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Gay & Bisex

IL CAMALEONTE 2p


di pixel-bsx
07.12.2008    |    10.795    |    0 8.0
"Indossato il preservativo, mi fece stendere sul letto facendomi alzare leggermente le natiche e provvedendo egli stesso a tenere aperte..."
CAPITOLO QUINTO

Il rapporto, tra me ed il mio amico, durò intensamente ben sette anni; infatti, era iniziata quando n’avevo dodici e fino al compimento del mio diciannovesimo compleanno, io non conobbi mai altri uomini, fui soltanto suo, d’altronde mi soddisfaceva totalmente ed inoltre era difficile trovare in un altro uomo un “articolo” come il suo.
A scuola non avevo mai guardato con interesse i miei compagni, andando in giro con gli amici non mi ero mai interessato ad altri uomini, mi era del tutto indifferente la donna, il mio comportamento non aveva mai fatto trasparire le mie reali tendenze.
Allorquando si parlava di sesso e di rapporti sessuali con le donne, non intervenivo e se interpellato sostenevo che preferivo non parlare di certi argomenti particolarmente personali ed intimi.
Stranamente erano le ragazze ad interessarsi a me, affermavano che ero veramente un maschio, cercavano di coinvolgermi e di avvicinarmi al loro mondo per far sì da cadere tra le loro braccia, ma io pur non rifiutando il loro interesse nei miei confronti non mi dedicai mai ad alcuna di loro in particolare affermando che le donne mi piacevano tutte e che quindi non ero ancora in grado di fare una scelta, una selezione, per averne una sola per me.
Insomma, sapevo districarmi bene e non facevo intuire a nessuno la mia natura; infatti, gli incontri con il mio amico avvicinano quando le circostanze lo permettevano: genitori fuori, poca gente in giro per le scale del palazzo, porta ben chiusa, gemiti di goduria controllati.
Questi incontri tipo “clandestini” non furono, per fortuna, mai scoperti da altri, essendo io molto attento a non farmi scoprire.
Non fu la crisi del settimo anno, come si suole dire, ma una serie di circostanze che pian piano allontanò il mio primo uomo per fare spazio ad altri e da qui iniziarono tutta una serie d’esperienze: alcune giuste, altre delle tutte negative e da dimenticare totalmente.
Premesso che i rapporti col mio amico avvenivano almeno uno per settimana, per il resto dei giorni godevo solamente con la fantasia; quando riuscivo ad incontrarlo, ciò che ne scaturiva fuori era talmente soddisfacente che non ero interessato ad altro.
Il giorno del mio diciannovesimo compleanno ebbi la fortuna di avere un incontro con il mio amico per le circostanze del tutto fortuite che si vennero a creare: i miei erano al lavoro ed io ero rimasto in casa.
Accertatomi che era in casa, lo invitai a salire e festeggiammo a modo nostro il mio compleanno.
Mi strinsi voluttuosamente a lui, lo abbracciai in modo intenso, desideravo sentire tutto il suo corpo contro il mio, infatti, denudatoci completamente ci rotolammo sul letto desiderandoci come non mai.
Glielo presi tra le mani, lo leccai ardentemente, lo misi in bocca e lo succhiai voracemente, quando sentii che quello stupendo cazzo era diventato duro come l’acciaio, dissi al mio amico di stare sdraiato e presomi il cazzo in mano, me lo infilai in culo a “spegnicandela”, facendolo godere intensamente e riempiendomi il buco di una calda ed abbondante sborrata.
Quella, se ben ricordo, fu l’ultima intensa scopata che feci con lui, poiché subito dopo, lo “tradii”, non perché lo desiderassi, ma perché in un certo qual modo ne fui costretto.
Il mio amico, contrasse una malattia virale che lo costrinse a letto per diversi giorni, poiché s’indebolì, il medico che l’aveva visitato, gli consigliò il ricovero in ospedale per fare tutta una serie d’analisi e ricerche.
Per farla breve, scoprirono che aveva contratto un’infezione ai reni che lo debilitava ed aveva bisogno di riposo e cure.
