Gay & Bisex

Sul 101


di facas
10.03.2016    |    9.491    |    13 9.7
"Nella posizione in cui stavo mi rendo conto di stare con la schiena attaccato agli addominali del ragazzo di prima, a sua volta lui attaccato al vetro non può..."
Ciao a tutti i lettori di A69, questo è il mio secondo avvenimento che racconto qui! Non perché gli altri non meritino menzione, ma lo stare qui a volte lascia il tempo che trova! Ciò che descrivo qui è successo una decina di giorni fa. Sto a Palermo per lavoro, da quasi otto anni ormai, ho imparato la città , mi muovo con i mezzi tra le mie sedi e l’università con cui collaboro! In questi otto anni ho conosciuto un bel pò di gente concreta e pure fantasma..che da i numeri di telefono e poi sparisce! Che risponde, organizza e poi non si presenta! Quindi non do più di tanto peso alle organizzazioni! Ci crederò solamente quando si materializzerà il profilo prescelto.. Questo è l’eccezionalità della situazione che mi è capitata! Tutti qui per la stessa cosa ma c’è tanta gente che gioca e fa perdere tempo!
Lavorando su tre sedi ho gli orari distribuiti dalla tarda mattinata a metà pomeriggio, quindi riesco a ritagliarmi un sacco di tempo libero..
La mattina in questione mi attivo al solito per raggiungere il mio lavoro per le nove e mezza, per le otto e mezza sto già alla stazione centrale, la calca degli studenti e dei pendolari si è abbassata notevolmente data l’ora, di rito timbratura del biglietto e sguardo in giro! Vado per sistemarmi vicino le porte centrali che vedo un ragazzo sui ventanni, sull’1.80, capelli corti, castani, in tuta, cuffiette dentro le orecchie, occhiali tra i capelli,ed anello al dito, me lo guardo, lui è appoggiato al vetro nell’area delle carrozzelle, io dopo avergli fatto na sorta di raggi x, mi piazzo da lui distante circa una metrata e mezza e non mi curo di lui più di tanto, l’autobus parte, mi preparo psicologicamente alla mia traversata cercando un posto comodo, senza infastidire o essere infastidito , non mi metto quasi mai seduto su sti mezzi con le poltroncine di pezza, mi attacco alla sbarra, smanetto col cellulare, guardo fuori, a pochi minuti dalla partenza, in pieno centro ad una fermata cinque o sei maestre coordinano una cinquantina di bambini per farli salire. La serenità che regnava fino a quel momento si era dissolta! All’apertura delle porte chi ha avuto la possibilità è scattato fuori, ma chi come me ha esitato guardando l’ora è rimasto incastrato. Tutti a chiedersi il motivo della decisione di scegliere un mezzo pubblico per la visita d’istruzione, una scelta molto azzardata, data l’età ed il numero dei bambini, in un tempo circoscritto di pochi secondi ci ritroviamo tutti quanti a gomito a gomito, faccio qualche passo indietro, l’autobus si riempie all’inverosimile e dalla bretella reggimano passo alla sbarra andando indietro e senza rendermene conto mi posiziono davanti al ragazzo di prima, intanto mi rendo conto di aver dimenticato il mio portafogli nella tasca dietro e con la destra corro ad occupare l’accesso alla tasca con il pollice dentro e il resto della mano sulla tasca! C’è gente che non aspetta altro in questa occasione per crearti guai. Chiuso l’accesso alla tasca però mi rendo conto di non potermi muovere ulteriormente, me ne faccio una ragione di fare il viaggio in questa posizione. Circondato da donne con le borse, anziani e bambini scopro che tutti loro come me sono diretti al capolinea.. Nella posizione in cui stavo mi rendo conto di stare con la schiena attaccato agli addominali del ragazzo di prima, a sua volta lui attaccato al vetro non può muoversi come me , la mia mano all’altezza del suo inguine. Non posso muovermi, e nel giro di un minuto percepisco la sua consistenza. E penso al fatto che tante volte a cercare tra gli annunci di conoscere qualcuno ed ora mi capita un occasione! E penso pure al fatto che non so come la prenderà. Non posso fare altrimenti! Vado con l’azzardo, tanto anche se non vuole non possiamo muoverci o spostarci, alla peggio farò in modo di muovermi per distanziarmi