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Gay & Bisex

IL CINEMA A LUCI ROSSE 6


di alio
01.03.2010    |    18.549    |    2 8.7
"- Papa' ma non vai a cambiarti?, ricevi in pigiama il tuo amico? -, gli chiesi con disappunto..."
Ero sconcertato e nello stesso tempo eccitato per il racconto di Matteo ed anche lui era visivamente eccitato, nonche' convinto che io a questo punto gli avrei potuto cedere senza le morali che ero solito fargli. Torno' alle mie spalle, mi circondo da dietro appoggiando il suo cazzo in tiro sulle mie chiappe. Cio' facendo mi disse -Tu sei ancora vergine, vero? Non credi sia ora che anche tu assapori la felicita' che puo' dare un cazzo nel culo? Non vorresti che fossi io a sverginarti? - Matteo intanto mi palpava sul petto, mi stringeva i capezzoli per poi scendere a sfregare la patta che denunciava la mia erezione. - Mi ero fatto scopare da suo padre, perche' non provare anche il figlio? - pensai -, prima pero' devo raccontare tutto al furbo Matteo. Decisi di farlo subito, gli dissi che avrei anche accettato di farmi deflorare da lui, prima pero' avevo anch'io una confessione da fargli. Gli raccontai quanto successe il giorno prima, iniziai dall'esperienza fatta al Cinema a luci rosse, giustificando il perche' c'ero andato. Gli raccontai di tutti gli incontri e le situazioni che ho visto e vissuto in quel cinema, soffermandomi su suo padre che si era inculato il ragazzotto con me vicino che vedevo tutto. Non tralasciai nessun particolare, soprattutto quando gli raccontai di me e suo padre a casa mia la sera prima, di come mi aveva sverginato.
Matteo era rimasto completamente muto, era sorpreso, eccitato e forse nello stesso tempo deluso dalla mia non verginita'; se anche volessi lui non sarebbe mai potuto essere il primo a spaccarmi il culo, ci aveva gia' pensato suo padre e con un arnese sicuramente piu' consistente, e lui conosceva bene le dimensioni dell'uccello di Paolo.
Questa nuova situazione distolse, per il momento, Matteo da volere far sesso con me; mi disse che sarebbe quanto prima arrivato suo cugino Alessandro e prima del suo arrivo voleva propormi una idea che aveva avuto: - Io sono stato inculato da tuo padre e tu dal mio; adesso tocca a noi sorprenderli, che ne dici di combinare loro uno scherzetto. - Cosa intendi? - Gli chiesi un po' preoccupato? - Non ho ancora un'idea precisa, lasciami qualche ora per riflettere, poi ti diro'. Intanto non diciamo a nessuno, tanto meno ai nostri padri che ci siamo fatti queste confidenze.
Il clacson di una golf nera strombazzo' sulla strada. Era il segnale che Alessandro era arrivato, Matteo corse alla finestra e gli disse di aspettare pure in macchina che noi due saremmo scesi. - Cosa si fa di bello? Chiesi incuriosito - Vedrai, ci divertiremo, - rispose Matteo. Poi chiamo' per telefono sua madre e le confermo' che noi tre saremmo andati a fare un giro in macchina, di non preoccuparsi se avesse fatto tardi per la cena. Invito' anche me ad informare mio padre. Gia' mio padre, in tutto questo tempo mi ero dimenticato di lui. Cosa avra' fatto nel pomeriggio? Sara' andato al Cinema? Quel cinema! Per un attimo fui tentato dall'idea di recarmi anch'io li, mi sarebbe piaciuto beccare papa' cosi' come ieri era successo con Paolo. Lo dissi a Matteo il quale rispose che ogni cosa a suo tempo, anche lui voleva vedere quel cinema. Ora pero' dovevamo pensare a noi tre e lo disse con un tono che lasciava presupporre qualcosa di interessante.