Poiché viveva da solo e non c’era nessuno che potesse badare a lui, la convalescenza, suo malgrado e con mio sommo mio dispiacere, fu costretto a trascorrerla presso una delle sorelle che abitava in un’altra provincia distante da me circa duecento chilometri.
Rimasto solo, dovetti come sì suol dire, arrangiarmi ed adattarmi alla nuova situazione che si era venuta a creare.
Cominciai a frequentare in modo più assiduo i miei amici e con loro presi confidenza delle sale cinematografiche e dei bar.
Avevo preso da un anno la patente, uscivo anche da solo, ma preferivo usare in città i mezzi pubblici; talvolta cercavo di sentire dietro di me “qualcosa”, approfittando della confusione, ma non riuscivo a sentire nulla.
Una sera mi recai da solo in un cinema dove proiettavano un film erotico, sedutomi nell’ultima fila rimasi buono ed interessato alle immagini cinematografiche che in tutta onestà facevano risvegliare i sensi e mettevano in corpo una certa carica erotica.
Finito il primo tempo, mi guardai in giro, non vidi nulla d’interessante, uomini seduti nelle varie file delle poltrone, parecchi soli, altri in compagnia di qualche amico.
Ripresa la proiezione, poco dopo, un uomo molto giovane, alto, magro, venne a sedersi al mio fianco; ciò mi fece piacere anche se non conoscevo le arti della seduzione e della conquista d’uomini sconosciuti, mancavo d’esperienza su questo fronte.
Come se m’avesse letto nel pensiero, fu lui invece a venirmi incontro e ad aiutarmi.
Io ero particolarmente arrapato, vuoi perché era trascorso più di un mese dall’ultima inculata, vuoi perché le scene del film mi eccitavano, vuoi perché quest’uomo non mi era dispiaciuto, insomma tutte le circostanze sembravano convergere verso un unico obiettivo.
Avevo il braccio destro appoggiato sul bracciolo della poltrona, mentre la mano giocava con il pomolo; mi sentii sfiorare la gamba destra dalla sinistra del vicino, prima in modo quasi involontario, ma visto che non ebbi alcuna reazione, provò in maniera volontaria.
Il messaggio era chiaro: desiderava, il mio vicino, instaurare un rapporto e sondava attraverso questo sfregamento di gambe.
Assicuratosi del mio assenso, poggiò definitivamente la sua gamba contro la mia e con il suo gomito sinistro spinse il mio braccio destro verso di lui, quindi indirizzò la mia mano verso il centro del suo corpo.
Io rimasi fermo ed aspettai lo sviluppo della situazione; non sapevo come comportarmi ed inoltre avevo paura di sbagliare e compromettere tutto.
Il mio vicino spinse delicatamente la mia mano verso la patta dei suoi pantaloni, e benché io ne fossi desideroso, aspettai che fosse lui ad aprire la cerniera e mettere fuori il suo “coso”.
Sentii strofinarmi il dorso della mano da un qualcosa che riconobbi subito essere un cazzo in posizione ancora dormiente, stavolta non esitai, lo strinsi vogliosamente fra le mie dita iniziando una leggera ma favolosa sega, cosa che il mio vicino gradì talmente tanto da farselo diventare duro.
Ne venne fuori un cazzo di normali dimensioni, sia per la lunghezza non eccessiva e sia per la grossezza.
Io ho rapportato le misure sempre con riferimento al mio primo uomo, e poiché quelle mi sembravano normali, le misure degli altri cazzi mi sembravano sempre piccole, in ogni modo, non ho mai disprezzato il cazzo, l’ho sempre accettato così com’era, purché duro e che durasse a lungo.
In tutta onestà ho sempre preferito quelli molto grossi e tanto lunghi, ho sofferto nel riceverli tutti dentro il mio buchetto, ma ho goduto in maniera intensa. Più sofferenza uguale più godimento.
