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Gay & Bisex

IL CINEMA A LUCI ROSSE 5


di alio
01.03.2010    |    16.741    |    0 8.2
"Mi alzai dal letto e gli dissi:- se e' per il pigiama non preoccuparti, neanch'io lo porto, anzi sai cosa faccio? Tolgo anche la maglietta, cosi' saremo..."
Dopo la scuola con Matteo ed altri compagni ci facemmo un panino da 'Spizzico'. Guardai con attenzione Matteo e scatto' il confronto con Paolo, suo padre. Certamente Matteo aveva i tratti somatici di suo padre: era gia' alto 1,75, fisico esile ma atletico con lunghe gambe, cosce evidenti e sode, vita sottile con larghe spalle. In viso, forse, aveva ereditato le caratteristiche della mamma, il viso di Matteo infatti e' piu' rotondo rispetto alla mascella quadrata con zigomi pronunciati che sono invece i particolari che motivano il fascino di Paolo. Padre e figlio sono rossicci e con lentiggini, ben evidenti in Matteo. Sicuramente cio' che Matteo ha ereditato dal Padre e' l'uccello ed io posso dirlo a ragion veduta, considerato che ho li ho visti cosi' da vicino e li ho toccati entrambi; non ha ancora le nobili dimensioni del membro di Paolo, ma e' sulla buona strada, considerato che ha solo 18 anni. E poi Matteo ha ereditato le capacita' relazionali e la simpatia di Paolo; infatti Matteo e' spiritoso e divertente, soprattutto quando commenta le ragazze intorno, dando, come di solito, una immagine di vero esperto vitellone, tutti pendono dalle sue labbra. Anch'io lo guardavo con occhi diversi, con piu' curiosita', la curiosita' lasciatami da Paolo la sera prima: cosa e' realmente successo tra Matteo e mio padre?. Oggi dovevo riuscire a farmi racontare tutto e forse anch'io gli avrei raccontato che sono stato a letto con Paolo, con suo padre.
Il primo pomeriggio fu dedicato allo studio; l'agebra ci impegno' sino alle 16,00. Matteo ora si sentiva scolasticamente piu' sicuro e mi propose di fare una pausa, magari fare scorrere nel DVD un bel porno, visto che eravamo soli a casa. Come sempre ci provava, questa volta pero' io non feci il difficile ed il moralista com'era mio solito. Trovavo che il film porno poteva essere una buona scusa per arrivare a quello che volevo sapere.
Matteo mi passo' una scatola delle scarpe piena di dischetti di film porno - scegli tu Fabio, e' la prima volta che non fai storie percio' e' giusto darti questo privilegio; io ormai li conosco bene, li ho visti e rivisti tutti da solo o in compagnia, in particolare con mio cugino Alessandro e poi sono curioso di vedere cosa sceglierai - concluse Matteo. Feci scorrere i dischi soffermandomi sui titoli molto allusivi e sulle immagini che nulla nascondevano: grossi cazzi di ogni colore sparivano in fighe profonde, in culi sfondati o in vogliose labbra; orge e ammucchiate erano le promesse che tutte le copertine dei dischetti facevano spudoratamente. Li feci scorrere tutti, mi sembrarono similmente banali e ripetitivi, lo dissi a Matteo ed aggiunsi: - non hai qualcosa di diciamo di particolare? Come dire, qualcosa di poco convenzionale-. Queste mie parole illuminarono i verdi occhi di Matteo che con evidente voce eccitata mi disse: - spiegati meglio Fabio, cosa intendi con poco convenzionale? - Era l'occasione giusta per buttare l'amo, ero certo che Matteo avrebbe abboccato, lui era sempre molto disponibile ai discorsi di sesso.
Feci una lunga pausa che servi' ad aumentare la curiosita' di Matteo; poi gli chiesi con finta voce emozionata: - ma tu hai mai spiato tuo padre, voglio dire non hai mai avuto la tentazione di guardarlo mentre si denuda, insomma vedere come e' sotto - guardai Matteo negli occhi distogliendo velocemente lo sguardo come per vergogna, poi continuai - sai da un po di tempo faccio strani pensieri e sogni a dir poco vergognosi; osservo mio padre e mi scattano delle fantasie erotiche , volutamente troncai il discorso, riguardai Matteo che non sembrava per niente turbato da quanto stavo raccontando, una strana espressione anzi denunciava l'interesse per l'argomento. Non gli diedi la parola, volevo condurre il gioco a modo mio, continuai: - il fatto e' che in questo periodo non vedo Gianni come mio padre, vedo in lui solo l'uomo e che pezzo d'uomo. E poi credo lui si sia accorto di questa mia debolezza e, invece di scoraggiarmi, mi sembra che faccia di tutto per provocarmi: gira in mutande per casa, quando e' seduto allunga le gambe mettendo in evidenza un gonfiore sotto la patta che, non so, mi crea molto turbamento, insomma Matteo, mi eccito questa mattina l'ho visto fare la doccia, sono rimasto senza parole: papa' aveva l'uccello in tiro e, credimi, un cazzo dalle dimensioni poco umane -.