In macchina Matteo volle sedersi dietro lasciando me accanto ad Alessandro; quest'ultimo era allegro e canticchiava in un inglese improvvisato le canzoni che ad alto volume la radio trasmetteva. Osservai Alessandro, ha, come si suol dire, il classico profilo greco: abbronzatissimo, i capelli ricci e neri, leggermente lunghi, circondavano un viso quadrato; gli occhi neri erano perimetrati da sopracciglia folte ma ben delineate. Un naso importante con narici leggermente larghe sovrastava la bocca con labbra sottili. Alessandro ha un fisico da muratore, spalle larghe e braccia grosse, una leggera pancetta ed un sedere da statua. Le gambe non molto lunghe muscolose e leggermente ad ics. Indossava dei pantaloni militari con una camicia nera quasi completamente aperta sul petto dove spiccava una grossa catena d'oro. Un po' 'tamarro' pensai ma tutto sommato un bell'ometto di 23 anni e poi e' sicuramente molto simpatico e divertente. Sentitosi osservato Alessandro tuono' ingenuamente: - beh? Cos'hai da guardare, sono figo vero? Ti sei gia' innamorato di me? - Confesso che arrossii, sorrisi ed anche Matteo scoppio' in una risata dicendomi: - non ci far caso, mio cugino e' un vero burlone, ha sempre voglia di scherzare.
- Dove stiamo andando? - chiesi. - Non preoccuparti - disse Matteo - vogliamo solo farti vedere un posticino che abbiamo scoperto e dove io ed Alessandro ci isoliamo di tanto in tanto. Non chiesi altro, l'auto era uscita fuori citta' e stavamo percorrendo la provinciale che porta all'aeroporto. Abbandonammo la provinciale per imboccare una strada secondaria che conduceva in direzione del mare. Ad un parcheggio sterrato Alessandro si fermo, scendemmo, tiro' fuori dal baule un borsone e due copertine. - Andiamo disse Matteo imboccando un sentiero che si inerpicava verso il gruppo roccioso che si buttava nel mare. Li seguii un po' curioso, un po' preoccupato. - Dove andiamo? - chiesi ancora. Alessandro disse che appena in cima avremmo trovato un sentierino che conduceva ad una spiaggetta isolata tra le rocce. - E' un posto incantevole - aggiunse Matteo come a volermi tranquillizzare.
Arrivati dovetti ammettere che avevano assolutamente ragione: un lembo di sabbia dorata si buttava in acqua cristallina, il tutto circondato da alte rocce con innumerovoli piccole caverne abitate da grossi granchi. Dopo aver perlustrato la zona Alessandro stese le due copertine, una a fianco all'altra e poi disse: - qui possiamo prendere tranquillamente il sole e se ci va, fare anche una bella nuotata. - Ma io non ho il costume - esclamai! - Il costume? Ripete' Matteo - qui non serve ancun costume. Cosi dicendo si tolse la maglietta e a seguire pantaloni e boxer. Lascio' solo le scarpe da tennis, guardo' Alessandro che stava tirando fuori dal borsone bibite e patatine varie e lo invito' a denudarsi. Alessandro ubbidi' e senza esitazione anche lui rimase solo con i sandali. Era la prima volta che vedevo nudo Alessandro e convenni che nudo ci guadagna, e' ancora piu' bello. - Tu non ti spogli? Mi chiese Alessandro e senza aspettare risposta mi tolse lui la maglietta, mi slaccio' la coulisse dei pantaloni della tuta che mi sfilo' subito dopo. Ero come inebetito, da una parte eccitato dal pensiero di quello che sapevo gia' sarebbe, accaduto, dall'altra, mi sentivo inibito a mostrare il mio pisellino che in questa imbarazzante situazione sicuramente si era ulteriormente ridotto. Conoscevo l'uccello di Matteo e per la prima volta vidi anche quello di Alessandro. Era piu' corto ma sicuramente molto piu' grosso e una cappella violacea faceva capolino fra la possenti cosce pelose. - Dai togliti le mutande -, esorto' Matteo. Mi girai dando le spalle ad Alessandro e tolsi il boxer. - Visto da dietro devo dire che Matteo ha ragione: hai un culetto fantastico -, disse sfacciatamente Alessandro che, quando mi girai aggiunse: - sei davvero carino, sembri un eunuco. Ti tradisce solo questo sguardo cosi' serioso. Dai lasciati andare! E cosi dicendo circondo' amichevolmente le mie spalle con il suo grosso braccio. Matteo intanto si era sdraiato occupando un lato della copertina ed Alessandro lo imito', occupando