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Gay & Bisex

L'obiettivo - capitolo 7


di Difficilissimo
21.02.2012    |    5.564    |    3 8.2
"Furono pochi i momenti belli e trascorsi insieme mentre aumentavano sempre di più i fine settimana in cui lui decideva di non tornare per niente dalla città..."
La meravigliosa esperienza fatta a Barcellona mi aveva fatto legare in maniera impressionante a Pier e i giorni subito successivi furono meravigliosi. Ero sempre più felice di stare insieme a lui ma come spesso accade non stavo mettendo in preventivo la possibilità che la nostra storia potesse finire. Sta di fatto che dopo un periodo, breve, post Barcellona, molto positivo, la storia tra me e Pier andò pian piano a spegnersi. Furono pochi i momenti belli e trascorsi insieme mentre aumentavano sempre di più i fine settimana in cui lui decideva di non tornare per niente dalla città universitaria dove studiava. Anche per telefono ci si sentiva sempre meno e l'unico fine settimana veramente di passione fu quando andammo, su mia idea, ad un concerto a Milano, rimanendo là a dormire la notte. Poi si tornò al difficile rapporto che ormai si era creato, io che provavo a capire cosa gli succedesse e lui che glissava l'argomento. Arrivò addirittura a tornare a casa e non chiamarmi e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e gli chiesi urgentemente un incontro per parlare. Mi diede appuntamento in un parco, era un luogo poco frequentato e abbastanza isolato, per cui potevamo parlare in pace. Erano i primi di Maggio e la temperatura era più che gradevole, per cui io andai in totale tenuta estiva all'appuntamento mentre Pier indossava un giacchino primaverile nuovo. Mi avvicinai per baciarlo ma lui mi spostò "No, fammi spiegare". Capì subito che non avremmo assolutamente chiarito la vicenda ma che qualcosa di brutto avrebbe finito per rovinarla del tutto e lo lascia parlare, notando anche che guardava fisso a terra e non nei miei occhi:
- Mi dispiace, ma io ti ho tradito, ho scopato, anzi scusa, scopo con un altro ragazzo...
. Che cazzo stai dicendo? Chi è questo?
- E' un tipo che ho conosciuto all'Università, un ragazzo marchigiano che frequenta i miei corsi, è successo tutto così per caso, non volevo ferirti ma ho bisogno di una persona che mi stia affianco tutti i giorni, non solo ogni 15 giorni.
A quel punto non ci vidi più, mi girai di scatto verso Pier e lo stesi con un pugno in piena faccia, poi fregandomene delle sue immediate lacrime, lo presi per il colletto e lo misi contro un albero.
- Senti brutto stronzo di merda, io per te, per stare insieme a te, ho rinunciato a tutte le scopate che mi potevo fare, ho allontanato tutti i miei "scopamici" di prima e quando tu te ne stai a scopare con il tuo compagnuccio di università io sto a casa a farmi le seghe da solo come un tredicenne, tutto questo per non tradirti e tu che fai? Te ne vai col primo che te lo succhia? Sei un immatura e viziato
Pier non riuscì a ribbattere nulla, quando mollai la prese si incamminò verso la sua macchina e prima di entrare mi osservò per alcuni secondi, in lacrime e aggiunse soltanto "io per te ho lasciato la mia ragazza, non volevo ferirti". Lo intimai di sparire se non voleva altre botte, poi rimasi a lungo su quella panchina a riflettere. Mi avesse lasciato prima di Barcellona, per ipotesi, l'avrei presa solo sull'orgoglio ma dopo quella vacanza per me le cose erano cambiate, iniziavo veramente a provare qualcosa di più dell'affetto e del piacere fisico per Pier e