Matteo era visibilmente eccitato dai miei racconti, a questo punto potevo e dovevo coinvolgerlo e gli chiesi: - ma a te non e' mai successo qualcosa del genere? Tu cosa pensi di mio padre?-.
Matteo aspetto' un attimo a rispondere, si alzo', giro' per la stanza e quando mi fu dietro ed io non potevo vederlo, disse: - Sai Fabio, io credo che il sesso non sia solo quel momento di soddisfazione e basta; il sesso e' relazione, e' scambio di forti emozioni tra le persone che lo compiono e, solitamente, si fa sesso con le persone che ci piacciono e per le quali si puo' arrivare anche a nutrire un sentimento, di bene o, ancor di piu' d'amore. Non sono cosi' saggio, queste teorie me le ha trasmesse mio padre e, per questo, gli sono molto grato. A 16 anni iniziai le prime esperienze e, da subito, mi accorsi che nelle mie fantasie di sesso non pensavo solo a donne, ma anche a uomini, non per forza sconosciuti, ma anche amici e parenti; nella mia fantasia ho fatto sesso anche con mio padre, mia madre, con la zia Luisa. Ero terrorizzato, mi sentivo un depravato, con qualsiasi persona che aveva un ruolo nella mia vita, io, con la fantasia, dovevo farci del sesso. Con mio padre ci provai anche! una volta che andammo a pesca solo noi due e ci fermammo a dormire nella nostra casa al mare; di notte nel mio lettino cominciai a desiderare di trovarmi tra le forti braccia di mio padre, di accarezzarlo, di ricevere i suoi baci su tutto il corpo; l'eccitazione era tale da darmi il coraggio di alzarmi, andare in camera dei miei ed entrare nel lettone,. Mi ficcai sotto le coperte, nel suo letto dove papa' stava gia' dormendo o cosi' mi era parso; non era solito che io facessi una cosa del genere, non l'avevo fatto neanche da piccolo e mi ero preparato una scusa qualora papa' mi avesse chiesto spiegazioni. Forse dormiva veramente, papa' non chiese nulla. Sentivo il respiro regolare, il calore che si sprigionava dal suo corpo, sentivo l'odore di sandalo, la fragranza del suo profumo e sapevo bene che da abitudine indossava solo lo slip bianco; Decisi allora di fargli notare che mi trovavo a pochi centimetri da lui, mi girai in modo deciso sulla schiena e avvicinai il braccio nella sua direzione, la mia mano per un attimo sfioro' la peluria che ricopriva il suo petto. Nulla! Mi girai sul fianco, adesso potevo vedere il suo viso, lo trovai piu' bello del solito; a questo punto allungai il braccio ed appoggiai delicatamente la mano sul ventre; si interruppe il naturale su e giu' della pancia causato dalla respirazione, vuol dire che papa' stava trattenendo il fiato, vuol dire che allora è sveglio. Accarezzai a palmo aperto il ventre e con la punta del dito medio sfiorai la parte piu' sotto: sentii il gonfiore sotto le mutande. Matteo smise di raccontare, si mise davanti a me, potei vedere l'eccitazione sotto la sua patta. - Vuoi che continui o e' troppo per te -, mi chiese poco convinto anche lui che gli avrei chiesto di smettere; - Continua, voglio sapere tutto - gli dissi decisamente. - Papa' allungo' il braccio destro, circondo' il mio fianco e fermo' la sua mano sulla mia schiena e mi chiese con tono pacato che cosa stavo facendo. Gli confessai senza pudore le mie fantasie erotiche e gli chiesi se era grave, se ero ammalato. Papa' rispose - fare sesso e' sempre una cosa bella se ti va di farlo, non importa chi sia l'altra persona, l'importante che l'altra persona sia consapevole e consenziente; tu non sei ammalato, sei giovane e bisognoso delle esperienze di cui necessitano i giovani; non mi stai scioccando ne offendendo e' solo che io non mi sento pronto per farlo con te: tu sei consenziente ma non ho la certezza della tua consapevolezza -. Mi abbraccio' teneramente e mi bacio' in fronte e concluse: - vedrai, sara' il tempo a decidere per noi, ora dormi piccolo,
Cosi' concluse il suo racconto Matteo; rimasi spiazzato, il finale mi aveva deluso, non era quello che mi aspettavo gli chiesi solo: - ma tu vuoi ancora fare sesso con tuo padre? - Si! -rispose Matteo - aspetto solo l'occasione buona. Le parole di papa' mi hanno tranquillizzato: la mia voglia di far sesso con tutte le persone che mi stanno intorno non e' una malattia. Io intanto ho fatto sesso con mio cugino Alessandro, ci ho provato anche con te ricordi Fabio? ho anche fatto sesso con -, si fermo' come perplesso - Con chi?- gli chiesi io con tono impaziente. - Ebbene ho fatto sesso con tuo padre, Fabio. Prima il tuo racconto mi ha portato alla mente che anch'io conosco bene nell'intimo tuo padre; conosco ogni muscolo del suo corpo e conosco bene le dimensioni del suo uccello. Sorpreso? Mi chiese un po' preoccupato. - No! - risposi con fermezza, - sapevo che era successo qualcosa fra voi ma non ne conoscevo i particolari; mi piacerebbe che tu mi raccontassi.