la parte opposta. - Tu sei qui - esclamo' Matteo indicandomi il posto in mezzo. A questo invito ebbi una reazione che non passo' inosservata ai due cugini: il mio arnese si era ingrossato. - Bene -, disse Alessandro, - vedo che il tuo cosino e' piu' loquace di te. Mi sdraiai fra i due e passarono solo pochi secondi quando Matteo accompagno' la mia mano sul suo uccello gia' duro, lui invece mi accarezzo' i capezzoli e poi disse: - Caro Fabio e' un secolo che ti corro dietro e a parte quella volta che ben ricordi, mi hai sempre detto di no. Ora continueremo quanto iniziato prima a casa mia; mi sollevo' la testa e mi bacio' come mai aveva fatto. Si distese sopra di me insinuando il suo cazzo tra le mie gambe e mi bacio' dapertutto, soffermandosi sui capezzoli. In quella posizione potei vedere Alessandro: con una mano accarezzava i glutei del cugino con l'altra si menava l'uccello ormai divenuto della massima dimensione; era davvero molto grosso. Matteo non mi mollo' per un solo istante, il suo cazzo faceva un su e giu' tra le mie gambe, simulandio una scopata. Poi ribalto' la posizione: lui sotto ed io sopra a cavalcioni; Alessandro assunse la mia stessa posizione dietro di me, il suo arnese mi puntellava il buco e lui mi leccava con la grossa e umida lingua dietro il collo, nelle orecchie. Ero al settimo cielo in due giorni stavo gia' vivendo la mia seconda storia di sesso e lo stavo facendo con due splendidi ragazzi. Ebbi la curiosita' di vedere pomiciare fra loro i due cugini. Con mossa fulminea mi alzai e feci sdraiare Alessandro sul corpo di Matteo. I due incollarono le bocche in appassionati baci, Matteo aveva inserito in mezzo all'inguine di Alessandro il suo lungo arnese, che appariva fra le chiappe di quest'ultimo. Ormai senza piu' inibizioni mi chinai a leccare l'uccello dell'uno ed il culo dell'altro. I due mugolavano e continuavano a succhiarsi reciprocamente la lingua. Poi Matteo che non voleva perdere il suo ruolo di regista della situazione, volle scambiarsi il posto con me. Alessandro rimase supino ed io su di lui ripresi il gioco di lingua abbandonato da Matteo che nel frattempo mi stava leccando il culo e imprecando eclamo': - questo culetto deve essere mio, sei bellissimo ti voglio. Mi spinse in avanti sino a quando il mio uccello raggiungesse la bocca di Alessandro' che lo inghiotti' golosamente; Matteo intanto si era seduto sul grosso cazzo del cugino e con colpo deciso si fece inculare senza pero' smettere di leccarmi il culo e ribadendo che dovevo essere suo, che presto mi avrebbe sfondato. Ancora una volta fu Matteo a decidere. - Sdraiati di schiena - mi ordino' - si mise davanti a me, mi sollevo' le gambe sopra le sue spalle e mi disse di prepararmi che mi avrebbe impalato intanto che il cugino posizionato dietro di lui aveva ripreso a scoparlo e a leccare avidamente i miei piedi che apparivano alla destra ed alla sinistra della nuca di Matteo. Matteo mi punto' l'uccello e con colpo deciso mi penetro', lanciai un urletto di dolore ma poi lo pregai di accelerare il ritmo, di sfondarmi il culo come Alessandro stava sfondando il suo. Matteo ubbidi e sollevando le mie gambe dalle caviglie, in modo da non avere ostacoli, mi stantuffo' con lo stesso stile di suo padre il giorno prima. - Vengo, si! vengo ululo' Alessandro che tirato il cazzo fuori dal culo di Matteo, si affretto' ad introdurlo nella mia bocca ed io bevvi ogni goccia del succoso liquido. Anche Matteo grido' il suo orgasmo e inietto' dentro il mio culo la sua sborrata. I due si baciarono e poi rivolsero le attenzioni al mio cazzo. - Succhiaglielo Matteo, bagnalo bene che adesso tocca a me prenderlo nel culo, cosi dicendo si fece spazio dalla lingua del cugino ed Alessandro si sedette su di me, si accompagno' il fallo in direzione del suo bel culo scuro e, si fece penetrare. Mi ballo' sopra per alcuni istanti poi esausto esclamai: - godo ragazzi, si vengo anch'io. Matteo fece alzare il cugino, si ributto' di bocca sul mio arnese che stava eiaculando il prezioso nettare. Matteo lo bevve avidamente e prima di inghiottire invito' il cugino a baciarlo, condividendo con lui il gusto della mia sborra.