questo comportamento era stato un affronto ai miei sentimenti. Preso dalla rabbia del momento, nei giorni a seguire iniziai a indagare per scoprire l'identità del misterioso amante marchigiano di Pier e non mi fu particolarmente complicato scoprirlo. Mi bastò monitorare per alcuni giorni tutte le sue attività su Facebook per riuscire a identificare il ragazzo con cui si vedeva. A quel punto, sempre sull'onda del nervosismo e della vendetta, creai un profilo falso con il quale aggiunsi diversa gente della sua zona, in modo da rendere la cosa più credibile, e ovviamente anche lui. Ci iniziai a parlare, spiegandoli che non ero del posto e che mi ero trasferito da poco e chiesi a lui quali posti "frequentava", come era la sua zona, eccetera. L'occasione della vendetta mi si presentò qualche giorno dopo, quando parlando del più e del meno con lui, sempre col mio profilo falso, mi liquidò dicendo "Ora ti saluto devo andare al ****", una famosa discoteca della sua città. Ovvio che mi accertai prima, tramite amici comuni, che non ci fosse anche Pier, poi mi acchittai per bene e mi presentai anche io in discoteca. Non mi ci volle molto per inquadrare questo Stefano e iniziai a seguirlo con lo sguardo per studiarne i comportamenti. Non avevo un piano predefinito, non sapevo nemmeno bene perchè mi trovavo là ma la voglia di andare da lui e scazzottarlo, pur se non c'entrava nulla, era veramente forte. Tuttavia cercai di rimanere lucido e notai che beveva moltissimo. Era un bel ragazzo, poco da dire, sul metro e 75, magro (forse troppo), viso molto molto carino, con una notevole somiglianza con Richard Ashcroft, l'ex voce dei Verve. Diciamo che era praticamente identico con molti anni di meno e con dei capelli leggermente più lunghi. Quando notai che Stefano si avviò, da solo, verso il bagno, mi alzai e lo seguì. poi approfittando del fatto che tutti i bagni erano occupati ci iniziai a scambiare due parole.
- Sempre la fila quando è urgente, maledizione!!! - dissi
- Veramente, me la sto facendo addosso!!!
- Oddio quasi quasi la faccio nel lavandino, che dici??
- ahahahah se lo fai sei un grande!!
Proprio in quel momento si aprì la porta di uno dei bagni e uscì un ragazzo, liberando quindi il posto e Stefano fece per entrare ma gli tenni la porta "scusami, ti dispiace se entro anche io? non ce la faccio più!" e gli feci uno strano sorriso, al quale mi rispose invitandomi con la mano a seguirlo. Appena dentro ci tirammo fuori i piselli e iniziammo a pisciare l'uno accanto all'altro e io non facevo alcun mistero nel guardargli fisso il cazzo e notai che se ne accorse subito. "Wow stai messo bene sai?", gli dissi sorridendo, lui sembrò gradire il complimento e mi disse che anche io non ero assolutamente male! A quel punto presi coraggio, tanto chi lo conosceva? Anzi, chi conoscevo là?
- sei anche molto carino sai?
- anche tu, comunque piacere Stefano - e mi porse la mano, ancora con l'uccello di fuori
- Piacere Pier - dissi io mentendo e, dopo la stretta di mano, la feci lentamente scivolare verso il basso andando a sfiorarli il cazzo, che sembrava già piuttosto in tiro
- Ma serio ti chiami Pier???
- Si perchè?
- E' il nome del tipo con cui mi sento...beh dai l'avevi capito che ero gay!" aggiunse lui pensando che la mia strana espressione fosse da collegare a questo e non a Pier. "Bravo Bravo, ora sei morto" pensai tra me e me poi gli dissi che anche io ero gay e che mi avrebbe fatto piacere andare a parlare con lui in un posto più tranquillo di questa infernale discoteca.