- Lo faro' volentieri mi eccita la cosa e, sono certo mi fara' star meglio -, esclamo Matteo iniziando a raccontare l'avventura avuta con mio padre - La scorsa Pasqua tuo padre raggiunse la mia famiglia nella nostra casa al mare. A tarda sera un temporale sembrava minacciare seriamente e per questo mia madre propose a Gianni di fermarsi a dormire da noi; il giorno dopo era Pasquetta, lui non avrebbe dovuto lavorare ed essendo solo a casa, poiche' tu e tuo fratello eravate da parenti, poteva trascorrere ancora un giorno con noi. -Potrebbe dormire in camera mia - proposi con un certo entusiasmo - nel lettino a fianco al mio, Clara e Rebecca dormiranno con te e papa', cosi' come si fa quando c'e' ospite Alessandro -. Ebbi un occhiata interrogativa da papa', che si affretto' ad aggiungere : - ma certo! Gianni, Matteo ha ragione; e' deciso ti fermerai qui da noi e domani trascorriamo la festivita' insieme; non accetto rifiuti, E' UNA OPPORTUNITA' che non devi perdere! - concluse dando un tono diverso alla parola opportunita', poi si giro' verso di me e con un sorriso malizioso mi fece un occhiolino. La mamma era andata a letto con le mie sorelle, papa' e Gianni in silenzio sorseggiarono il liquore di ficodindia, io li osservavo, quel silenzio era come una ansia di attesa. Dopo un po' papa' mi invito' ad andare a letto ed aggiunse che Gianni mi avrebbe raggiunto finito il liquore; salutai l'ospite che rispose con un cenno senza guardarmi, papa' mi saluto' invece mimando un OK con l'alluce e l'indice della mano destra e con un nuovo sorriso disse: - buonanotte piccolo! Sono certo che farai sogni stupendi. - In bagno mi rificcai sotto la doccia, scelsi un profumo della mamma che spruzzai moderatamente sul collo e, chissa' perche' lo avrei fatto, lo spruzzai anche nelle mie parti piu' intime. In camera scelsi di indossare un aderente boxer nero, modello ciclista che ben modellava quella parte del corpo e una maglietta bianca elasticizzata avrebbe modellato la parte superiore. Dopo aver capito i messaggi complici di papa', nella mia testa cercavo il modo migliore per sedurre tuo padre; non feci in tempo a progettare, la porta' della mia camera si apri' e papa' e Gianni entrarono. - Credo tu non abbia bisogno di un pigiama, so che di solito dormi senza -, disse mio padre e intanto guardo' me e sornione torno' a sorridermi; - bene vi lascio soli, fate un un BUON SONNO -, sottolineando queste ultime parole concluse, usci' e chiuse bene la porta.
Gianni era li seduto sul lettino a fianco al mio, stava con le dita delle mani incrociate fra esse; ebbi la sensazione di un certo suo imbarazzo, dovevo fare qualcosa per metterlo a suo agio. Mi alzai dal letto e gli dissi:- se e' per il pigiama non preoccuparti, neanch'io lo porto, anzi sai cosa faccio? Tolgo anche la maglietta, cosi' saremo svestiti nello stesso modo. Gianni sorrise si alzo' e inizio' a spogliarsi: le scarpe, le calze, la polo ed infine i pantaloni. Era rimasto anche lui solamente con i boxer. Avevo gia' visto tuo padre in costume, lo spogliarello di stavolta pero' mi mise davanti un uomo che vedevo con occhi diversi. Quei muscoli ovunque sviluppati in modo esagerato, quella pelliccia che lo ricopriva un po' dapertutto ma soprattutto quel viso con la barba di un giorno, con quegli occhi che mi penetravano ogni qualvolta si fermavano nei miei e quella bocca umida e carnosa che circondava una bianca dentatura, tutto cio' faceva di tuo padre un vero maschione, Lo trovai maledettamente sexy e senza esitazione glielo dissi: - Gianni a vederti sotto questa luce devo dire che sei davvero un uomo molto sexy -, che ne sai tu? Cosa vuoi capirne? - disse ironico.
