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Deve essere una cosa di famiglia - Parte I


di prime85
03.03.2024    |    360    |    3 9.6
"Impossibile nascondere che il pensiero che portava a segarmi con così tanta frequenza era proprio quello di mamma che si faceva fottere da dietro..."
Sono cresciuto solo con mia mia madre in una piccola città di periferia. Lei era una bella donna. Lo capii presto dato che fin da piccolo mi capitava di sentire gli apprezzamenti degli uomini per strada mentre passeggiavamo. Lei però non sembrava infastidita, anzi. Ogni volta che sentivo un fischio di apprezzamento verso di lei, la guardavo per vedere la sua reazione, scrutando un timido sorriso sul suo volto. Notavo che la sera passava molto tempo al telefono con qualcuno (presumo un uomo) con cui rideva sottovoce. Queste chiamate notturne sembravano renderla felice e a me faceva molto piacere vederla di buon umore.

Gli anni passavano e le telefonate erano presto diventati incontri. Ricordo quella sera che, dopo essermi messo a letto suonarono alla porta. Sentii dei passi verso la sua camera, seguiti da delle risate sommesse e da suoni di baci. Cosa stava combinando? Nella mia innocenza di bambino pensai che non era nulla di importante, quindi mi rigirai nel letto e iniziai a dormire. Le visite a mia madre però si fecero sempre più frequenti. Quasi ogni notte sentivo la porta aprirsi, accogliere il suo amico per poi correre verso la sua camera. Spinto dalla curiosità, una sera decisi di andare a vedere cosa combinava. Una notte, appena arrivato il suo amico mi alzai dal letto e lentamente mi avvicinai alla sua camera, incuriosito dai rumori che sentivo così spesso. Già nel corridoio sentii dei suoni di due persone che respiravano in modo conciso e, una volta arrivato più vicino, notai che la porta era chiusa. Decisi di appoggiare l'orecchio alla porta per sentire meglio.

I respiri erano affannati e sembravano andare a tempo, come fosse una danza. Mamma forse sta ballando? Però non c'era musica, molto strano. I respiri erano intervallati anche da dei gemiti che sembravano di dolore, a volte anche di piacere, sia da parte di mamma che da parte del suo amico. Non resistetti e provai a spiare dal buco della serratura per capire cosa stesse succedendo. La visuale non era molto chiara, vidi solamente i piedi nudi di mamma e quelli del suo amico, molto vicini tra loro che sembravano accarezzarsi. Deluso da quella visione tornai a dormire, promettendomi di riprovare la volta successiva.

La sera dopo, puntuale come sempre, si ripeté la stessa storia. Aspettai che i due andassero in camera da letto e li seguii. I respiri e i gemiti erano sempre gli stessi, ma stavolta sentii nel corridoio una frase molto strana detta da mia madre:
"Cazzo quanto è grosso, fai piano!"
La frase mi sconvolse, per me non aveva senso. Cosa era grosso? Con cosa doveva fare piano? Stavolta andai diretto alla serratura per cercare di capire, e avrei capito molto bene. La visione era spaventosa ma al tempo stesso attraente ed eccitante, volevo distogliere lo sguardo ma al tempo stesso volevo anche vederne ancora. C'era mamma completamente nuda a quattro zampe di profilo, dietro di lei il suo amico, nudo anche lui che sembrava stesse infilando il suo pene dentro di lei. Era un pene quello tra le sue gambe? Sembrava larghissimo, almeno agli occhi del bambino che ero all'epoca. Muoveva il bacino verso mia madre per poi tornare indietro e da quel movimento capii che era veramente il suo cazzo, grosso e duro, che entrava dentro mia madre. Ad un certo punto lo tirò fuori totalmente e potei vederlo tutto intero. Enorme e sembrava gocciolare. Quello è stato il primo vero cazzo di un uomo che vidi, e aveva appena schizzato dentro mia madre. Lui rimase fermo, mentre mia madre si voltò verso di lui, prese quel cazzo con una mano e cominciò a leccarlo, fino a metterselo tutto in bocca. Non credetti ai miei occhi, cosa sta facendo mia madre a quell'uomo? Sta succhiando un cazzo e sembra veramente brava, dato che lui cominciò ad ansimare più del solito. A quel punto tornai in camera mia, confuso ma attratto da quella situazione.

