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Viaggio in Egitto


di Seawave11
12.06.2014    |    13.023    |    2 6.5
"Ero in estasi, ma Youssef non aveva ancora finito..."
Dopo anni passati cercando di risparmiare il più possibile per un bel viaggio finalmente sono riuscito a coronare il mio sogno: visitare l’Egitto.
Superate le noiose ore di viaggio ed arrivato ad Alessandria, prendo la mia valigia e mi dirigo verso l’hotel che mi avevano consigliato in quanto posizionato in una zona abbastanza tranquilla e caratteristica della città. Non vi dico che caldo!
Cammino sotto il sole vagando tra decine e decine di viuzze dall’aspetto simile, una sorta di labirinto in quella zona a me fino ad allora sconosciuta, sperando di incrociare qualcuno per chiedere informazioni. Purtroppo le strade sono deserte, è da poco passata l’ora di pranzo e tutti cercano riparo dal caldo all’interno delle abitazioni.
Vengo attirato da alcuni rumori metallici e da un vociare crescente e mi ritrovo davanti ad una vecchia costruzione che aveva visto tempi migliori, con una grande insegna a caratteri arabi, per me impossibile da decifrare. Convinto che sia un negozio mi decido ad entrare.
Superato l’ingresso mi ritrovo all’interno di un grande stanzone illuminato da due finestroni e da fredde luci al neon. Un gran caldo mi assale, vista l’inefficacia dei piccoli ventilatori posti agli angoli. Ai muri vernice scrostata e nell’aria un forte odore di sudore completano il quadro poco rassicurante. Adesso avevo capito: ero in una palestra.
Questa grande stanza era affollata da decine di giovani e adulti intenti negli allenamenti, chi sollevava pesi, chi faceva flessioni... Uno spettacolo piacevole per gli amanti del genere, compreso me...
Rimango attonito a fissare quei bellissimi uomini dai muscoli guizzanti ricoperti dal sudore per un po’, quando mi torna alla mente il motivo per il quale ero entrato e cioè chiedere informazioni: cosa non facile visto che nessuno parlava inglese e io non parlavo l’arabo. Cerco di farmi capire gesticolando e facendo dei segni verso la mia valigia, ma non c’è nulla da fare.
Ecco che mi si avvicina un ragazzone che, sentendo il mio accento, mi dice “Tu italiano?”. Che fortuna, in questo posto sperduto ho la fortuna di incontrare chi parla la mia stessa lingua!
Mentre mi ripete la domanda lo osservo attentamente... E’ davvero un bellissimo ragazzo sui 24 anni, alto oltre 1 metro e 85, dalla carnagione olivastra e con due occhi neri penetranti. I capelli erano neri e arricciati, ma molto corti, e sotto il naso spuntavano dei baffetti intriganti. Aveva un corpo spettacolare, grandi pettorali che si univano a degli addominali perfetti che vibravano ad ogni suo movimento, incorniciati da due braccia possenti dai gonfi bicipiti.
“Si sono italiano” risposi con timidezza. Mi disse, nel suo italiano stentato, che l’aveva capito subito quando mi aveva visto gesticolare. “Cosa fare qui tu?” mi chiese. Spiegai la mia situazione e lui, presentandosi come Youssef, mi rispose di non preoccuparmi: conosceva l’hotel dove ero diretto e si offrì di accompagnarmi non appena finiti gli allenamenti. Lo ringraziai e mentre lui si spostava verso la zona pesi di quella “cosiddetta” palestra lo seguì, sentendomi un po’ in imbarazzo in mezzo a quella folla di stranieri. Gli chiesi subito come faceva a conoscere l’italiano e con mia sorpresa mi disse che aveva trascorso ben 3 anni in Italia per alcuni campionati di body building, arrivando persino a vincerne uno.
“Complimenti!” gli dissi sorridendo, “vedo che ti impegni molto negli allenamenti, e queste sono soddisfazioni!”. Mi disse che in realtà lui voleva migliorare ulteriormente la sua forma fisica per arrivare ai campionati mondiali. Nel frattempo continuava a sollevare dei pesi. Sul suo viso grondante di sudore lo sforzo era evidente, e allo stesso tempo i suoi bicipiti sembravano dotati di vita propria, gonfiandosi e rilassandosi ritmicamente.
Guardavo il suo riflesso sullo specchio montato sulla parete mentre nella mia mente cominciavano ad insinuarsi dei pensieri per nulla casti. Avrei voluto tastare con le mie mani quei muscoli potenti e sentirne la forza. Avrei voluto leccare quegli addominali scolpiti. Quei pensieri mi eccitavano e non mi accorsi neanche di aver appoggiato una mano sul mio pacco già in erezione.