Privi di forza rimanemmo qualche minuto a scaldarci sdraiarti con gli ultimi raggi di sole; ormai erano le sette e trenta. Poi ci rivestimmo e in un complice silenzio facemmo il percorso del ritorno. Alessandro prima lascio' me, dissi a Matteo che avrei ritirato il giorno dopo lo scooter che avevo lasciato a casa sua, li salutai e corsi a casa.
Papa' era gia' a casa, ed era gia' in tenuta da notte, pantaloncino del pigiama e una polo aderente gli sagomavano quel fisico che forse anche oggi era stato oggetto di interesse per i giovani culi che vanno al cinema. - Gia' giovani culi - ribadii nei miei pensieri, - chissa' se papa' e Paolo si scopano solo i ragazzini o se invece sono disponibili anche con uomini piu' maturi; chissa' se papa' e Paolo hanno mai fatto sesso fra loro come e' successo oggi tra me e Matteo. Piu' tardi a cena chiesi a mio padre come aveva trascorso il pomeriggio, se si fosse annoiato; rispose che non era uscito per niente, stanco delle fatiche della sera prima, aveva preferito stare in casa a riposare. Mi disse che la sera prima aveva rincontrato Raffaele, un tenente dei carabinieri conosciuto qualche tempo prima con Paolo e rispondendo alle mie conseguenti domande, papa' rispose: - si! ieri sera dopo il lavoro Rocco mi ha invitato a bere qualcosa a casa sua, abbiamo 'chiacchierato' fino all'alba, sai e' molto simpatico, vedrai ti piacera', stasera avrai l'occasione di conoscerlo, l'ho invitato a bere qualcosa con noi dopo cena. Non ti dispiace vero?- Speravo di stare un po da soli io e te papa', pensavo che avremmo potuto parlare e - dobbiamo solo rimandare a domani piccolo, domani saro' solo per te, potremo parlare e Anche papa' completo' la sua affermazione con quel 'potremo parlare e', come a dirmi che aveva capito il mio messaggio.
Mi chiese di aiutarlo a sparecchiare la tavola, lui intanto diede una sistematina in salotto ed accese lo stereo; scelse un CD di Fausto Papetti: brani pop nuovi e vecchi magistralmente riadattati al sassofono, crearono una atmosfera romantica, sottolineata anche dall'abbassamento della luce. - Papa' ma non vai a cambiarti?, ricevi in pigiama il tuo amico? -, gli chiesi con disappunto. - Perche' no! Te l'ho detto, Raffaele e' simpatico ed alla mano e poi fa caldo, ho detto anche a lui di venire in tenuta comoda. Ero curioso di conoscere il famoso 'tenentino', colui che andava matto per il cazzo di papa'. E come dargli torto. Lo squillo del telefono interruppe i miei pensieri, papa' che aveva prontamente risposto mi passo' la cornetta dicendo che era Matteo che voleva parlare con me. Presi il cordless e mi recai a rispondere in camera mia. Per prima cosa raccontai a Matteo della visita di Raffaele e gli chiesi se lo avesse gia' conosciuto. Mi rispose che aveva sentito parlare del Tenentino tra suo padre ed il mio, ma che non aveva mai avuto l'occasione di incontrarlo. - Magari e' un bonazzo -, mi disse ridendo ed aggiunse: - studialo bene, potrebbe essere, in quel senso che tu sai, un nostro compagno di giochi. - Non credo -, affermai. - Sono abbastanza certo che prediliga gli uomini maturi, si e' fatto anche tuo padre ma credo abbia una cotta per mio padre. Comunque stasera non li perdero' di vista. Intanto lo squillo del citofono mi avviso' dell'arrivo di Raffaele, lo dissi a Matteo che si affretto' a dire: - Vorrei essere li con te a spiare i due. - Non preoccuparti, ti terro' informato, Piuttosto tu hai sviluppato un piano rispetto allo scherzetto da fare ai nostri padri?