- Ne capisco! ne capisco eccome - Gianni si stese sul letto, sopra le coperte e disse: - ora dormiamo buonanotte! - Buonanotte risposi io e spensi la luce. Aspettai un quarto d'ora la camera era buia, giusto un filo di luce proveniente dalle imposte socchiuse della finestra consentiva di distinguere perfettamente ogni cosa nella stanza, intanto pensavo con eccitazione a quanto sarebbe presto potuto succedere, cercavo il modo migliore per approcciare tuo padre, lo guardai ancora: per tutto il tempo era rimasto immobile. Decisi di agire con impudenza, senza preamboli; mi alzai mi recai alla porta e la chiusi con un giro di chiave, poi raggiunsi il lettino che ospitava quel magnifico corpo, mi tolsi i boxer e mi sedetti sul bordo del letto, accarezzai con dolcezza il petto di Gianni, scesi sino al ventre dove aggrovigliai il folto pelo; tuo padre non fece alcuna obiezione, incoraggiato sfiorai il suo pacco: lo trovai consistente ma ancora barzotto, inserii la mano nella fessura del boxer , agguantai l'uccello e, con sapienza iniziai a menarlo. Pochi secondi perche' il cazzo gli diventasse turgido in tutta la sua imponenza. Lo tirai fuori e lo inghiottii fin dove la profondita' della mia bocca lo consentiva. Un mugolio mi fece capire che Gianni gradiva il mio lavoretto. Non indugiai, gli sfilai le mutande e mi stesi sopra di lui, cercai la sua bocca che si dimostro' disponibile; Gianni mi ficco dentro la sua grossa lingua perlustrando in tutto lo spazio disponibile. Mi circondo' la schiena con le poderosa braccia per poi far scivolare una mano sino alle chiappe che prima accarezzo' dolcemente, poi strinze con determinazione sino a farmi male; poi mi ficco' il medio nel culo e finalmente disse qualcosa: - e' questo che vuoi da me piccolo, sei sicuro? Sei ancora vergine?, potrei farti male. - Non lo sono piu' -, dissi per incoraggiarlo. - Vieni qui cucciolo -, disse lui alzandosi: mi trovai alla pecorina, mi fece appoggiare le mani sulla scrivania, si abbasso' dietro di me e con grande maestria mi lecco' e mi penetro' con la lingua il mio buchetto. - Bisogna lubrificarlo bene, forse non ti rendi conto delle dimensioni del mio cazzo, non credo tu ne abbia mai preso uno cosi' o no? - Ho provato il cazzo di mio cugino Alessandro -, dissi! - ma in confronto al tuo sembra quello di un adolescente. Lui lecco' con gusto il mio culo poi disse - Sei pronto? - Lo voglio, lo voglio tutto fino in fondo - risposi giusto in tempo di sentire che la sua grossa cappella si stava facendo spazio aiutata dalle sue mani che divaricavano fino allo stremo le mie chiappe. Sentii una dolorosa fitta ma lo supplicai di non fermarsi, un colpo deciso e meta' (solo?) del suo cazzo si introdusse in me. Ora mi teneva sui fianchi ed inizio' l'andirivieni. Il dolore lascio' il posto ad un insolito piacere. - Si!, si! torello, sfondami tutto, voglio essere completamente tuo. Mi scopo' non so per quanto tempo la sua mano destra menava il mio cazzo, ero in procinto di godere e gli dissi: - dai Gianni sfondami ancora, e sborra dentro di me. Un ultimo colpo poi sentii inondarmi dal liquido che il suo uccello sputava a fiotti dentro di me. Venni anch'io, lasciando cadere la mia sborra lungo le cosce. Matteo si interruppe come per riassoporare quel ricordo. Poi aggiunse che per altre due volte i loro corpi si erano cercati e trovati durante la notte. - Al mattino mi svegliai, ero da solo stanco, affaticato, ma soddisfatto come non mai. Trovai Gianni nel terrazzo che sorseggiava un caffe' con mio padre. Al mio arrivo mi sorrisero entrambi, Gianni mi strizzo' l'occhio e mi chiese provocatoriamente se avessi dormito bene. - Come non mai -, risposi raggiante e guardando mio padre aggiunsi solo: - ero, anzi sono felicemente consapevole, capisci quello che voglio dire papa'?. - Certo piccolo e sono contento per te! - disse papa' che sicuramente in mia assenza aveva gia' raccolto le confidenze di Gianni.
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