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Gay & Bisex

05 Pomeriggio a funghi


di iside59
06.11.2022    |    4.512    |    5 8.7
""Cough! Cough!" la sua sborra mi va di traverso, un po' cola dalle mie labbra, un po' la ingoio involontariamente e un altro po' mi ricopre il volto..."
Era parecchio tempo che volevo esplorare quei luoghi di perdizione sulla Lecco-Milano di cui ero venuto a conoscenza da una persona conosciuta al cinema anni prima.
E' un po' fuori mano e costoso, per via della benzina da mettere nell'auto ma la voglia è tanta e andare verso l'ignoto è sempre stato il mio desiderio.
Il non sapere cosa potessi trovare in quei luoghi non mi faceva "stare più nella pelle", un detto quanto mai azzeccato anche per lui, il mio cazzo, la cui cappella rossa e gonfia fa capolino dalla pelle, appunto, che la ricopre a riposo..
E così, un sabato pomeriggio mi metto in strada alla scoperta dell'ignoto.
Arrivato ad Annone circa, faccio inversione di carreggiata e ritorno verso Milano, scruto il lato destro della superstrada con attenzione, ad un certo punto vedo una strada che sale verso quello che doveva essere stata un'area di sosta un po' nascosta, la seguo e mi ritrovo in un bello spazio largo.
Bello, come posto mi piace, non c'è nessuno al momento, scendo e mi accendo una sigaretta in attesa che gli eventi facciano il loro corso.
Arriva qualche macchina, mi passano vicino e mi guardano, fingo indifferenza, se ne vanno.
Siamo a Luglio e io sono in pantaloncini corti e magliettina leggera, i pantaloncini sono tipo boxer da bagno con la retina interna, quindi sono senza slip, il tutto per essere più comodo alle evoluzioni che mi saranno richieste.
Altra auto in arrivo, si ferma lontano da me, scende un tizio che si inoltra nel boschetto, si gira più volte e mi guarda quasi ad accennarmi di seguirlo e sparisce tra il fogliame.
Beh, ora so dove si trova il sentiero della perdizione.
Risalgo in macchina e attendo, il tizio di prima ritorna nel piazzale risale in macchina e se ne va.
Voglio entrare nel boschetto quando non c'è nessuno, non voglio sapere in anticipo quale personaggio mi destinerà la sorte, voglio un incontro al buio.
Vado, entro nel boschetto, il sentiero è in salita, tra l'altro anche abbastanza ripida, sembra di fare una passeggiata in montagna, come quando si va a cercare funghi.
Attendo qualche minuto ed ecco il rumore di una macchina sul piazzale, forse anche due.
Rimango in attesa di cosa mi riserverà il destino.
Sento un fruscio vicino, cazzo è ancora quello di prima che non si è dato per vinto, 50 anni, cicciottello e con pochi capelli in testa, indossa una maglietta rossa per cui non è possibile non individuarlo tra la vegetazine.
Mi arriva di fronte, mi guarda come fossi un pasticcino alla crema, aspetta un cenno, lo faccio io facendomi scendere in maniera lasciva i boxer da bagno e scoprendo così comparire il cazzo con relative palle, mi si avvicina e si abbassa prendendomi in bocca l'uccello e il tutto in mezzo al sentiero; lo invito ad accarezzarmi il culo che a me piace un casino, si infoia parecchio, passa dietro e mi caccia il muso tra le chiappe, cerca il buchino (per dire) con la lingua, me lo lecca, me lo limona, ci entra anche col naso secondo me; io intanto mi abbasso a novanta, allargo al massino le chiappe con le mani in modo di offrirgli il massimo della mia oscenità e facilitare il suo compito di inserimento della lingua, mi perdo nel piacere che mi provoca il suo "culi lictus", la sua lingua esplora tutta la mia apertura e penetra anche l'interno come un piccolo cazzetto, sembra entrarmi per centimetri.
Devo dire che è bravo, ci sa fare con quella lingua che mi frulla all'interno del culo, sto quasi per sborrare senza toccarmi quando ad un certo punto non lo sento più, il mio amico non c'è più, è sparito come d'incanto .. è fuggito.
Mi guardo intorno e vedo dall'alto del sentiero un uomo robusto, di età avanzata, vestito da lavoro tutto trafelato e sudato, sembra un fattore appena sceso dal suo trattore... probabilmente un agricoltore locale, forse il padrone di quei terreni.
Rimango paralizzato, non so cosa fare e cosa dire per giustificarmi, ce l'ho ormai a pochi metri che mi guarda con occhi di disprezzo, ci manca poco che mi sputi addosso.