- Certo caro, vedrai sara' un bello scherzo, stammi a sentire, sabato sera io e papa' abbiamo deciso di andare a pescare, come di solito, ci fermeremmo a dormire nella nostra casa al mare; a cena gli ho gia' chiesto di invitare anche te e Gianni, mi ha detto, che non conosceva i vostri programmi per il fine settimana e che ci avrebbe provato ad invitarvi. Tu dovresti convincere tuo padre ad accettare. Caro Fabio, vedrai faremo proprio un bel quartetto, daremo proprio una bella lezione di sesso ai nostri due vecchietti Adesso pero' vai di la, non vorrai perderti qualcosa del bel tenentino. - Matteo mi liquido' cosi' al telefono; l'idea di noi quattro da soli nella casa al mare accese subito la mia fantasia erotica Adesso pero' vado a presentarmi al nuovo (almeno per me) ospite. - Ecco mio figlio Fabio -, cosi' mio padre mi presento' al giovane tenente; - piacere gli dissi, stringendogli la mano e sedendomi sul divano a fianco al bel Raffaele; - Lui mi sorrise e mi chiese formalmente come stavo. Dopo i convenevoli e dopo averlo attentamente osservato, convenni che era il classico napoletano simpatico e molto ironico e, soprattutto che aveva un bellissimo sorriso, una bocca grossa e carnosa incorniciava una perfetta dentatura bianchissima. Il viso ovale era piccolo, rasato e curato nei dettagli, faceva sfoggio di due lunghe e sottilissime basette che finivano fino a circondargli il mento delimitato anche da un altrettanto sottile pizzetto centrale. Raffaele sara' stato si e no alto un metro e settanta, fisico esile ma assolutamente proporzionato. I jeans che indossava gli evidenziavano un pacco significativo, ma quando si alzo' dovetti dare convenire con quanto raccontatomi da Paolo: aveva proprio un bel culo, alto, rotondo, sodo e.. proprio un culo da scopare
Sia Raffaele che mio padre si accorsero della mia insistenza nell'osservare in nostro ospite; i due parlarono del piu' e del meno e qui e la cercavano il mio consenso con un 'non e' vero, Fabio', piuttosto che con un 'sei d'accordo Fabio'. Io annuivo ma ero tutto preso dai i miei pensieri e dalle mie fantasie erotiche. Mi chiedevo come mai papa' avesse deciso di portarsi il suo amante quella sera che anch'io ero in casa. Non che mi dispiacesse, ma volevo capire che ruolo avrei avuto io. Decisi che avrei accelerato le cose lasciandoli da soli, dissi a mio padre che sarei andato in camera mia a vedere la TV. - No stai pure qui, c'e' lo schermo grosso e la vedrai meglio - disse mi padre ed alzandosi aggiunse: - Io e Raffaele andremo a chiacchierare in camera mia e cosi dicendo, seguito dal tenente, papa' si reco' in camera sua, chiuse l'uscio a meta' e passando li avanti per andare in bagno si poteva benissimo vedere quasi la totalita' della stanza. Aiutai la situazione; spensi del tutto la luce del salotto illuminato solo dal televisore che intanto avevo acceso e dell'anticamera illumunata a sua volta dalla luce che usciva dalla camera di papa'. Non passo' del tempo che vidi uscire mio padre che si reco' in bagno. Quando ripasso' per tornare in camera sua, aveva addosso solo le mutande, aveva tolto la polo; passando mi guardo', mi chiese se era tutto a posto e mi invio' un simbolico bacio con la mano; poi entro' in camera socchiudendo ulteriormente la porta, ma non del tutto. Li sentii parlare, senza capire quel che dicessero avevo intanto alzato il volume del televisore come a voler creare