa e la posizione china gli comprime fortemente il pene nei pantaloni.
Carmelo si alza ed ammira la splendida creatura boteriana rimasta nuda con le sole autoreggenti indosso e le ordina di appoggiare l'asciugamano sul bordo della vasca in fianco ai neri vestiti e di sedercisi sopra.
Mariassunta esegue mentre il padre si slaccia la cintura ed abbassa i pantaloni
“papà? Mi pisci?”
“ma guarda un po'. Uguale uguale alla madre tu fosti: impaziente.... non sai aspettare! Già ti dissi che forse non sarà necessario abbiamo prima a mettere la crema”
Carmelo con nonchalance abbassa le mutande bianche davanti alla faccia della figlia e mette in mostra il suo pelosissimo pene.
“papà”
“zitta figghia mia e non dire nulla alla mamma. Non facciamola preoccupare e vedrai che riuscirò a farti guarire"
Carmelo con una mano riprende ad accarezzare e stringere il grande seno di Mariaassunta e con l'altra si mena il cazzo
“papà”
“figghia mia, vieni aiutami dammi la mano e agita bene così come faccio io”
Carmelo lascia il membro nelle calde e carnose mani di Mariassunta che gli procura un'ulteriore piacevole senzazione.
Carmelo emette un gemito di piacere.
I capezzoli di Mariaassunta Sono tornati turgidi.
Carmelo stringe e gioca con l'abbondante seno della figlia mentre lei continua un'improbabile sega.
"Papà"
"zitta figghia mia non ti fermare"
L'innocente sega stimola il vivace tubo di carne mentre il vivace Carmelo le accarezza testa e tette
“ Papà”
“ zitta figghia mia non ti distrarre. Continua con una mano sola, con l'altra tocca qui sotto piano piano.
Maria Assunta riprende la sega al padre con una mano sola mentre con l'altra gli massaggia le palle.
“ Papà”
"zitta figghia mia, non t'interrompere. Ci vuole tempo"
Mariassunta non demorde ed alterna shakerate intense a lenti movimenti.
"papà "
Stizzito dalle continue interruzioni
“ Ma chevvuoi?"
"Vuoi che lo prendo in bocca come fa mamma?"
Carmelo è spiazzato, si blocca e chiede
"Ma tu che ne sai?"
"scusa papà ma la notte quando sento la mamma urlare vengo a spiare e vedo che ti prendi cura di lei infilandole dappertutto questo strumento e lo prende pure in bocca"
Carmelo spaesato ma scaltro
"figghia mia, purtroppo tua madre è gravemente malata ed io me ne prendo cura. Non dirle nulla perché lei soffre."
Mariassunta, presa coscienza dello stato di salute della mamma, annuisce.
Carmelo sospirando accarezza la testa a Mariassunta fino alla guancia, la prende dal mento e con l'altra mano afferra che, a fronte delle recenti rivelazioni della figlia, si è ammosciato. Stringe l'asta e lo scarrella un paio di colpi.
Riesumatolo avvicina la cappella alla bocca di Mariassunta.
"Tieni figghia apri la bocca”
Mariassunta spalanca la bocca come dal dentista e ritrae la lingua
“no figghia mia, non aver paura non è una puntura, non fa male. Rilassata stai, devi succhiare e leccare.”
Maria Assunta rilassa la mandibola e si inumidisce le morbide e carnose labbra percorrendole con l'umida lingua e le socchiude leggermente in attesa dell'improvvisato dispositivo medico del padre
“brava figghia mia così”
Carmelo sente rinvigorire il cazzo stretto nella sua mano e si appresta ad intingerlo nella focosa bocca della figlia
"ti raccomando figghia mia, non mordere!! Se si rompe stiamo inguaiati"
Mariassunta annuisce, concentra le amorevoli cure sul dispenser del padre e lo accoglie nella sua bocca.
Carmelo invasato accompagna i movimenti della figlia con una mano, mentre con l'altra riprende a ravanare tra le gonfie tette che sono diventate ancor più dure ed i capezzoli lunghi come dei mignoli delle mani di un bambino.
"si brava figghia mia, così devi fare, che bocca calda che hai, brava sei, si, meglio di tua madre, brava gira così la lingua nella bocca... "
Mariassunta incentivata dal padre incalza ed aumenta il ritmo, ma in un eccesso di zelo si trova la cappella conficcata in gola che le preme sulla lingua procurandole alcuni conati di vomito.