Youssef se ne accorse e si voltò di scatto. Mi urlò “Te piace cazzo eh? Tu piacere maschio!”. Diventai rosso all’istante, ero stato scoperto, non potevo crederci! Nel frattempo i presenti mi fissavano e Youssef se la rideva dicendo loro delle frasi in arabo per me incomprensibili.
Lasciò cadere i pesi sul pavimento e afferrandomi con forza mi trascinò in un angolo della stanza, facendomi sedere su una panca. Indossava solamente uno slip arancione aderente che lasciava poco all’immaginazione. Mi disse “Tu ora vedi spettacolo, ma no gratis, alla fine paghi. Vedrai se paghi!” Mi lasciò basito, mentre cominciava ad assumere le pose più disparate per mettere in mostra il suo fisico. Gonfiava i grandi bicipiti, sopra i quali alcune vene in rilievo sembravano voler esplodere, e mi lasciava toccare. Ero davvero eccitato, quella situazione inaspettata mi piaceva tanto.
Contraeva gli addominali, ben 8 cubetti perfettamente scolpiti, ed io avevo il privilegio di leccarli, gustandone il sapore aspro del sudore che li ricopriva. Tendeva i muscoli delle gambe, mentre io le accarezzavo godendone. Nel frattempo gli altri clienti della palestra ci guardavano visibilmente eccitati dalla scena. Le mie mani scivolavano sulle sue gambe risalendo le cosce muscolose, fino a raggiungere lo slip. Youssef mi fermò, fissandomi con uno sguardo di sfida.
“Ti piace tanto eh? Adesso tu paghi me per spettacolo!” mi urlò in faccia. Tirò fuori dallo slip un pene di oltre 20 cm già duro e pulsante, e me lo sbattè sulla guancia. “Tu ora svuoti mie palle, subito!” e me lo ficcò in bocca con violenza. Cominciai a succhiarlo avidamente, mentre i presenti cominciavano a segarsi a vicenda, visibilmente eccitati dalla vista del povero italiano capitato lì per caso dominato da quell’ammasso di muscoli egiziani.
Diventava sempre più duro e Youssef continuava a spingermelo in gola, emettendo dei grugniti quasi animaleschi per il piacere. Stava per venire, lo sentivo, e così mi schizzò tutta la sua calda sborra in bocca, mentre ingoiavo guardavo intorno a me quegli uomini muscolosi che godevano in contemporanea, schizzandosi a vicenda la sborra sui loro toraci larghi e muscolosi. Ero in estasi, ma Youssef non aveva ancora finito. La sua erezione era ancora in corso, così mi distese sul pavimento e, spogliandomi con la sua forza bruta, sollevò le mie gambe. Bastarono pochi colpi ben assestati per godere nel mio sedere ancora vergine, lo vedevo dimenarsi mentre mi veniva dentro, e in contemporanea io sborravo sul suo addome. Era una sensazione bellissima. Nei minuti seguenti in quella grande stanza ci fu un silenzio irreale, interrotto da qualche gemito di piacere. Eravamo tutti stremati.
Youssef si mise in piedi e mi disse “Alzati, allenamento finito ti porto in hotel!”. Stremato e quasi tremante mi alzai ed ebbi il coraggio di esclamare “Ho solamente un piccolo desiderio da realizzare...” Mi guardò sospettoso e mi disse “Oggi sono buono, mi hai fatto bel servizio, io realizzo desiderio”. Felice di sentire quelle parole lo portai in una stanza attigua e aprendo la mia valigia gli dissi “Indossa questa”. Gli porsi una delle mie camicie, taglia S, piccolissima rispetto alle sue misure. Volevo realizzare una fantasia che avevo da sempre. Lo aiutai a indossarla e pian piano abbottonai tutti i bottoni. Gli stava davvero strettissima.
“Fammi vedere quanto sei forte!” gli dissi. E lui fu felice di accontentarmi. Cominciò a gonfiare i muscoli e pian pianino i bottoni della mia camicia iniziarono a saltare. La stoffa in corrispondenza dei suoi potenti bicipiti e della schiena cominciò a cedere strappandosi. Adoravo quella visione di forza, così prorompente. Venni nuovamente nelle mutande, eccitato come non mai. “Ecco, sei contento?” mi chiese. Risposi di si e lo ringraziai.
Si rivestì e mi accompagnò in hotel, dove mi lasciò un bigliettino con i suoi contatti.
Finito il viaggio tornai in Italia soddisfatto per il nuovo e selvaggio incontro. Da allora ci sentiamo spesso su internet e quando può Youssef mette in mostra il suo fisico statuario solamente per me in webcam.

Fine! Stavolta ho fatto lavorare ancora di più la fantasia, visto che il tutto è inventato, purtroppo...
Spero sia stato di vostro gradimento, ciao.

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