una ulteriore barriera tra me ed i due amanti. Poi non sentii piu' le loro voci. Quasiasi cosa stessero facendo, non volevo perdermi assolutamente nessun particolare. Alzai ulteriormente il volume della TV per coprire i miei passi in direzione della camera di papa'; mi avvicinai senza paura all'uscio. Con quella apertura dell'uscio potevo vedere solo a meta' la scena che si stava svolgendo sul lettone di papa': lui era sdraiato supino sul letto ed il giovane tenente, che nel frattempo aveva tolto scarpe e camicia, gli stava appicicato sopra e sfregava il suo bacino contro quello di papa' che intanto, facendo scorrere le sue mani sulle lisce spalle di Raffaele, lo baciava appassionatamente. La lingua di papa' ora compariva, ora scompariva risucchiata dalla vogliosa bocca del giovane. Mi eccitai a vedere mio padre all'opera, dopo i racconti finalmente avrei assistito ad una vera scopata ad opera di mio padre. Mi sfilai anch'io i pantaloni ed iniziai a sfregarmi da sopra le mutande il pacco gia' consistente, senza mai staccare gli occhi dai due amanti che nonostante il buio dell'anticamera, certamente si erano accorti della mia presenza. Ma fecero come se io non fossi li': mio padre sfilo' i jeans di Raffaele e passarono pochi secondi perche' gli sfilasse anche i minuscoli slip azzurri. Vidi il suo cazzo eretto, era decisamente nella media, quello che invece era superbo era il suo culetto liscio e vellutato come quello di un ragazzino. I due si arrotolarono piu' volte l'uno sull'altro fino a quando Raffaele sfilo' il boxer di papa'. Finalmente poi vedere il suo uccellone dal vivo, senza filtri. Era davvero eccezionale ed ero impaziente come un coso cosi' enorme potesse entrare in quel culetto. Raffaele lo ingoio' e lo lecco', facendo ansimare mio padre che ad occhi chiusi gli sussurrava: - si, brava piccola troietta, bagnalo bene che fra non molto te lo ficco dentro tutto, ti spacchero' a meta' come una anguria; vai troia succhia questo palo, leccami le palle. Raffaele ubbidi' ma poi passo' alla deflagrazione: si alzo' in piedi sul letto poi lentamente si sedette sul turgido cazzone di papa' che con colpo deciso lo introdusse completamente nel suo buco. Ero spaventato per lui, pensavo di sentirlo urlare. Raffaelo non solo urlo' ma godendo come una vacca inizio' ad agitarsi sopra papa' urlandogli: - dai bel toro, scopa la tua vacca, e cosi' dicendo continuo' forsennatamente la sua danza. Papa' apri gli occhi, guardo' verso l'uscio dove io mi trovavo e gridando disse: - si cucciolo e' tutto tuo, sborro! In quel preciso momento sborro' anche il tenentino sul villoso petto di papa'. Anch'io accelerai il ritmo della mia sega e venni un istante dopo.
Lascai i due amanti ed entrai in bagno per pulirmi. All'uscita papa' completamente nudo mi aspettava dietro la porta. - Tutto a posto piccolo? - mi chiese sorridendo papa'. - tutto OK - risposi io adesso vado a letto. - Bene! - replico' lui ed aggiunse che Raffaele si sarebbe fermato con lui per la notte se a me non dispiaceva. Senza attendere conferma disse poi che il giorno seguente avremmo, finalmente, potuto parlare.
Andai a dormire, sicuro che durante la notte sarei stato svegliato ancora dai due amanti. Dissi a me stesso: - Goditi pure il tuo bel tenentino papa', tanto sabato prossimo tocca a me sorprenderti-.
MA ANCHE QUESTA E' UN'ALTRA STORIA
ALIO
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