Ma, per tornare al mio vicino di cinema, continuai a fare questa sega con sommo piacere per entrambi, ma prima che io arrivassi al mio godimento, lo vidi sborrare contro la spalliera della poltrona di fronte.
Finita la sborrata, rimise il cazzo ormai molle dentro i pantaloni e senza dire nulla si alzò e scomparve dalla mia vista.
Che delusione!
Per il mio primo “tradimento”, mi sarei aspettato certamente ben altro.
Certo, avevo sentito e stretto tra le mani, un cazzo duro che mi era anche piaciuto, ma avrei desiderato almeno prenderlo in bocca e bere la calda sborra per dissetare e calmare la mia eccitazione.
Ero rimasto deluso della circostanza nuova, anche se m’era piaciuta perché avevo conosciuto un cazzo nuovo ed ero riuscito a farlo godere.
Continuai a seguire il film e quando mi accorsi che era finito attesi che proiettassero i trailer e me ne sarei andato; ma non fu così, evidentemente la serata doveva concludersi diversamente.
Quando stavo per alzarmi un uomo piuttosto massiccio di corporatura venne a sedersi al mio fianco ed iniziò lo stesso rituale che avevo subito prima, in altre parole lo strofinio delle gambe, segno evidente che quello era un segno d’intesa per accettare o no.
Appresa la lezione, non reagii ed il nuovo vicino in modo più sfacciato, evidentemente era abituato a fare così, mi chiese di fargli una sega.
Io avvicinai la mano alla patta dei pantaloni, che trovai aperta, infilai delicatamente una mano ed estrassi un cazzo ancora molliccio; lo trastullai un po’ tra le mie dita e a poco a poco cominciò a prendere consistenza finché divenne duro.
Rassomigliava ad un salsicciotto, non era molto lungo, abbastanza grosso ed il glande era attaccato al resto dell’asta quasi a formare un unico corpo.
Ero ormai praticissimo nel fare seghe, ed, infatti, cominciai a praticarla con gusto per entrambi.
Dopo un po’ m’invitò a seguirlo nei bagni; io lo seguii subito dopo, per non far capire niente agli altri spettatori, e lo trovai che si stava lavando il cazzo nel lavandino.
Mi spiegò che era molto pulito e che era anche sposato, desiderava tanto che gli facessi un pompino, era stato felice della sega, se non m’andava di spompinarlo si sarebbe accontentato ugualmente di una sega.
Entrammo in un bagno che era di quelli alla turca, mi abbassai e io lo misi quasi tutto in bocca, poiché non era molto lungo entrava ed usciva come se stesse scopando.
L’andirivieni produsse una sborrata intensa e copiosa che ingoiai con voracità.
Il signore che aveva così copiosamente goduto, rimase meravigliato del pompino con l’ingoio e m’informò che l’aveva desiderato tanto, ma altri ragazzi come me si erano rifiutati di praticarglielo.
Mi disse di non meravigliarmi del fatto che desiderava tanto incontrare dei ragazzi, perché mi spiegò gli uomini conoscono meglio delle donne le zone erogene maschili e quindi fanno godere meglio.
Per i rapporti sessuali e per le penetrazioni si accontentava della fica e del culo di sua moglie, non desiderava il buco degli uomini, desiderava le mani e la bocca di quelli come me, così mi disse tutto contento e soddisfatto ed invitandomi per un altro incontro.
Finì così quella serata, con mia gran meraviglia avevo conosciuto due nuovi cazzi, così diversi fra loro, avevo fatto una sega ed un pompino con l’ingoio, ero soddisfatto, avevo goduto anch’io, avevo fatto delle nuove esperienze ed avrei continuato su quella strada.
Come si sa, tracciata la strada si continua a percorrerla, e ciò accadde proprio a me, poiché da quella sera in poi non ebbi più alcun timore nel cercare altre avventure e quindi conoscere nuovi uomini.
Mi recavo al cinema generalmente il sabato sera, sempre da solo, quando non potevo declinare inviti cambiavo con la domenica, se durante la settimana mi sentivo particolarmente arrapato ero capace di andare anche qualche altro giorno.