Gli anni passarono e col tempo capii cosa faceva mia madre in quelle sere. Il mio corpo cresceva e cambiava in modo visibile, soprattutto nelle parti intime. Infatti notai che il mio cazzo era diventato come quello che vidi quella notte anni fa, e cominciai a sperimentare i primi orgasmi. Iniziai a segarmi con ritmi veramente elevati, notando che il mio cazzo si comportava proprio come quello dell'amico di mamma. Impossibile nascondere che il pensiero che portava a segarmi con così tanta frequenza era proprio quello di mamma che si faceva fottere da dietro. In tutta onestà, a volte pensavo proprio che quel cazzo potesse essere il mio, che entrava con forza dentro mia madre lasciandola piena della mia sborra. Ero talmente eccitato in quel periodo che neanche mi curavo di chiudere la porta mentre mi segavo, anzi a volte la lasciavo socchiusa sperando che mia madre entrasse e che vedesse il cazzo che avevo tra le gambe.

Un pomeriggio decisi di fare una prova. Pensai di farmi una doccia, uscire completamente nudo e andare da mia madre per chiederle l'accappatoio. Così feci: uscii dalla doccia col cazzo che già barzotto penzolava tra le gambe mentre mi avvicinavo in salone dove mamma stava riposando. Era seduta sul divano di spalle a vedere il telefono.
"Mamma, puoi darmi l'accappatoio?"
"Sì un attimo" disse senza guardarmi. Si alzò, prese l'accappatoio davanti a sé e poi si voltò per porgermelo.
Il suo sguardo si posò subito sul mio pene barzotto. La sua espressione di sorpresa era impagabile, sembrava non riuscisse a distogliere lo sguardo dalla mia cappella che ancora gocciolava d'acqua. Rimase immobile per qualche istante a fissarlo mentre cominciava visibilmente ad indurirsi. Poi mentre mi porse l'asciugamano, disse sorridendo:
"Caspita, vedo che ti ho fatto proprio bene!"
"Che intendi?" dissi mentre prendevo l'accappatoio.
"Stai messo proprio bene lì sotto sai?"
Con quelle parole ormai la mia erezione era giunta al suo massimo. Indossai l'accappatoio senza chiuderlo, mentre il cazzo oscillava eretto davanti a lei.
"Ti piace?"
"Beh, sono una donna, devo ammettere che è proprio bello!"
Mentre finiva la frase cominciò ad avvicinarsi a me.
"È così duro per causa mia?" sussurrò.
"Eh sì mamma, ormai sono sensibile anche io a certe cose."
"Deve essere una cosa di famiglia, allora."
"Cosa?"
"Essere particolarmente attivi sessualmente."
"Forse te, io non sono così attivo."
"Tu non hai mai...?"
"No mamma, ho sempre fatto tutto da solo."
"Magari possiamo trovare una soluzione, che dici? In famiglia siamo molto attenti a certe cose."
Sentivo pulsare il sangue fino alla cappella, lei era ormai a un passo da me. Era talmente vicina che il cazzo era appoggiato al suo ventre, con i nostri sguardi che si fissavano. D'un tratto sentii la sua mano afferrare l'asta del mio cazzo, cominciando a segarmi molto lentamente. Ero in estasi e lei lo vedeva.
"Vuoi farmi un regalo?"
"Certo!"
"Ti imbarazza se ti chiedo di venire? Voglio vederti godere."

Appena terminai di accennare un sì col capo, il ritmo della sua mano aumentò. Il suo sguardo sempre rivolto verso i miei occhi, le nostre bocche ad un centimetro di distanza. Sentii il suo respiro sulle mie labbra mentre cominciai ad ansimare. Più aumentava il ritmo con la mano, più il suo respiro si faceva frenetico. Era eccitata anche lei dalla situazione? A quel punto mollai e cominciai a lanciare gli schizzi più poderosi che abbia mai fatto, finendo di sborrare sulla sua maglietta e sulla sua mano. Appena ebbi finito di venire lasciò la presa.
"Vatti a pulire ora dai, e non dire che non sono una madre premurosa!"
"Si mamma!"
Mi avviai verso la mia camera ancora incredulo, non prima di voltarmi per vederla di nuovo ricoperta del mio seme. Davanti i miei occhi una scena che non dimenticherò mai. Mia madre che, con occhi socchiusi, leccava il mio sperma dalla sua mano con gusto. Tornato in camera mia cominciai subito a pensare altre scuse per ricreare questa situazione, e magari riuscire a fare altre cose con lei.

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