appena potrò, premo un pò con la mano per valutare la reazione, approfittando dell’oscillazione dell’autobus, e in pochi secondi lo sento in tutta la sua misura! Mi giro per guardarlo, gli occhiali che prima erano tra i capelli ora stanno sugli occhi, percepisco che mi guarda e gli dico: scusa, sono incastrato: lui risponde : va bene, tranquillo, fa niente, ne avremo per un po’ mi sa!: lui fa un movimento rotatorio da entrambi i lati premendo sulla mia mano, tutti quelli intorno a noi non si accorgono di nulla. Io mollo il mio portafogli e stringo quella minghia in tutti il suo spessore! Vogliosa! La stringo nella sua lunghezza con le dita sulle palle, scappellandola da sopra la tuta, lui si ritrae, come se mi stesse chiedendo di fare piano, comincio un delicato massaggio lui collabora avvicinandosi fino al contatto totale, la tuta che indossava era l’ideale, aveva voglia di uscire fuori, mentre io avevo voglia di entrare dentro! Tutto il palpeggiamento continua per tutta la traversata, tra gente che si dimena per poter scendere ed altri che si lamentano per non poter salire, arriviamo in prossimità del capolinea, entrambi sappiamo che tra qualche minuto dobbiamo mollare, quindi rallento la mia presa per farlo rilassare, cerco di distanziarmi, ci riesco, prima di rimettere a posto la mia mano gli rimetto a posto tutto da fuori della tuta, come si era riempito in pochi secondi, sono consapevole che altrettanto si svuoterà, e in più dovevo scendere per andare a lavoro. Ci guardiamo con finta indifferenza, si arriva alla fermata che scendono tutti e noi subito dopo assieme, avevo intenzione di rivolgere un ulteriore saluto, ci si guarda, ma io vado sulla destra, mentre lui taglia di corsa sulla sinistra attraversando la strada, ci guardiamo per tutto il tragitto, ma i tempi ed ormai la distanza che ci divide fa finire tutto.. Me ne faccio una ragione e mi dirigo a lavoro, faccio i miei orari, pause di rito, con la mia mente bloccata su di lui mi passa la mattinata, mi organizzo per rientrare, ormai valuto l’episodio come una cosa già passata, rifaccio la stessa strada, mi avvio per prendere la stessa linea in senso contrario, ho un margine di poco più due ore buone per l’altro turno di lavoro, faccio una passeggiata per prendere il 101 un paio di fermate più avanti, data la giornata mite, salgo sull’autobus da dietro e stavolta mi siedo, vedendo i sedili senza moquette. Si riparte in direzione stazione nella tranquillità più assoluta, l’autobus nel frattempo si riempie e la cortesia vuole che cedo il posto ad un anziano che accetta ringraziandomi, mi sposto vicino le porte e mi appoggio alla sbarra, l’autobus nel frattempo continua a riempirsi, mi accingo a fare spazio che da dietro vedo avvicinare una sagoma mi giro e riconosco il ragazzo di poche ore prima. Si avvicina senza parlare, io resto turbato, mi sento scoperto, non so che fare, che prende la parola..: hei ciao: fa lui, : stavolta si viaggia meglio, non come stamattina: io rispondendo gli do ragione, : che coincidenza avere gli stessi orari: eh già! si torna al capolinea per continuare la giornata: rispondo, :ancora non hai finito?- mi chiede, : no, ancora per me è lunga- nel frattempo mi sono rilassato un pò, noto che parla bene, sembra di buona cultura, ancora un paio di scambio di opinioni che si arriva alla stazione, nell’atto di scendere lo faccio passare avanti, ora soli, si gira e mi chiede se ho tempo per un caffè, acconsento presentandomi, e lui mi dice di chiamarsi Daniele, dirigendomi sul lato destro dalla fermata, mi dice che quello che è successo la mattina stessa sull’autobus lo ha eccitato molto, al che mi ferma e mi chiede: che tempi hai? Io non sto distante da qui, il caffè lo prendiamo da me se puoi? Io guardo l’ora, e soprattutto non mi va di perdere l’occasione dopo tanti inutili messaggi in chat! Ci si descrive un po’ nel tragitto, lui che abita con i suoi e lavora saltuariamente, fidanzato, ed io lavoratore in giro, da fuori provincia che a Palermo c’abito solo per lavoro, oramai cmq si parlava liberamente,e nell’ esternare normalmente di essere bisex entrambi, arriviamo in un portone che lui apre e stavolta mi fa entrare per primo, chiude la porta e mi intima di fare piano e raggiungere il primo piano. Un primo piano alto, guardo dalla finestra che si vedono i binari della stazione, Daniele si avvicina e tira la tenda, mi dice che va a preparare il caffè, e io gli dico che data l’ora di caffè non è il caso, che nel giro di qualche ora devo stare a lavoro.. gli vado dietro stringendolo e gli metto le mani dentro la maglietta facendogli dei grattini sulla schiena, gli piace! Oramai entrambi consapevoli del motivo per cui stavamo li, passo le mani sui suoi addominali, bellissimi, duri, gli bacio il collo da dietro e gli dico: benedetti tutti quei bambini!: metto le mani dentro la tuta! I boxer contengono a malapena la sua giovane nerchia, si toglie la maglietta, io ancora vestito mi tuffo sui suoi capezzoli! La pelle liscia! L’assenza di peli! Tutto ciò che ho sempre desiderato nel maschio mi si propone a piene mani! Mi ferma e mi fa togliere giacchetto e maglioncino, mi apre la camicia alzandomi la magliettina, mi mordicchia i fianchi e la pancia sull’ombelico, mentre mi allarga la cinta e costruendosi un passaggio per le proprie mani che parcheggia sulle mie natiche allargandole! Wow!! Non me l’aspettavo! Gli carezzo i capelli e carezzo la schiena. Dalla sua posizione carponi mi slaccia e mi sfila entrambe le scarpe e mi fa cadere i pantaloni, poi ci spostiamo sul divano, dove prima di farlo sedere gli abbasso i pantaloni lasciando i boxer a trattenere la sua minghia, la voglio sentire tra le mani come poche ore prima, gli scappello il glande e libero le sue palle, belle grosse, ne metto in bocca una e poi un'altra , lui mi lascia fare per circa un minuto, dopo di che libero il tutto nella sua fierezza! Una bella minghia , turgida, scappellata, dritta, comincio a leccare, Daniele mi carezza le spalle ed io cerco di fare entrare il più possibile , mi viene male per la sua lunghezza, e cmq sono anche vigile sui tempi, mi sposto sul divano alla sua sinistra, e via, tutta la mazza fin in gola, lui inarca la schiena ed alza il culo facendo leva sulle proprie gambe, ed io affondo la mia bocca sul suo cazzo, mentre con una mano mi carezza la schiena e l’altra gioca con il mio buchetto,insaliva e poi infila un dito, poi due , mi sta facendo morire!! Mi manca quasi l’aria che mollo tutto e tiro un sospiro! Continuo a leccare sempre con le sue dita nel culo, comincio una lenta sega sul cazzo duro e liscio dalla mia saliva, ma non mi va di farlo venire cosi, gli tiro fuori le dita dal mio culo e gli chiedo di mettersi all’inpiedi sul divano, io in ginocchio, mi faccio scopare la bocca!! Fantastico!! Un ventenne pieno di forza davanti a me nel suo splendore! Mette una gamba sulla spalliera del divano e sento la cappella in gola così enorme che la sento quasi scoppiare e mi inonda del suo sperma direttamente in gola, io non ne perdo una goccia fino a che lui non va indietro ed io dirigo l’ultimo schizzo sul mio palmo della mano che distribuisco sul membro nella sua lunghezza !! Daniele si butta giù a pancia in aria sul divano ed io divento più vorace di prima, pulisco tutto, non voglio staccarmi dal mio lavoro di pulizia, quando sento la sua voce che dice in dialetto: io un pompino così dalla mia fidanzata me lo sogno!!: appoggio la mia testa sulla sua pancia..guardo l’ora, e mi rendo conto che ho tutto il tempo di raggiungere l’altra sede. Mi alzo e vado per vestirmi quando mi si avvicina e mi bacia sull’orecchio, si mette davanti a me, mi fa allargare le gambe, con una mano comincia a segarmi, mentre l’altra torna a giocare con il mio buco, qualche minuto e godo pure io su di me e sulla sua mano. Mi si avvicina e parlandomi piano dice : La prossima volta se vorrai niente dita! Prima di uscire da casa sua gli rinnovo l’invito a rivedersi e gli dico che il dopodomani alla stessa ora sarò sul101, ma per scaramanzia gli spiego dove abito e ci scambiamo i numeri!!
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