Non interessavano i film che proiettavano, lo scopo era solo quello di andare “a pesca” di cazzi e cercare quindi di godere oltre a far godere anche l’amico occasionale.
In queste sale cinematografiche era piuttosto facile trovare “merce”, io in verità sono stato sempre molto esigente, non mi sono dato con facilità ad uomini che non hanno avuto i requisiti da me richiesti.
Dovevano essere magri, alti ma non troppo, simpatici, puliti e soprattutto molto dotati.
La pulizia è stata sempre al primo posto, l’aspetto esteriore è stata la molla che ha fatto sempre scattare l’erotismo e l’attrazione nei confronti del maschio; senza l’aspetto virile, non era per me.
Tantissimi hanno provato, ma pochi e altamente selezionati sono riusciti ad avermi totalmente.
Sarebbe troppo lungo e noioso l’elenco delle esperienze che ho maturato all’interno delle sale cinematografiche, la maggior parte sono finite in una semplice e in parte frettolosa sega, qualche altra, forse più interessante è finita con qualche bel pompino con o senza ingoio, secondo la mia eccitazione e solamente poche sono finite complete di profonda penetrazione.
Soltanto due di queste esperienze vanno ricordate perché si sono completate, cioè ho avuto la soddisfazione di sentirmi penetrare da quei bei cazzi.
Una sera, come al solito, seduto all’ultima fila, venne a sedersi nella poltrona vicina un uomo certo non più molto giovane piuttosto basso tanto da apparire grasso; non era certamente il mio tipo.
Poco dopo sentii un leggero strofinio alla gamba, era il solito segnale, io non mi scomposi, in verità non mi attirava molto, ma, poiché ero arretrato in fatto di cazzo, decisi al fine di stare al gioco.
Mi lasciai toccare la coscia e poco dopo portai la mia mano in direzione della sua patta e cominciai a toccare, dapprima non sentii nulla, ma sondando meglio potei accertarmi che c’era qualcosa di consistente che andava prendendo forma.
Ormai ero pratico, aprii i pantaloni, infilai dentro la mano ed agilmente estrassi un cazzo di tutto rispetto, quasi duro, e dovetti quindi ricredermi sul tipo.
Cominciai a fargli una lenta sega e sentii il cazzo indurirsi fino all’inverosimile tanto che pensai sarebbe subito arrivato.
Non venne, anzi mi assicurò che avrebbe preferito continuare fuori dal cinema, in un posto più tranquillo e lontano da occhi indiscreti.
Io accettai, lui rimessosi il suo “coso” dentro, uscimmo insieme dal cinema e c’incamminammo per una serie di strade e vicoli che portarono dentro un condominio.
M’invitò a seguirlo in una scivola che conduceva dentro ad un gran corridoio dove a destra e a sinistra c’erano dei garage.
In fondo al corridoio c’era una piccola porta di ferro, apertala, ci ritrovammo dentro uno stanzino piuttosto stretto e lungo, illuminato da una sola lampada posta sul basso soffitto.
Lateralmente c’era una rete con un materasso sopra e ai piedi del letto un catino ed un bidone pieno d’acqua.
“Questo è il mio rifugio segreto – mi disse – qui non ci disturberà nessuno e potremo stare tranquilli a trastullarci e a godere”.
Detto ciò, mi fece girare e cominciò a strofinare il suo cazzo contro il mio culo, poco dopo m’invitò a spogliarci e in un battibaleno ci ritrovammo totalmente nudi.
Guardai il suo cazzo e vidi che aveva delle misure di tutto rispetto che non mi sarei aspettato da un uomo come lui, desideroso, lo presi tra le mani e cominciai a masturbarlo.
Onestamente quel cazzo cominciò ad interessarmi sempre di più, quindi sedutomi sul letto, avvicinai il cazzo alle mie labbra, me lo infilai in bocca e cominciai a succhiare.
