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Benda e orale


di zap13
21.02.2015    |    2.215    |    1 9.1
"Scendo dalla mia auto e mi affretto alla sua, busso e questo sblocca le portiere chiuse per sicurezza, entro e mi siedo affianco a lui..."
Torno a scrivere un racconto di fantasia, spero piaccia.

Di nuovo questo sito viene in aiuto. Una richiesta di amicizia, qualche messaggio e l’appuntamento, questa volta, per del car sex. Nessuno di noi due avrebbe potuto ospitare l’altro ed in effetti, una nottata piovosa e non troppo calda come quella sarebbe stata ottima passata nell’intimità di un’automobile. Dalle foto il mio lui sembrava la stessa persona che si descriveva: mezza età, poca pancia, pochi peli e soprattutto lui: il suo arnese. Aveva un cazzo proprio bello ai miei occhi: sembrava assolutamente nella norma ma era gradevolissimo alla vista grazie alla sua curva non troppo accentuata, la cappella poco più larga dell’asta e dal colore omogeneo rotto da alcune vene in vista. Era primo pomeriggio e già ero eccitato all’idea dell’incontro serale. Passano le ore e mi dirigo al posto prefissato, tra gli alberi di quella piccola zona buia c’erano tre macchine di cui una corrispondeva a ciò che mi aveva detto della sua, le restanti vuote. C’è silenzio, pioviggina e grazie alla poca luce dei miei fari ancora accesi scorgo già una sagoma sui sedili posteriori dell’auto verso la quale mi sarei diretto. Questa figura era immobile, guardava in avanti e soprattutto stava rispettando i patti: aspettava con una benda sugli occhi. Per dare una maggiore spinta, infatti, al mio partner stuzzicava l’idea d iessere bendato e non ci era voluto molto, poche ore prima, per convincerlo a farsi trovare così. Scendo dalla mia auto e mi affretto alla sua, busso e questo sblocca le portiere chiuse per sicurezza, entro e mi siedo affianco a lui. Grande! E’ seduto vestito di maglietta e mutande, nulla più! Ci salutiamo, gli sfioro con una mano il pacco per scaldarlo e mi tolgo la giacca notando come in macchina ci fosse un piacevole teporio. Non parliamo, entrambi siamo abbastanza imbarazzati e questa volta tocca a me gestire la serata! Temporeggio togliendomi la maglietta e pensando a come avrei potuto iniziare. Decido.
“Fai silenzio, stasera ci lasciamo andare” Gli dico, come se ci fosse bisogno di zittirlo.
La situazione era perfetta, buio, tiepido e il rumore della pioggia. Voglio godere e farlo godere.
Sono affianco a lui e gli prendo una mano, gliela metto nelle mutande perché si possa menare il pene che ancora non gli ho visto ma che noto velocemente diventare duro. Questo sarà di 15-16 cm, non vedo l’ora di guardarlo libero ma non lo scopro subito. Mi tolgo le mutande, il mio pene è già quasi in erezione. Gli prendo la mano e gli lecco un dito, gli porco il buco e lo guido fino dentro di me e lascio che sia lui a giocare per un po’ con me, prima con un dito poi con due. Lo fermo e lo piego pecora: guardo il suo buco, passo con naso e bocca li vicinoe godo di quel paradiso, mi lecco un dito ed entro in lui, sembra non avere fastidio ed entro dopo poco con due. Vedo il suo bastone duro e capisco che gli piace quello che sto facendo. Che bello il suo uccello! Proprio come in foto! Non resisto e lo faccio sedere sul bordo del sedile, le palle penzoloni. Mi sporgo e gli prendo il pisello caldo in mano, menandoglielo dolcemente mentre scendo per leccargli le palle. Mi dice di non fermarmi e non lo faccio, sento l’odore del suo pene, lecco l’asta e poi, dolcemente, lo prendo in bocca. Bello, buono, lo faccio scorrere che è un piacere e lui ansima godendo, la benda sugli occhi. Non sa chi sono né come sono fatto, voglio che mi conosca e per questo porto di nuovo la mia mano sul mio buco assieme alla sua. Metto dentro un dito io ed un dito lui per poi, poco dopo, lasciarlo il suo possesso per usare la mia mano per masturbarmi. Io succhio, lui penetra con le dita e ci prendiamo gusto entrambi, specialmente quando anche io penetro con il medio il suo ano. Lui insiste, si lecca le dita e torna dentro, ora sono tre e provo dolore quando tenta di infilare il quarto e lo fermo. Penso sia giunto il momento di fargli capire che non solo io lo devo accontentare: mi stacco dal suo pene con suo disappunto e porto la sua testa sul mio, durissimo e con un po’ di presperma sul buco. Non l’avrei mai detto ma era un mago! Una sensazione di freschezza assoluta quella che mi pervade di colpo! Ho il buco leggermente dolorante ma lui continua a penetrarlo con le dita, neanche gli propongo di incularmi perché la sensazione è magnifica e quasi mi blocco: la mia intraprendenza è stoppata da quel pompino fantastico. Non avrei voluto, non così presto ma vengo, sborro abbondantemente e quasi per niente nella sua bocca. Ansimo, vorrei abbandonarmi così tutta la sera ma lui è ancora insoddisfatto e mi dice con un po’ di brutalità di non rilassarmi perché lui deve godere. Prendo con due dita del seme dalla mia pancia e glielo spalmo tutto attorno alla base del suo cazzo oltre che attorno alla sua bocca. L’eccitazione è tale che sta zitto e prova piacere da questa mia perversione. Ormai sono di nuovo sul suo cazzo e le mie dita stanno per rientrare nel suo buco sempre più rilassato. Entro anche io con una, due, tre dita finchè non sento i muscoli dell’ano contrarsi forte, sento il pene irrigidirsi e mi scosto velocemente. Non mi faccio venire in bocca ma la mia faccia è colma del suo liquido. Potesse vedermi! Invece non può, non è nei patti e mentre mi fa i complimenti mi avvicino al suo volto, mi appoggio guancia a guancia così da condividere con lui quel piacere. Torno poi sul suo pene e, malgrado non volessi avere in bocca il seme di uno sconosciuto non resisto e succhio con passione quel cazzo che diventa piano piano sempre più mollo ma che per ora è gonfio e rosso di piacere. Lo accompagno sul mio e lui non si permette di rifiutare. Stiamo sui sedili ancora diversi minuti, in silenzio, a gustarci in bocca i nostri peni, perversi e soddisfatti.
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