"piano figghia mia, quanta foga. è la voglia di guarire di voi giovani vero?"
Mariassunta senza mollare il cazzo annuisce, non demorde e prosegue con l'intrepido pompino curativo.
Poco dopo un altro affondo con conseguente conato di vomito.
"figghia mia attenzione fai. Ti piace vero? Te lo dissi che non era come la puntura"
Mariassunta muta il movimento da meccanico a passionale.
Carmelo è molto eccitato e sente che non resisterà ancora per molto
"brava figghia mia continua, sto venendo”
“dove vai papà?"
“zitta figghia mia succhia"
“papà"
"Mariassunta non t'interrompere chiù, succhia"
“papà"
"Figghia mia...aaaah... zitta stai"
“papà"
"Figghia mia succhia... non parlare..."
“papà"
"Ma chevvuoi ancora?"
"ma papà sono tutta bagnata tra le cosce"
"mo me lo dici figghia mia? fammi sentire, apri bene le ginocchia ed intanto continua a preparare la medicina con la mano"
La riverente Mariassunta esegue scrupolosamente le istruzioni impartite dal solerte padre, divarica le gambe e con la mano prosegue la sega trascinando la pelle del cazzo all'attaccatura dello stesso alla punta della cappella. È tutto insalivato e la mano scorre piacevolmente per entrambi.
Carmelo allunga il braccio e gli occhi. Pone il palmo della mano sul nero pelo della figlia e le grandi dita le appoggia sulle grandi labbra trovando la fregna di Mariassunta completamente fradicia.
"minchia amore mio, non me le devi tacere queste cose. Tutto mi devi dire."
Mariassunta redarguita annuisce.
"figghia mia ti fa male se premo qui?"
Carmelo rotea le dita sul clitoride della figlia alternando ed aumentando la pressione, spalmandolo l'abbondante liquido vaginale tutt'intorno.
"ah papà noooo... non mi facesti male"
"e che senti figghia mia?"
"aaaah papà mi piace, cosa mi stai facendo papà? si continua papà"
Carmelo, sorpreso dall'improvvisa ed imprevista eloquenza di Mariassunta e ancor più eccitato dai provocanti movimenti reciproci, con il cazzo farcisce le paffute guance alla morbida figlia
"figghia mia se stai così bagnata abbiamo trovato la cura giusta, succhia che papà ti massaggia"
Mariassunta si mette a capofitto sul cazzo del padre incurante dei conati di vomito ed accortasi di non poterlo ingoiare lo succhia rumorosamente aspirandolo con quanto fiato ha in gola, come una poppante ingorda succhia la tetta.
"si figghia mia non fermarti vengo, non staccarti vengooo"
"mmmh pmpm.. mmmh.."
Mariassunta con la bocca piena mugula, ansima ed esplode con una grassa ed inaspettata schizzosa eiaculazione vaginale che innonda la mano del padre ed il pavimento.
Pure Carmelo non si trattiene più e si lascia andare ad una copiosa sborrata nella bocca della figlia trattenendole la testa sul cazzo senza premergliela
"vengooooo figghia mia beviiii aaaahh"
Mariassunta non preparata al fatale evento obbedisce al padre e fagocita come un'idrovora tutto il naturale liquido seminale prodotto dal padre.
Carmelo nello scarico dello sperma e della tensione non si regge più sulle gambe e si siede sul bordo della vasca in fianco a Maria Assunta
"Papà come stai?"
"È stata dura figghia mia, stanco sono. Figghia mia sporca sei, ne hai ancora un po' sulla bocca”
Mariassunta si pulisce con il dito e succhia anche l'ultima goccia
papà guarita sono?”
“come potremmo saperlo? vediamo in questi giorni cosa dobbiamo fare. Tu come stai? “
“grazie papà già mi sento meglio”
Maria Assunta annuisce
“ chiamo subbito a mamma e dico anche a lei che mi già mi sento meglio”
“noooo figghia mia cheddici? Le vuoi mettere ansia? Nulla deve sapere, né ora, né mai! Mi raccomando, figghia mia non mi dare questi dispiaceri. Anzi non devi parlare proprio con nessuno Non fare scherzi hai capito? Muta stai. Sono cose di famiglia.”
Mariassunta convinta annuisce.
“figghia mia ora sciacquati che sei tutta sudata e poi subito a letto che tardi si fece. Dobbiamo riposare. Domani è un altro giorno"...

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