Lo sentii lamentarsi di piacere, il cazzo entrava ed usciva dalla mia bocca con facilità tanto da ritrovarsi tutto bagnato di saliva, poi scesi ai coglioni che leccai e succhiai con voracità.
Capii dai suoi movimenti che stava per godere, io tenni in bocca solo il glande e subito dopo sentii inondarmi dalla violenta sborrata che inghiottii con somma gioia.
Il signore, dopo aver goduto mi ringraziò per il servizio che era stato prestato al suo “arnese” e mi affermò che aveva gradito moltissimo l’ingoio, cosa che raramente gli era stata fatta.
Il cazzo, con somma mia meraviglia rimase duro, anche se non totalmente, era in posizione eretta, la cosa a me non dispiacque, anzi, desideravo quel cazzo dentro di me.
Come se avesse capito le mie intenzioni, m’invitò a riprenderlo in bocca perché desiderava incularmi.
Io ripresi a succhiare con lena e in pochi minuti risentii dentro la mia bocca il cazzo duro come il ferro.
Il signore, m’invitò ad uscirlo dalla bocca e prese dalla sua tasca un piccolo involto lo aprì e ne uscì fuori un preservativo.
Io non n’avevo mai visto, avevo scopato solo con il mio primo amico, quella sera stavo per ricevere dentro il mio buco un cazzo “sconosciuto” e quindi era giusto usare delle precauzioni.
Lo guardai infilarsi quest’oggetto per me nuovo e mi sembrò di vedere un cazzo infilato dentro un tubo di gomma trasparente.
Finita l’operazione, mi fece inginocchiare sul materasso, mi fece sollevare il culo, subito sentii il cazzo scivolare dentro di me facilitato dal lubrificante del preservativo.
Lo sentii stantuffare dentro di me per parecchi minuti, poi desiderò fare altre posizioni e continuò a scoparmi per venti minuti circa.
La cosa a me non dispiacque, anzi, ne trassi un’immensa goduria perché mi sentivo di nuovo il buco del culo allargato da un bel cazzo e cominciai anch’io a godere con immenso piacere.
Quando sentii che mi scopava con più velocità, capii che stava per venire; non fu così, perché volle mettermi a pecorina e stringendomi con le sue braccia usciva completamente il cazzo per rientrarlo con tremendi colpi di reni.
Il mio buco completamente allargato e sfondato accettava i tremendi colpi, io godevo come una troia e lo incitavo addirittura a continuare, ma poco dopo lo sentii fermo su di me con il cazzo infilato dentro il culo fino alle palle e sentivo sulla mia schiena il sudore del suo corpo.
Ci stendemmo sul letto senza sfilare il cazzo, il quale poi uscì quasi da solo, io desiderai guardare il preservativo e vidi il serbatoio pieno di sborra, presi il cazzo, me lo rimisi in bocca e lo ripulii dello sperma che c’era.
Eravamo entrambi soddisfatti, avevamo goduto moltissimo, io avevo maturato un’altra esperienza ed il signore si complimentò con me perché l’avevo fatto godere per ben due volte.
Stabilimmo di incontrarci altre volte, io che rispetto sempre i miei impegni, non mancai mai, ebbi con lui parecchi incontri e ne trassi tanta goduria.
Un altro incontro degno di nota accadde una sera d’inverno, sempre nella stessa sala cinematografica.
Come al solito si sedette un uomo non più giovane, età circa quarantacinque anni, magro, leggermente alto, dall’aspetto particolarmente maschio.
Prese l’iniziativa toccandomi la coscia, io, accettai di buon grado e portai la mia mano verso l’oggetto dei suoi e dei miei desideri.
Sentii qualcosa di molle che sentendo la mia mano cominciò ad allungarsi sempre più; ormai pratico infilai dentro la mano per sentire un cazzo non grosso, ma molto lungo.
Lo tirai fuori con fatica, e guardandolo alla poca luce della sala, mi accorsi che era veramente lungo e dotato di una cappella ben scolpita.