- Pier, se ti fidi di un estraneo io ho casa libera fino a domattina- mi propose con una faccia che era tutto un programma. Inutile starvi a dire quale fosse stata la mia risposta, sta di fatto che dopo un quarto d'ora stavo pomiciando furiosamente con questo Stefano sulla porta della sua camera. Entrammo avvinchiati dentro e ci lanciammo sul letto, senza smettere di baciarci un solo istante, poi ci iniziammo a denudare a vicenda. Appena ci togliemmo tutto, iniziai a passare la mia lingua sul suo petto, poi scesi fino al cazzo ma non mi fermai,quasi a volerlo solo stuzzicare, e scesi rapidamente fino ai piedi. Poi mi alzai, lo presi per i capelli e gli puntai il mio uccello davanti alla bocca e lui, prima di prenderlo in bocca, mi disse "cazzo, adoro farlo violento!!". A quel punto iniziai a studiare per bene il piano di vendetta, che mi sarei voluto godere per bene, perciò chiusi gli occhi e lo lasciai fare. Sentì un brivido scorrere sulla mia pelle quando passò la lingua sull'asta, poi lo accolse dentro e iniziò a lavorare di bocca. Era veramente strepitoso a spompinare, sentivo quella fantastica sensazione di umidità della sua lingua scorrere, il tutto con il calore e la pressione che esercitava la sua bocca. Nel frattempo gli stropicciavo i lunghi capelli e dopo dopo lo inondai di sperma, contraendo completamente le chiappe. Lui bevve di gusto, poi fece per cercarmi la bocca ma gli dissi che volevo legarlo e i suoi occhi si illuminarono, mi disse di fargli tutto quello che volevo e mi indicò un cassetto del comodino nel quale teneva tutto il "necessario". Andai a darci un occhio e vidi tutto ciò di cui avevo bisogno. Presi inizialmente delle manette e lo legai alla ringhiera del letto, lui mi sorrideva con aria vogliosa e io gli iniziai a leccare il pisello. Era all'incirca come il mio, forse un pò più lungo ma meno paccuto e leggermente scappellato in punta, direi nel complesso un bel cazzo. Stefano era in trance totale, mi incitava a fare di lui tutto ciò che volevo e io continuai a leccargli il cazzo finchè non mi tornò il mio duro, poi gli alzai le gambe, poggiandomele sulle spalle, e lo penetrai deciso. Lui cercava di seguire il ritmo della scopata, venendo verso di me ,ma forse per via delle manette che lo bloccavano, faceva un pò fatica per cui presi totalmente io il comando delle operazioni e iniziai a sbattermelo con una furia notevole. Non me ne fregava nulla di durare, volevo solo scoparmelo con forza e lui un paio di volte sembrò quasi sentire dolore, tant'è che mi chiese di rallentare un pò ma non lo ascoltai per niente e continuai ancora fino a che non sentì giungere l'orgasmo, a quel punto tolsi rapidamente il cazzo dal suo culo, leggermente peloso, e lo puntai verso il suo viso, schizzandogli parecchio sperma sulla faccia e sui capelli. Non gli diedi tempo di dire nulla perchè gli chiusi la bocca con del nastro e gli dissi "tesoro ora ti faccio divertire", lui sorrise aspettandosi una scopata con i controfiocchi. Presi da quel cassetto un dildo, di dimensioni abbastanza grosse, e mi appostai all'altezza del suo culo, poi iniziai a lavorarlo con questo cazzo finto. Lui godeva come un maiale e infatti giunse all'orgasmo da solo, senza nemmeno che io lo toccassi, a quel punto continuai a spingere per qualche altro secondo, poi diedi un colpo secco, spingendoglielo dentro più che potevo, in modo che gli rimanesse fermo e non uscisse facilmente con le contrazioni delle chiappe. Stefano ebbe un sussulto di dolore, poi mi sorrise chiedendomi con gli occhi di continuare. Ma non feci altro, mi alzai e iniziai a rivestirmi mentre lui si agitava nel letto furioso per quello che stavo facendo. A quel punto presi un foglietto di carta di quelli a stick e scrissi "E' stato fantastico, amore sei adorabile, il tuo PIER" e glielo poggiai sul petto. Mi avevo confidato di non essere dichiarato e la mia vendetta, bastarda, inutile e vigliacca ora che ci ripenso, era quella di farlo trovare in quel modo dai genitori. Lo salutai, ringraziandolo, e uscì dalla casa, tornando verso il mio Paese. Avevo fatto qualcosa di inutile, qualcosa che non mi avrebbe mai ridato il mio Pier, ma che in quel momento mi aiutò a sfogare la rabbia e la tensione e mi permise di stare meglio. Nonostante tutto ormai con Pier non c'erano più rapporti e non ci sentimmo per mesi e mesi, mentre di Stefano non seppi più nulla, anche perchè ormai me ne fregavo di lui e non approfondì nemmeno più la cosa. Mi rimaneva soltanto la consapevolezza di aver fatto una bastardata non da me, e di non aveva più alcun contatto con Pier, ormai l'avevo perso...CONTINUA con l'ultima parte
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