Digrigna tra i denti: "Brutti froci rottinculo",
Io lo guardo e un po' d'istinto e un po' come gesto di sfida, gli rispondo: "Si, soprattutto rottinculo"
Con una mano mi strappa giù i calzoncini che mi ero appena alzato, con l'altra si apre la patta dei pantaloni blu da lavoro che indossa facendone uscire una mazza non indifferente per la verità, consistente, tosto, sembrava un grosso fungo, con una cappella bella larga e un bel fusto di diametro e lunghezza ragguardevole che lo sostiene.
Era già super eccitato e quindi comincio o a pensare che ben presto, le cose avrebbero preso un altro corso rispetto a quelle che inizialmente temevo.
Mi fa chinare a novanta gradi con il suo braccione da energumeno, io mi rilasso pronto a subire la mia punizione, lui con un colpo solo mi entra nelle viscere grazie ad un buco già oliato e lubrificato dalla saliva del precedente "slinguatore" di culi che nel frattempo si era dileguato .
La cavalcata è violenta, cerco di non opporre alcuna resistenza in modo da renderla più piacevole di quello che per il momento non è.
Conto i suoi colpi, dieci, venti, trenta...ottanta, novanta,... sembra non finire mai.
Difatti, deve avere qualche problema ad esplodere nel mio culo il succo delle sue palle, Quindi se ne esce, mi viene davanti e mi spinge giù verso la sua nerchia spingendomela
in bocca in preda ad una eccitazione incontrollata.
Non sono molto bravo a fare i pompini, quindi tengo la bocca molto aperta per non fargli sentire i denti, la mia paura è che si possa incazzare ancora di più,
Il suo fungo porcino con la cappella violacea mi scivola fino in gola provocandomi conati di vomito.
Il suo cazzo ha un forte olezzo, probabilmente non si lava da qualche giorno, mi scopa la bocca per interminabili minuti tanto che quando viene mi coglie di sorpresa allagandomi la gola, e .. "Cough! Cough!" la sua sborra mi va di traverso, un po' cola dalle mie labbra, un po' la ingoio involontariamente e un altro po' mi ricopre il volto.
Pensavo che fosse tutto finito ed invece no, la mia punizione non è ancora stata completata.
Nella concitazione degli eventi, non mi sono accorto della presenza di un'altra persona, un giovane anche lui con i pantaloni da lavoro, il figlio del contadino o forse solo il suo garzone.
Il mio "stupratore" gli parla in dialetto locale.
Egli annuisce, mi si avvicina mentre sono ancora in ginocchio che cerco di ripulirmi dal liquido seminale di cui sono impregnato, apre la patta dei pantaloni, tira fuori un bel cazzo fresco e giovane, che avrei volentieri desiderato che mi sfondasse il culo, apro la bocca convinto che voglia anche lui riempirmi di sborra, e invece no, lascia partire un getto di urina indirizzata sul mio volto già parzialmente lurido di sperma.
Chiudo gli occhi e la bocca aspettando che il getto si concluda, non finisce mai, ma da quanto tempo non piscia questo?
Finalmente il getto si conclude, se lo scrolla e lo ripone nei pantaloni ridendo. Si girano e se ne vanno facendo battute su di me nel loro dialetto.
Cazzo, non avevo con me molti fazzoletti, cerco di sistemarmi come posso e mentre mi pulisco noto tra gli alberi il tizio che se l'era battuta in precedenza, probabilmente ha assistito allo spettacolo senza pagare il biglietto e sicuramente masturbandosi furiosamente.
Mi dirigo verso l'uscita del boschetto quando sento dei lamenti, mi incammino nella direzione da cui provengono e mi trovo di fronte a due tizi che si stanno inchiappettando,
Quello dietro ringhia e gli sborra nel culo, quello davanti guaisce come una cagna
ingravidata suscitando tutta la mia invidia.
L'inchiappettatore lo tira fuori, glielo struscia sulle chiappe per ripulirselo e lo mette via.
L'altro rimane a quattro zampe per qualche minuto assorto nel suo delirio, forse per prolungare il godimento di quella selvaggia penetrazione.
Io, che tra l'altro non ho ancora sborrato, ne approfitto per scaricarmi meritatamente le palle con una sega furiosa.
Ora sono stato inculato, pisciato e sborrato, e posso anche andare a casa.
Quando arrivo a casa è ormai sera, mia madre, che detto fra noi è una gran troia e che non perde occasione di cornificare quello scemo di mio padre, mi chiede dove fossi stato tutto il pomeriggio.
Mi viene da dirgli, ispirato dalle mie vicissitudini: "Sono andato a funghi in Brianza insieme a degli amici di laggiù".
Ancora lei: "E non avete trovato nulla?"
"Certo!" Le dico "Ma non ero certo che fossero commestibili, quindi li ho buttati"
Lei mi risponde: "Potevi portarli a casa, io ho più esperienza di te in queste cose, avrei potuto riconoscere se fossero stati commestibili o no"
Gli rispondo tra me e me: "Non ho dubbi, brutta zoccola, che avresti saputo che farne di quei funghi li"
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