Cominciai a fargli una lenta sega e cominciai a desiderare quel cazzo dentro la mia bocca, lo immaginavo dentro la gola, sicuramente n’avrei ingoiato una metà; fantasticavo anche pensando ad averlo dentro di me, ma non mi andava di dirlo e quindi continuai a masturbare.
Si accesero le luci, lui si rimise il cazzo dentro ancora duro e m’invitò ad uscire per continuare in tutta tranquillità da un’altra parte.
Non so perché mi sia fidato tanto facilmente degli sconosciuti, posso oggi affermare che mi è andata sempre bene, ho avuto amanti tranquilli, mai violenti, quindi lo seguii.
Usciti dal cinema camminammo per un centinaio di metri e sbucammo in una piccola piazza dove si trovavano delle vecchie costruzioni a due piani.
Suonato il campanello, qualcuno aprì il portone, ci ritrovammo dentro un grande ingresso su cui si affacciavano due rampe di scale che conducevano ai piani superiori.
Infilammo la scala sulla sinistra, salimmo quattro gradini e ci trovammo dietro una porta prontamente aperta di un appartamento a piano rialzato.
Oltre la porta scorgemmo una persona anziana che indossava pigiama e giacca da camera; l’appartamentino conteneva lo stretto necessario per una persona sola.
Sentii il mio nuovo amico chiamarlo col nome di zio e gli chiese di potersi servire della sua camera; avuto il suo assenso, il signore anziano ritornò a sedersi in poltrona e riprese a leggere un giornale.
Il mio nuovo amico m’invitò a seguirlo ed entrammo in una camera con letto ad una piazza, cominciò a spogliarsi e desiderò che facessi altrettanto.
Io ero titubante ed egli mi rassicurò affermandomi che il vecchio era innocuo, era abituato a prestargli il suo letto per scopare e che al massimo avrebbe guardato dalla fessura della porta.
Io mi rassicurai, mi spogliai completamente mentre il mio nuovo amico si recava in bagno a lavarsi accuratamente i suoi genitali.
Tornato in camera potei notare il suo corpo magro ma ben muscoloso, quello che mi colpì fu la sacca contenenti due coglioni penduli e grossi quasi come due noci.
Il cazzo in stato di riposo era lungo più del normale, a tale vista non seppi più resistere e lo desiderai ardentemente.
Mi strinsi voluttuosamente a lui, cominciai a leccarlo sul collo vicino le orecchie, a massaggiare la schiena, facendogli capire che lo desideravo ardentemente.
Passai quindi a toccare con desiderio quell’asta che cominciò a prendere forma allungandosi, prima di diventare duro m’abbassai e lo infilai in bocca.
Poiché non era molto grosso, mi fu facile ingoiarne un bel pezzo e iniziai a succhiare voracemente facendo emettere sospiri di piacere al mio nuovo amico.
Lo estrassi dalla bocca per passare a leccare i coglioni e ad ingoiarli uno per volta ma con difficoltà.
“Sei stato bravissimo – mi disse – riesco a resistere alla sborrata perché prima di venire qua avevo fatto una bella scopata con mia moglie, quindi continua a succhiare così diventa sempre più duro, se sei d’accordo desidererei tantissimo scoparti e sentirlo dentro il tuo culo fino in fondo”.
Il cazzo divenne duro come il ferro, mi sembrò smisurato, forse perché era sottile, con una cappella rossa e lucida che sembrava esplodere a momenti.
Indossato il preservativo, mi fece stendere sul letto facendomi alzare leggermente le natiche e provvedendo egli stesso a tenere aperte.
Subito dopo sentii il cazzo battere contro il mio buco e con una leggera spinta, sentii le pareti dell’ano allargarsi per ricevere il cazzo in tutta la sua lunghezza.
Con pochissime spinte mi sentii quel lungo arnese fino in fondo e sentii i coglioni sbattermi contro il perineo.
Cominciò a scopare, prima in modo lento, poi, dietro il mio incitamento accelerò imprimendo al cazzo un andirivieni sempre più veloce.
Sentivo il cazzo uscire dal buco e rientrare in un solo colpo fino in fondo; cominciai a godere a più non posso, desideravo non finisse mai, ed invece all’improvviso mi sentii stringere dalle sue mani e lo sentii scuotersi tutto, aveva sborrato dentro il preservativo.
Fu una bellissima esperienza che ripetemmo nello stesso luogo tantissime volte.
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CAPITOLO SEI

Queste furono le uniche esperienze “extraconiugali” che maturai poiché quando il mio primo amico ritornò ristabilito, ripresi ad avere regolarmente dei rapporti sessuali con lui.
Il primo rimane sempre il migliore e poi in tutta onestà non conobbi mai un altro uomo dotato delle sue misure che a me hanno dato sempre la massima goduria.
E’ anche vero però che le mie nuove esperienze mi erano piaciute e poiché il mio primo amico non usciva mai, i rapporti con lui avvenivano come sempre a casa sua, raramente da me, mentre riuscii a stabilire una serie d’appuntamenti con i miei due nuovi amici che incontravo uno il sabato e l’altro la domenica sera e scopavamo nei loro tranquilli rifugi.
Se desideravo fare qualche extra, mi recavo al cinema qualche sera della settimana e trovavo sempre qualche cazzo disponibile a farsi fare una lenta e lunga sega.
Poiché avevo tre cazzi che m’inculavano regolarmente, durante la settimana non andavo oltre qualche sega e rifiutavo educatamente inviti a pompini e a scopate di culo: i miei tre amici mi bastavano.
Questa era la situazione che venne a crearsi dopo il diploma e quando cominciai a frequentare l’università.
In tutta onestà gli studi universitari mi lasciavano più tempo da dedicare ai miei passatempi preferiti che erano a base di sesso sicuro, non m’interessai mai ai miei compagni di corso e agli altri studenti e non feci mai proposte ad alcuno, non guardai nessuno negli occhi, non cercai mai di scoprire se qualcuno fosse disponibile per me e per le mie” proposte indecenti”.
Passarono così gli anni universitari, mi applicai nello studio per finire nel più breve tempo possibile ed in cinque anni riuscii finalmente a laurearmi.
In tutti questi anni ero stato fedele compagno dei miei amanti con i quali m’intrattenevo nei giorni prestabiliti, mentre col mio primo amico avevo incontri ogniqualvolta era possibile.
Giunse finalmente il tanto sospirato giorno della laurea, in verità avrei desiderato festeggiarla a base di cazzi invitando tutti i miei amanti, ciò non era nemmeno pensabile e dovetti accontentarmi dei miei familiari e di qualche amico e compagno di corso.
L’indomani, recuperai alla grande incontrando i miei amanti in orari diversi, festeggiai con loro il mio titolo di dottore facendomi inculare e sfondare da ben tre cazzi che adoravo.
Devo affermare che superata la laurea, tutti i familiari chiedevano con insistenza la stessa cosa: che sarebbe stata la fortunata che m’avrebbe fatto accasare.
Io riuscii sempre a glissare la domanda, non feci mai trasparire la mia vera natura ed indole; mi circondavo d’amiche, con le quali intrattenevo un cordiale rapporto d’amicizia, non osavo spingermi oltre.
I miei, in verità, non mi rompevano i coglioni su quest’argomento, pensavano che desiderassi divertirmi prima di pensare seriamente ad accasarmi, fui sempre bravo a non farmi mai scoprire da nessuno e a non fare trasparire i miei desideri.
Non fui mai agli occhi degli altri come una persona psicologicamente labile o complessata, prendevo la vita alla giornata, mi accontentavo di ciò che passava il convento, non mi lamentavo mai di niente.
Il problema post-lauream fu invece il lavoro che per me era fondamentale giacché mi avrebbe assicurato l’indipendenza economica per la vita.
L’occasione si presentò superando brillantemente un concorso per un istituto di credito; non iniziai subito a lavorare perché dovetti svolgere il servizio militare.
Inizia da qui la seconda parte delle mie vicende che mi accingerò a raccontare.


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